Theo Raeken

Fai parte di una famiglia di cacciatori molto famosa e fin da piccola ti sei sempre rifiutata di eseguire cattiverie su qualunque essere umano o sovrannaturale, almeno che non abbia fatto qualcosa di grave.
Ovviamente, questo difetto, non viene ben visto dalla tua famiglia e per questo certe volte o ti puniscono o ti costringono a guardare le loro torture.

<<T/n apri!>> urlò la voce severa di tuo padre.

Parlando del diavolo...

<<Arrivo!>> dicesti alzandoti dal divano correndo verso la porta.

<<Spostati>> disse arrogantemente dandoti una spallata tenendo ben saldo un ragazzo incappucciato che si dimenava.

<<Potresti anche ringraziare>> sbuffasti alzando gli occhi al cielo chiudendo la porta.

<<Ti ho sentita!>> parlò tuo padre iniziando a scendere le scale per il seminterrato.

<<Anch'io>> disse un'altra voce che presumesti fosse del ragazzo.

<<Zitto tu>> lo ammonì tuo padre prima di sentire il suono di un pugno e una risata.

Scuotesti la testa e ti rimettesti sul divano a studiare.

<<T/n vieni, devo farti vedere una cosa>> disse tuo padre.

Chiudesti il libro e ti alzasti preparandoti psicologicamente.
Appena mettesti piede nella stanza, non riuscisti a credere a quel che i tuoi occhi stavano osservando.

<<Questa volta hai esagerato, avrà la mia età>> dicesti girandoti verso l'uomo che ti aveva cresciuta.

<<Non m'importa l'età, questo ragazzo è una chimera e per questo vale molti soldi e fama>>

<<La mamma non sarebbe d'accordo>>

<<Tua madre è morta per queste bestie T/n! È morta per salvarti>> disse sbraitando indicando il ragazzo <<E per questo devono pagare>>

Lo vedesti prendere un caricatore di scosse per poi girare la manopola facendo urlare il ragazzo di dolore.

<<Smettila!>> urlasti dopo qualche minuto guardando il povero ragazzo legato al quale erano spuntati artigli e occhi gialli.

A queste parole, lo vedesti riprendersi facendogli azzerare l'elettricità.
Ti guardò per poi avvicinarsi mettendoti fra le mani l'attrezzo.

<<A te l'onore>>

<<Cosa? No, non lo farò>> ribattesti guardandolo allibita.

<<No?>> disse con sguardo infuriato.

Il momento di chiudere le palpebre che ti ritrovasti a terra con un bruciore sulla guancia.

<<Tu lo farai eccome, sii una degna cacciatrice>> concluse col prenderti bruscamente per un braccio facendoti alzare.

<<Gira la manopola>> ti ordinò.

<<Mi dispia->>

<<Girala!>> urlò nel tuo orecchio.

L'urlo del ragazzo ti fece venire la pelle d'oca tanto da farti smettere ricevendo un altro schiaffo.

<<Ma perché doveva capitarmi una figlia così incapace>> disse rosso dalla rabbia posando l'attrezzo sul tavolo.

Guardasti il ragazzo oramai zuppo dalla testa ai piedi che ti guardava con il fiatone.
Ricambiasti lo sguardo mimando delle scuse per non poter fermare tuo padre.

<<Potrei... Si, inizierò con questo>> disse tuo padre dopo qualche secondo di riflessione.

<<Cosa fai con quel coltello?>> domandasti.

<<Non ti sembra ovvio?>> rispose per poi alzarti e spingerti verso la porta.

<<Promettimi che non lo ucciderai>> lo pregasti.

<<Devono pagare, T/n. Allora... Dove si trovano i tuoi simili, Raeken?>> lo sentisti dire prima di chiuderti la porta in faccia.

Recuperasti il libro sul divano andando verso la tua camera capendo di non aver voce in capitolo.
Lo appoggiasti sulla scrivania e ti buttasti sul letto soffocando un urlo nel cuscino.
Stesti in quella posizione per qualche minuto fin quando i tuoi occhi non si chiusero da soli.
Ti svegliasti di scatto sentendo sbattere la porta della camera di tuo padre facendoti così mettere in atto il tuo piano.
Scendesti dal letto andando verso la porta aprendola cautamente e ti incamminasti nella stanza dov'era segregato il ragazzo.
Entrata, ti avvicinasti lentamente fino a ritrovartici faccia a faccia.
Osservandolo, notasti i vari tagli sul petto e viso che stavano ancora gocciolando.

<<Mio dio>> sussurasti avvicinandoti per poter osservare meglio le ferite.

Recuperasti la scatola del pronto soccorso all'angolo della stanza e la apristi prendendo del cotone e disinfettante.
Appena toccasti la spalla del ragazzo con il cotone imbevuto, quest'ultimo iniziò a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
Lo guardasti e vedesti che aveva ancora gli occhi chiusi.
Notasti di aver dimenticato le fasce così ti alzasti andando a prenderle ma quando ti girasti la scena che ti si presentò davanti ti fece arretrare di un passo.
Il ragazzo ti stava guardando con occhi gialli e zanne pronto all'attacco.

<<Tranquillo, non sono qui per farti del male>> dicesti alzando le mani <<Voglio solo aiutarti>>.

<<Tu? Aiutarmi? Ma per favore... Sei una cacciatrice e dici di volermi aiutare?>> ti sputò addosso guardandoti.

<<Non sono come loro>> sussurasti indicando verso l'alto dove stava tuo padre <<Non lo sono mai stata, preferisco essere vostra amica anziché degli umani, mi fido di più>>

<<E perché dovrei crederti?>>

<<Per questo>> dicesti alzando la maglia scoprendo le numerose cicatrici che ti aveva inflitto per non aver punito gente innocente <<Sai, avevo un migliore amico che era un lupo mannaro e tutti e due ce ne infischiavamo di chi o cosa fosse l'altro. Superavamo ogni pericolo insieme, fianco a fianco, fino a quando mio padre non lo uccise davanti ai miei occhi. I giorni successivi li passai in camera dovendomi curare da sola le punizioni che mi affliggeva per aver frequentato un essere sovrannaturale>> finisti il discorso dandogli le spalle per asciugarti le lacrime.

Entrambi restaste in un silenzio imbarazzante per qualche minuto finché il ragazzo non iniziò a parlare.

<<E va bene>> disse tornando normale.

Ti girasti verso di lui e in silenzio riprendesti il tuo lavoro.

<<Come ti chiami chimera?>> dicesti rivolgendogli uno sguardo che stava già ricambiando.

<<Theo>>

<<Bene, Theo, dimmi se ti faccio male>> dicesti per precauzione dovendo pressare in alcuni punti.

<<Hai mai pensato di voler diventare una creatura sovrannaturale?>>

<<Scusa, per oggi intendo>>

<<Per le scosse? Tranquilla, ho sopportato di peggio del livello cinque>> disse ridendo <<Non hai risposto alla mia domanda, T/n>>

<<Sì, ci ho pensato. Non sai quante volte avrei voluto essere qualcosa per poter veder soffrire e infliggere a mio padre le stesse cose>> dicesti abbassando la testa.

<<Non credere che avendo zanne e artigli il mondo li fuori sia facile: le lune piene, creature più forti di te, cacciatori... >> disse per poi spostare lo sguardo dal muro davanti a sé verso il tuo viso marcando l'ultima parola.

<<Lo so>>

<<Che succede? Perché ti sei fermata?>> chiese guardandosi le ferite.

<<Il sangue si è espanso oltre il taglio quindi se vogliamo pulire bene bisognerebbe ti togliessi la maglia, slegandoti>> dicesti imbarazzata.

Lo vedesti sorridere scuotendo la testa per poi guardarti negli occhi.

<<E allora che aspettiamo? Slegami>>

<<Il fatto è che non posso>>

<<Non vado da nessuna parte>> disse facendo una pausa <<Perché poi mi ritrovo anche te a darmi la caccia e non mi ci vedo a ferirti>>

<<Per favore, sennò questa volta è quella buona che mi fa fuori>>

Lo vedesti annuire serio così prendesti una sedia per montarci e riuscire a slegare meglio il ragazzo.
Appena le mani furono libere, lo vedesti massaggiarsi i polsi e iniziare a muovere le spalle.

<<Meglio?>> domandasti scendendo dalla sedia passandogliela.

Accennò con la testa un ringraziamento <<Si, molto di più>>

<<Theo... Ehm... La maglia>> dicesti balbettando indicando l'indumento.

<<Cosa dovrei farci?>> disse avvicinandosi con un sorrisetto sulla faccia.

<<D-dovresti togliertela>> rispondesti arrossendo per la troppa vicinanza.

<<Vero... Me ne ero dimenticato>> disse per poi togliersi lentamente la maglia facendoti ammirare i muscoli flettersi ad ogni movimento.

<<Fatto>> disse buttandola sopra il tavolo e sedendosi malamente sulla sedia.

Cercando di non perderti alla vista dei suoi addominali, ti focalizzasti così tanto da non sentirlo porti una domanda.

<<Terra chiama T/n, ci sei?>> chiese corrucciando la fronte e sventolandoti una mano davanti agli occhi.

<<Si? Scusa ero concentrata>>

<<A non fissarmi, di la verità T/c>> ammiccò sorridendoti malizioso <<Stavo dicendo, non puoi lasciare la casa e andare via da questo posto?>>

<<Potrei ma non me lo permette finché non vede che sarò una brava cacciatrice>>

<<E tua madre è morta davvero salvandoti la vita?>> chiese delicatamente cercando il tuo sguardo.

<<Si, avevo sedici anni. Un Alpha stava per attaccarmi ma lei si è messa in mezzo e ha ricevuto il colpo fatale per me. Poco dopo è arrivato mio padre ponendo fine alla vita di quella bestia. Da quel giorno mi incolpa della sua morte e del fatto che non abbia saputo difendermi, per questo mi vuole addestrare ma io non voglio diventare spietata come lui. Ogni mese porta a casa minimo due creature e nessuna di loro ne esce viva. La vuole far pagare a tutti>>

<<Che figlio di- Aah!>> si zittì Theo prendendoti il polso.

Lo guardasti con occhi spaventati liberandoti velocemente dalla sua presa.

<<Sento dei passi>> disse per poi rimettersi la maglia

<<Veloce>> lo spingesti verso la rete legandogli le gambe per poi passare alle braccia.

<<Se non fossimo in queste condizion->> iniziò malizioso ma si fermò vedendo il tuo sguardo truce.

Ti girasti correndo verso la stanza degli attrezzi chiudendo la porta appena prima che si aprisse quella dello scantinato.

<<A cosa devo questa visita notturna, padre dell'anno?>> chiese Theo.

<<E tu cosa ci fai sveglio?>>

<<Sa, se lei fosse nella mia posizione si prenderebbe in giro da solo per questa domanda>>

<<Non ho tempo da perdere, quindi...>> sentisti dire da tuo padre prima che si fermasse improvvisamente.

<<Dimmi chimera, per caso qualcuno ti ha fatto visita?>>

A quella domanda ti si gelò il sangue nelle vene.

<<No, perché?>>

<<Allora vuol dire che la scatola delle medicine si è mossa come per magia>> disse con un sorrisetto <<T/n, vieni fuori>> iniziò a fischiare come si fa ad un cane.

Lo sentisti aprire tutte le stanze accanto alla tua facendoti morire piano piano.
Appena mise mano sulla maniglia della tua, qualcosa lo fece fermare.

<<Davvero pensa che mi sarei fatto curare da una che, scommetto, non sa nemmeno puntare una pistola? Se si, è davvero stupido>> disse Theo facendo girare tuo padre.

<<E allora chi ha messo li quella scatola?>> domandò furioso tuo padre.

<<Dobby di Harry Potter>>

Ma prima che la chimera potesse ridere, tuo padre gli sferrò un pugno facendogli sputare sangue.

<<Sto iniziando a perdere la pazienza, Raeken. Dimmi dov'è il tuo branco, so che ne hai uno>>

<<Me ne sono sbarazzato>> affermò con un ghigno

<<Perché lo avresti fatto?>>

<<Potere>>

<<Interessante, allora non ti dispiace se provo una cosa>> disse con uno strano luccichio negli occhi.

Lo vedesti andar verso la porta, appoggiarsi al muro ed improvvisamente tutta la stanza calò nel buio totale.
In un attimo sentisti la porta aprirsi e una mano tirarti bruscamente fuori dalla stanzina.

<<Lasciami>> dicesti cercando di togliere le mani di tuo padre dai tuoi capelli mentre andava ad accendere le luci.

Lanciasti uno sguardo veloce a Theo il quale aveva un'espressione spaventata sul viso.

<<Cos'avevi detto, Raeken?>> chiese strafottente mettendosi una mano dietro l'orecchio in segno d'ascolto <<Sei a corto di parole vedo>> rise.

I tuoi gemiti di dolore gli fecero porre tutta l'attenzione su di te.

<<Ora te vieni con me, forza>> disse arrogantemente facendoti cadere battendo la testa sul tavolo provocandoti un taglio sulla tempia.

<<Lasciala stare>> ringhiò una voce dietro di voi facendoti rabbrividire dal tono.

<<Tu non mi dici cosa fare con mia figlia!>> urlò rabbioso tuo padre tirandogli un pugno sullo zigomo destro.

Quando ritornò da te cercasti di scappare ma un suo calcio ti arrivò dritto sulla pancia facendoti piegare dal dolore.

<<Mi devi obbedire, sei una cacciatrice, non la salvatrice! Per l'amor di Dio!>> ti urlò contro per poi alzare la mano con l'intenzione di colpirti ma un forte frastuono di metallo lo fece fermare di scatto.

Appena alzasti lo sguardo, vedesti Theo con occhi gialli, zanne e artigli che guardava tuo padre furioso.

<<Ma come...?>> sussurrò prima che la chimera lo colpisse ripetute volte per poi rinchiuderlo dentro lo stanzino privo di sensi.

Si girò velocemente e ti aiutò ad alzarti vedendo che non ti stava riuscendo molto bene dato il livido sulla pancia per il calcio di prima.

<<Tranquilla, è passato. Non ti farà più del male>> disse abbracciandoti toccandoti i capelli.

<<Mi renderà la vita un inferno ora>> dicesti scoppiando a piangere sul suo petto con ancora le sue mani sui fianchi.

<<Non lo permetterò>> sussurrò cercando di calmarti.

<<Andiamo di sopra, ti medico le ferite>> sussurrò per poi prenderti delicatamente in braccio vedendo il tuo tentennamento.

Ti appoggiò sul letto della tua camera per poi andare nel bagno a prendere le medicine.
Pochi minuti lo vedesti varcare la soglia della tua stanza a testa bassa e con una lentissima camminata avendo le braccia piene di medicinali.
A questa scena scoppiasti a ridere facendogli cadere alcune cose avendo la risata contagiosa.
Lo vedesti scuotere la testa per poi prendere il disinfettante.

<<Che farai ora?>> gli chiedesti mentre ti passava dolcemente il cotone bagnato sulla tempia.

<<Non lo so>> affermò alzando le spalle per poi posare lo sguardo nei tuoi occhi.

<<Cosa c'è?>> domandasti corrucciata vedendolo in difficoltà.

<<Potrei vedere il livido?>> chiese indicando l'impronta della scarpa di tuo padre sulla maglia.

Lo guardasti qualche secondo per poi annuire alzando la maglia il necessario.
Lo sentisti schiarirsi la gola alla vista delle innumerevoli cicatrici procurate dall'uomo svenuto in cantina.

<<Vado a prendere del ghiaccio>> disse per poi alzarsi dopo qualche secondo.

Chiudesti gli occhi dal dolore appena sfiorasti il livido abbastanza colorato.

<<Attenta, mettici questo>> disse il ragazzo arrivando porgendoti del ghiaccio.

Lo vedesti osservare ogni tuo movimento e smorfia nel mettere la tavoletta sul punto dolente.

<<Lo uccido>> ringhiò vedendoti in questo modo

<<No, resta>> dicesti prendendogli la mano facendolo girare di scatto.

Scosse la testa per poi sedersi sulla sedia della tua scrivania.

<<Theo>>

<<Dimmi>>

<<Hai davvero ucciso delle persone?>>

<<Si, ma sono cambiato ora>>

Annuisti spostando il ghiaccio procurandoti una smorfia di dolore.

<<Aspetta>> disse prendendoti la mano per poi vedere le vene della sua mano diventare nere e il dolore sparire quasi completamente.

<<Grazie>> dicesti sorridendo dolcemente prima di chiudere gli occhi per la stanchezza.

A svegliarti furono le sirene della polizia nel tuo vialetto.
Allarmata, buttasti il ghiaccio dall'altra parte del letto per poi alzarti e scendere per vedere cosa fosse successo.
Vedesti due agenti portare via tuo padre e Theo chiudere la porta.

<<Theo>> sussurrasti appoggiandoti alla porta con occhi lucidi.

Si girò verso di te avvicinandosi.

Ti buttasti fra le sue forti braccia per poi scoppiare a piangere.

<<E' finita>> disse ricambiando l'abbraccio.

Ti scostasti per guardarlo negli occhi sorridendo.

<<Cosa...?>> chiese sorridendo di rimando.

<<Grazie>> dicesti per poi baciarlo dolcemente.

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