Capitolo 22 ~ Cecily
-Riesci a camminare? -chiesi a James.
Lui si mise in piedi, usando il muro dietro di lui come sostegno. Quando appoggiò il piede a terra, fece una smorfia di dolore.
-No. -disse.
Gli feci segno di aggrapparsi a me, ma James scosse la testa.
-Sono troppo pesante. Ti rallenterei. -si giustificò.
-Ti aiuto io. -si offrì Adrian mentre chiudeva lo zaino e si rialzava in piedi. -Allison, mi terresti lo zaino?
-Sì. -squittì la figlia di Apollo. Forse Adrian non avrebbe dovuto togliere la maglietta in sua presenza...
Comunque, il dio si mise accanto a James e si fece passare un suo braccio attorno al collo, per poi sostenerlo per il fianco.
Allison ed io prendemmo gli zaini dei ragazzi e c'incamminammo, con James e Adrian dietro di noi.
-Ma non sarebbe più logico se usassi i tuoi poteri per aiutarmi? -sentii chiedere a James.
-No. -rispose Adrian. -Non posso curare le ferite. Non sono Apollo.
-Ed è una fortuna. -mormorò Allison sognante. Mi avvicinai e la presi a braccetto.
-Ally, smetti di sbavare. -le dissi sussurrando in modo tale che Adrian non sentisse. La figlia di Apollo arrossì.
-I-Io non sto sbavando. -ribatté.
-Certo ed io non sono una Nephilim. -feci, sarcastica.
Allison si schiarì la voce.
-Guarda che si nota. -aggiunsi. -Ma stai tranquilla. Non credo che Adrian se ne sia accorto. I maschi non lo capiscono mai.
-Ma io...
-Ho visto che ti piace. E non è sbagliato. -le sorrisi. -Solo che devi tenere a mente che lui è un dio.
Allison sospirò: -Lo so, ma... ma lui è così carino e dolce con me... È impossibile non...
-Lo capisco: non è un brutto ragazzo ed è veramente dolce. Ma ti prego, preparati a quando lui tornerà sull'Olimpo. Non voglio vederti stare male a causa dei tuoi sentimenti.
La figlia di Apollo annuì: -Stai tranquilla. Le cotte che ho avuto fino ad ora sono sparite dopo una settimana o due. L'unica che è durata tanto è stata quella per Leo, due anni fa. Sono sicura che quella che ho per Adrian sparirà tra poco.
Non sarebbe andata così. Lo sapevo.
Ad ogni modo, arrivammo alla stazione dei treni e raggiungemmo il nostro binario. James si sedette su una delle panchine, ringraziò Adrian e mangiò dell'altra ambrosia.
Mi sedetti accanto a lui e guardai Allison chiamare Audrey al cellulare, mentre Adrian beveva dalla borraccia.
James intrecciò le dita con le mie.
-Va tutto bene? -mi chiese.
-Sì. Tu?
-Meglio di prima, ma per ora non lo devo sforzare. -guardò la caviglia con un cipiglio arrabbiato che mi fece ridere.
-Beh, il treno si muove da solo. Ti è andata bene. -dissi e rise a sua volta. -Se vuoi possiamo chiedere ad Allison di curarti con una canzone. Sai che ha questo potere.
-No, tranquilla. Sta già passando.
Poco dopo arrivarono Kendall e Audrey e dieci minuti dopo eravamo in treno.
Kendall si addormentò con la testa sulla spalla della sua ragazza, che, dopo un po', capì che non sarebbe uscita molto presto da quella situazione e si addormentò a sua volta. Erano seduti nei sedili accanto al finestrino opposto al nostro.
Adrian guardava fuori dal finestrino, immerso nei suoi pensieri, mentre Allison, seduta nel posto accanto a lui e davanti a quello di James, leggeva un libro.
Io ero seduta tra James e il finestrino e facevo un cruciverba per passare il tempo. Anche se quando sei figlia di Atena i cruciverba ti sembrano giochi per bambini.
-Tanto per curiosità, Adrian. -disse James ad un certo punto. -Di che cosa sei dio?
-In che senso? -chiese il figlio di Zeus spostando lo sguardo su di lui.
-Beh, ad esempio: Nettuno è il dio del mare, Minerva della saggezza, eccetera eccetera. -spiegò il figlio di Mercurio. -Tu? Non hai un'arte particolare o un elemento?
-Ah... ehm... -balbettò Adrian arrossendo. -Io... non lo so. Non so neanche se i mortali sanno della mia esistenza.
-Io credo di sì. -dissi. -Se le persone smettono di credere ad un dio, questo sparisce. Visto che tu sei ancora qui, credo che sappiano della tua esistenza...
Calò un silenzio preoccupante, così alzai lo sguardo e ritrovai due paia di occhi che mi osservavano, sorpresi. Dico "due paia" perché Allison era troppo impegnata a leggere invece che seguire i nostri discorsi.
-E tu come lo sai? -chiese James.
-Chirone me lo disse quando arrivai al Campo Mezzosangue la prima volta. -spiegai. -Lo sapreste anche voi se apriste un libro ogni tanto.
James e Adrian balbettarono qualcosa che non capii.
Eravamo quasi arrivati a Regina (città canadese) quando il treno si fermò di colpo.
-Cosa sta succedendo? -chiese Allison alzando per la prima volta gli occhi dal suo libro. -Perché siamo fermi?
-Forse c'è un guasto. -dissi alzandomi per riuscire a vedere il capotreno che parlava con dei passeggeri.
Un colpo che fece tremare l'intera carrozza mi fece risedere. Molte persone urlarono e Audrey sobbalzò, svegliandosi.
-Che succede? -domandò mentre anche Kendall apriva gli occhi.
-Ce lo stiamo chiedendo tutti. -rispose James, che non poteva fare molto, dovendo rimanere fermo per colpa della caviglia.
-Signori e signore, vi preghiamo di mantenere la calma. -disse il capotreno alzando la voce. -Ora vedremo di capire cosa sta succedendo. Nel frattempo rimanete ai vostri posti.
Ed uscì dal vagone.
-Ragazzi, non credo che sia un guasto. -disse Adrian guardando fuori dal finestrino. Poi indicò qualcosa: -È colpa di Nemesi.
-Nemesi? -chiesi allungando il collo per vedere ciò che indicava.
-Esatto. -si alzò e prese il suo zaino.
-Dove stai andando? Non possiamo uscire. -fece Allison alzandosi a sua volta.
Adrian schioccò le dita e ci ritrovammo fuori dal vagone, in mezzo al prato attraversato dai binari.
-James, la caviglia! -esclamai vedendo che il figlio di Mercurio stava in piedi perfettamente.
-Non mi fa più male. -si giustificò lui. -L'ambrosia ha fatto effetto.
-Ragazzi. -ci richiamò Allison.
Davanti a noi c'era una donna che doveva essere Nemesi: era magra e aveva i capelli ricci e neri. Indossava pantaloni e giubbotto di pelle e ai piedi calzava degli stivali alti.
-Nemesi. -disse Adrian.
-Adrian. -ribatté la dea. -Dov'è la tua fidanzatina?
-C-Chi? -domandò il dio imbarazzato.
-Calliope. Chi se no?
-Ehm... -borbottò il figlio di Zeus lanciando un'occhiata di sottecchi ad Allison, come se non avesse voluto farle sapere delle sue relazioni sentimentali.
-Perché ha fermato il treno? -chiese Audrey facendo un passo avanti. Per tutta risposta la dea schioccò le dita e ci ritrovammo in un'arena.
-Che cosa... -iniziò Allison.
-Due di voi usciranno da quest'arena con qualcosa di nuovo. -spiegò Nemesi, che era seduta al posto d'onore, quello dove di solito stava seduto l'imperatore durante i giochi nel Colosseo.
-Che intende dire? -chiese Kendall.
-Poche domande, figlio di Venere. -ribatté la dea. Poi schioccò le dita di nuovo e dei muri spuntarono dal terreno, formando un via vai di strade.
-No! -urlò Allison. Mi voltai verso la figlia di Apollo e la vidi battere le mani su uno di quei muri, come per cercare una porta segreta.
E notai che James, Kendall e Adrian mancavano all'appello.
-Oh, per l'Angelo... -mormorai.
-Nemesi! -chiamò Audrey sguainando il suo pugnale. Ma la dea non comparve.
Allison si lasciò cadere sulle ginocchia, con le mani strette a pugno sul muro davanti a lei. Aveva le spalle scosse dai singhiozzi che cercava di trattenere.
-Cosa sta succedendo? -urlò Audrey rivolta alla dea della vendetta. -Perché ci hai separati?
-Audrey, non so quanto possa funzionare. -dissi guardando verso l'alto. Il cielo non si vedeva. Solo grigio, come i muri che ci circondavano.
La figlia di Fortuna strinse la presa sul pugnale, poi si avvicinò ad Allison e le mise una mano sulla spalla.
-Ally. -la chiamò dolcemente. -Alzati.
La figlia di Apollo si alzò, asciugandosi gli occhi.
E a quel punto, Nemesi si degnò di mostrarsi. Ci squadrò una per volta.
-Semidee. -disse. -Dovrete affrontare delle sfide. Solo una di voi uscirà da qui diversa da come è adesso.
-Quali sfide? -chiesi.
-Lo scoprirai, figlia di Atena. -rispose Nemesi.
Poi scomparve, lasciandoci sole.
-Quindi? Da che parte si va? -domandò Audrey indicando un bivio, la nostra unica via di uscita, con la testa.
-A sinistra. -disse Allison, decisa. Non piangeva più, ma aveva uno sguardo arrabbiato.
-E come mai proprio a sinistra? -fece la figlia di Fortuna, sorpresa dalla sicurezza della nostra amica.
-Il cuore si trova leggermente spostato verso sinistra. -rispose la figlia di Apollo mettendo una mano sul petto. -E noi dobbiamo ritrovare chi ha conquistato il nostro cuore, giusto?
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