Capitolo 21 ~ Kendall, Allison
{Kendall}
-A che ora è il nostro treno? -chiese Adrian.
-Alle dieci, come tutte le altre venti volte in cui lo hai chiesto. -rispose Audrey spazientita.
-Ma allora mi spiegate perché siamo qui alle nove di mattina ad aspettare senza far nulla? -brontolò lui.
-In effetti potremmo fare un giro mentre aspettiamo. -propose Allison, che arrossì quando Adrian le sorrise come ringraziamento.
-Perché no? -fece James.
-D'accordo. -Audrey si alzò. -Basta che siamo qui per le nove e quarantacinque.
Uscimmo dalla stazione e ci incamminammo per le strade della città.
-Kendall, possiamo parlare? -chiese Audrey in modo che solo io la sentissi.
-Sì. Che c'è?
Facemmo segno agli altri di andare avanti. Li avremmo raggiunti dopo.
-Va tutto bene, Pasticcino? -le domandai mettendole una ciocca di capelli sfuggita alla coda dietro l'orecchio.
Lei annuì: -Stavo pensando a quei due. -indicò con la testa Adrian e Allison, che parlavano davanti alla fontana del parco accanto alla stazione. Cioè, Adrian sembrava parlare con naturalezza, anche se era arrossito leggermente, mentre Allison lo guardava, incantata.
-Perché? È successo qualcosa? -chiesi.
-Allison mi ha detto di essersi presa una cotta per lui. -sussurrò.
-Ah. Credo che sia una cosa abbastanza buona. Anche Adrian ha ammesso di essere innamorato di lei stanotte.
-Gliel'hai fatto ammettere? -esclamò a voce un po' troppo alta. Alcuni passanti si voltarono, ma tornarono quasi subito a fare quello che stavano facendo.
-Non proprio. -dissi. -Gli ho soltanto chiesto cosa trovasse di bello in Allison e lui ha iniziato a fare un elenco con tanti elementi. Alla fine lo ha ammesso. Allison gli piace. Anzi, è praticamente innamorato perso di lei.
Audrey annuì: -Non pensi che sia il momento opportuno per dire tutto?
Guardai Allison e Adrian, poi spostai lo sguardo su Audrey. Sospirai: -Secondo me dovremmo dire tutto se le cose si fanno serie.
Perché, ne ero sicuro, si sarebbero fatte serie eccome.
-D'accordo. -disse Audrey. Poi fece per raggiungere i nostri amici, ma io la fermai e la presi in vita.
-Dove vai? -le chiesi.
-A fare una passeggiata?
Le diedi un bacio sulle labbra: -E se stessimo un po' insieme?
Audrey sorrise: -Va bene. Andiamo.
La presi per mano e iniziammo a camminare.
-Ma dove sono finiti gli altri? -chiese la figlia di Fortuna dopo un po'.
In effetti i nostri quattro amici non si vedevano più.
-Ah... beh, probabilmente Renzo e Lucia si staranno mangiando con gli occhi senza accorgersi che sono praticamente i Promessi Sposi degli ultimi due anni. -dissi. -In quanto a Romeo e Giulietta... spero che facciano qualcosa di responsabile.
Audrey mi guardò interrogativa: -Cos'hai appena detto?
Risi: -Sto scherzando. Ho solo paragonato Adrian e Allison a Renzo e Lucia, mentre James e Cecily li ho connessi a Romeo e Giulietta.
-James e Cecily a Romeo e Giulietta?
-Sono la prima coppia che mi è venuta in mente... Leopardi e Silvia non mi sembrava il caso. -mi giustificai e Audrey ridacchiò. Io la baciai, prendendola in vita.
-E perché oggi sei così poetico? -domandò mettendomi le braccia attorno al collo.
Feci spallucce: -Mi è venuto naturale. D'altronde, mia madre è la dea dell'amore, no?
Audrey si schiarì la voce: -Kendall, penso che sia arrivato il momento di parlare dell'altra sera.
Arrossii: -Ehm... sì. -dissi. La figlia di Fortuna mi prese entrambe le mani. Fissò i suoi occhi nei miei e disse: -Sei pronto a diventare papà?
Strabuzzai gli occhi e mi schiarii la voce, mentre l'aria iniziava a mancarmi.
-Cos'hai detto?
-Avremo un bambino! -esclamò.
-EHHH? -urlai e parecchie persone si voltarono a guardarmi. Mi portai le mani nei capelli, che scompigliai, separandomi da Audrey: -No. No. No. No. No. Non può essere vero. Ho diciotto anni. Sto ancora studiando... oh, dei! Dovrò trovarmi un lavoro per riuscire a mantenerlo e... ma poi, com'è potuto succedere, cavoli? Io ho usato...
Audrey scoppiò a ridere: -Ci hai creduto davvero?
Fermai il mio (fantastico, aggiungerei) monologo: -Non... non sei incinta?
-No. Ti stavo solo prendendo in giro. -la mia ragazza si asciugò una lacrima che le era scesa per le risate. -Avresti dovuto vedere la tua faccia. Dei, non avevo mai riso così tanto!
{Allison}
-Ragazzi, dove sono Kendall e Audrey? -chiese James quando raggiungemmo una via isolata.
-Saranno a sbaciucchiarsi da qualche parte. -rispose Adrian facendo spallucce. -L'importante è che arrivino in tempo per il treno.
-A sbaciucchiarsi? Seriamente? -domandai ridendo.
Adrian annuì: -Quando cresci con Afrodite come babysitter è normale pensare subito a queste cose.
Svoltammo l'angolo e Adrian si fermò di colpo, bloccando anche noi con il braccio.
-Che c'è? -chiese Cecily.
-Non avete sentito nulla? -fece Adrian. Rimanemmo in silenzio, ma gli unici rumori che si sentivano erano quelli delle auto che percorrevano le strade poco lontane.
-Adrian, non c'è niente. -dissi.
Ovviamente mi ero sbagliata.
Dal vicolo buio alla nostra sinistra spuntò un drago, ma non un drago con le ali e che sputava fuoco. Un drago greco e quindi senza ali e che somigliava ad un enorme serpente. Aveva delle scaglie nere su tutto il corpo e si muoveva sulle zampe grandi quasi quanto un motorino.
Facemmo due passi indietro, mentre Helios mi compariva sulle spalle e i miei amici sguainavano le loro armi.
-Allison. Colpiscilo all'occhio sinistro. Io mirerò al destro. -mi sussurrò Cecily. -Se è cieco, avremo un vantaggio.
Annuii, poi, lentamente, presi il mio arco e una freccia. Tesi la corda e aspettai che anche Cecily fosse pronta.
-Uno. -dissi.
-Due. -fece lei.
-Tre. -e scoccammo le frecce nello stesso momento.
Ma il drago si mosse e fummo costrette a spostarci di lato.
-Oh, fantastico. -commentai. Presi un'altra freccia e colpii il fianco del mostro, che si voltò verso di me.
Quando aprì la bocca per, credo, ruggire, gli mandai una freccia letteralmente in gola. Intanto, James era riuscito a salirgli in groppa e a colpire il collo con la spada, Adrian aveva infilzato il fianco rimasto illeso e Cecily teneva il mostro sotto tiro.
Prima che potessi colpirlo di nuovo, il drago si spostò e fui costretta a buttarmi per terra, guadagnandomi qualche livido.
Nel muoversi, la creatura riuscì a disarcionare James, che cadde per terra facendo una capovolta. Nel rialzarsi gemette.
-James! -esclamò Cecily avvicinandosi.
-Non è niente. È solo una storta. -disse il ragazzo massaggiandosi la caviglia destra.
Il mostro si voltò verso di loro, attirato dalle voci, ma riuscii a scoccare una freccia e a colpirlo sul muso. Poi quel coso cadde, mentre Adrian mi raggiungeva con i pugnali insanguinati: gli aveva tagliato una zampa, sporcandosi la maglietta di sangue, ma lui sembrava non essersene accorto.
-Colpiscilo negli occhi! Riprova! -mi urlò Cecily.
Annuii, poi tesi l'arco.
Tirai.
E feci centro nell'occhio destro.
Adrian, salito sulla testa del drago con un salto, infilzò l'occhio sinistro con uno dei pugnali, sporcandosi ancora di più.
E, finalmente, il drago si ridusse in cenere.
-Odio i mostri. -commentai. Adrian mi sorrise e rinfoderò i pugnali, poi abbassò lo sguardo sulle sue mani sporche di sangue e si pulì nella maglietta.
Ci avvicinammo a Cecily e James, che stava mangiando un pezzo di ambrosia.
-Fa ancora male? -chiese Cecily. Il figlio di Mercurio fece no con la testa e le sorrise per rassicurarla. Poi guardò Adrian e me.
-Adrian, dovresti cambiare la maglietta. -disse rivolto al dio. -Non credo che in treno sia normale vedere un ragazzo con del sangue addosso.
Il dio si guardò: -Giusto. -poi fece per togliersela.
-Aspetta. -dissi con la voce di un'ottava più alta del normale. -Qui?
-Per forza. -rispose Adrian. -E poi non c'è nessuno.
"Ci sono io!" avrei voluto urlare, ma sicuramente Adrian mi avrebbe presa per pazza.
"E poi" disse la parte razionale del mio cervello, "È come se lo vedessi in costume".
Giusto. Come vederlo in costume.
Come vederlo in costume.
Come vederlo...
Adrian si levò la maglietta.
E iniziai a sbavare, mentre sentivo le guance arrossarsi e il cuore iniziare a battere forte. Quel ragazzo non aveva solo degli addominali. Aveva degli addominali da dio. No, non perché lo era per davvero.
Quando fui sicura di aver ricreato l'Oceano Pacifico solo con la mia saliva, Adrian si voltò verso di me.
-Allison?
-Sì? -risposi, sognante. Adrian mi sorrise, poi mi si avvicinò.
-Mi passeresti lo zaino? -chiese.
Mi risvegliai da quel sogno ad occhi aperti chiamato la tartaruga scolpita di Adrian (da cui non avrei voluto più uscire) e guardai in viso il dio, che mi sorrideva.
-Ehm... io... sì.
Presi lo zaino nero e glielo passai.
Lui si chinò e si mise a cercare una maglietta nuova da indossare. Mentre era impegnato, osservai i suoi movimenti, i muscoli che si tendevano e come i capelli biondi gli ricadessero ribelli sulla fronte.
E quella bellissima visione venne interrotta, perché Adrian si mise la maglietta.
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