24. Sogni ed Incubi

《In principio, come narrano gli antichi, vi era solo il Chaos, una massa informe di energia che governava sul nostro piccolo e vuoto Universo...》sussurrò Lejandra accendendo il fuoco, raccontando la storia con quel tono tra l'annoiato ed il mistico, quasi come se fosse una litania sentita più e più volte. 《Tuttavia, il Chaos un giorno morì per motivi sconosciuti, ed è proprio dalla sua morte che ebbe inizio tutto. Si formarono due entità minori: il Sogno, bianco e puro come la luce e l'Incubo, nero ed oscuro come le ombre, che avrebbero avuto il compito di creare rispettivamente i sogni e gli incubi da donare agli esseri umani. Le due entità, ancora in fasce ma dotate di un potere infinito generarono dal nulla tutto quello che conosciamo, costruendo poi due fortezze ai lati opposti di questo regno. Passarono diciotto anni da quel giorno, ed il regno da loro creato era più bello che mai: le piante crescevano rigogliose, gli animali correvano liberi nelle praterie... ma nei cuori del Sogno e dell'Incubo vi era una malinconia che niente e nessuno poteva colmare: erano soli, abbandonati a loro stessi e prigionieri nelle stesse fortezze che per lungo tempo erano state le loro case.
Così i due decisero di fuggire lontano dalla loro vita, in cerca di qualcuno che li facesse sentire meno soli. Girovagarono a lungo per il regno, bevendo l'acqua dei ruscelli e nutrendosi della frutta che cresceva sugli alberi, quando alla fine i due si incontrarono. Il Sogno era un bellissimo ragazzo dai capelli dello stesso colore della neve, mentre i suoi occhi brillavano come zaffiri blu. Al suo contrario, l'Incubo era una ragazza vestita solo di nero, con i capelli corvini e gli occhi che ardevano come braci messe sul fuoco. I due erano diversi, quasi l'opposto l'uno dell'altra, tuttavia quando si guardarono negli occhi si innamorarono perdutamente...
Passarono gli anni e i due finalmente si sposarono, decidendo di chiamare il regno "Ayrovian", che secondo la loro lingua antica significava "unione".》

《Ayrovian, l'unione del Sogno e dell'Incubo...》riflettè a voce alta Vanade, guardando affascinato Lejandra mentre raccontava la storia. 《E poi? Poi cosa accadde ai due amanti?》

《Il Sogno e l'Incubo, destinati ad essere immortali, morirono insieme per misteriose ragioni dopo trecento anni... tuttavia il loro compito era troppo importante, tanto che la Natura provvide a scegliere tra gli esseri umani altre due Detentori che avrebbero rimpiazzato il Sogno e l'Incubo. Quando essi morirono, furono sostituiti a loro volta da altri due Detentori, e così via.》

《È davvero una bella leggenda, niente da dire... chi l'ha inventata deve davvero avere molta fantasia!》 Esclamò Kevin con la sua solita aria da "so-tutto-io" mentre stringeva affettuosamente Meryl tra le braccia.

《Peccato che non sia una leggenda...》puntualizzò la ragazza dai capelli rosso fuoco, stesa sul letto con le gambe incrociate. 《Tutt'ora il regno di Ayrovian è governato da due Detentori che possiedono il potere dei Sogni e degli Incubi e, quando loro due moriranno, verranno sostituiti da altri Detentori, così all'infinito. Non c'è niente di inventato, è la verità.》

《Oh beh, certo che qui le sorprese non mancano mai!》Ashlyn decise di prenderla sul ridere, scoppiando in una piccola risatina isterica per mascherare lo stupore e l'incredulità. "Ah, ma cosa mi stupisco a fare? Da quando sono qui ne ho viste di peggio..." pensò poi, alludendo ad una certa dottoressa pazza che possedeva il potere di far lievitare magicamente gli spilli.

《Non ci hai detto perché i due Detentori sono morti!》disse Meryl curiosa, sgranando gli occhi ed aprendo per bene le orecchie.

《Oh beh, quello io non lo so...》si giustificò Lejadra alzando le spalle. 《Tuttavia ci troviamo nei pressi di un villaggio pieno di persone, magari lì hanno la risposta che cerchi...》

《E forse quelle persone sapranno anche come potersi risvegliare e ritornare nel mondo reale!》Gli occhi di Vanade si riempitono di speranza, mentre un piccolo sorriso bonario si fece spazio sul suo viso. Finalmente sarebbe potuto ritornare a casa dalla sua famiglia!

Lejandra ridacchiò per la sua ingenuità, ma decise lo stesso di non rovinare le sue aspettative.《Forse, Vanade, forse...》

***

《Mio Signore, ultimamente vi vedo cupo... qualcosa turba il vostro sonno?》Un'ombra di costituzione esile e gracilina, con i lunghi arti affilati come lame ed il corpo evanescente guardava con aria affranta e preoccupata il suo padrone, tenendo i suoi occhi bianchi e glaciali fissi su di lui.

L'altro non rispose, almeno non subito. Era troppo impegnato a contemplare il vasto orizzonte dal suo ampio balcone nero per prestare la dovuta attenzione al suo sottoposto. 《Da quando sono il Detentore degli Incubi non ricordo una sola notte di sonno tranquillo, se è questo che intendi.》

《E allora cosa vi affligge? Sembrate molto stanco...》

Il Detentore degli Incubi si voltò serio: nessuna traccia di un sorriso compariva sul suo volto diafano circondato da dei lunghi capelli neri corvini, privo da qualsivoglia impurità o imperfezioni. Il suo era un viso dai lineamenti dolci, indice del fatto che fosse ancora nei primi anni dell'età adulta.

Vestiva con un mantello di velluto nero con il bordo piumato, cucito a mano da una sarta dal talento invidiabile. Sotto il mantello, vi era una giacca di pelle con le chiusure rifinite in argento ed oro, dei pantaloni neri come la pece ed un paio di scarpe in cuoio del medesimo colore.

La sua era una figura imponente, austera, che incuteva timore e paura. A completare il quadro vi erano un paio di occhi rosso sangue, letali e pericolosi come quelli di un leone, ma al contempo calmi e seriosi.

《Stavolta ho fatto un incubo molto diverso dal solito...》disse il ragazzo dai capelli corvini con tono pacato, fissando severamente il suo sottoposto troppo curioso.《Ho sognato la fine di questo regno.》

《La fine? In che senso?》domandò sottovoce l'Ombra, torturandosi le mani per il nervosismo.

《Ho visto una figura a me sconosciuta ma dal volto tremendamente familiare... mi parlava con voce dolce, sussurrandomi che presto tutto sarebbe finito.》il Detentore strinse la mano destra per contenere la rabbia, per poi ordinare stizzito all'Ombra di lasciare la stanza.《Lasciami solo, devo riflettere sul da farsi...》

E, una volta che il sottoposto obbedì al suo ordine, il Detentore degli Incubi si avvicinò al balcone della stanza che affacciava sull'enorme e vasto panorama nero che avvolgeva in una morsa di fumo il castello degli Incubi.
Guardò in basso, assicurandosi che sotto di lui ci fosse ancora la spinosa pianta di rose rosse che aveva fatto crescere con tanto orgoglio, poi sforzò un sorrisetto sadico e si gettò nel vuoto.

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