Capitolo 11 ~ Cecily, Kendall
⚠️ Spoiler Città del Fuoco Celeste ⚠️
{Cecily}
Quella mattina, dopo aver fatto colazione, partii per New York insieme a James.
Jace mi aveva chiamato il giorno precedente (per fortuna Allison non mi aveva chiesto dove fossi diretta con quel passo da chi ha commesso un crimine) per dirmi che probabilmente colui che aveva causato la Guerra Oscura, Jonathan Morgenstern, aveva qualche legame con qualcosa del mondo dei semidei. Chissà a cosa si stava riferendo...
Arrivati all'Istituto, James assunse un'espressione concentrata, come faceva mentre pensava, per vedere oltre l'incantesimo che nascondeva l'edificio. Sorrisi: era davvero divertente e questa era una cosa che mi piaceva di lui. Era divertente ma sapeva comportarsi in modo adeguato in ogni situazione.
Lo condussi nella chiesa, verso l'ascensore per salire. Dopo pochi minuti stavamo camminando per i corridoi dell'Istituto. James si guardava attorno, incuriosito.
-Quello è Church. -dissi notando la sua attenzione verso il gatto che dimorava lì e che in quel momento se ne stava sdraiato sul pavimento del corridoio.
-Ciao Church. -fece lui abbassandosi per accarezzare l'animale dietro le orecchie.
-Cecily! -esclamò la voce di mia sorella. Mi voltai e la vidi venirci incontro nella sua tenuta da Shadowhunter.
-Ciao Emily. -dissi sorridendo.
-Venite. Gli altri sono in biblioteca. -Emily indicò la direzione con la testa.
La seguimmo fino ad arrivare alla stanza in questione. Al suo interno, c'erano Jace, Clary, Izzy, Alec e Magnus.
Non erano affatto cambiati dall'ultima volta che li avevo incontrati: Jace aveva gli stessi capelli biondi e gli stessi occhi color oro. Clary aveva raccolto i capelli in uno chignon spettinato e sui vestiti aveva delle macchie di pittura, come se l'avessero interrotta mentre stava dipingendo. Isabelle era bellissima, come sempre, nella sua tenuta nera. Suo fratello, Alec, indossava il guanto che aveva quando tirava con l'arco (probabilmente era rimasto ad allenarsi fino a poco prima). Magnus era coperto di glitter come suo solito e dalle sue dita uscivano fiammelle colorate, probabilmente effetto di incantesimi che usava per non annoiarsi.
Dopo i saluti e le presentazioni (James non era mai stato all'Istituto e conosceva solo Jace e Clary), mi sedetti su uno dei divani con James e iniziammo a parlare.
-Dopo aver saputo della tua origine semidivina, Magnus ha scoperto che Jonathan ha rubato un oggetto ad una dea. -iniziò Jace, che se ne stava a braccia conserte appoggiato alla scrivania.
Magnus si fece avanti e si sistemò i capelli, facendo cadere una cascata di glitter: -Mentre eravamo a Edom, con Jonathan, ho notato la sua strana cintura. Il problema è che quando è morto non l'aveva addosso.
-L'ho notato anch'io, ma credevo che non avesse importanza. -disse Alec, gli occhi azzurri fissi fuori dalla finestra.
-Ma che cosa c'entra con gli dei? -chiese James.
-Dopo il nostro ritorno, ho cercato la cintura sui libri che appartengono agli stregoni da secoli. Ti starai chiedendo il perché, Jimmy. -rispose Magnus.
-James. -lo corresse Alec.
Lo stregone ignorò l'interruzione e riprese: -Il fatto è che mi sembrava familiare. Infatti l'ho trovata illustrata in un volume molto antico, risalente all'antica Grecia. È così che ho capito che era la cintura che il dio Efesto regalò ad Afrodite e che Jonathan l'aveva rubata per qualcuno.
Annuii: -Dobbiamo dirlo a Chirone. -dissi guardando James.
-Ma non puoi rivelare a qualcun altro la verità su di te. -fece lui stringendomi la mano. -Il Conclave...
-Lasciali fare. Piuttosto che lasciare la cintura di Afrodite in mano a qualcuno che ha cattive intenzioni preferisco andare agli arresti domiciliari. -dissi scrollando le spalle, indifferente.
In realtà era tutta scena. Anche se ero una Shadowhunter e una semidea, non avevo ancora affrontato imprese omicide e sinceramente non avevo voglia di morire così presto.
-Non c'è un altro modo? -chiese Isabelle.
-Non possono partire per un'impresa senza avvertire Chirone. -rispose Emily. -Lui è il nostro "tutore" al Campo. Deve essere messo al corrente di tutto quello che succede.
-Appunto. -conclusi con un sospiro. -Quello che non capisco è perché Jonathan ha indossato la cintura se l'aveva presa per qualcuno. Non ha molto senso.
-In realtà sì. -intervenne Clary. -Mio fratello era innamorato di me. Con quella roba addosso, nessuno avrebbe potuto resistergli. Afrodite la indossava per questo, giusto, Magnus?
Lo stregone annuì.
Calò il silenzio e così ebbi il tempo di decidere. Mi alzai dal divano: -Beh. Meglio muoverci. Dobbiamo partire per una nuova impresa e non voglio trovare traffico mentre andiamo al Campo per fare i bagagli.
-Cecily, posso parlarti un attimo? -chiese James alzandosi a sua volta. Poi aggiunse: -In privato?
-Ehm, sì. Andiamo. -risposi. Uscimmo dalla biblioteca e ci allontanammo di qualche passo per non farci sentire dagli altri.
-Sei sicura? -mi domandò James prendendomi entrambe le mani. -Hai davvero intenzione di partire? Non sarebbe meglio lasciare fare a loro?
-James. Sono una Shadowhunter. Non posso tirarmi indietro. -risposi. -Mi alleno da una vita per questo. Tu dovresti capirmi. Siamo anche entrambi semidei.
James mi baciò sulle labbra: -Allora vengo con te. E non dire che non mi vuoi, perché verrò comunque.
Risi e lui strofinò il naso contro il mio.
-Va bene. Cercherò di sopportarti. -dissi.
-Sapevo che non avresti resistito a questo schianto. -James fece un sorriso furbo. Alzai gli occhi al cielo.
-Tante volte mi chiedo come cavolo mi sia venuto in mente di baciarti dopo quella partita di Caccia alla Bandiera.
Il figlio di Mercurio fece spallucce: -Lo so che in fondo ne sei felice.
Si chinò di nuovo, ma lo lasciai a bocca asciutta, infatti corsi verso la biblioteca, con James che mi inseguiva e urlava che voleva il suo bacio.
{Kendall}
-GIURO CHE L'AMMAZZO! -sentii la voce di Audrey urlare.
Saltai in aria, facendo cadere lo spazzolino nel lavandino del bagno. Sbuffai, poi sciacquai il dentifricio dalla bocca e mi vestii, per poi correre a vedere cosa fosse successo.
Audrey stava uscendo dalla Casa Grande con passo svelto, un'aura scura tutta intorno.
Deglutii: era arrabbiata con qualcuno. Sperai che non fossi io.
-Ehi, Pasticcino. -mi piazzai davanti a lei per fermarla, cercando di farle un sorriso per non farle capire che mi terrorizzava. -Che succede?
-Io l'ammazzo. Io. La. Ammazzo. -scandì Audrey oltrepassandomi.
-Ehm chi? -chiesi andandole dietro.
Lei sembrò accorgersi solo in quel momento di me, infatti si voltò e mi guardò: -Allison. Io la uccido con le mie mani. Se non muore nell'impresa ovviamente.
-Aspetta. Quale impresa? -chiesi.
-Quella per cui è partita senza dire nulla. -rispose come se fosse ovvio. -Stamattina non ho visto Allison con gli altri figli di Apollo, quindi ho chiesto a Chirone e lui ha detto che credeva che sapessimo dell'impresa che Afrodite ha assegnato ad Allison. Ieri è andata da lui e si sono accordati sulla partenza. Avrebbe anche potuto dircelo! Ma che ha in testa quella figlia di Apollo irresponsabile?
Ora, Allison sapeva badare a sé stessa. Ma Audrey sembrava non capirlo. Forse perché la figlia di Apollo era la sua migliore amica e l'istinto materno di Audrey era molto più forte di quanto potesse ammettere.
-C'è Adrian con lei? -chiesi.
Audrey annuì: -Staranno in giro a pomiciare tutto il tempo. Scommettiamo?
Ridacchiai: -Pomiciare?
Lei mi lanciò uno sguardo di fuoco e ammutolii. Da quando aveva il potere di essere spaventosa in quel modo?
-Si chiama "lessico", Kendall. -disse. Poi sospirò: -Preparati. Tra venti minuti partiamo.
-Come? No!
-Sì, invece.
Presi Audrey per le spalle: -Audrey. Se Allison è partita senza dirci nulla probabilmente è perché non ci vuole tra i piedi. In questi due anni l'abbiamo stressata troppo, non credi?
-Ok, forse sono stata un po' troppo stressante... -ammise Audrey. -Però è la mia migliore amica. Ci occupiamo l'una dell'altra, com'è giusto che sia. E poi non hai voglia di una bella impresa?
Ci pensai. Un'impresa omicida in più non mi avrebbe fatto nulla, giusto? Non sarebbe morto nessuno, no?
Ancora non lo sapevo, ma mi stavo sbagliando di grosso.
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