Capitolo 8 ~ Adrian, Kendall
{Adrian}
Stavo seduto a guardare il mondo mortale quando la vidi piangere: Allison, nell'infermeria del Campo Mezzosangue, singhiozzava sulla spalla di un'altra semidea.
Sentii la sensazione di dover fare qualcosa per farla sorridere. Qualunque cosa, solo che non mi veniva in mente niente che potesse funzionare.
E poi come avevo intenzione di aiutarla se io ero sull'Olimpo e lei nel mondo mortale?
Poi presi una decisione e fu la più corretta che ebbi mai fatto in quattrocento anni di vita.
Mi alzai e raggiunsi Afrodite nella sua stanza.
La dea stava guardando un televisore al plasma mangiando dei cioccolatini a forma di cuore.
-Divina me! Quei due sono più lenti di Ares quando deve prepararsi per uscire! -esclamò mentre entravo. Si alzò dal divano su cui era seduta e scrisse qualcosa su un post-it rosa.
-Ehm... Afrodite? -chiesi per attirare la sua attenzione. Lei si voltò e mi sorrise: -Ciao, tesorino! Cosa posso fare per te?
Arrossii (no, non perché mi chiamò "tesorino"... ok, forse un pochino sì): -Ieri, una semidea è venuta a chiederti...
Afrodite spalancò gli occhi, sorpresa. L'avevo colta alla sprovvista.
-Intendi Allison Davis? -chiese, dolce. Annuii.
-I-Io... ecco, io so che le hai assegnato un'impresa... e ehm... -balbettai. Diamine, perché era così difficile?
-Sì?
-Vorreidarleunamano. -dissi tutto d'un fiato, ma Afrodite capì alla perfezione e sorrise.
-Mi stai chiedendo il permesso? -domandò. -Per quanto mi riguarda è un sì. Ma devi promettermi che farai attenzione, zuccherino.
-Lo prometto.
-Bene. Ora devi solo dire a Zeus la tua intenzione e puoi andare. Lo sai che si arrabbia se non sa dove sei.
Sbiancai. In effetti, papà era sempre stato abbastanza suscettibile quando si trattava di me. Essendo nato solo da quattrocento anni, lui mi trattava come un bambino di quattro. Come se un secolo corrispondesse ad un anno di vita.
-Ci proverò. -dissi. -Grazie.
Uscii dalla porta mentre Afrodite si rimetteva a guardare il televisore al plasma. Ero piuttosto sicuro che l'avesse sintonizzato sul canale "Adrian".
Mentre cercavo mio padre, incontrai Calliope. Mi preparai psicologicamente a dirle che sarei andato nel mondo mortale per aiutare una semidea, cosa che lei non avrebbe mai approvato.
In realtà non avevo molta paura della sua reazione. Avevo tutta l'eternità per stare con quella Musa. Un'impresa veloce con una semidea non avrebbe cambiato nulla.
Dei, se mi sbagliavo!
-Ciao Adrian. -disse lei.
-Ciao. -ricambiai. Ok. C'era qualcosa di strano: perché Calliope non mi aveva baciato come suo solito?
-Dove stai andando? -chiese. -Di solito te ne stai nel giardino...
-Da mio padre. -risposi in fretta. -Calliope. Senti. C'è una cosa che dovresti sapere.
Lei annuì per invitarmi a continuare.
-Andrò nel mondo mortale. Ho intenzione di aiutare una semidea in un'impresa.
Con mia grande sorpresa, il suo viso s'illuminò: -La semidea è per caso una figlia di Apollo?
Aggrottai le sopracciglia, dubbioso: -Ehm, come fai a...?
Lei scrollò le spalle: -Buona fortuna, allora! -mi sorrise e se ne andò saltellando.
-Grazie. -dissi, anche se non poteva più sentirmi.
L'immortalità doveva averle dato alla testa...
{Kendall}
Quando raggiunsi Audrey e Cecily davanti alla Casa 7, si stavano chiudendo la porta alle spalle.
-Come sta? -chiesi. Cecily aveva chiamato Audrey mentre ci stavamo allenando insieme per dirci che Allison aveva avuto una crisi di pianto. La figlia di Atena non sapeva spiegare perché (come Allison, dopotutto), ma forse io ne conoscevo il motivo: rivedere Adrian sull'Olimpo doveva aver fatto scattare qualcosa dentro Allison, qualcosa che la mia amica non riusciva a spiegarsi.
-I figli di Ipno ci hanno dato un tranquillante per farla addormentare. Non smetteva di singhiozzare. -disse Audrey guardando verso la porta con sguardo preoccupato.
Cecily annuì: -Non capisco cosa le sia preso. Aveva appena curato Caleb con una canzone e...
-Quale canzone? -chiesi. Forse era stata quella a causare ad Allison quella crisi perché era legata ad Adrian, ma lei ovviamente non lo poteva sapere.
-Perfect di Ed Sheeran. -rispose Cecily.
Ripensai a due anni prima, cercando di capire perché per Allison e Adrian fosse speciale, ma non mi venne in mente niente.
E poi sentimmo un urlo. Era la voce di un ragazzo e si faceva sempre più vicina.
-Ma chi...? -fece Cecily guardandosi attorno. In effetti, non c'era nessuno in pericolo lì vicino.
-Ehi, ma quello è Jason per caso? -Audrey stava guardando verso l'alto. Alzai gli occhi a mia volta e vidi una figura umana precipitare verso di noi.
-Ma Jason di solito... -prima che potessi finire la frase, quella persona finì in un cespuglio di rose che cresceva vicino alla Casa di Afrodite con un "Ahi!".
Guardai le ragazze e loro guardarono me. Poi corremmo ad aiutare.
Era un ragazzo e non era stato così sfortunato, se non si contava che le rose hanno le spine e lui aveva beccato proprio il centro di quel cespuglio. Cercava di liberarsi senza farsi male, ma senza successo.
-Cecily, potresti chiamare un figlio di Demetra? -domandò Audrey. La figlia di Atena annuì, poi si allontanò verso la Casa 4.
-Ehi? Tutto bene? -domandai allungando un braccio per cercare di aiutare il ragazzo.
-Ti pare? Sono solo caduto dal cielo ad una velocità assurda e sono finito in un cespuglio di rose che... wow! Hanno le spine. Ma si, guarda, sto benissimo! -sbottò lui. Guardai Audrey, sicuro che anche lei avesse capito a chi appartenesse la voce.
-Non restate lì a guardarmi! Lo so che sono bellissimo, ma datemi una mano! -esclamò Adrian.
-Eccoci! -era Cecily con Lucy, una figlia di Demetra che aveva il potere di far crescere e comandare le piante a suo piacimento. Cosa che fece con quel cespuglio per permettere ad Adrian di liberarsi.
Allungai una mano al figlio di Zeus per aiutarlo ad alzarsi e ringraziammo Lucy, che tornò alla Casa di Demetra.
-Grazie. -fece il dio. Audrey, per tutta risposta, gli saltò addosso per abbracciarlo. Adrian s'irrigidì.
-Ehm, Audrey. -dissi un po' geloso. -Non saltargli addosso.
Lei si staccò dal ragazzo, mentre Cecily cercava di trattenere le risate.
-Non ci posso credere... -mormorò Audrey, ma Adrian non la sentì: era troppo impegnato a sistemarsi il ciuffo ribelle che aveva sulla fronte, con Cecily che lo osservava. -È proprio come due anni fa.
Annuii: -E credo che il motivo sia lo stesso.
-Ragazzi, è meglio portarlo da Chirone, no? -propose Cecily, che non aveva sentito il nostro breve discorso.
-Sì, ci pensiamo noi. -rassicurai. La figlia di Atena annuì, poi si allontanò.
-Da Chirone? -chiese Adrian lasciando perdere i capelli. Era messo abbastanza bene, se non si contavano i lividi e i graffi che si era procurato nel cadere nel cespuglio e le macchie di terriccio che aveva su vestiti, braccia, viso e capelli. La maglietta e i jeans bianchi che indossava non erano più di quel colore.
Audrey mi prese in disparte: -Prima da Allison. Lei lo deve vedere. Sarà felicissima!
-Non lo so. Meglio lasciare che la nostra amica si riposi un po'...
Lei storse il naso: -In questo caso una bella deviazione in bagno prima. -disse guardando le condizioni di Adrian.
Annuii, poi ci rivolgemmo al dio.
-Coraggio, bellimbusto, andiamo. Ti portiamo a darti una sistemata per la tua bella. -disse Audrey spingendolo per le spalle.
-Eh? -fece Adrian confuso.
-Sarai anche un dio, ma devi farti una doccia ogni tanto. Ed ora te ne serve una. -continuò lei. Ridacchiai ed ero sicuro che anche Allison avrebbe riso alla scena.
Ero seduto sul ripiano del lavandino dei bagni dei ragazzi, mentre Adrian era sotto la doccia. Audrey, non potendo entrare, era andata da Chirone per avvertirlo che un dio era letteralmente caduto dal cielo.
Proprio mentre iniziavo a preoccuparmi, Adrian chiuse l'acqua della doccia. Poi vidi il suo braccio prendere l'asciugamano appeso fuori dalla tendina di plastica. Poco dopo, il mio amico usciva, con un asciugamano legato in vita e un altro attorno al collo e il petto in bella vista.
-Meglio? -chiesi. Lui annuì asciugandosi i capelli con la salvietta che aveva attorno al collo.
-I miei vestiti? -domandò.
-Li abbiamo portati a lavare. -risposi. -Per ora puoi usare questi. Sono di Jason. Un figlio di Giove.
Prima di entrare in doccia, infatti, Adrian ci aveva raccontato qualcosa su di sé, cose che Audrey avrebbe riferito a Chirone. Così Jason era arrivato poco dopo con dei vestiti da prestare al fratellastro.
Adrian li prese e poco dopo si guardava allo specchio: maglietta blu, jeans e le scarpe che indossava quando era caduto dal cielo.
-Bene. -dissi. -Direi che posso portarti da Allison.
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