Capitolo 20 ~ Adrian, Audrey
{Adrian}
-Qualcuno ha idea di che ora sia? -chiese James sbadigliando.
-L'una e mezza. -rispose Kendall guardando il cellulare, poi si sistemò meglio ai piedi dell'albero dove era seduto. -A che ora hanno detto di svegliarle per fare cambio?
Guardai Allison, che dormiva poco distante da me nel suo sacco a pelo rosso. Mi sarebbe dispiaciuto svegliarla e non vedere più quell'espressione serena che aveva, così dissi: -Secondo me è meglio lasciarle dormire. Noi possiamo riposare in treno.
Infatti, dopo che Cecily aveva lasciato la macchina a Jace e Clary, lei e James si erano ritrovati senza mezzo di trasporto. Per quanto la macchina di Kendall fosse grande, in sei non ci potevamo stare; così avevamo deciso di proseguire verso Vancouver in treno.
Avevamo salutato gli Shadowhunters verso l'ora di cena, dopo che Harvey e Allison Shadowhunter avevano accompagnato Audrey e Allison a prendere i biglietti alla stazione. Nell'aspettare, quel pomeriggio, mi ero fatto un bel sonnellino ristoratore per fortuna privo di sogni.
Che c'è? Avete idea di quanto sia importante dormire per la mia bellezza?
James si coprì le gambe con una coperta. Anche se era estate, in effetti di notte faceva freddino. Accanto a lui dormiva Cecily, avvolta fino alla testa nel suo sacco a pelo.
-Che cosa facciamo? -chiesi. -Avete qualche gioco per mortali da proporre?
Kendall scrollò le spalle e fece no con la testa.
-Giochiamo ad obbligo o verità? -propose James. Io e Kendall accettammo.
-Chi inizia? -domandò Kendall.
-Io. -dissi. -Kendall, obbligo o verità?
-Se dovessi scegliere obbligo, giurerai sullo Stige che non mi farai fare nulla di imbarazzante?
-Paura, eh?
Kendall alzò gli occhi al cielo: -No. Ma non ho voglia di finire investito da un'auto perché stavo giocando a obbligo o verità.
Ridemmo.
-Ok. Allora cosa scegli? -chiesi.
-Verità. -decise infine.
Feci un sorrisino furbo: -La tua prima volta con Audrey.
Kendall arrossì: -Non sono tenuto a darti i particolari. -balbettò.
-Oh! Quindi ammetti che c'è stata effettivamente una prima volta... -dissi.
Lui borbottò qualcosa che somigliava ad un "andiamo avanti".
Dopo dieci minuti, toccò a Kendall farmi la domanda. Scelsi obbligo.
-Perché non dai un bel bacio sulle labbra ad Allison? -fece il figlio di Venere con un sorrisetto.
Mi sentii avvampare: -Co-Cosa?
-Hai capito benissimo, Adrianuccio. -disse James ridacchiando.
Guardai Allison, che si era voltata a pancia in su. Aveva una mano appoggiata sulla giacca che usava come cuscino e l'altra sullo stomaco.
-A-Adesso? -balbettai. -Mentre dorme?
-Perché? Se fosse sveglia lo faresti? -domandò Kendall.
Mi avvicinai ad Allison e le guardai il viso. Aveva la bocca semichiusa e respirava regolarmente in un modo che trovavo dannatamente adorabile.
-Non posso farlo. -dissi deciso. -Non sarebbe giusto nei suoi confronti.
Mi voltai verso James e Kendall. Quest'ultimo sorrideva.
-Allora vorresti farlo. -disse.
-Beh... io... -mi schiarii la voce.
-Kendall, forse non dovresti forzarlo a... -fece James guardando il figlio di Venere.
-Andiamo, amico! Non l'hai notato? -esclamò Kendall, poi mi guardò. -Adrian, ti piace Allison, è vero?
L'aria notturna si fece più calda per i miei gusti.
-Cosa?! -esclamai con la voce di un'ottava più alta del normale. -Sei impazzito?
Kendall si alzò e incrociò le braccia, avvicinandosi: -Vuoi dirmi che non ti piace proprio nulla di lei?
-Beh... sì. Mi piacciono molte cose di Allison. -dissi guardando la figlia di Apollo. -Mi piace come tira con l'arco...
-Mh-Mh. -fece Kendall.
-Il modo in cui sbuffa quando si arrabbia... -continuai arrotolando una ciocca dei capelli di Allison sulle dita. -E poi mi piace il modo in cui sorride... la sua voce quando canta...
Mi voltai verso i ragazzi, sorridendo: -E mi piace anche... -e poi realizzai cosa stavano cercando di fare i miei amici, ma, ormai, perché nascondere l'evidente?
-Mi piace Allison. -dissi, timido. Non ero mai stato bravo ad esprimere i miei sentimenti, eppure James e Kendall erano riusciti a farmi dire cose che in quattrocento anni di vita non ero mai riuscito a rivelare nei confronti di nessuno.
-Non direi così. -James si avvicinò e mi mise la mano sulla spalla. -Penso che tu sia innamorato di lei. Abbiamo visto come la guardi.
-E che mi dici di questo? -Kendall mi porse il cellulare, su cui aveva aperto la galleria. Guardai ciò che mi mostrava: era un video di me ed Allison la sera prima, all'hotel. Kendall ci aveva ripreso mentre cantavamo per gli sposi.
-Non credo che la tratteresti in quel modo se non fossi innamorato di lei. -mi fece notare Kendall.
Guardai me stesso mentre prendevo la mano di Allison e le sorridevo.
-Io... -balbettai restituendo il cellulare a Kendall. -Ehm...
-Sembri me quando vedevo Cecily qualche anno fa. -scherzò James.
-Ma io...
-Vuoi dirci che in quattrocento anni non hai mai amato nessuno? -chiese Kendall sorpreso.
Feci un sorriso triste: -In realtà sì. Una ragazza. E con lei non è andata nel migliore dei modi.
Ovviamente mi stavo riferendo a Mia e al suo matrimonio con un mortale. Dopo di lei, non mi ero più innamorato di nessuno.
Fino ad Allison.
Prima di Mia, non avevo idea di come ci si sentisse a provare dei sentimenti così forti. Nemmeno quando credevo che il mio più grande amore sarebbe stato Khloe, la ragazza greca per cui mi ero preso una cotta negli anni a cavallo tra il 1600 e il 1700. No. Il mio primo amore era stato Mia.
Ma a quanto pare neppure lei era stata quella giusta.
Non mi ero mai incantato a guardarla. Non mi ero innamorato di come cantava. Cose che erano successe con quella figlia di Apollo che mi era caduta tra le braccia solo perché mi trovavo lì quando aveva perso l'equilibrio.
{Audrey}
Aprii gli occhi quando le prime luci dell'alba iniziavano a rischiarare il cielo e mi ritrovai stretta a Kendall.
Per quanto mi piacesse stare così con lui, era una posizione scomoda. Così, cercando di non svegliarlo, mi tolsi il suo braccio dal fianco e sgusciai fuori dal mio sacco a pelo.
-Buongiorno. -disse la voce di Allison. Mi voltai verso di lei e la vidi mettersi seduta sul suo sacco a pelo. Adrian dormiva rivolto verso di lei. Forse era per questo che Allison aveva raggiunto una tonalità che si abbinava perfettamente al suo sacco a pelo.
-'Giorno. -la salutai.
-Per fortuna non sono l'unica ad essere sveglia così presto. -la figlia di Apollo si stiracchiò.
-Da quanto sei sveglia? -le chiesi.
-Da venti minuti. Ma non avevo voglia di alzarmi. -si alzò e si avvicinò al suo zaino per prendere la borraccia d'acqua.
Intanto, io mi misi le scarpe che avevo tolto la sera prima per dormire. Poi presi anch'io la mia borraccia.
-Audrey, posso farti una domanda? -chiese Allison.
-Sì. -iniziai a bere.
-Se, per caso, ti dicessi che... -si schiarì la voce. -Che Adrian mi piace... tu cosa faresti?
Per poco non mi strozzai.
-Cos'hai detto? -esclamai tossendo.
Allison arrossì: -Ecco io... credo di... di avere una cotta per lui. -lanciò un'occhiata timida ad Adrian, che dormiva ancora.
Pensai che la mia mascella avrebbe potuto raggiungere terra da tanto spalancai la bocca.
-Allison, non fare scherzi. -lo dissi solo perché speravo che non fosse vero. Per quanto volessi vederli tornare insieme, Adrian era un dio e Allison una mortale. A meno che anche Adrian non si fosse innamorato di lei di nuovo e non avesse voluto lasciare l'immortalità, non sapevo come avrebbero fatto a fidanzarsi.
-Non sto scherzando. -ribatté Allison duramente.
-Ma ne sei sicura? -lei annuì. -E cosa ti fa pensare di avere una cotta per Adrian?
La figlia di Apollo si mise a tormentare le mani: -Ogni volta che mi sorride, che mi guarda, che mi parla o che mi tocca, io provo una sensazione bellissima. Lui ha il potere di farmi sentire speciale solo con uno sguardo. -poi sospirò. -Vorrei solo capire come mai mi sembra di averlo già visto in passato... e sono sicura che non mi è mai capitato.
Spalancai gli occhi a quell'ultima affermazione e dovetti trovare il modo per non farle sospettare niente. Non potevo dirle tutto. Odiavo mentire alla mia migliore amica, ma non era il momento giusto.
-Sarà soltanto una tua impressione. -la rassicurai.
Lei guardò di nuovo Adrian: -Sì. Hai ragione.
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