Un sabato sera, mi trovai davanti all'ingresso del luna park del mio paese ad aspettare Catra, la mia ragazza. Si era fermata a comprare un gelato per sé al bar più vicino e io ero andata avanti. Tanto non avevo intenzione di muovermi senza di lei. Sussultai, quando mi sentii abbracciare da dietro. -Ehi, sono qui.- I miei occhi scintillarono di felicità. La mia Catra era già tornata e non aveva solo un gelato in mano, mezzo mangiato, e con l'altra reggeva una bottiglia di crodino rosso. -L'ho preso per te, sciocchina.- disse lei, porgendomi la bottiglia. La stappai e cominciai a berla, come se non avessi mai bevuto prima. Catra dovette togliermi dalla bocca la bottiglia per farmi smettere di bere ma, così facendo, sputai metà del contenuto a terra. La gente era infastidita nel vederlo ma io la ignorai. Il luna park era solo per me e Catra. -Quegli stivali sono nuovi, sciocchina.- Catra adorava chiamarmi sciocchina ma la sottoscritta non aveva dei soprannomi adatti a lei. Spalancai gli occhi, quando mi resi conto di aver sputato il crodino sugli stivali neri della mia ragazza. Risi nervosamente. -Mica l'ho fatto apposta.- mi giustificai e le puntai un dito contro il suo petto. -Chi mi ha tolto la bottiglia di bocca? Io no e...- Non feci in tempo a finire la frase che lei mi prese il viso e mi baciò. Non mi ero accorta che aveva appena finito di mangiare il suo gelato. Il suo fiato sapeva di fragola e crema e il mio di crodino rosso. -Quando cominciamo?- domandò lei, quando mi lasciò andare. La presi per mano e, dopo aver gettato nel cestino più vicino la bottiglia vuota di crodino, la portai a vedere le giostre del luna park. -Allora, Catra, che vuoi fare per prima cosa?- le chiesi. Lei mi rivolse un sorriso quasi diabolico. -Io voglio fare tutto quanto.- rispose Catra, stringendomi ancora di più la mano. Feci un sorrisetto, avevo già in mente da dove iniziare.
Un giro sulle giostre era proprio quello che mi serviva. Era durato 5 minuti, io avevo scelto un cavallo bianco con le ali color arcobaleno, mentre Catra era su un enorme felino viola. Per tutto il tempo io e lei abbiamo allungato un braccio per sfiorarci le dita. La gente commentava ma, come sempre, noi avevamo ignorato quelle parole malevole, solo perchè vedevano 2 ragazze innamorate. Alla fine del giretto, Catra scese per prima e mi fece un cenno dietro di me. Volsi lo sguardo e vidi in lontananza un tendone, tipo quelli del circo, e alzai le spalle. -Perchè vorresti andare lì? Chissà quanta gente ci sarà.- Catra mi prese per i fianchi e mi fece scendere dal cavallo da giostra. -Oh, no, quello è vuoto. E' solo un vecchio tendone abbandonato.- disse lei. Ero ancora scettica al riguardo ma seguii la mia ragazza verso il luogo che voleva visitare. -E io che pensavo che volessi fare tutte le attrazioni del luna park.- mormorai io. Catra fece una risatina e mi punzecchiò il naso. Aveva le unghie smaltate di nero. -Ma sai, ho cambiato idea.- disse lei e mosse le sopracciglia su e giù. Oh, sapevo che intenzioni aveva.
Una volta dentro il tendone, mi resi conto che aveva ragione lei. Era vuoto, puzzava di muffa e i pochi mobili presenti erano mangiati dagli insetti ma, almeno, pareva non esserci nessun altro. Eravamo solo io e Catra, stavolta per conto nostro per davvero. La presi per i fianchi e la strinsi forte a me. -Sei un genio.- le dissi. Catra mi toccò la fronte con la sua e sembrò fare le fusa. Quando faceva quei versi quasi da animale, significava che era molto felice. Lo vedevo anche dal suo sorriso che era entusiasta. -Lo so bene.- mi rispose. Io le abbassai il colletto della maglietta per baciarle la pelle sotto di essa, facendola ridere. -Hai voglia di farmi il solletico, sciocchina?- mi chiese lei. Non risposi, continuando a sfiorarle il collo con le mie labbra. Poi la mia ragazza mi sollevò da terra e mi baciò a sua volta. Rotolammo sul pavimento d'erba del tendone per un po', amandoci.
Quando fummo troppo stanche per continuare, ci ritrovammo sdraiate a terra, accoccolate l'una all'altra, vestite solo con i nostri costumi da bagno e ricoperte di erba e fieno quasi dappertutto. I nostri vestiti erano stati messi da parte vicino all'ingresso. -Catra?- mormorai, dopo un lungo momento di silenzio. Lei mi sfiorò i capelli con le dita e mi chiese se ci fosse qualcosa che non andava. Ridacchiai. -Al contrario, genio. Se sono con te, non ci sarà mai niente che non va.- ribattei io, poi mi avvicinai al suo viso e baciai la sua mandibola. -Ti amo.- dissi, sistemandomi sul suo petto. Il suo cuore batteva come un tamburo e persino nell'oscurità del tendone notai che era arrossita. Lei mi baciò la fronte e fece le fusa, come prima. -Anche io, sciocchina mia.-
Nota dell'autrice: buongiorno ^^ non so voi ma io sto leggermente congelando e quindi non ho niente di meglio da fare, a parte pubblicare un'altra one shot, stavolta dedicata a me.
Ok, devo confessare una cosa. Tutto questo racconto è frutto di un mio sogno, solo un po' modificato. E sì, ho una cotta per Catra (che ci posso fare, so bene che è un personaggio animato ma a chi non è mai capitato di infatuarsi di personaggi animati :P).
Il prossimo lunedì toccherà invece all'alter ego della mia migliore amica con una sua cotta, per cui tenetevi pronti *sorrisetto furbo*
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top