8. Verità

Ormai il primo quadrimestre è andato e ho tre materie sotto: Italiano, Storia e Matematica. Ho fatto la media e mi vengono, rispettivamente, cinque, quattro e cinque. Tutto perché non studio e sono depressa. Mi faccio tremendamente schifo. E non è tutto! Sono anche più stressata di prima. Troppi compiti a casa, interrogazioni, verifiche...studio fino a tardi per prendere almeno un sei e per questo sono più stressata e rompiscatole di giorno. Dormo in classe, non seguo le lezioni, non riesco a concentrarmi mentre studio...dormo tipo tre o quattro ore di notte. E come se non bastasse, la prof di Scienze si è ricordata delle interrogazioni a gruppi.
Mattia scrive sul gruppo della classe che bisogna fare il PowerPoint per la presentazione, quindi Michela, che sta in gruppo con me, inizia a farlo. Io tutto questo lo leggo quando finisce il corso di fumetto, alle 16:30 circa. Scrivo che non so se riesco a studiare per domani perchè c'erano anche i compiti di Grammatica. Mi dicono però che devo studiare. Appena torno a casa faccio merenda e poi mi metto subito a fare i compiti. Li finisco in un'oretta circa e, quando riprendo il telefono, vedo che Michela mi ha mandato un messaggio. Mi chiede se volevo studiare la scoperta del pianeta di cui, però, non si era fatta la ricerca. Subito dopo mi chiama mia mamma per la cena e ci vado scocciata. Appena finito di mangiare, le dico tutto.
«Quel che abbiamo scritto è troppo poco e io ora devo cercare una cosa per la presentazione e studiare di sera perché domani la mi interroga a scienze! Che cavolo.» le dico mettendo le mani nella tasca della felpa.
«Che sono 'sti modi a fighetta mo'?»mi chiede mia mamma.
«Sì, vabbè, ciao» finisco andandomene. Perchè ho risposto così? Odio rispondere in questo modo.
Mi chiudo in camera e inizio la ricerca. Studio scocciata fino alle dieci di sera, poi vado a dormire. Mi sveglio alle 3:40 perchè mi sento male.
«Staranno per venire...» dico a bassa voce. Parlo da sola, è vero. È perché non ho nessuno con cui parlare quando sono a casa. Sapete, la solitaria vita di un otaku asociale...
Mia mamma mi sveglia alle 6:45 per ripassare Scienze e poi vado a scuola, anche se mi sento male. Lo faccio solo per il gruppo.
Arrivo a scuola assonnata: nemmeno quando il prof di Inglese batte la mano sulla cattedra mi sveglio completamente. Perché lui la batte forte, troppo forte. Ogni volta mi fa balzare dalla sedia. Mi fa prendere certi collassi...
Ripasso Scienze anche a ricreazione, fin quando non suona la campanella e la prof entra.
«Allora ragazzi, chi si è preparato per oggi?» chiede. Silenzio tombale. Se Michela e Ilenia non erano pronte, non potevo alzare la mano. Quindi ci becchiamo la ramanzina di dieci minuti e non solo! Arrivano anche i nostri tutor che ci dicono che la stanzina dove noi ragazzi aspettiamo i corsi pomeridiani è stata riaperta ma che le custodi dicono che non vogliono più vedere uno schifo del genere. Giustamente, diciamo che non siamo stati noi a fare quello schifo ma è stata un'altra classe. E di nuovo un'altra ramanzina della prof. Quando finisce e va al computer, butto la testa sul banco chiudendo gli occhi. Se lei non iniziava a spiegare, mi addormentavo di sicuro.
Arriva la seconda ricreazione e dico a mamma che ho studiato per niente, che non ha interrogato nessuno perchè non erano preparati.
"Hai studiato per essere pronta nel caso ti chiamava" mi scrive cercando di rassicurarmi. Ha ragione...
"Mamma, ho preso l'appuntamento dalla psicologa per mercoledì 8 alle 11:30. Segnalo da qualche parte..." le scrivo cambiando argomento. La mamma mi aveva detto che, dato che ha parlato con i professori, voleva parlare anche con la psicologa, che mi ha detto che andava bene. Però dovevo esserci anch'io, almeno potevo dirle quel che dovevo dirle: che sono bisessuale, che mi sento con una ragazza, Elisabetta, e che non mi piace la situazione che si è creata in casa. Non mi piace che mio padre si arrabbi per uno stupido gioco, che pensa che la mamma abbia un amante russo e che mi venga a dire che non posso spendere soldi a Mystic Messenger perchè "questi giochi sono una droga" quando lui è il primo a spendere 100€ per uno stupido gioco. Io mi sono limitata a spendere 25€ lì perché so che esistono le bollette e altre cose da pagare. Non mi piace nemmeno che costringa mia sorella a giocare con mia nonna, che ha un tumore, quando non vuole. Non bisogna costringere qualcuno a fare qualcosa che non vogliono fare. Io non ce la faccio a vivere così. Tutto questo lo dirò a mia mamma mercoledì. Ho troppa ansia, troppa. Però devo, perché è brutto avere segreti con la persona che ami di più al mondo, che ti ha cresciuta e conosce tutto di te.
In questi giorni non riesco a dormire tanto bene: ho troppa ansia, non potete capire.
«Sono le 11:28...per me puoi anche andare» mi dice il professore di Latino. Mi faccio il segno della croce, prendo il telefono ed esco dalla classe. Aperta la porta, vedo mia mamma seduta al banco difronte. Appena mi vede, mette via il telefono e mi fa sedere sulla sedia. Vedo che mi ha comprato la piadina cotto e fontina, quella che amo da morire. Chiacchieriamo un po' fino a che la psicologa non ci viene a chiamare. Ci fa sedere e, dopo aver presentato il suo lavoro con me a mia mamma, si accorge che la mia gamba sta tremando.
«Eva...in tutti i nostri incontri, non ti ho mai vista così nervosa!» esclama sorpresa. Faccio un sorriso nervoso.
«E' imbarazzata» precisa mia mamma ridacchiando.
«Ehm...posso?» chiedo alla psicologa se posso iniziare a parlare. Lei mi dice di sì. Sono troppo nervosa, per questo rido un po' abbassando la testa senza che la gamba smetta di tremare. Dopo qualche minuto, riesco a parlare.
«Mamma...sono bisessuale e mi sento con una ragazza» dico alla fine tutto ad un fiato. Lei mi guarda come se nulla fosse.
«E...quindi? Tutto qui? Dovevi dirmi solo questo?» mi chiede lei. Ero ansiosa per una risposta così...? Ma quanto posso essere stupida...?
«Ma perché eri ansiosa, scusa? Ti ho partorito io...e poi lo sai: ogni volta che tuo padre e quell'altra rimangono schifati da queste cose, io non li assecondo, anzi, difendo gli omosessuali. Te l'avevo detto che avevo un compagno di classe gay e che uno dei due figli di mia cugina è gay, no? Non vedo dove stia il problema...e menomale che non c'è tuo padre!» continua. Sento gli occhi lucidi. Avevo paura di una risposta così ovvia...wow.
«So che c'è altro che vuoi dirmi...» mi dice sorridendomi.
«Ti voglio bene...» le dico cercando di sorridere. Sto ormai piangendo e non riesco a fare un sorriso decente. Le salto addosso abbracciandola forte. Dopo un po' torno in classe. A fine ricreazione, Francesca viene da me e mi chiede com'era andata con mia mamma. Sto per mettermi di nuovo a piangere. L'abbraccio forte e lei capisce che è andata bene. Mattia e Laura ci chiedono che succede ma noi non li diamo peso, facendoli rimanere con il punto di domanda.
Di pomeriggio ho il corso di fumetto e, quando suona la campanella delle tredici, scendo al bar per comprarmi il pranzo. Vedo Federico e Gabriele che parlano con il professore di Matematica, vedrai che li starà dicendo del loro andamento nella sua materia. Compro una pizzetta e vado a mangiare nella stanzina aspettando i ragazzi. Mi sento sola. Quando finisco e vado a buttare la carta, li vedo nei tavolini difronte al bar. Prendo quindi lo zaino e mi metto accanto a Federico. Stanno prima su Instagram a guardare le foto delle ragazze, poi Fede mi chiede la foto della mia ragazza. Quando gliela faccio vedere, sembra essere un po' deluso. Strano. Mi metto a parlare un po' con loro. Dopo un po' si alzano e penso che stiano andando a fumare, come sempre, d'altronde.
«Eva, vuoi venire?» mi chiede Federico.
«Dove?».
«A chiedere al prof se ci fa ripetizioni di Matematica». Quindi studiano quando vogliono. Accetto, quindi ci incamminiamo.
«Oh, Gabri...tu stai indietro, io sto davanti» dice Fede camminando credendosi figo. E' figo infatti, come i suoi occhi. Mi piace quel verde che ha. Anche Gabriele è figo, ma il suo ciuffo di più. La cosa strana è che cammina un po' troppo indietro rispetto a me e Federico.
Troviamo il professore e, dopo averci detto che non gli facciamo fumare nemmeno una sigaretta, ci porta in sala docenti per fare il ripasso. Fede mi cede il posto prendendo lui una sedia. E' stato gentile. Mentre il prof ci faceva fare le espressioni e spiegava alcune cose, lui mi guardava sempre.
Ho scritto tutto a Francesca e mi ha detto che è strano. L'ho detto a mia mamma e mi ha detto che gli piaccio. L'ho detto alla mia ragazza ed è diventata possessiva. Federico ha avuto la sua occasione...che si sia accorto tardi dei suoi sentimenti? Oppure è solo uno stalker, come lo chiamo io? Spero sia la prima, ma anche una terza opzione. Si vedrà.

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