Capitolo 37 ~ Allison

⚠️ ATTENZIONE: SPOILER DI SHADOWHUNTERS ⚠️

-Ehm... vi conoscete? -domandò Adrian.
-Sì. -rispose Arden. -Io e Adam viviamo al Campo Giove.
-E lo scorso dicembre sono scomparsi. -spiegò Kendall. -Li abbiamo cercati per giorni, ma... si può sapere cosa vi è successo?
-Mentre eravamo di guardia all'entrata del tunnel, degli uomini vestiti di rosso ci hanno attaccati. -disse Adam. -Erano molto forti e noi eravamo solamente in due.
-Ci hanno storditi con una botta in testa e quando ci siamo svegliati eravamo qui. In questa cella. -continuò Arden. Solo in quel momento, mentre ci guardava, notai che l'iride dell'occhio destro si divideva in due colori: verde nella parte superiore e marrone nella parte inferiore. Adam non aveva questo dettaglio.
-Orfeo ha ordinato a quegli uomini di infilarci una specie di microchip sotto la pelle. -disse Adam scostando il colletto della maglietta per farci vedere una piccola cicatrice a forma di stella. -Ogni volta che gli facciamo comodo, aziona il microchip e noi due diventiamo zombie al suo servizio.
-In che senso "zombie"? -domandai.
-Lui ci dice cosa fare e noi siamo costretti ad obbedirgli. Il microchip ci comanda. È come essere sotto ipnosi. -rispose Arden. -Quando poi non gli serviamo più, Orfeo ci fa rinchiudere in questa cella. L'effetto del microchip svanisce dopo qualche ora.
-Ma prima tu non sembravi sotto il suo effetto... -disse Adrian.
-È svanito mentre eravamo nella sala principale. -spiegò il figlio di Apollo.
-Posso farvi una domanda su quegli uomini? -chiese Cecily facendosi avanti. I gemelli annuirono.
-Avete detto che erano vestiti di rosso. -iniziò la figlia di Atena. -Per caso, avete notato se avevano degli strani segni sul corpo? Tipo questi?
Mostrò le sue rune.
-In effetti, ora che mi ci fai pensare sì. -rispose Adam. -Orfeo si era alleato con un tale che di cognome faceva...
-Morgenstern? -propose Cecily.
Arden la guardò, alzando un sopracciglio: -Esatto. Come fai a saperlo?
-L'anno scorso, nel Mondo Nascosto, c'è stata una guerra. -spiegò la ragazza e aggiunse anche la stessa spiegazione che ci aveva dato quando l'avevamo vista in compagnia degli Shadowhunters.
-Quindi quegli uomini erano Shadowhunters? -chiese Arden.
Cecily annuì: -Jonathan Morgenstern ha creato un esercito di Nephilim al suo servizio. Il problema era che questi guerrieri non si potevano più salvare. Una volta che Jonathan è morto, sono morti anche loro.
-Pensi che ci sia qualche legame con quello che è successo ad Arden e Adam? -domandò James. -Morgenstern in tedesco vuol dire Stella del Mattino. Potrebbe esserci qualche collegamento con la forma della cicatrice causata dal microchip.
-È probabile. -rispose la figlia di Atena guardandolo. -Perché Jonathan aveva creato una specie di collegamento con Jace, attraverso una runa. È complicato da spiegare, ma il fatto è che poteva controllarlo a suo piacimento.
-Orfeo potrebbe aver preso spunto da lui allora. -dissi. Poi mi rivolsi ai gemelli e aggiunsi: -Dobbiamo liberarvi e trovare un modo per togliere quel microchip.
-Sogna in grande, figlia di Apollo. -disse una voce femminile dietro di noi.
Ci voltammo: nella cella di fronte a quella dei figli di Apollo c'era una ragazza alta e snella, con i capelli neri che sfumavano verso il blu elettrico, gli occhi erano verde scuro da sembrare nero.
-Cosa stai dicendo? -domandai.
-Helen intende dire che è impossibile uscire da queste celle senza una chiave. -disse Adam. -Ci abbiamo provato, ma...
S'interruppe di colpo e si mise una mano sul petto, in corrispondenza della cicatrice che ci aveva mostrato.
-Che cosa succede? -chiese Audrey. Ma entrambi i gemelli si piegarono su loro stessi, trattenendosi dall'urlare.
-Orfeo... ci vuole... -disse Arden a fatica. -Dovete nascondervi.
-Se vi vedessimo con il microchip attivato... -fece Adam poi urlò.
-Via! -ci ordinò Helen. -Andate via! Veloci!
Fu Adrian a trascinarmi lontano dalla cella, mentre guardavo i miei fratellastri con le lacrime agli occhi.
-Dobbiamo aiutarli... -mormorai mentre ci nascondevamo nello stesso punto di prima.
-Li hai sentiti. Non possiamo fare niente... -mi consolò Adrian abbracciandomi.
Sentimmo delle urla che mi fecero gelare il sangue nelle vene. Mi strinsi ad Adrian, che mi mise una mano sull'orecchio per attutire le voci, mentre l'altro orecchio sentiva il battito del suo cuore.
Poi calò il silenzio.
Subito udii un rumore di passi, probabilmente coloro che avevano portato lì i gemelli poco prima. Aspettammo che si allontanassero, poi mi scostai dall'abbraccio di Adrian (anche se avrei voluto rimanere lì tutto il giorno se avessi potuto) e tornammo da Helen.
-Sei una semidea, vero? -chiese James.
La ragazza annuì: -Ho una madre mortale e due genitori divini, Ade e Poseidone.
-Sei stata presa per lo stesso motivo di Arden e Adam? -domandò Adrian.
-No. A quanto pare mi hanno rapita solo perché gli andava di farlo. -rispose Helen sbuffando.
Guardai i miei amici e mi morsi il labbro, pensando. Non potevamo lasciare Helen lì.
-D'accordo, sentite. -dissi. -Adrian ed io andiamo a cercare la cintura. Voi provate a liberare Helen. Cecily, hai le rune, no? Forse puoi usarle per aprire la cella.
-Hai ragione! -esclamò Cecily.
-Sicura, Allison? -domandò Kendall preoccupato.
-Meno siamo e meno ci noteranno. -risposi. -Restate nascosti qui. Vi raggiungeremo noi. Se non dovessimo tornare, uscite dal palazzo. Intesi?
I miei amici annuirono e m'incamminai verso la direzione da cui era arrivato il rumore dei passi insieme ad Adrian, che mi prese la mano.
Continuavo a pensare all'urlo di dolore di Arden e Adam. Dovevo salvarli. Nessuno si meritava una cosa del genere.
-Sbuffo di Nuvola? -mi chiamò Adrian quando arrivammo ad una porta di legno.
-Sì?
Il figlio di Zeus mi prese in viso e mi baciò sulle labbra. Quando si scostò sorrisi.
-Bacio di buona fortuna. -spiegò lui accarezzandomi la guancia con il pollice.
-Giuro che se me l'hai gufata ti mollo.
Adrian mise il broncio: -Non posso essere romantico?
-Non ho mai detto questo. -Helios mi comparve sulle spalle e lo presi. -Ora andiamo.
Misi una mano sulla maniglia della porta, ma Adrian mi fermò: -Aspetta. Hai idea di dove sia la cintura?
-Ehm...
In effetti aveva ragione. Non ne avevo idea.
-Beh, in qualche modo la troveremo. Fidati di me. -dissi. -Non penso che sia in un posto poco sorvegliato. Basta guardarsi attorno.
Poi gli feci segno di fare silenzio e aprii piano la porta.

Davanti a noi si allungava un corridoio con molte porte. I muri erano di marmo bianco e dalle finestre potevo vedere la pioggia che aveva iniziato a scendere.
Guardai Adrian, che annuì per farmi segno di andare e trasformò gli anelli in pugnali.
Presi una freccia dalla faretra e iniziai a camminare, piano per non fare rumore.
Percorremmo tutto il corridoio con passo felpato, ma tenendo gli occhi aperti.
-Sbuffo di Nuvola. Lascia andare prima me. -disse Adrian prima di svoltare un angolo. Lo seguii e ci ritrovammo in un altro corridoio deserto che portava a un'ampia sala che terminava con una grande scalinata.
Camminammo fino ad arrivare all'entrata della sala e Adrian guardò al suo interno.
-Allora. -disse a mezza voce. -Ci sono due guardie davanti ad una porta. La cintura potrebbe essere lì.
Annuii: -Cosa facciamo?
-Perché non farle addormentare? -propose. -Siamo vicini. La tua voce arriverà alle loro orecchie come nulla.
-D'accordo. -dissi.
Poi iniziai a cantare una ninna nanna. Diceva di sognare le gesta di eroi coraggiosi, di chiudere gli occhi e riposare mentre Apollo scendeva dal suo carro. Non ricordavo dove l'avessi sentita, ma mi dava una sensazione di calore e tranquillità.
Adrian sbadigliò ed io alzai gli occhi al cielo, dandogli un colpetto sulla spalla per farlo stare sveglio.
Cantai per un po', poi controllai e vidi le due guardie sedute per terra, con la schiena appoggiata alla parete e il petto che si alzava e si abbassava regolarmente.
Adrian ed io ci avvicinammo, in silenzio. Il figlio di Zeus schioccò le dita e aprì la porta, che richiudemmo alle nostre spalle.
La stanza era di medie dimensioni e l'unico arredamento che possedeva era una piccola colonna con un cuscino sulla sommità. Al di sopra del cuscino c'era una cintura dorata con incastonati dei piccoli diamanti.
-È questa qui? -chiesi avvicinandomi.
-Sì. -rispose Adrian. -Afrodite me la mostrò una volta.
Sfiorai la cintura.
-Prendila. -m'incoraggiò il figlio di Zeus dolcemente. -La tua impresa ha avuto successo, Sbuffo di Nuvola.
Lo guardai e gli sorrisi, poi gli diedi le spalle e presi in mano la cintura: al contrario di quello che pensavo, era abbastanza leggera, tant'è che avevo quasi paura di romperla. La osservai, sfiorando le rifiniture e i gioielli incastonati.
-ALLISON! ATTENTA! -urlò la voce di Adrian.
Mi voltai di scatto e lo vidi proprio accanto a me. Gemette e si piegò su sé stesso.
Inorridii quando vidi la punta di una spada fuoriuscire dalla sua schiena.
Mi aveva fatto da scudo con il suo corpo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top