11. Piano di fuga

Breve riassunto dei fatti accaduti fino ad ora: Ashlyn Ainsworth è una ragazza coraggiosa e forte d'animo, che non crede nel paranormale.
Si dovrà presto ricredere, dato che, a causa di un incidente, cade in coma e si ritrova in uno strano luogo: il White Feather Ospital, gestito completamente da dottori che fanno rispettare le regole con il pugno di ferro. La cosa che però inquieta di più Ashlyn, è che a tutti questi dottori manca "qualche pezzo": c'è chi non ha un braccio, chi non ha un occhio, chi è immobilizzato sulla sedia a rotelle...
In mensa, Ashlyn incontra quattro ragazzi: Vanade, Meryl, Kevin e Serafin. Inizia a fare loro delle domande riguardanti il posto, finchè non scopre che, al di fuori del White Feather, esiste un mondo bellissimo ed inesplorato che i dottori non permettono loro di visitare. A causa di un litigio con un dottore, Ashlyn finisce in cella d'isolamento. Serafin la va a trovare, ed è qui che i due si legano maggiormente: il ragazzo senza gambe le svela il suo triste passato, per poi andarsene via.
La ragazza, sentendosi prigioniera, inizia a fantasticare su una possibile fuga, ed il giorno dopo tenta di convincere i suoi nuovi amici ad inventare un piano.

《Potremmo sempre provare a scappare, che ne dite?》

《Tu sei pazza!》esclamò Kevin, dopo essersi concesso alcuni secondi per elaborare la proposta della ragazza.《È impossibile scappare da qui! Ci ucciderebbero subito!》

Ashlyn corrugò le sopracciglia ed assottigliò gli occhi, leggermente offesa dalla risposta che aveva appena ricevuto.《Da quando ti poni dei limiti? Sono i limiti a rendere le cose impossibili, ricordatelo sempre.》

《Anche se provassimo a scappare, non riusciremmo a sopravvivere in seguito!》ribattè Kevin, cercando di persuaderla ad abbandonare quell'idea così stupida. 《Non sappiamo cosa ci aspetta lì fuori. Magari è anche peggio di qui dentro.》

《Non sei nemmeno un po' curioso di saperlo? È questo il bello della vita: fare scelte non conoscendone le conseguenze. Non ti affascina l'ignoto?》la ragazza si girò in direzione della cattedra, sedendosi in maniera composta. L'insegnante era appena arrivata e questo significava "fine dei discorsi". 《Pensala come vuoi, Kevin. Ma io non mi arrenderò, e sarò fuori di qui prima che tu possa saperlo.》

La lezione iniziò dopo pochi minuti: l'insegnante porse a tutti i ragazzi dei fogli ed un paio di pennarelli colorati, dicendo loro di creare qualcosa di artistico. Meryl si diede subito da fare, iniziando a disegnare un prato verde pieno di alberi di ciliegio in fiore. La povera ragazza disegnò gli alberi troppo piccoli ed i fiori troppo grandi: dopotutto non poteva sapere le loro vere dimensioni, aveva visto delle immagini di alberi solo in dei libri per bambini!

Ashlyn guardò i fogli davanti a lei, per poi accartocciarli quasi tutti e nasconderseli nelle tasche. Ne lasciò fuori solo uno, sul quale incominciò a disegnare le prondità nere e cupe di un abisso remoto, nel quale la luce solare non poteva in alcun modo raggiungerlo. Per colorarlo usò il blu, il viola e poi, tantissimo nero, sfumando i tratti di matita rimasti con le dita. Ed infine, come ciliegina sulla torta, disegnò una ragazza dai capelli lunghi e chiari che fluttuavano nel vuoto. La ragazza indossava un abito composto da una miriade di veli bianchi, mentre il suo corpo era bellissimo, armonioso. Quello che però contrastava con la graziosa figura di lei, era proprio il suo viso disperato e sofferente, capace di trasmettere mille emozioni negative allo spettatore.

Quella ragazza stava annegando.

Un piccolo sorriso sadico comparì sul volto di Ashlyn, mentre dava gli ultimi ritocchi al suo disegno.
Con i suoi occhi attenti corresse ogni singola imperfezione, per poi mettere la sua firma con estrema soddisfazione.

《Singolare, come disegno.》commentò la donna, guardando con una punta di ribrezzo il foglio di carta che la ragazza le aveva appena consegnato. Quel disegno, per lei, era solamente un qualcosa di cupo ed inquietante di cui non riusciva per niente a capire il significato.

《Singolare? Vuol dire unico.》fu l'unica cosa che disse la ragazza, prima di tornare al suo posto e rimanere in silenzio per tutto il resto della mattinata.

Unico. Ogni disegno creato nel mondo era unico, per lei. Non aveva importanza il soggetto raffigurato oppure i colori usati: nessuno sarebbe mai stato in grado di ricopiare, senza alcun difetto o imprecisione, un disegno altrui.

I disegni erano unici, per lei, così come la morte di un individuo.
Ashlyn sentì una fitta al cuore, quando pronunciò l'aggettivo "unico".
Le ricordava così tanto l'unica volta in cui aveva perso definitivamente il controllo.

L'unica volta in cui non era stata se stessa.

Le cinque ore passarono in fretta, tra disegni, piccoli quiz di cultura generale e noiosissime lezioni di chimica. La testa di Ashlyn era andata in ebollizione già al primo termine scientifico, mentre la sua immaginazione l'aveva condotta in mondi lontani, mondi pieni di avventure e divertimento.

Una volta uscita dalla sua classe, si diresse con gli altri quattro ragazzi in mensa, per consumare il pranzo.
Lo stomaco le borbottava incessantemente: dopotutto non aveva fatto colazione, quel giorno, e stava morendo di fame.

Ashlyn si sedette ad un tavolo isolato, distante dagli altri, e fece accomodare Serafin, Vanade, Kevin e Meryl accanto a lei. Estrasse i fogli di carta dalla sua tasca, poggiandoli tra i vassoi del pranzo.《Ecco, qui non potranno sentirci mentre organizziamo un piano di fuga. Ho rubato fogli e matite dalla nostra aula, possiamo iniziare a lavorare! Prima, però, mettiamo qualcosa sotto i denti.》

Kevin provò a ribattere. 《Ma, come facciamo a-》

《Silenzio!》La ragazza afferrò una manciata di patatine fritte dal piatto del ragazzo, mettendole nel suo. 《Ad ogni cosa stupida che dirai, mi prenderò un po' del tuo cibo. Rischi di non mangiare, oggi.》

《Ainsworth, ma sei pazza! Non possiamo fare una cosa del gener-》

La ragazza prese un altro po' di cibo dal suo piatto e fissò Kevin con un sorriso soddisfatto. 《Certo che tu vuoi proprio rimanere a digiuno.》

Kevin si zittì, guardando con astio la ragazza, non volendo iniziare una lite con lei a causa delle severe regole del posto. Infilò nelle guance quanto più cibo poteva, iniziando a masticarlo il più velocemente possibile. "Questa pazza ci farà uccidere."

《Bene, Ashlyn.》disse Vanade, alzando le spalle. 《La tua idea è molto rischiosa, forse Kevin non è nel torto se dic-》

《Vuoi rimanere anche tu senza cibo?》lo minacciò la ragazza, alzando la sua forchetta in aria. 《Ragazzi, se proprio non ve la sentite di rischiare, è okay. Potete anche rinunciare, ma io non lo farò. Vi chiedo solo una cosa: non dite niente a nessuno.》

《Per quanto la proposta di sbandierare tutto ai quattro venti sia molto allettante...》annunciò Kevin, una volta ingoiato tutto il cibo. 《Non sono uno che fa la spia. E comunque, anche se la tua idea mi sembra un po' stupida... beh. Suppongo che, per la prima volta in vita mia, farò qualcosa di stupido.》

《Non ti lascio sola, Ashlyn.》 annunciò solidale Serafin con un sorriso a trendadue denti《Io ci sto.》

《Vorrà dire che seguirò la maggioranza. Mi unisco a voi.》sospirò Vanade, appoggiando un braccio sul tavolo per reggersi la testa. 《E tu, Meryl? Cos'hai deciso?》

La ragazza non rispose, concentrata com'era a finire il suo disegno. I suoi piccoli occhi a mandorla sembravano ancor più minuti, ridotti a due fessure impegnate a controllare l'andamento del suo lavoro.

《Meryl?》la chiamò Serafin, avvicinandosi a lei ed allungando la testa per vedere cosa stesse disegnando. Il ragazzo si accorse che quello non era un disegno normale... bensì una mappa. Una mappa molto precisa e dettagliata. 《E questo cos'è?》

《Ho passato sedici anni rinchiusa qui. Conosco ogni singolo centimetro di questo posto a memoria...》spiegò la ragazza, finendo di disegnare l'ultima stanza mancante. 《Il White Feather è una struttura complicata, piena di corridoi che s'intrecciano tra di loro e stanze chiuse a chiave, nelle quali è impossibile entrare.》

Kevin sgranò gli occhi, meravigliato da quella minuta ragazzina che era riuscita a riportare tutte quelle cose su un foglio di carta con il minimo sforzo. 《Meryl! Sei incredibile!》

La ragazza sorrise, soddisfatta, continuando a spiegare il suo piano. Prese una penna, e cerchiò un punto a nord della pianta dell'edificio.《Esattamente qui ci dovrebbe essere l'uscita principale, ma è sorvegliata ventiquattr'ore al giorno dai dottori.》

《E allora? Che cosa potranno mai fare un paio di medici storpi?》domandò Vanade con il suo sarcasmo pungente, cercando però di non esagerare troppo con le parole.
Chissà, magari, proprio in quel preciso momento, uno di quei dottori li stava ascoltando.
Vanade non voleva correre il rischio di finire in una celletta buia ed umida, senza nessuno a tenergli compagnia.
Da ragazzo fifone il quale era, non avrebbe mai potuto affrontare una notte da solo, al buio.

《Per nostra sfortuna, sono armati.》Meryl ritornò con lo sguardo fisso sul foglio, iniziando a mordicchiare la penna. 《Però, quella non è l'unica uscita dell'istituto. Ce ne dovrebbero essere almeno un paio, per esempio quella situata ad est...》la ragazza cerchiò con la penna un altro punto della pianta, indicandolo a tutti. 《Qui. C'è un'uscita secondaria, ma quasi nessuno sà della sua esistenza.》

《E allora tu come fai a conoscerla?》chiese titubante Ashlyn, grattandosi la nuca e cercando di concentrarsi il più possibile sulle parole dell'altra.

《Io... io non posso dirvelo. Ma lo so e basta.》si giustificò la ragazza, continuando poi con il suo discorso. 《Dovete sapere che, intorno a quell'uscita secondaria, i dottori fanno alcuni esperimenti e controlli su dei pazienti. Potrei provare a distrarli, mentre tutti voi cercate di fuggire. Io vi seguirei in un secondo momento...》

《Attenzione, sta arrivando qualcuno.》li avvisò Vanade, afferrando velocemente il foglio sul quale era disegnata la mappa, accartocciandolo sotto il tavolo.

Un dottore con una protesi al posto della gamba si avvicinò al tavolo, controllando che tutto fosse a posto. Poi, una volta accertato che non ci fossero problemi, girò i tacchi e si diresse a controllare altre persone.

Ashlyn tirò un sospiro di sollievo, guardando il dottore andar via con la coda dell'occhio.《C'è mancato davvero poco.》

《Già... credo che non dovremmo parlare di queste cose in mensa. Siamo troppo esposti.》consigliò Serafin, abbassando lo sguardo di poco.

《Cosa si fa, allora?》

Vanade esitò per un secondo, poi propose a tutti la sua idea《Ci incontriamo stanotte, quando nessuno può ascoltarci.》

I ragazzi sorrisero complici, annuendo. Si sarebbero incontrati di notte, con il buio a coprirli, a pianificare la loro fuga perfetta.
E nessuno avrebbe potuto sentirli o fermarli.

《A stasera, allora.》proclamò Kevin, alzandosi in piedi e dirigendosi chissà dove. L'idea di fuggire non gli faceva particolarmente gola, ma l'avrebbe fatto lo stesso per Meryl e tutti gli altri. Lui aveva il compito di proteggerli, di tenerli al sicuro. Si sarebbe assicurato che mai nessuno avrebbe torto loro un capello, esattamente come un fratello maggiore che bada ai suoi fratellini più piccoli.

《Sì, a stasera.》bisbigliò Ashlyn, ostentando il piccolo sorrisetto di gioia che cercava di spuntare sul suo viso. Finalmente, lei e gli altri, avrebbero avuto una cosa che in quel luogo era impossibile ottenere: la libertà.

Angel's Corner

Ho più o meno trovato una sottospecie di piano.

Fa schifo, vero?

LO SO. DOVREBBERO ANNEGARMI.

CIAO.

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