Peter Parker (pt 1)
Esco dal bagno tenendo stretto lo zaino sulla spalla e con occhi bassi non cercando nessun contatto. Mando giù il groppo in gola nascondendo il gesto sotto il collo alto del maglione che indossavo quel giorno. Camminando per i miei pensieri, non mi accorgo di passare accanto a Peter e Ned che stavano parlando.
<<Perché non vai a parlarci?>> gli chiede l'amico.
<<Non vuole parlarmi, lo vedi anche te come mi tratta>>
<<Dietro ogni comportamento, c'è sempre un motivo>>
Il ragazzo ragno sbuffa indeciso sul da farsi facendo roteare gli occhi all'amico.
<<Sai cosa ha appena fatto?>>
<<No, cosa>> Peter si gira a guardarmi per qualche secondo.
<<Non hai notato il suo aspetto, amico?>>
<<Certo che si>>
<<E?>>
<<Quando è entrata in bagno aveva i capelli sciolti e adesso legati>>
<<Mh no..T/n non è quel genere di ragazza>>
<<Dio Peter, ma cosa hai capito! Capelli legati e occhi vitrei. Risposta? È appena andata a vomitare>>
<<C-cosa?>>
<<Anche se non le stai simpatico, è chiaro che sta male e ha bisogno di aiuto. Essere la figlia di Tony Stark ha anche i suoi lati negativi>>
<<In realtà è adot->>
<<Peter>> Ned guarda alle sue spalle con occhi sgranati.
<<Si?>>
<<È saltata>>
Spiderman si gira veloce verso le grandi finestre della scuola e nota degli studenti affacciati che urlavano.
<<È saltata?>> urla preso dalla paura mentre i libri gli cadevano a terra.
<<VAI PETER>> lo spintona l'amico e Peter corre verso la finestra attivando la tuta senza preoccuparsi delle persone che lo guardavano non sapendo del suo potere.
La maschera si attiva e circonda il suo corpo alla perfezione mentre i suoi sensi di ragno catturavano tutti i dettagli circostanti. Lacrime si facevano intanto largo nei miei occhi preparandosi alla caduta. Li chiudo non appena mancavano una decida di metri al suolo quando un braccio si posa attorno alla mia vita e tira lontano. Trattengo il respiro stringendo lo sconosciuto a me. Qualche secondo dopo sento il mio corpo venir posato su una superficie morbida ma non riesco a lasciare il mio salvatore.
<<Stai bene?>> una voce maschile arriva alla mie orecchie.
Un singhiozzo sfugge dalle mie labbra seguito da altri.
<<Perché>> sussurro lasciando la presa su di lui per coprirmi il volto.
<<Perché ti sei buttata>> si siede davanti a me sulle ginocchia.
<<Io...io volevo solo andare via>>
<<Si può risolvere tutto>> posa una mano sul mio ginocchio.
Nego con la testa e mi giro dandogli le spalle.
<<Va via...Spiderman>> recupero lo zaino alzandomi lentamente.
<<Non posso lasciarti così>> si alza anche lui.
<<Si invece>> mi giro verso di lui con sguardo arrabbiato <<Lasciami da sola>> stringo a me la cartella.
<<Ti accompagno a casa>>
<<Ti ho detto di lasciarmi in pace..perfavore>> inizio a camminare nella direzione opposta.
<<T/n>> sussurra
<<Come prego?>> mi blocco
Vedo il ragazzo irrigidirsi <<Aspetta>> usa un tono basso.
Digito qualcosa sull'orologio e la Mark 95 si crea attorno a me. Sospiro e lascio che mi guidi a casa incurante del ragazzo che urlava il mio nome.
Arrivo nell'atrio della Stark Tower e ritraggo la tuta mettendo su un sorriso.
<<Ciao papà, sono a casa>> lo vedo seduto al tavolo concentrato su dei fogli.
<<Mh? Oh, ciao tesoro>> mi rivolge un sorriso per poi tornare a concentrarsi nuovamente.
Gioco con la pelle attorno all'unghia trattenendo le milioni di domande che volevo fargli.
<<La mamma?>>
<<In riunione signorina, uscirà fra qualche ora>> mi avvisa Jarvis.
<<Grazie Jarvis>>
Stringo la cinghia dello zaino e vado in camera dove passo tutto il pomeriggio a studiare.
Un leggero bussare alla mia finestra dopo intense ore mi fa aprire gli occhi. Vedo i libri aperti sulla scrivania e guardo l'orologio. Le nove di sera. Perfetto, mi sono addormentata. Li chiudo e spengo le luci alzandomi quando vengo catturata di nuovo da un bussare. Mi giro verso il suono e vedo una figura rossa dietro il vetro.
<<Cosa vuoi ancora>> gli chiedo aprendo la finestra.
<<Volevo vederti>>
<<Sto bene, adesso puoi andare stalker>>
<<Ehi, non sono uno stalker>> ride <<Solo che sanno tutti dove abitano gli Stark>>
<<Perciò mi conosci>> lo scruto.
<<Sss- Come?>>
<<Non ho amici, come sai che abito qua ragno?>>
<<Conosco la tua storia, tutti la conoscono. Tu sei T/n Stark, figlia adottiva di Tony e Pepper Stark>>
Dei brividi si fanno strada lungo il mio corpo e il ragazzo piega la testa di lato <<Stai bene?>>
<<Benissimo, te l'ho detto>> incrocio le braccia.
<<Sei piena di brividi>> si avvicina incurante del suo gesto e io indietreggio.
<<Fermo o chiamo la sicurezza>> metto un braccio avanti.
<<Conosco il signor Stark e lui conosce me->>
<<Anche molto bene>> sussurro girandomi.
<<È...è questo il problema?>>
<<Non ho nessun problema>>
Il ragazzo sospira <<T/n...se è per tuo padre io->>
<<Adesso basta>> mi giro verso di lui trovandomelo a un centimetro di distanza <<Tu non sai niente di me>> gli punto il dito contro che va a scontrarsi contro il suo petto.
<<Scusami>> sussurra guardando il punto in cui lo toccavo <<Volevo poterti star vicino, so cosa si prova>>
Lascio scivolare la mano che sfiora il suo addome scolpito fino ad arrivare accanto al mio corpo.
<<Sono stanca adesso, è meglio che tu vada>> mi metto a letto
<<Va bene, buonanotte T/n>> mi guarda
<<Mhmh>> chiudo gli occhi quando sento la finestra chiudersi.
---
È passata qualche settimana da quando Spiderman ha iniziato a far parte anche della mia vita e devo dire che non è così antipatico come pensavo. Il suo obiettivo non era affatto quello che pensavo volesse, ovvero allontanarmi da Tony e Pepper. Ogni sera ci troviamo in camera mia parlando per ore intere. Non ho ancora visto il suo volto ma nonostante questo, è diventato un buon amico. Sa quasi tutta la mia vita, sia sentimentale sia sociale. Su entrambe non c'era molto da dire in effetti ma voleva sempre che parlassi dei miei problemi. Una cosa che lui non sa, è che una sera, quando ci siamo addormentati nel mio letto, ho potuto toccare i suoi capelli. La prima cosa che ho sentito ne era la morbidezza e il profumo. Non c'era molta luce nella stanza, ma quel poco presente, mi ha mostrato una piccola parte del suo volto. Mi ricordo quanto sono arrossita quando le mie dita sono andate a posarsi sulla linea della sua mascella accarezzandola. Le sue braccia mi hanno strinta più a se e una strana sensazione ha iniziato a farsi largo nel mio stomaco.
<<Terra chiama T/n>> una voce cantilenante mi tira fuori dai miei pensieri.
<<Si?>> scuoto la testa
<<Signorina sa dirmi cosa stavo dicendo?>> chiede il professore.
<<Io..>>
<<Stava spiegando la legge della fisica>> una voce interrompe la mia ramanzina.
<<Grazie Parker, ma volevo sentire Stark>>
Il professore si gira tornando a spiegare.
Mi schiarisco la gola e faccio un lieve accenno a Peter, il quale mi stava già guardando.
<<Grazie>> sussurro.
Lui mi sorride arrossendo lievemente.
Scuoto la testa e torno a concentrarmi seriamente. Una volta finita la giornata, mando un messaggio a Spidy. Ormai è abitudine chiamarlo così e quando lo faccio, anche se non lo vedo, so che sorride e gli piace.
"Stasera Netflix e pizza?"
Pochi secondi dopo mi arriva una sua risposta.
"Sai che non manco mai per queste serate leoncina :). Oggi ho una missione ma stasera verrò da te"
"Se ti fai uccidere, ti resuscito per poi ucciderti io. Sappilo ragnetto"
"Sono troppo forte per essere abbattuto" scrive sotto una sua foto mentre volava tra i palazzi e mostrava il suo braccio.
Rotolo gli occhi al cielo nascondendo un sorriso e metto via il telefono andando a casa per tornare a fare i compiti. Dopo infinite ore a cercare di poter fare anche un esercizio invece che pensare al bimbo ragno, il sole stava finamente tramontando e la luna sorgeva splendida come sempre quando un vibrare cattura la mia attenzione.
"Apri"
Corro alla finestra e la spalanco per farlo entrare <<Era ora! Pensavo che avessi trovato un'altra>> dico teatrale scostandomi i capelli.
Quando non sento risposta, mi giro verso di lui <<Spidy? Spidy tutto bene?>> mi avvicino.
Sento dei leggeri versi e scuote la testa.
<<Oh cazzo>>
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