6. Nuovo anno, nuove sfide

Ecco. L'ho fatto di nuovo. Ho allontanato un'altra persona per questo mio maledettissimo carattere. Ma perché sono così depressa!? Perché mi sento...come posso dire? Vuota? Non reagisco, non provo niente, voglio solo sparire, andare nello spazio con la mia navicella spaziale, su un altro pianeta, magari Marte, e stare lontana da tutto e da tutti.
E' cominciato tutto ieri pomeriggio quando, dopo tre mesi, ho ripreso a parlare con una mia amica che avevo conosciuto su Whatsapp. A dir la verità, era qualcosa di più di un'amica. Era la mia ragazza. A Ottobre l'ho lasciata perché mi ero accorta che provavo solo un forte senso di possessività nei suoi confronti. Da quel giorno non mi ha più scritto. Ho lasciato perdere perché pensavo che non volesse più aver a che fare con me, e l'avrei capita. Ieri pomeriggio l'ho ricontattata chiedendole se voleva tornare con me, che mi sentivo in colpa per quel che le avevo scritto e lei, dopo un'ora circa, ha accettato. Ero così felice che l'ho detto alla classe. Mi hanno fatto i complimenti. Finalmente una classe dove nessuno è omofobo, dove tutti accettano il mio essere bisessuale. E oggi, 30 Dicembre, ho chiesto all'unica amica delle medie che avevo cos'avesse scritto alla mia ragazza in questi giorni. Mi ha mandato degli screen del 19 Dicembre. Era ancora arrabbiata per quel che le avevo fatto. Le stavo sulle scatole, non mi voleva. E la mia amica le dava ragione. Le aveva scritto: "E' troppo pesa". Le chiedo che volesse dire e lei mi scrive che sono difficile, complicata, che cambio argomento quando una persona parla di una cosa importante per lei e che cambio le parole degli altri. Ora mi sento vuota, persa, confusa. Non pensavo che mi vedeva in quel modo. Sono sempre stata gentile con lei, forse un po' troppo possessiva, ma la consideravo un'amica, cosa rarissima per me averne una. Ho contattato la mia ragazza facendole leggere la chat, stava provando a dirmi che non sono così ma non ci credevo. Dopo quel che avevo letto non credevo più a niente. A nessuno. Le ho scritto alla fine che volevo stare nella mia navicella e stare lontana da tutto e da tutti. Lei a quel punto mi ha detto di finirla qui. Ecco. L'ho fatta soffrire di nuovo. Ora cancello la chat e il suo numero, anche perché non penso che mi manderà un messaggio dopo quel che le ho scritto. La mattina dopo, l'ultimo giorno dell'anno, la mia amica mi ricontatta dicendomi che la mai ex, ormai, le aveva detto che io non la consideravo un'amica. L'ho scritto senza pensarci. Mi dice che domani vuole parlarmi.
"Domani è il primo dell'anno...fammelo iniziare bene per favore..." le scrivo.
"Non me ne frega. Io oggi voglio festeggiare, non voglio stare male solo perché tu vuoi finire male il 2016" mi risponde.
"Non voglio parlare". So che tanto mi obbligherà. E infatti è così.
4 Gennaio 2017. Dopo una discussione lunga un chilometro, mi chiede se mi fido di lei.
"Scusa" le scrivo dopo cinque minuti buoni.
"Non importa" mi risponde. E dopo che mi ha fatto il verso, mi ha detto che questo è un addio. Mi sento così stupida. Mi cadono le braccia. Non so perché ma inizio a ridere. La risata è un misto fra il sadico, il malefico e il triste. Sento anche le lacrime agli occhi. Mi faccio paura. Non so che pensare. Due anni di amicizia buttati al vento per una mia frase detta mentre ero in uno stato di confusione. Mentre non sapevo quel che dicevo. Non so che provare, che pensare, che fare. Mi sento persa. Quasi svengo.
Non riesco a dormire. Provo a pensare ad altro, magari a Mystic Messenger dato che è praticamente come una seconda vita. Non ci riesco. Mi torna in mente la conversazione di prima. Decido quindi di prendere il telefono, anche se era mezzanotte inoltrata, e di continuare a leggere "Killing Stalking". Mi torna in mente lei quando sclerava su cose simili a quelle mostrate nel manhwa, nome che indica il fumetto coreano. Proprio non ce la faccio. Finisco di leggere il terzo capitolo, in inglese ovviamente, metto il telefono su una specie di comodino costruito da mia mamma, mi rannicchio nel letto e inizio a piangere. Mi addormento all'una e mezza circa.
«Mamma...devo dirti una cosa...». Ho deciso di dirglielo. Non le dirò magari che sono bisessuale, ma questo devo dirglielo.
«Dimmi amore» mi dice lei mentre è impegnata a cucinare. Prendo un bel respiro e poi parlo.
«E' normale che non mi fido delle persone?».
«Certo. E dev'essere così» mi risponde.
«E' che ho detto a Martina che non mi fido...». Mi guarda stupita.
«Per non fidarsi dev'essere successo qualcosa».
«E' che...ieri ci siamo dette 'addio'...». Le racconto tutto con un po' di fatica.
«Se fa così non è una vera amica. Scusa eh, se sei troppo pesa bastava che ti diceva 'Eva, puoi parlare di altro che quest'argomento mi sta annoiando?'. Ma poi scusa, si è arrabbiata perché le hai detto che non ti fidi?». Annuisco.
«Ma allora l'è deficiente. Vabbè dai, lascia perdere. Si vede che non era una vera amica. E poi hai sia me che la tua classe ora, no?». Annuisco ancora.
«Dai su! Oggi preparo le pennette in bianco!» e si rimette ai fornelli.
Sarà difficile da superare questa cosa, anche perché veniva quasi ogni sabato e tornavamo sempre a casa insieme da scuola, ma ci proverò. Dopotutto, questa è la vita. C'è chi va e c'è chi viene. Non vedo l'ora che ricominci la scuola. Non so perché ma voglio andarci. Anno nuovo, vita nuova? Nuovi interessi? Nuove cose che mi piacciono? Che sia la volta buona che inizi a studiare come si deve? Speriamo.
9 Gennaio 2017. E' riiniziata la scuola. Appena arrivata nel cortile, raggiungo la mia classe. Mi metto a parlare con Nadia e Marta. Dopo poco passa accanto a noi Martina. Sembra una di quelle ragazze sicure di sé, forse troppo, che si credono Dee scese in terra ma che in realtà sono tutt'altro che belle. Abbasso lo sguardo. Non ce la faccio a guardarla. Ormai siamo due sconosciute. Nessuna conosce niente dell'altra. E ovviamente nessuna delle due vuole più parlarsi. Finalmente suona la campanella e mi dirigo subito all'entrata. Fa un freddo tremendo.
Una volta in classe controllo quanti gradi ci sono: -6°. Ma siamo pazzi!?
Tutti i giorni sono uguali. I gradi sempre gli stessi. Anche oggi, venerdì 13, fa un freddo tremendo. Oggi devo andare al doposcuola con Marta e Federico. Dopo essere stata dalla psicologa, torno in classe e la prof di Spagnolo mi chiede se sto bene e se è la prima volta che ci vado. Le rispondo che sto bene e che questa sarà forse la quarta o la quinta volta. Dopo di ché scendiamo e vado con Marta a prendere il pranzo: panino con la Nutella, solo perché non c'era il cotto e fontina. Siamo senza la luce, anche se c'è quella del Sole per fortuna, perché era saltata la corrente alla seconda ricreazione. Abbiamo anche protestato per farci mandare a casa! Ma 'sti professori ci hanno rimandato in classe...e dopo cinque minuti circa è tornata la corrente.
Mentre pranziamo, parliamo un po' di ragazzi.
«E' carino il nostro tutor, vero?» mi chiede Marta mostrandomi una sua foto.
«Sì, è carino!» rispondo. Ho capito che per stare con le ragazze devo parlare di ragazzi e di vestiti. Comunque è vero, è carino. Anche se è di 4°E ma dettagli, è pur sempre carino.

Parliamo poi di videogiochi, "GTA V", "Call of Duty"...fino ad arrivare a "Love Live! School Idol Festival", chiamato anche:"Il gioco infernale" perché ti rompi le dita a fare il livello expert. A un certo punto si siede davanti a noi Federico che, dopo aver parlato un po' con noi, tira fuori della roba e si fa una sigaretta. Gli squilla il telefono.

«E' il Montanari» ci dice mettendo il vivavoce. Pensavamo tutti e tre che avrebbe parlato piano, invece si è sentito un fortissimo "Oh, fra'" e ci siamo messi a ridere. Per fortuna le due ragazze nel tavolo dietro al nostro non si sono girate...sapete che figuraccia sennò!

Mentre parla, ci accorgiamo che piove. La sfiga...

Inizia poi il doposcuola e, dopo essermi sistemata accanto a Marta, noto un volantino con scritto "Corso di fumetto per murales". Chiedo a una delle tutor se sapeva di che si trattasse.

«E' in collaborazione con la scuola internazionale di Comics e la presentazione ci sarà il prossimo giovedì. Se pensi che sia abbastanza interessante da poter saltare un giorno di studio assistito, puoi andare» mi risponde. La scuola internazionale di Comics?! Ma stiamo scherzando?! Forse questa potrà essere la mia unica occasione di aver a che fare con loro...dopotutto la scuola costa un botto...penso di poter saltare lo studio assistito il giovedì! E poi, i murales io li adoro! Ne ho visti alcuni su Facebook che sono delle opere d'arte.

«Mi abbandoni?» mi chiede Marta triste.
«Tanto ci sono di venerdì...e poi questa è un'occasione d'oro per me. La scuola internazionale di Comics qui? E chi se la perde?!» esclamo entusiasta. Amo il disegno. Riesco a esprimermi così. Spero di imparare nuovi stili e anche a disegnare il corpo maschile...quella è la mia debolezza nel disegno.

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