Dove Anna si addormenta in classe e si crede l'Oracolo di Delfi Pt.1
Era una tiepida mattinata di inizio marzo e la luce del sole filtrava pigramente tra le tendine semiaperte.
I miei compagni erano immersi nell'ascolto di un brano tratto da "I Promessi Sposi", letto dalla loro rinomata professoressa (di cui non si verrà mai a sapere l'identità).
Io conoscevo già il testo e, benchè fosse la seconda ora, mi appoggiai al banco, colta da un'improvvisa pesantezza di palpebre.
Senza accorgermene, cullata da quell'atmosfera soporifera, caddi nelle braccia di Morfeo.
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Controllai l'orologio e scoprii che ero in ritardo di un quarto d'ora buono.
Feci gli ultimi metri che mi separavano dalla meta di corsa, spinsi la porta scorrevole ed entrai nel locale con il respiro affannato. Individuai subito il tavolo che cercavo.
Un urlo di benvenuto mi accolse:
- Anna, sei arrivata finalmente! -
Sorrisi e con un gesto della mano salutai gli undici ragazzi seduti, che mi aspettavano per ordinare.
- Scusate, ma ho perso l'autobus. Non è colpa mia, avrebbe dovuto aspettarmi! -
Risata generale.
- Non cambi mai, eh? Una buona volta potresti anche arrivare in anticipo! -
La proprietaria della voce, una ragazza meno alta di me e coi capelli castano chiaro, si alzò e venne ad abbracciarmi.
- Alle, ora sono qui. Poi è solo un quarto d'ora! -
Presi posto all'allegra tavolata dove erano riuniti tutti, o quasi, i miei vecchi compagni di terza media.
Non so chi aveva sentito nostalgia della confusione che facevamo quando eravamo insieme e aveva proposto una "rimpatriata" fra ventenni.
Era stata una buona scusa per interrompere gli studi a Londra e fare una settimana di vacanza qua a Mantova.
Notai che c'era una discussione in atto fra due esperti di agricoltura: Francesco e Apo si stavano urlando contro (un livello di voce più basso per loro due non era mai esistito) su come arare meglio un certo tipo di terreno, discorsi in cui io capivo meno di un bambino delle elementari a cui viene spiegata la fisica quantistica.
Sospirai. Se sentivo nominare ancora la parola trattore...ed ero lì da soli cinque minuti.
Ad un tratto si alzò la cameriera, nonchè cuoca, nonchè proprietaria di quella pizzeria, l'Ire.
- Ora che ci siamo tutti, posso partire con le ordinazioni? -
Optammo tutti per una pizza (specialità della casa) e lei andò in cucina.
Sfruttai il momento di silenzio creatosi per fare una domanda su cui rimuginavo da tempo.
- Allora, come è andata dopo le superiori?-
Saltò su Thomas:
- Io lavoro con Lollo in una pasticceria qui vicino! -
Strano, non mi sarei aspettata una collaborazione fra quei due.
- Io e Apo facciamo i contadini! E proprio ieri stavamo parlando di comprare un nuovo tratt...-
- Non dire quella parola, altrimenti ci scappa il morto. -
Eh, l'Alle con un coltello in mano era davvero minacciosa.
Francesco si zittì all'istante, conoscendo i rischi.
Giordi, che da quando ero entrata non aveva parlato, urla all'improvviso a una quantità di decibel esagerata:
- Io sono in Nazionale! -
E improvvisò un balletto alquanto...imbarazzante.
Ero felice che fosse riuscito ad arrivare ad un livello così alto, perchè sapevo quanto amava il calcio.
- E...ho una ragazza.-
La zona maschi esplose in un grido d'esultanza.
- Ci fai vedere una foto? -
Rifiutò categoricamente e tentò di cambiare discorso.
- Ma...anche Jack ha qualcosa da dire... -
Rivolgemmo tutti lo sguardo verso di lui.
Giordi tirò un sospiro di sollievo.
- Ho iniziato un corso di laurea informatico. -
Lo disse senza far trapelare nessuna emozione, quindi non si capiva se fosse felice, disperato o depresso perchè gli era appena morto il cane.
- La voglia di studiare? -
Chiesi.
- La sto raccogliendo per strada. -
- La prof sarebbe orgogliosa di questo. Glielo hai detto? -
- No, e non lo farò mai. -
Un sorriso comparve sui nostri volti, ripensando a quando la prof ci diceva di studiare, ci chiedeva di più, a quando rideva con noi e subito dopo ci sgridava.
Bei tempi quelli.
- Le pizze sono pronte! -
L'affermazione ci fece girare verso la porta della cucina nello stesso momento.
La pizza ha la precedenza su tutto.
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