capitolo 26
Maggio
Harry stava osservando in silenzio Silente camminare avanti e indietro. Harry era seduto alla sedia della scrivania del preside, finalmente gli aveva raccontato di Draco, di quello che subiva da Philippe. Se c'era qualcuno in grado di fare qualcosa quello era Silente.
"Madame Maxime non mi ha mai parlato di alcun problema…" disse il preside con tono preoccupato.
"Me lo hanno riferito" disse Harry stringendo con le dita i braccioli della sedia su cui era seduto.
Silente si voltò e lo guardò da dietro gli occhiali a mezzaluna.
"Chi te lo ha riferito? Ci sono testimoni?" Chiese l'uomo preoccupato.
Harry, dopo qualche secondo di incertezza, annuì, mordendosi il labbro inferiore, pensieroso. Non voleva mettere nei casini Greg e Vince.
"Non voglio metterli nei casini, però…" spiegò Harry preoccupato.
Silente lo guardò.
"Non possono nemmeno stare in silenzio se uno studente è in pericolo. Quanto è grave la situazione?" Chiese Silente fermandosi al centro della stanza.
"Da quello che hanno detto molto. O almeno così sembra. Ma Malfoy non vuole farsi aiutare. In passato dice che è già uscito questo problema ma non hanno fatto nulla perché era la sua parola contro quella di Philippe. Non si fida molto. E poi ci sono gli Esami…." Disse Harry ma Silente alzò la mano destra e la mosse come per scacciare via un insetto fastidioso.
"Gli esami di fine anno non sono importanti al momento. Ho bisogno di parlare con i signori Crabbe e Goyle…." Disse Silente voltando le spalle ad Harry, le mani intrecciate dietro la schiena.
Harry capì che con quelle parole il preside lo stava congedando.
"Per favore Professore, lo aiuti…" disse in un sussurro Harry prima di lasciare l'ufficio di Silente.
Quando raggiunse la sua Sala Comune, salì le scale che lo avrebbero portato al suo dormitorio e si gettò sul letto, sospirando.
Avrebbe fatto qualunque cosa per Draco. Voleva vederlo nuovamente felice e lo rivoleva indietro nella sua vita. Quella separazione lo devastava come non mai. Sperava davvero che Silente gli credesse e che potesse per sempre allontanare Philippe da lui.
Perché Harry sentiva che se Silente non avesse fatto nulla per cacciarlo dalla scuola, se ne sarebbe occupato lui.
Harry chiuse gli occhi, stringendo i pugni che teneva ai lati dei suoi fianchi. La voglia di spaccare la faccia a Philippe era molto forte, ma non voleva rischiare di farsi espellere. Doveva trovare un modo per avvicinarsi a Philippe senza destare sospetti. Al momento opportuno avrebbe messo in atto la sua vendetta.
Nessuno poteva toccare Draco Malfoy, solamente lui ne aveva il diritto.
~*~
Draco scrisse sulla pergamena le ultime parole poi gettò la piuma sul tavolo e si massaggiò il polso. Aveva appena terminato di scrivere un tema di Artimanzia che lo aveva fatto ammattire. In realtà non aveva mai avuto grandi problemi o intoppi con artimanzia era solo che ultimamente, lo stress per gli esami finali, il fatto che aveva rotto con Harry e Philippe che lo tormentava e cercava di infilarsi nelle sue mutande, Draco aveva impiegato quattro ore per scrivere un tema di soli quindici centimetri.
Draco sistemò le sue cose ma non si alzò dal tavolo. Stava così bene in biblioteca. Era il suo posto speciale dove non aveva paura di incontrare Philippe.
Però al tempo stesso pensava sempre ad Harry, a quando, poco dopo essere giunto in quella scuola, studiava a quel tavolo insieme al Grifondoro.
Draco rimase immobile a rivivere i momenti passati insieme a Potter, un leggero sorriso gli sollevò gli angoli delle labbra, ma gli occhi gli si riempirono di lacrime per il dolore.
Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva le spalle tremanti di Harry, Draco che aveva lottato contro la voglia di stringerlo a sé, passargli una mano sulla schiena, sussurrargli all'orecchio che amava solo lui, che Philippe era uno stronzo, che non dipendeva da lui.
In parte era stato sincero. Voleva davvero proteggere Harry da Philippe. Philippe accecato dalla gelosia poteva fare qualsiasi cosa. Draco ormai lo conosceva abbastanza da rassegnarsi e permettergli di farsi usare, ma Harry no. Harry non era il tipo da farsi usare. Harry a differenza sua era forte e orgoglioso e avrebbe di certo fatto qualcosa di stupido pur di difenderlo e Draco non avrebbe mai e poi mai accettato il suo aiuto.
Anche se lo faceva soffrire fino alla pazzia, quella soluzione era la migliore per tutti.
Avrebbe sempre protetto Harry e l'unico modo per tenerlo lontano era fargli credere che si era rimesso con il suo ex.
Visto che non poteva nascondersi in biblioteca troppo a lungo e dato che non mancava molto alla cena, Draco si alzò dal suo posto e, tenendo stretti i libri al petto, uscì dalla Biblioteca, lanciando però un'occhiata verso i tavoli occupato da Grifondoro, ma Draco non riconobbe da nessuna parte gli occhi smeraldo di Harry.
Era appena uscito dalla doccia quando un ragazzino bussò alla porta della sua stanza.
Fu Blaise a farlo entrare e Draco si nascose dietro l'anta dell'armadio, il telo stretto attorno ai fianchi.
Il ragazzino dopo essere entrato nella stanza, si guardò attorno.
"Chi sono Crabbe e Goyle?" Chiese con voce timida.
I due ragazzi si voltarono e lo guardarono.
"Siamo noi…" disse Vince.
"Il preside vuole vedervi nel suo Ufficio…." Disse il ragazzino.
Draco non poté non notare l'occhiata preoccupata che i due ragazzi si scambiarono e poi Greg si alzò per primo dal letto.
"Certo, ci andiamo subito" disse per poi afferrare la mano di Vince non appena il ragazzino fu fuori.
"Perché dovete andare dal preside?" Chiese Theo con tono preoccupato.
Vince e Greg si guardarono in silenzio e Draco si voltò, sentendo la rabbia pervaderlo. Era ovvio. Lo avevano tradito con il preside. Adesso sarebbe di nuovo diventato la barzelletta della scuola. Che diavolo pensavano di fare? Che Silente potesse fermare la cattiveria di Philippe? Era impossibile. Non ci sarebbe riuscito. Nessuno poteva. Philippe era pazzo. E se qualcosa lo spaventava diventava ancora più cattivo.
Draco deglutì e cercò di cacciare indietro le lacrime.
Se Philippe avesse sospettato che qualcuno aveva fatto la spia, Draco non sarebbe più stato al sicuro. Il pensiero di essere violentato dal suo ex lo paralizzò ma cominciò a pensare che forse avrebbe dovuto rassegnarsi a quell'evento. Se lo era meritato.
~*~
Passarono due settimane e Silente non aveva fatto nulla. Draco non aveva più rivolto la parola a Vince e Greg che continuavano a restare nel suo dormitorio come a volerlo proteggere.
Ma Draco non aveva bisogno di protezione. Erano loro che dovevano proteggersi per primi. Perché Draco non riusciva a smettere di fare del male alle persone?
Draco si stava recando alla lezione di Erbologia quando una studentessa di Tassorosso gli consegnò una pergamena prima di allontanarsi.
Draco l'apri e le sue mani tremarono quando lesse da chi proveniva.
"Ti aspetto questa sera dopo cena nel mio Ufficio. Silente"
Draco accartocciò nel pugno la pergamena, sentendo la rabbia avvolgerlo. Perché diavolo voleva parlargli?
Per delle dannate dicerie? Non poteva ammetterlo davanti al preside. Perché nessuno capiva che sarebbe sempre stata la sua parola contro quella di Philippe? Philippe era bravissimo a rivoltarsi le persone. Non era stupido come Draco che invece veniva sempre travolto dagli eventi.
La lezione di Erbologia passò in fretta, Draco non prestò attenzione alla lezione e nemmeno a quella di Trasfigurazione subito dopo.
Il pensiero che Silente volesse parlargli lo tormentava. Cosa poteva dire? Come poteva anche solo accusare Philippe senza una prova?
Non si presentò a pranzo in Sala Grande e le due ore di Pozioni passarono lente. Draco sentiva il chiacchiericcio degli studenti impegnati in una pozione come se fossero degli insetti fastidiosi.
Erano arrivate le sei di sera e Draco non aveva trovato ancora una scusa plausibile per difendere Silente dalla furia di Philippe.
Era un totale incapace.
Alle otto di sera Draco raggiunse l'ufficio del Preside che stava osservando una superficie lucente dandogli le spalle.
Draco lo guardò e poi tossi per rivelargli la sua presenza.
"Signor Malfoy mi stavo chiedendo in effetti quanto tempo aveva intenzione di restare a fissarmi la schiena…" disse il preside voltandosi completamente verso il ragazzo e guardandolo da dietro le lenti a mezzaluna.
I suoi occhi chiari brillavano di malizia.
"Mi dispiace per lo spettacolo pietoso. Alla tua età ero molto meglio" disse facendogli un occhiolino.
A Draco ci volle del tempo per comprendere la battuta ma quando questa giunse al suo cervello, le sue guance divennero rosso fuoco.
"Io non…" balbettò, ma Silente aveva già allungato una mano per indicare la sedia davanti alla sua scrivania.
"Accomodati, Draco" disse il preside con un sorriso.
Draco lo fece ma rimase con le spalle e la postura rigide. I suoi occhi grigi scrutavano il viso del preside che si grattò il mento coperto dalla lunga barba bianca.
"Draco, ti ho convocato qui perché mi è giunta voce che qualcuno ti fa del male. Se mi permetti voglio aiutarti. Non devi restare in silenzio. Io posso e voglio aiutarti. Ma devi aiutarmi…" disse il preside.
Draco sentì gli occhi farsi lucidi.
Maledetto Crabbe e Goyle. Maledetti!
Con quelle parole in testa Draco si alzò di scatto dalla sedia.
"Non ho bisogno di nessuno. So cavarmela da solo." Disse.
"Draco. Non andartene. Posso davvero aiutarti"
Furono le ultime parole che Draco sentì perché poi scappò lungo le scale a chiocciola, gli occhi gonfi di lacrime che scivolavano silenziose e bollenti lungo le guance.
Quella scuola era piena di traditori.
Draco si asciugò rabbioso una guancia con il palmo mentre raggiungeva il suo dormitorio. Non avrebbe mai più rivolto la parola a nessuno. Se avete degli amici significava ricevere una pugnalata alla schiena beh. Draco stava bene da solo.
Senza dire una parola aprì di scatto la porta del dormitorio, facendo sobbalzare Theo e Blaise che erano sul letto a baciarsi, poi si gettò sul suo letto e chiuse le tende del baldacchino.
Aveva bisogno di stare da solo. Solo così avrebbe potuto impedire agli altri di interferire con la sua vita. Draco non aveva bisogno di essere salvato da nessuno. Nessuno poteva aiutarlo.
Era solo. Doveva solo accettare le conseguenze.
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