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19 Dicembre

Yoongi, finite le lezioni, si incamminò frettolosamente verso casa, ancora pensieroso per via dello smarrimento del suo quadernino.

Ancora non riusciva a capire come diamine lo avesse perso, era sempre stato maniacalmente attento a riporlo nello zaino ogni volta che terminava una lezione, non poteva credere di aver fatto un errore così stupido. A peggiorare il suo umore c'erano anche i soliti quattro sfigati che, non avendo di meglio da fare se non pompare i muscoli, lo insultavano e scatenavano risse solo per divertimento.

Quel giorno ci erano andati pesante dato che Yoongi, essendo un tipo che non ha peli sulla lingua, non aveva  esitato a rispondergli per le rime, finendo però per ritrovarsi una quantità infinita di lividi e tagli sparsi su tutto il corpo, un labbro spaccato e le nocche messe peggio di prima.

Di solito si lasciava scivolare addosso tutti gli insulti, ma non seppe trattenersi quando sentì le fatidiche parole: 'Frocio di merda, ammazzati piuttosto che continuare a suonare quel fottuto pianoforte, almeno così non sarai più un peso per nessuno'

Avete presente l'espressione colpito e affondato? Yoongi si sentiva esattamente così in quel momento, come se lo avessero immerso nell'acido e poi lasciato lì a morire dal dolore. A quel punto non ci aveva visto più e aveva tirato un gancio dritto in faccia a quella serpe, facendolo svenire. Ma non era servito a nulla, lui si sentiva ancora uno schifo e come se non bastasse adesso avrebbe fatto meglio a calmarsi se voleva tornare a casa e non destare sospetti.

Ma le lacrime sembravano voler scendere inesorabili a bagnare le sue guance e la gola bruciava a forza di reprimere i singhiozzi. Decise perciò, in un impeto di disperazione, di rifugiarsi all'interno del primo vicolo che ebbe trovato per lasciarsi andare. Si sentiva la testa scoppiare, gli tremavano le gambe e le guance bruciavano. Cadde a terra, quasi non respirava a causa della miriade di pensieri che in quel momento gli invasero la testa.

'Frocio'  'Tu non sei nessuno'  'Nessuno ti vuole'  'Depresso del cazzo'  'Rovini sempre tutto'  'Vorrei che facessi altro nella vita piuttosto che andare a morire di fame'  'Dio non accetta i malati come te'

Si sentiva soffocare, perciò si tolse la felpa, rimanendo al gelo con indosso solo una misera t-shirt. 

Ad un tratto, il vuoto. D'improvviso non percepiva più nessuna emozione, solo la fredda consapevolezza che forse avrebbe dovuto farla finita sul serio. Già, forse così sarebbe stato meglio per tutti. 

Riuscì a malapena a sentire i passi di qualcuno che si avvicinava e a scorgerne il volto. Appena vide chi era, il panico si impossessò di lui. Cercò di rimettersi in piedi, ma una fitta alla testa lo fece accasciare nuovamente al suolo. 

Non poteva essere Jimin, lui non doveva vederlo in quello stato, con quale coraggio adesso si sarebbe presentato in classe con la consapevolezza che lui lo avrebbe guardato solo perchè gli faceva pena?

"HYUNG!!"

La voce del minore lo fece risvegliare da suoi pensieri, facendolo concentrare sulla situazione attuale. Lui si sentiva uno schifo e Jimin aveva appeno preso tra le mani il suo viso per poi posarselo sul grembo, facendo arrossire di botto il maggiore, ancora abbastanza confuso a causa della situazione assurda che si era creata.

"Hyung, stai bene? Ti prego rispondimi! Sei bollente, hai la febbre? Devo portarti in osp-"

"NO!"

La brusca risposta del maggiore destabilizzò non poco Jimin, che chiuse la bocca osservando il volto ancora rigato dalle lacrime di Yoongi. Quest'ultimo, notando che forse era stato troppo impulsivo nei suoi confronti, abbassò il tono di voce.

"Non c'è bisogno, sto bene, adesso me ne torno a casa da solo. Grazie per la preoccupazione."

Sussurrò con voce spezzata mentre tentava di alzarsi in piedi. Fece poi per allontanarsi ma venne fermato dal più piccolo che lo prese per il polso, facendolo voltare in modo da trovarsi faccia a faccia.

"No Hyung, non sono cieco. Anche se siamo praticamente sconosciuti si vede benissimo che stai male. Permettimi almeno di accompagnarti a casa." 

Yoongi rimase spiazzato a quelle parole. Gli stava seriamente offrendo il suo aiuto? Si stava realmente preoccupando per lui?

"Se proprio devi."

Questa fu l'unica risposta che diede al minore, che sospirò sollevato dal fatto che avesse accettato il suo aiuto senza fare ulteriori storie.

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Una volta arrivati a destinazione, ovvero una piccola casa poco distante dalla periferia di Seul, Yoongi si voltò verso Jimin e lo ringraziò dicendogli nuovamente che non c'era bisogno di accompagnarlo.

"Figurati hyung, per me è stato un piacere! Ci sentiamo poi a scuola e, mi raccomando, riguardati."

Il minore disse così per poi abbracciare Yoongi, che rimase spiazzato da quel suo gesto tanto gentile. Quasi non si rese conto di quello che era accaduto fino a quando non vide il minore che si stava incamminando verso casa.

"CHIAMAMI YOONGI!"

Disse ad alta voce il maggiore. Jimin, avendolo sentito, si girò sorridendogli con i pollici alzati per poi ricominciare a camminare, lasciando Yoongi da solo sul marciapiede con le guance leggermente arrossate e il cuore che batteva forte nel petto.









N.A.
Wow, mi sono davvero superata con questo capitolo. Vi sta piacendo la storia?
Comunque se volete scrivetemi nei commenti consigli o critiche sulla storia, li accetterò di buon grado per migliorare♡.

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