capitolo 1
ATTENZIONE! PER COMPRENDERE MEGLIO QUESTA STORIA BISOGNA AVER PRIMA LETTO "GINGER OBSESSION"!
Draco Malfoy era seduto alla scrivania del suo ufficio, alle sue spalle la vetrata delle sue finestre si affacciava sul panorama di Parigi, la Tour Eiffel a pochi passi, la città ai suoi piedi.
Era proprio quella la vita di Draco Malfoy. Aveva la città francese sotto il suo comando, nessuno faceva niente se non chiedendo a lui.
Era amico intimo del Presidente Francese Magico, uscivano spesso a cena insieme e si erano anche presentato insieme. a degli eventi di gala insieme.
A guardarli attraverso le pagine dei giornali scandalistici, Draco Malfoy e Philippe Thomas Stainwell facevano una coppia esteticamente bellissima, peccato che i due fossero semplicemente amici.
Ma Draco non aveva dato peso ai giornali scandalistici, a volte Philippe lo invitava apposta a delle serate proprio perché curioso di leggere cosa si sarebbero inventati i giornali.
Draco sorrideva sempre ma non aveva mai ammesso o rivelato che in realtà si sentiva attratto dagli uomini.
Per tutti lui era un uomo solo rimasto vedovo troppo presto con un figlio adolescente che non vedeva mai. Molte volte Philippe cercava di organizzare delle uscite a quattro con le sue nuove conquiste ma Draco rifiutava sempre garbatamente quelle giovani.
"Ti piacciono le donne mature?" Gli aveva chiesto Philippe una sera mentre erano seduti ad un tavolo di un bar molto chic di Parigi e Draco era avvampato, coprendosi il viso con entrambe le mani.
Sembrava lui adesso un adolescente.
"Diciamo che per ora voglio concentrarmi solo sul lavoro e su mio figlio." Aveva risposto Malfoy e Philippe si era bevuto la sua scusa, facendo tintinnare insieme i loro bicchieri di cristallo prima di portarseli alle labbra e bere un sorso abbondante di champagne.
Sembrava tutto normale finché un pomeriggio la sua segretaria non era entrata con una busta.
Draco aveva sollevato lo sguardo confuso e si era sfilato gli occhiali dalla montatura nera dal viso.
"Che cosa succede, Patricia?" Aveva chiesto e la donna si era avvicinata a lui, lo sguardo preoccupato.
"È appena giunto un gufo con questa lettera. Ho controllato la zampa. Proviene dalla scuola di Hogwarts..."
Il viso di Draco aveva perso per un attimo la tranquillità e con il cuore in gola tese la mano verso la segretaria che gli consegnò la lettera e poi uscì di corsa, lasciandolo da solo.
Con il cuore che batteva furioso nel petto, Draco aprì la lettera, facendo scorrere lo sguardo sulla calligrafia elegante di suo figlio Scorpius.
"Caro Papà.
Oggi a scuola è successa una cosa tremenda!
Sono andato nella foresta proibita con Albus, il professore di Cura delle creature magiche Charlie Weasley e il nuovo allenatore di Quidditch Oliver Wood. Abbiamo trovato un uovo di Drago e la scuola è stata chiusa. Mi verresti a prendere?"
Draco Malfoy si alzò di scatto dalla poltrona del suo ufficio e come una furia uscì dalla stanza, andando incontro alla sua segretaria che interruppe una chiamata via camino.
"Va tutto bene?" Chiese la donna voltandosi quando vide l'espressione del suo capo.
Draco si passò una mano tra i capelli, facendo uscire alcune ciocche dall'elastico che li teneva legati.
"Mi assento per qualche momento..." disse Draco tremando, guardando la sua segretaria con sguardo vacuo.
"Ok" rispose la segretaria continuando a guardarlo preoccupata, prima di alzarsi dalla sedia dietro la sua scrivania per afferrare la polvere volante.
Quando gliela porse, Draco l'afferrò una manciata nel pugno e si inchinò all'interno del camino.
Fissò la sua segretaria prima di gettare la polvere.
"Annulla tutti i miei appuntamenti di oggi. Hogwarts, ufficio di Silente" disse prima di sparire in una fiammata verde.
~*~
Harry era da poco rientrato al Ministero dopo aver lottato con un criminale nelle strade di periferia di Londra ed era rimasto un'ora ad Azkaban per firmare scartoffie.
Non vedeva l'ora di sedersi alla sua scrivania e riposarsi. Magari avrebbe potuto scrivere un gufo a Ginny per chiederle di vedersi. Ultimamente la donna era sempre fredda e scostante nei suoi confronti e Harry non capiva che cosa potesse essere successo.
Ginny non amava saperlo sempre in mezzo ai pericoli, ma Harry adorava essere Auror e non avrebbe cambiato quel lavoro per niente al mondo.
Con un sospiro sollevato entrò nel suo ufficio bloccandogli sull'uscio quando notò un gufo appollaiato sulla sua poltrona dietro la scrivania che stava dormendo.
L'uomo si avvicinò al pennuto che si svegliò e gli tese una zampa su cui c'era legata una piccola pergamena.
Harry l'afferrò confuso e l'aprì, portandosi una mano al petto quando lesse da chi proveniva.
Senza dire una parola, entrò nel camino del suo ufficio e si recò ad Hogwarts.
"Signor Malfoy, che piacere vederla! A cosa devo la sua visita?" Chiese Silente mentre alle spalle di Draco, il camino si accese nuovamente di verde e uscì questa volta Harry Potter.
Proprio mentre il moro si avvicinava a Draco, i due ex studenti si guardarono in faccia in silenzio, Il professor Piton e la Professoressa McGranitt entrarono nell'ufficio del preside.
"Mio figlio mi ha detto che è stato portato la scorsa notte nella Foresta Proibita! Ma come vi permettete?! Pretendo immediatamente che l'insegnante in questione venga cacciato dalla scuola!"
"Signor Malfoy, capisco difendere suo figlio, ma fino a prova contraria sono sempre io il preside di questa scuola. I vostri figli se lo sono meritato..."
Bussarono alla porta.
"Avanti" disse il preside, nella stanza entrarono Scorpius, Albus e i professori Weasley e Wood. "Oh bene! Finalmente siete arrivati anche voi!"
"Papà? Che diavolo ci fai qui?" Chiese Scorpius sbarrando gli occhi.
"Sono venuto per chiedere la sospensione del professor Wood!" Disse Draco indicando il professore che sbarró gli occhi.
"Mi scusi?" Chiese Oliver. Poi, quando lo riconobbe, ridacchiò. "Oh, ma certo! Se non ricordo male eri proprio tu ad aver comprato le scope a tutta la squadra di Quidditch pur di entrare in squadra e diventare Cercatore! Ora rifai lo stesso ma con tuo figlio! Non siate proprio cambiati..."
"Ma come osi rivolgerti a me in questo modo!" Disse Draco oltraggiato e Harry Potter gli posò una mano sul braccio.
"Calmati, Draco. Non è insultando la gente che otterrai qualcosa..." disse Potter e Draco si voltò verso di lui.
"Ma certo! Tanto se mio figlio finisce nei guai è sempre per colpa di tuo figlio!"
"Semmai se mio figlio fa scelte sconsiderate è perché segue come un cagnolino Scorpius!"
"Guardateli. Litigano come una vecchia coppia di sposini!" Disse Severus Piton con tono piatto mentre guardava quella scena rivoltante. "Se potessi dire a cosa io ho assistito quando voi due avevate la loro età... potrei... Vomitare!"
I due uomini smisero immediatamente di battibeccare e guardarono il vecchio professore di pozioni con i volti rossi.
"Che cosa?" Chiesero in coro Albus e Scorpius guardando il professore di pozioni ma l'uomo li fissò in silenzio.
"Per colpa tua io non vedo mai mio figlio!" Disse Draco.
"Mia? Ma se passa tutta l'estate da voi al Manor!"
Draco aggrottò le sopracciglia.
"Non è possibile. Io in estate non ci sono mai..." disse voltandosi verso Scorpius e Albus che avevano entrambi gli occhi sbarrati.
"Che significa? Se non stanno da te... dove passano le vacanze estive?" Chiese Harry guardando il figlio e il migliore amico.
"Merda" disse Scorpius facendo dei passi all'indietro.
Draco guardò il figlio e poi Albus che guardava ovunque tranne il padre.
"Posso sapere dove diavolo passate tre mesi in estate visto che io non ci sono?"
Albus e Scorpius si guardarono in faccia.
"Diglielo, Sy" disse Albus guardandolo in faccia.
Scorpius sospirò mentre guardava il padre.
"Dai nonni..."
Draco aggrottò le sopracciglia prima che il suo viso si tramutò in rabbia.
"Nonostante io ti abbia sempre detto che i tuoi nonni se ne sono fregati di te dopo che sei nato, quando ti ho raccontato che non accettavano tua madre e hai pure visto che non erano al funerale di Astoria tu passi l'estate da loro?"
"Mica la passo dai tuoi genitori! La passiamo dai Greengrass! Ci hanno sempre accolto a braccia aperte sia a me che ad Albus! Ti ho dovuto scrivere che mi avevano mandato in punizione nella foresta proibita per farti staccare dalla sedia del tuo dannato ufficio a Parigi! Tu non ci sei mai! da quando la mamma è morta sei morto anche tu, oltre lei ho perso anche te! E si, sono arrivato al punto di farti sapere che ero finito in punizione nella Foresta proibita per riuscirti a parlare!" disse Scorpius che tremava di rabbia. "Las famiglia Potter mi ha sempre accolto a braccia aperte durante le feste natalizie ma tu? Nemmeno il mio compleanno ti sei ricordato! E' da quando ho tredici anni che la mia torta di compleanno la prepara la signora Weasley! Sono gli unici che mi fanno gli auguri il giorno del mio compleanno! Tu per me non ci sei mai stato. Mai! Prima capivo che dovevi stare accanto alla mamma che stava male ma ora? Ci sono solo io e sono la tua unica famiglia. Invece di starmi vicino, preferisci passare il tempo in ufficio. Se io fossi a casa o meno non te ne accorgeresti nemmeno!"
Draco avvampò e abbassò la testa, colpito.
"Mi dispiace moltissimo, credevo che standoti vicino ti avrei solo fatto soffrire di più..."
Scorpius sospirò e poi corse ad abbracciare il padre.
Albus e Harry si guardarono e sospirarono.
"La punizione io e Albus ce la siamo meritata. Non giochiamo in modo corretto, Albus ha lanciato il bolide al mio avversario perchè voleva farmi prendere il boccino al suo posto..." spiegò Scorpius e Draco guardò Oliver Wood.
"Ci dispiace per lo snaso, promettiamo di non lanciarcelo più tra di noi..." disse Albus.
"Che cosa?" chiese allibito Harry.
Albus sollevò le spalle.
"Non mi piace cura delle creature magiche. L'ho seguito solo per infastidire lo zio Charlie" spiegò e l'uomo, interpellato, alzò gli occhi al cielo.
"Bene! Deduco che i miei insegnanti possono tornare al loro precedente lavoro e nessuno verrà mandato via..." disse Silente con un sorriso e tutti si guardarono prima di venire congedati dal Preside.
Harry e Draco si guardarono prima di decidere chi doveva entrare nel camino.
"Senti... hai degli impegni nei prossimi dieci minuti?" chiese Harry e il biondo lo guardò.
"No, direi di no, perchè?" chiese Malfoy guardandolo.
"Allora ci vediamo tra poco da Madama Rosmerta, offro io..." disse Harry facendogli un occhiolino prima di sparire in una fiammata verde.
Draco alzò gli occhi al cielo, le guance rosso fuoco mentre entrava nel camino e sorrideva, emozionato.
~*~
Harry era entrato da Madama Rosmerta e aveva preso un tavolo più riservato dopo aver ordinato due burrobirre.
Teneva lo sguardo fisso sulla porta del locale, aspettandosi di vedere comparire Draco Malfoy.
Poverino, gli aveva fatto pena nell'ufficio di Silente.
Anche lui vedeva poco i figli, ma non immaginava che Scropius mentisse a suo padre facendogli credere che passavano l'estate a casa sua.
Ginny non sopportava vedere Harry in casa quando lei era presente prima del ritiro estivo delle Holyhead Harpies, in Galles e Albus questo lo sapeva bene ecco perché preferiva passare l'estate lontano da casa.
Harry sospirò, portandosi una mano tra i capelli. Proprio in quell'istante la porta del locale di Rosmerta si aprì ed entrò Malfoy, guardandosi per un attimo attorno.
Harry si alzò dal tavolo e alzò un braccio in segno di saluto per farsi notare. Malfoy lo notò e vestito con un cappotto nero che gli arrivava fino a metà coscia, lo raggiunse a passo lento.
Harry lo fissò in silenzio, chiedendosi che lavoro facesse Malfoy ora che la scuola era finita. Posava per caso per qualche rivista di moda magica?
Quando Malfoy raggiunse il tavolo, Harry sorrise e gli indicó la sedia libera.
"Mi sono permesso di ordinare da bere.." disse il moro sedendosi al tavolo, mentre Malfoy si sfilava lentamente il cappotto da dosso e lo appoggiava con grazia allo schienale della sedia.
"Lo vedo, questo. Perché sono qui?" Chiese Malfoy sedendosi con grazia sulla sedia.
Harry si morse il labbro, ma non si fece abbattere dal suo comportamento scontroso. Conosceva bene Malfoy e sapeva com'era.
"Volevo sapere come stavi. Quello che ti ha detto Scorpius non deve essere stato bello da digerire, per te..." disse Harry accarezzando il bordo del bicchiere di vetro prima di portarselo alle labbra.
Malfoy sollevò un sopracciglio.
"Tu mi hai chiamato per questo? Non sono affari tuoi" disse il biondo fulminandolo con lo sguardo.
Harry avvampò, imbarazzato.
"Volevo fare della conversazione... tutto qui" disse Harry in silenzio abbassando lo sguardo. "Non ho nessuno con cui parlare, il lavoro occupa la maggior parte del tempo, quando torno a casa sono solo, sono sempre solo..."
Malfoy afferrò il bicchiere di burrobirra e bevve un lungo sorso, finendo il liquido all'interno.
"Se tu sei uno sfigato non è un problema mio. Io non sono mai solo. Ho un sacco di amici e un sacco di persone che mi vogliono bene..."
"Però tuo figlio preferisce passare le vacanze lontano da te. Non ti sei mai chiesto perché?"
"Perché? NO. Non mi sono mai chiesto perché visto che mi diceva di preferire te a me!" Disse rabbioso Malfoy.
Harry lo guardò confuso.
"Ma io non ho mai passato l'estate con tuo figlio. Te lo ha detto anche lui..." spiegò Potter che sbarró gli occhi quando lo vide alzarsi dalla sedia.
"Dove stai andando?" Chiese guardando il biondo che si stava rivestendo.
"Devo rientrare al lavoro. Senza di me non fanno nulla. Ti ho dato dieci minuti del mio tempo prezioso... e me ne sono pentito..." disse fissandolo male.
"Ti prego, non andartene..." disse Potter con sguardo implorante.
"Non abbiamo nulla di cui parlare... perciò addio, Potter" disse Malfoy per poi abbandonarlo nel locale, completamente solo, come sempre.
~*~
I primi di dicembre, settimane dopo che si era visto con Potter, Malfoy era nel suo ufficio a Parigi quando ricevette un gufo.
Lesse il messaggio e sospirò.
"Ciao. Possiamo vederci? È successa una cosa e... vorrei parlarne con qualcuno... Harry"
Perché Potter continuava a cercarlo? Gli aveva detto chiaro e tondo che non voleva avere nulla a che fare con lui e se lui era sfigato per non avere amici, non doveva cercare lui!
Non si erano sopportati per tutti gli anni di scuola e ora che entrambi erano cresciuti ed entrambi lavoravano, perché lo tormentava?
Aveva passato il sesto anno di scuola a sbavare per Potter, non passava notte prima di addormentarsi che non pensava a lui, di baciarlo ed essere stretto dalle sue braccia.
Poi con gli anni e con il tempo aveva nascosto in un angolo del suo cuore quel pensiero e aveva continuato la sua vita, conoscendo Astoria e facendoci un figlio.
Quando però la donna era morta all'improvviso per colpa di una malattia ai polmoni, Draco ne era rimasto sconvolto e devastato, buttandosi a capofitto nel lavoro per tenere la mente occupata e di conseguenza aveva trascurato il suo unico figlio che aveva preferito passare il tempo libero con i nonni materni, inventandosi scuse pur di non vederlo, perché sapeva che sarebbe stato troppo impegnato per stargli dietro.
Draco si portò una mano sul viso, sospirando, e voltò la poltrona osservando il panorama fuori dal suo ufficio.
Si era comportato da coglione l'ultima volta che aveva visto Potter da Madama Rosmerta. Sapeva di averlo maltrattato, e soprattutto umiliato, semplicemente perché Potter gli aveva confidato di sentirsi solo.
Draco capiva benissimo che cosa significasse sentirsi solo, aveva passato l'infanzia da solo, poi dopo Astoria era caduto in un barattolo fatto di solitudine e disperazione.
Per quel motivo decise di rispondere al messaggio di Potter in modo affermativo e poi andò dalla sua segretaria, chiedendole di annullare tutti gli appuntamenti della mattinata.
Si aprì i bottoni della giacca elegante grigia che indossava prima di sedersi alla sua poltrona, la mente piena di pensieri.
Perché Potter gli aveva scritto? Che cosa era successo di così urgente?
Dopo mezz'ora, non vedendolo ancora arrivare, si preoccupò non poco.
Fece per alzarsi per andare a parlare con Patricia e dirle che si sarebbe allontanato, quando il camino del suo ufficio si accese e una grande vampata verde gli fece strizzare gli occhi. Un attimo dopo, Harry Potter metteva piede nel suo ufficio personale.
Non appena Draco posò lo sguardo sul suo viso, sussultò. L'uomo dai capelli neri aveva il viso contratto in una smorfia di dolore, gli occhi smeraldo erano arrossati e stava piangendo.
~*~
Harry era rientrato da poco a casa e si era bloccato davanti al camino quando aveva visto sua moglie Ginny con le valigie.
"Ginny? Che ci fai qui?" Le chiese l'uomo.
Era felice di vederla, ma quelle valigie lo preoccupavano non poco.
La donna si portò una mano tra i capelli tagliati da poco e sospirò, guardando il marito.
"Me ne vado."
Harry rimase pietrificato.
"C-che significa che te ne vai?"
La donna sbuffò.
"Non ti amo più Harry. Penso si sia capito" disse la donna, fredda.
Harry sentì il proprio cuore spezzarsi. Non disse nulla.
Ginny continuò.
"Vado a vivere da Gwenog..." disse prima di spingere via Harry che intralciava il camino.
Harry la guardò con le lacrime che gli offuscavano la vista.
"C-come vai a vivere da Gwenog?"
Ginny prese un respiro profondo e poi sbottò:
"Sono bisessuale, Harry. Ma ho una preferenza per le donne. Anzi. Mi sono sempre piaciute le donne!" Disse e Harry sussultò.
"Abbiamo tre figli" disse Harry che non si era mai accorto di nulla.
"Beh, li hai voluti tu. Non io. E i fatti sarai tu a crescerli d'ora in poi.." disse infilando una mano nella tasca per consegnare una pergamena.
"Cos'è?" Chiese Potter con voce spezzata.
"Leggila." Disse Ginny entrando nel camino. "Addio" disse prima di sparire in una vampata verde acido.
Harry fissò devastato il punto in cui era sparita Ginny e poi abbassò gli occhi di lacrime sulla pergamena tra le sue mani e l'aprì.
"Contratto di interruzione matrimoniale"
Harry cadde in ginocchio sul tappeto del salotto, piangendo disperato.
Che cosa aveva fatto di male?
Perché tutti lo abbandonavano?
Perse il conto di quante ore pianse, finché non gli venne in mente un'idea.
Si alzò da terra e raggiunse la cucina, prese una pergamena con una piuma e scrisse un messaggio prima di chiamare un gufo e affidargli il messaggio.
Rimase seduto sulla sedia della cucina a rileggere il contratto dove sua moglie gli chiedeva il divorzio e riprese a piangere.
Quando giunse un gufo in risposta al suo messaggio, aprì la piccola pergamena e scoppió in lacrime, riconoscente.
Decise di andarsi a fare una doccia e cambiare abiti, ma non smise di piangere nemmeno sotto l'acqua calda.
Dopo essersi vestito con la testa tra le nuvole, raggiunse il camino e gettò la polvere.
Due minuti dopo era nell'ufficio di Parigi di Draco Malfoy.
L'uomo era in piedi vicino alla sua porta d'ingresso quando si voltò verso di lui e trattenne il fiato.
I due si guardarono in silenzio e poi Harry corse verso di lui, stringendolo in un abbraccio.
Malfoy si irrigidí in un primo momento, non era solito a quegli abbracci o a dimostrazioni pubbliche, ma sentire Potter singhiozzare disperato contro la sua spalla, gli diede la spinta per alzare un braccio e posare una mano al centro della schiena.
Rimase in silenzio a lungo, aspettando con pazienza che l'uomo finisse di piangere.
"Che succede?" Gli chiese Malfoy quando Harry si staccò da lui, portandosi una mano sul viso e tirando su con il naso.
Draco afferrò un fazzoletto e glielo porse.
Harry si soffiò il naso poi infilò la mano libera nella tasca del cappotto pesante che indossava afferrò la pergamena che gli aveva lasciato Ginny e la consegnò a Draco che la lesse.
"Mi dispiace" disse il biondo per poi consegnargli la pergamena ed infilarsi entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni che indossava.
Gli dispiaceva sul serio vedere Potter in quel modo, soprattutto perchè la Weasley lo aveva mollato chiedendogli il divorzio!
"Ti va di parlarmi di quello che è successo?"
Harry sollevò gli occhi smeraldo su di lui e si morse il labbro inferiore, combattuto.
"Davvero ti fa piacere?" Chiese, la speranza dipinta sul volto.
"Forza, andiamo, prima che cambi idea..." borbottò Draco sentendosi andare le guance a fuoco.
"Ma il tuo lavoro?" Chiese Potter sbarrando gli occhi smeraldo dietro le lenti tonde degli occhiali.
"Tutto risolto..." disse Malfoy prima di porgergli un braccio. "Ho il pomeriggio libero"
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