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12 Dicembre
Quella mattina l'atmosfera in classe era particolarmente piacevole. La neve, visibile da una grande vetrata, cadeva lievemente al suolo, disegnando nell'aria delicati ghirigori e arabeschi particolarmente apprezzati da Yoongi, troppo impegnato a perdersi con lo sguardo nel paesaggio per stare a sentire il professore.
All'improvviso la porta venne spalancata di colpo e sulla soglia fece capolino la piccola figura di Jimin, il cui viso era avvolto da una grande sciarpa di lana rossa che lasciava scoperti solamente gli occhi e le guance leggermente imporporate. Aveva il fiato corto, segno che doveva essersi recato lì in fretta, e i suoi capelli arancioni erano tutti sparati in aria.
Il professore gli lanciò un occhiataccia, rimproverandolo per l'ennesimo ritardo, e lui si limitò a scusarsi per poi eseguire un piccolo inchino e andò a sedersi al proprio posto. Perfetto. Adesso per Yoongi sarebbe stato ancora più difficile seguire la spiegazione.
Era da sempre stato affascinato dalla figura del più piccolo, e non poteva fare a meno di osservarlo e cogliere anche i minimi particolari che lo caratterizzavano. Non perchè fosse ossessionato da lui o malato di mente, semplicemente lo riteneva il ragazzo più bello che avesse mai visto, e perciò non poteva farne a meno.
Anche quel giorno lo guardò sedersi con delicatezza sulla sedia, per poi posare lo zaino e tirare fuori il suo quaderno di storia dell'arte. Si tolse la sciarpa, lasciando scoperte le sue labbra carnose e, scompigliandosi i capelli arancioni, appoggiò il mento sul palmo della mano per poi volgere lo sguardo al di fuori della grande vetrata. Qualche raggio che faceva capolino dal cielo uggioso andò a posarsi sul suo volto, illuminando i suoi grandi occhi castani e rendendo la sua figura di una bellezza quasi eterea per il maggiore.
Ormai era passato quasi un anno da quando gli occhi di Yoongi si posarono per la prima volta sui dolci tratti del minore, ma lui ne rimaneva incantato ogni volta come se fosse stata la prima. Per lui Jimin era la più bella tra tutte le opere d'arte, e di certo il professore non avrebbe mai potuto distrarlo con le sue inutili chiacchiere sulla statuaria classica. Agli occhi del maggiore Jimin era paragonabile forse solo allo splendore della luna piena in una giornata invernale, che illumina la terra con i suoi tenui raggi, riempiendo di amore e nostalgia il suo poetico cuore.
Rimase ancora per un po' a contemplare il suo viso perfetto, che pareva quasi quello di un angelo, e gli sorse spontaneo un sorriso, come tutte le volte. Ma quel giorno, inaspettatamente, quel sorriso venne ricambiato, e da lì Yoongi capì di aver seriamente perso la testa per quello splendido ragazzo, anche se sapeva che uno come lui non avrebbe mai potuto essere amato.
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