APRILE 2012

L'ora è un pò insolita, sono le undici e mezza del mattino. Ho il turno dopo pranzo, ma devo tentare di conoscerlo, devo sperare che lui salga su questo.

Le porte dell'autobus si aprono, facendomi salire. Vado a sedermi al mio solito posto.

L'autobus si ferma in piazza. Carica i ragazzini urlanti che sono appena usciti dalla scuola elementare..

Poi l'autobus si rimette in carreggiata.

La fermata dopo si ferma. Vedo salire della gente.

Poi arriva lui, bellissimo con quei capelli biondo platino che mi supplicano di essere accarezzati, di essere stretti tra le mie dita. 

Cerco di non sorridere, ma è difficile. Nascondo la bocca dietro la mano. Sono così felice di vederlo.

Mancano solo quattro fermate prima che lui scenda alla sua.

Quattro stupidissime fermate.

Ed io devo sempre pregare che l'autobus trovi il rosso quando passa dalla metro così potrò avere più tempo  per  memorizzare nella mia testa i suoi capelli, il suo corpo, i suoi occhi, il suo naso, la forma del suo viso, la forma del suo sedere anche se quest’ultimo ormai è presenza fissa dei miei sogni erotici.

Lo vedo avvicinarsi alle porte, io dovrò andare al lavoro ma non mi importa nulla, è la mia unica occasione per conoscere il ragazzo dei miei sogni.

Mi alzo dal mio posto e vado verso l'uscita. Non appena le porte si aprono, lui scende.

Io ci metto qualche secondo in più, ma poi scendo anche io.

Lo seguo prima con lo sguardo, poi decido di incamminarmi.

Lo vedo fermarsi davanti ad un palazzo.

Nonono. Non puo finire cosi. Devo sapere come si chiama.
Corro.

Quando arrivo davanti al suo portone, però, lo trovo già chiuso e soprattutto vuoto.

L'ho perso e di nuovo non ho idea di come si chiami.

Sono sempre più frustrato. Sono mesi che non faccio altro che pensare a lui, alle sue labbra e al suo corpo colore latte. Mi fa impazzire e piu passa il tempo e meno cose so sul suo conto.

Io mi sto facendo una miriade di sogno ad occhi aperti, ma chi mi dice che quel ragazzo sia davvero gay?

Potrebbe benissimo avere una ragazza nella scuola che frequenta.

L'ho avuta addirittura io prima di capire che la squadra di baseball mi faceva sudare la notte.

Che diavolo sto facendo?!

Mi chiedo girando i tacchi e percorrendo la strada che divide quella zona a quella del Freedom.

Quando arrivo ci sono solo i baristi dietro il bancone ed io vado nello spogliatoio per cambiarmi e mettermi la divisa nera del locale.

Ho appena messo piede nella stanza quando mi sento spingere brutalmente contro la porta chiusa e un corpo eccitato cominciare a strusciarsi contro il mio.

La mia bocca viene invasa da una lingua esigente che cerca prima la mia per poi roteare tutt'attorno.

Sento le labbra di Danny succhiarmi la lingua e trasalisco sentendo delle lacrime pizzicargli gli angoli degli occhi.

Allungo la mano verso la natica di Danny e cominciò a sculacciarlo.

Danny si allontana da me, mi guarda dritto negli occhi con i suoi azzurri e poi lancia un gemito, morde dosi il labbro inferiore.

"Se continui a sculacciarmi potrei venire..." Mi dice accarezzandomi il petto.

Sorrido e gli mollo un altro schiaffo sulla natica, godendomi la sua erezione stretta nei pantaloni strusciare contro la mia.

Danny lancia un altro gemito, mentre le guance diventano rosso fuoco.

All'improvviso, l'immagine di Danny nudo steso sulle mie gambe mentre geme ogni volta che lo sculaccio si manifesta nella mia mente. Ma il volto di Danny cambia improvvisamente e invece di due occhi azzurri cielo trovo uno sguardo grigio che mi fissa sotto ciglia biondo chiaro.

Trattengo brutalmente il respiro e lo sento morsicarmi il collo.

"Hey..." Dico allontanandolo da me.

Danny mi guarda con uno sguardo smarrito e ogni volta mi chiedo chi tra i due è più grande perché Danny si comporta sempre come un bambino dispettoso.

"Siamo al lavoro adesso. Non possiamo comportarci così. Magari stasera, se fai il bravo, possiamo fare qualcosa" gli dico con un sorriso e Danny saltella felice prima di soffocarmi le labbra con la sua lingua esigente.

~*~

Stringo con forza le natiche sode di Danny mentre il ragazzo si muove ancheggiando sul mio membro duro, saltando sul letto matrimoniale di un motel poco distante dal Freedom.

"Il tuo uccello è fenomenale" dice Danny ansimando e poi comincia a gemere ad alta voce.

Nella stanza si sente solo il rumore delle nostre pelli che si scontrano, delle molle del letto che cigolano e gli ansiti e i nostri gemiti che si mescolano.

Guardo Danny e mi leccò le labbra, prima di sorridere.

"Anche il tuo bel sederino non è male..." dico dandogli uno schiaffo su una natica.

Danny sussulta per il dolore. Poco prima, non appena siamo entrati nella stanza, l'ho fatto sedere sulle ginocchia e l'ho preso a sculacciate per punirlo per avermi molestati sul luogo di lavoro. 

"Bambino cattivo" gli avevo detto non appena l'ho sentito sfregare l'erezione tra le mie gambe chiuse.

L'ho così ribaltato sul materasso e dopo avergli spalancato le cosce l'ho scopato con tutta la forza che sapevo metterci.

Inutile dire che ho giusto gli occhi e davanti avevo il corpo e il viso dello studente dagli occhi grigi.

Il pensiero del ragazzino mi fa ansimare e stringo con forza la vita di Danny con un braccio e comincio a scoparlo con spinte sempre più rapide e profonde.

Danny boccheggia ad una spinta rude e lo sento graffiarmi la schiena con le unghie.

Sposto la testa per cercare le sue labbra, sono ad un passo dal venire quando sento scricchiolare qualcosa e poi mi sento cadere verso il basso.

Danny urla ed io picchio il sedere contro quello che è chiaramente il pavimento.

Alzo lo sguardo e quando noto che abbiamo sfondato il letto del motel scoppiò in una risata isterica che mi fa scivolare calde lacrime lungo le guance mentre Danny comincia ad urlare isterico insulti.

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