Un Racconto Creepy Casuale

Qui sopra tanto per restare in tema, c'è lo schizzo del mio OC e poi una novità.
:v Per scherzare tra amici in un server di discord ✨ ho creato questa piccola Creepy, più inquietante che horror in realtà. Qualcuno mi faccia sapere se devo seriamente iniziare a scrivere o meno XD grazie ✨ a me non dispiacerebbe conoscervi nei commenti ewe. O nei messaggi, come vi pare.
Vi lascio la Creepy qui sotto. Buona lettura, fatemi sapere se vi è piaciuta✨

La nascita di un'amica immaginaria.

Pioveva e mi trovavo nella mia stanza. I cali di tensione intermittenti causati da tuoni e fulmini, facevano tremolare la fioca luce proveniente dalla vecchia e polverosa lampada situata sulla scrivania. La giornata scorreva lenta e monotona esattamente come ogni singolo giorno della mia vita; fissavo l’armadio con occhi vuoti cercando di indovinare la quantità di corpi che avrei potuto nasconderci dentro; e in quell’esatto istante realizzai di sentirmi molto sola. Riuscivo a percepire il rumore sordo del vuoto martellante prodotto all’esterno della mia mente ma, il sibilío persistente del vento che attraversava le fessure delle finestre mi fece destare dal “distaccarmi dalla realtà”. Pensai quindi tra me, e me “potrei creare un’amica immaginaria per tenermi compagnia”. Iniziai quindi a sovrapporre diverse immagini nella mia testa su che aspetto avrebbe dovuto avere:  “occhi color nocciola, capelli castani e mossi, nasino all’insù e voce dal tono dolce… Ti chiamerai Lia!”. In quel momento, un rumore di esplosione risuonò nel cielo e a seguire, un fulmine fece fondere la lampadina che prima tremolava. Una figura si levò dal pavimento e afferrai il cellulare per farmi luce con il cuore che ormai minacciava di uscire dal petto. Incrociai il suo sguardo dagli occhi vitrei fissarmi, era lì… davanti a me, la mia amica immaginaria. Era esattamente come l’avevo immaginata tralasciando un ghigno che dava al suo volto meno dolcezza rispetto a quella che avevo partorito nella mia mente. Iniziò a muoversi verso di me con passi lenti, quasi trascinandosi, per poi pormi una sola domanda: “Ti senti sola?”. Si fermò di colpo  guardandomi con quegli occhi privi della scintilla vitale, e un sorrisetto forzato che tendeva al maligno; come se si stesse divertendo tra sé e sé nel vedermi spaventata. Dato che non rispondevo, piegò leggermente la testa di lato abbassandosi alla mia altezza e mi chiese di nuovo se mi sentissi sola. A quel punto le risposi flebilmente di sì. Sbarrò gli occhi e il ghigno si aprì in un sorriso a trentadue denti. “Allora, sarò la tua amica immaginaria e tu sarai la mia”. Da quel momento non ho memoria di quel che resta della mia vita. Del resto, non esisto… sono solo un frammento di coscienza di qualcun’altro. Un’amica immaginaria.

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