Capitolo 25 ~ Adrian

Avevo baciato Allison.
E lei mi aveva ricambiato.
Ragazzi, non potete immaginare la mia felicità. Insomma, non sempre va così, giusto? Raramente sentiamo parlare di queste situazioni in cui la persona che ti piace ricambia i tuoi sentimenti, non è vero?
E in quel momento il mio unico pensiero era lei. L'unica che mi avesse rubato veramente il cuore.
Allison si stava guardando attorno, mentre Kendall, Audrey, James e Cecily parlavano del treno e di come fare a raggiungere la stazione più vicina.
Continuavo a guardare la figlia di Apollo, mentre le nostre mani erano ancora intrecciate. La sentivo tremare e aveva le dita fredde, come se fosse stata agitata. Stavo per chiederle se stesse bene, ma Kendall, che stava guardando il cielo, disse: -Penso che dovremmo cercare una sistemazione per la notte. Il labirinto ci ha tenuti occupati per un po'.
-Che ore sono? -chiese Audrey.
-Quasi le otto. -rispose James. -Ma credo che dovremmo essere vicini ad una città. Vedete le luci?
-Beh, forse posso provare a portarci tutti là con i miei poteri da dio. -dissi.
-Ma non avevi detto che non potevi spostarci con la tua magia? -domandò Allison.
-Non siamo così lontani. -scrollai le spalle. -Forse ci riuscirò. Basta che riesca a concentrarmi. Anche se non garantisco che sarò nel massimo delle forze quando arriveremo.
In effetti, non sapevo neppure se fossi in grado di farlo, visto che mio padre mi aveva tolto dei poteri. Grazie papi.
-Beh, prima ci hai portati fuori dal treno con la magia. Penso che ci riuscirai. -disse Allison sorridendo. La guardai e le feci un sorriso per ringraziarla.
-Prendetevi per mano e non mollate la presa finché non siamo arrivati. -ordinai agli altri.
Quando tutti furono in posizione, formando un cerchio, chiusi gli occhi e mi concentrai.

-Bravo, Adrian. -disse la voce di Allison. Aprii gli occhi e mi ritrovai al centro di una piazza. Le persone andavano e venivano da tutte le direzioni.
-D'accordo. -fece Kendall lasciando le mani di Allison e Audrey. -Dove andiamo?
-Vediamo... -Audrey prese il cellulare per cercare qualche posto disponibile. Intanto, io mi guardavo attorno.
Poi vidi una pizzeria e mi rivolsi ai miei amici: -Chi ha voglia di una pizza?

-Dei, sono piena! -esclamò Allison mentre uscivamo dal locale.
-Beh, sai. Penso che dopo una pizza e tre fette di tiramisù il tuo stomaco sia sazio almeno per i prossimi due anni. -dissi. Lei mi sorrise, poi mi prese la mano.
I nostri amici non avevano ancora detto niente sul bacio che avevo dato ad Allison. Ma credo che fosse perché ciò che era successo nel labirinto non era stato molto facile da digerire.
-Per il tiramisù c'è sempre spazio. -disse Allison tutta fiera. Risi.
-D'accordo, piccioncini, mangiatevi con gli occhi più tardi. -intervenne Audrey spazientita, anche se stava sorridendo. -Kendall ha trovato un Bed&Breakfast qui vicino.
-Ok, facci strada. -disse James al figlio di Venere, che annuì, per poi incamminarsi.
In neanche dieci minuti arrivammo ad una grande casa con i muri bianchi. Entrammo nell'atrio, dove trovammo dei divani e una serie di piccoli ripiani con delle chiavi attaccate. Un uomo anziano si avvicinò.
-Cosa posso fare per voi? -chiese.
-Per caso ha delle stanze disponibili per una notte? -domandò Cecily.
-Certo. Abbiamo tre stanze da due. -rispose l'uomo.
Ci guardammo e alla fine decidemmo di stare a coppie: Audrey e Kendall, Cecily e James, io ed Allison. Ovviamente, starete pensando.
Comunque, il proprietario ci fece strada per tre rampe di scale e ci diede le chiavi.
-Le vostre stanze. -disse quando arrivammo davanti alle porte. Ringraziammo e l'uomo ci diede la buonanotte, per poi tornare di sotto.
-Io e Cecily staremo in quella. -James indicò la stanza con il numero 33.
-D'accordo. Io e Audrey staremo nella 35. -disse Kendall. Perciò io ed Allison saremmo andati nella 34, che stava di fronte alle altre due.
Ci demmo la buonanotte e ci accordammo sull'ora della sveglia per il giorno dopo, poi ognuno entrò nella propria camera.
-Vado a farmi una doccia. -dissi ad Allison, che annuì, così presi ciò che mi serviva ed entrai in bagno.

Ero sul terrazzo della stanza con le mani appoggiate alla ringhiera di metallo e lo sguardo rivolto alla città illuminata dalle insegne dei negozi, dai fari delle auto, dai lampioni e dai cartelli pubblicitari. Il tutto sotto un bellissimo cielo stellato. Quella sera Artemide si era superata.
Continuavo a pensare ad Allison e a me. E a quello che Giano mi aveva mostrato nel labirinto: io ed Allison sull'Olimpo, entrambi dei. La figlia di Apollo indossava una veste che le stava benissimo e cantava una canzone in greco, mentre io sfidavo Ocean a duello. C'era anche Isabelle, che creava un effetto magico con i suoi poteri da figlia di Ecate. Ridevamo tutti insieme.
E poi le urla che Phobos mi aveva messo in testa: ero sicuro che non avrei mai dimenticato la voce di Allison che gridava in quel modo e che cercava me, implorandomi di salvarla da un qualche pericolo mortale.
I miei pensieri furono interrotti dalla vera Allison che mi chiamava: -Adrian?
Mi voltai e la vidi appoggiata allo stipite della portafinestra. Indossava una canottiera bianca e dei pantaloncini rosa evidenziatore; probabilmente li usava come pigiama.
-Ehi, Sbuffo di Nuvola. -dissi sorridendole.
Sorrise anche lei: -Va tutto bene?
-Sì, stavo solo pensando. -la invitai ad uscire sul terrazzo allungandole una mano e notai che era scalza.
Lei prese la mia mano e mi affiancò, mettendosi a guardare il cielo notturno.
La osservai: le stelle e la luna si specchiavano nei suoi occhi, la sua mano sembrava molto più piccola in confronto alla mia, le gambe magre erano pallide e le sue curve, non ancora del tutto definite, erano fasciate dalla canottiera di cotone.
-Ma non hai freddo? -le chiesi accennando ai suoi piedi nudi. Allison spostò lo sguardo su di me e scosse la testa: -Ho appena finito la doccia. -spiegò come se fosse stato ovvio. Poi abbassò la testa, timidamente: -Adrian?
-Sì?
-Mi-Mi daresti un bacio? -domandò titubante. Sorrisi: era adorabile quando arrossiva in quel modo.
Mi avvicinai a lei e le presi il viso con una mano e la vita con l'altra. Le alzai il mento e unii le nostre labbra, sentendo ancora quella piacevole sensazione di calore che si propagava per tutto il corpo. Forse perché Allison era figlia del dio del sole.
Allison mi mise le mani sul petto ed io l'avvicinai ancora di più a me. Andai letteralmente tra le nuvole appena sentii il suo corpo contro il mio. Ecco, avevo trovato una spiegazione al soprannome che le avevo affibbiato.
Mi scostai solo quando sentii di avere bisogno d'aria e vidi Allison sorridere.
-Non c'è bisogno che tu me lo chieda, lo sai? -le domandai in un sussurro. Lei ridacchiò: -Non ho mai dato un bacio ad un ragazzo prima di oggi.
-Mh, vorrà dire che ti giustificherò. Ma sarà l'ultima volta. -dissi avvicinandomi al suo orecchio. Sentii Allison rabbrividire e stringere la mia maglietta con le mani. Quando tornai a guardarla in viso, lei allentò la presa.
-Tu invece? A chi hai dato il primo bacio? -chiese.
-Ehm... -balbettai colto alla sprovvista. -Una ragazza greca. Khloe. Era carina, ma tu lo sei di più.
Allison arrossì: -Smettila.
Ridacchiai: -Dovrai farci l'abitudine, Sbuffo di Nuvola. Non sarà l'ultimo complimento che ti farò. -la figlia di Apollo abbassò lo sguardo, ma io le rialzai il mento verso di me. -Perché questo non sarà l'ultimo per davvero, capito?
-Ma tu sei un dio.
-Lo so. E voglio stare con te.
-Adrian, sei immortale. -Allison sospirò, poi separò da me e si appoggiò alla ringhiera del terrazzo. -Ed io no.
A quelle ultime tre parole rimasi in silenzio. Era vero. Non c'erano possibilità tra noi due solo per colpa del nostro sangue.
Poi mi tornarono in mente le parole di Mia: "se mai ti accadrà di innamorarti di una mortale come me di nuovo, ricordati cosa si prova e cerca di cambiare il futuro. Non ti piace il tuo destino? E allora scrivine uno nuovo".
Affiancai Allison e le presi una mano.
-È vero, ma una volta una persona mi disse che devo scrivere da solo il mio destino. Cambiare il futuro. -dissi; lei mi guardò e le presi anche l'altra mano. -E ti giuro sullo Stige che ci proverò, perché ti amo, Allison, e non posso rinunciare a te ora che tra noi due sta nascendo qualcosa.
La figlia di Apollo sospirò di nuovo, poi strinse le mie mani: -Sicuro? Non voglio che tu lasci la tua vita di dio per me.
-Sicuro. -risposi deciso. Allison mi sorrise, si alzò sulle punte e mi baciò.
Decisi che mi piaceva quando era lei a baciarmi.
-Ora è meglio andare a dormire. -dissi. -Domani dobbiamo rimetterci in viaggio.
Allison annuì e mi guidò nella stanza senza togliere la mano dalla mia.

Aprii gli occhi quando sentii uno strano rumore. Era notte fonda e la stanza era immersa nell'oscurità, anche se riuscivo a scorgere Allison rannicchiata accanto a me.
Mi misi seduto e tesi l'orecchio: quel rumore veniva da fuori.
Cercando di non svegliare Allison, mi alzai dal letto e mi diressi verso la finestra. Scostai le tende e per poco non mi presi un infarto: Ocean e Isabelle mi aspettavano lì fuori.

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