Pietro Maximoff

Che diavolo sta facendo Clint?
Aspetta, un bambino? La città doveva essere deserta. Il rumore di un elicottero mi fa accapponare la pelle. Clint. Un bambino. In mezzo alla strada. Allo scoperto.

<<Clint, nasconditi!>> urlo correndo verso di loro.

Il rumore si fa sempre più forte e vicino.
Cosa posso fare, cosa posso fare, pensa pensa pensa... Chiudo gli occhi e spiego le mie ali. Mi slancio con un piede e volo verso il mezzo volante. Non le ricordavo così pesanti, accidenti. Essere una semidea non è buon visto qua su Midgard ma farei di tutto pur di salvare le persone che amo. Con un'ala, lo colpisco alla coda facendogli perdere la mira con un fucile verso Clint e il bambino.

<<Via, andate via>> urlo ancora iniziando a colpire qualunque cosa dell'elicottero che potesse tenerlo per aria.

Tossisco per il fumo inalato per colpa del motore bruciato e mi allontano di qualche metro lasciando che il tutto cadesse a terra completamente distrutto. Atterro con i piedi sul cemento e vado verso Clint <<State bene?>>

<<Io- Si, anche lui. T/n che cosa sono quelle?>> indica la mia schiena.

<<La bimba ha delle bellissime ali, come lei d'altronde>> una velocissima scia blu arriva accanto a noi insieme ad un accento altamente insopportabile facendomi ritirare le ali.

<<Perfetto, mancavi solo tu>> squadro Maximoff con i capelli completamente arruffati per aver portato le persone fuori città.

<<Adesso ho la conferma che ti mancavo>> strizza l'occhiolino nella mia direzione.

Alzo gli occhi al cielo quando udisco un click con i miei sensi super sviluppati. Accade tutto troppo velocemente. Ricordo solamente di aprire nuovamente le ali inglobando i tre ragazzi e un dolore allucinante alla schiena. Imprechi e urla arrivano ovattati alle mie orecchie e poi tutto nero.

~~

<<Tutto qua quello che sai fare?>> sputo a terra il sangue che avevo in bocca dopo il colpo ricevuto.

<<Sciocca ragazzina>> ride a bassa voce Ultron grattandosi il mento <<Davvero pensi di potermi sconfiggere? Guardami, guardati. Cosa vedi? Te lo dico io...potere>>

Guardo alle sue spalle il resto della squadra combattere <<Nessuno è qua per te, nessuno ti aiuterà. Eri e resterai per sempre da sola, piccola semidea. Lascia che ti illustri come andrà a finire>> si avvicina velocemente.

Indietreggio aiutandomi con i gomiti finché non mi ritrovo bloccata ma non riesco a fare altro che sento la sua fredda mano posarsi contro la mia fronte proiettandomi con la mente altrove e guardare guardare guardare.

Apro gli occhi e l'oscurità prevale sui miei sensi. Sono morta per caso? La piccola luce che avevo attaccata accanto al letto si accende rilevando i miei movimenti. Okay, va bene, non sono morta. Sono all'Avengers Tower, nella mia camera. Da sola. Abbasso lo sguardo osservando le braccia e le gambe. Tutto apposto. Mi sporgo per prendere dell'acqua quando lancio un piccolo grido sentendo la schiena come se venisse tirata. Le mie ali. Lo scontro. No no no. Con le punte delle dita, sfioro il bordo di un'ala. Aia. Butto fuori un basso lamento. Ci vorrà un po' di tempo perché guariscano, nessuna medicina midgardiana può aiutarle. Cosa sono senza di loro? Erano la mia unica certezza, la mia sicurezza. La luce si spegne lasciandomi al buio e nei miei pensieri. Porto le gambe al petto poggiandoci testa e braccia. Non so quanto tempo passò esattamente quando la porta della camera si apre lentamente.

<<Bimba, sei sveglia?>>

Una voce.
Quella voce.

<<Non sono in vena delle tue battute>>

<<Nemmeno io, che tu ci creda o meno. Posso?>>

Non avevo le forze né per rispondere né per fare nulla. Mi sento davvero stanca. Vuota. Il materasso al mio fianco si abbassa e delle calde dita mi spostano i capelli sulla schiena come una carezza.

<<Nessun gioco>> sussurra

Alzo la testa il giusto per guardarlo e annuisco sdraiandomi insieme a lui con la testa sulla sua spalla e lascio che il sonno mi strappi nuovamente alla luce.

~~

Arriccio il naso quando sento dei picchietti su di esso. Scaccio una mano per far andare via la mosca e una risata rompe il silenzio nella stanza. Una mosca che ride? Apro un occhio e incontro lo sguardo di Maximoff già su di me.

<<Volevo solamente dirti che russi e che hai la bavetta>> ghigna

Squadro i pochi centimetri che riuscivo a vederlo e mi giro dandogli un calcio. Il rumore del suo corpo che incontra il pavimento solido mi fa ghignare "ben ti sta".

<<Ehi!>> si rialza <<Buongiorno anche a te>> borbotta sistemandosi i capelli bianchi <<Come stai?>>

<<Bene>>

<<Sai...mi hanno detto di aiutarti in queste settimane di guarigione>> si butta di nuovo sul letto

<<Ugh, fantastico>> roteo gli occhi girandomi verso di lui.

Un flashback della sera precedente si fa largo nella mia testa.

<<Nessun gioco>> sussurra.

Alzo la testa il giusto per guardarlo e annuisco sdraiandomi insieme a lui con la testa sulla sua spalla.

<<Oggi ci hai salvati>> deglutisce <<Non sono riuscito ancora a ringraziarti>>

<<Dovere>>

Lo sguardo che mi sta riservando in questo momento, mi fa sentire spoglia. Nuda, davanti ai suoi occhi e questa cosa non mi piace.

<<Perchè mi guardi così?>> ricambio lo sguardo.

<<Non hai mai fatto una cosa del genere per m- noi>>

<<Non lascio che le persone muoiano quando sono con me, soprattutto quelle che amo>>

Il pompato ghigna all'ultima parola facendomi sbuffare <<Mi ami, bimba?>>

<<Smettila di vantarti Pietro, voglio bene a tutti voi>>

<<Dai, dillo che hai un debole per me>> mi fa l'occhiolino.

<<Coglione>>

<<Scema>> mi bacia la fronte.

<<Esibizionista>> mi accoccolo di più a lui per sentire calore e lascio che il sonno mi strappi nuovamente alla luce.

<<T/n..>> sussurra per la prima volta il mio nome.

<<Non sei contenta?>> si indica.

Sbuffo nascondendo un sorriso <<Sarà una settimana interessante>>



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