capitolo 13

Ginny osservò Fay scrivere velocemente sulla pergamena durante il test di Storia della Magia, non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Non si parlavano più molto, a parte dei "ciao" quando entravano in una stanza, ma non c'era più il rapporto che le aveva portate ad unirsi appena conosciute.

È vero, Ginny non smetteva un secondo di rinfacciare alla ragazza che si era fatta del male e che quello non era un motivo per sistemare le cose, ma Fay non aveva alcuna intenzione di ascoltarla e cambiava sempre strada quando la incrociava. Ginny stava di merda, odiava non parlare più con la sua migliore amica, se non l'unica vera lì dentro. In tutto il tempo che le due avevano trascorso insieme, a Ginny sembrava di aver trovato uno spirito affine, una sua simile, una persona alla quale non serviva nemmeno che lei aprisse bocca per capire cosa aveva in mente. Erano una accoppiata fenomenale e se Fay credeva di cacciarla solo perché diceva di essere un mostro, beh…

Anche Ginny non era uno stinco di santo. Aveva fatto delle cazzate quando era più piccola, per esempio aveva cercato di uccidere il topo di Ron una volta affogandolo nel lavandino del bagno e un'altra cercando di darlo in pasto a Grattastinchi, il gatto di Hermione Granger.

Quando quella sera raggiunse la Sala Comune di Grifondoro, salì al piano superiore, sorpassò il suo dormitorio finché non raggiunse quello dove dormiva Fay e
bussò alla porta.

Ad aprirle arrivò una ragazza che non aveva mai visto. Ginny la fulminò con lo sguardo, poi si guardò attorno.

"Stavo cercando Fay Dumbar" disse e poco dopo la ragazza si voltò verso il dormitorio.

"Dumbar! C'è qualcuno per te!" Disse la ragazza prima di allontanarsi dalla porta e lasciando Ginny imbambolata in corridoio.

Quando Fay raggiunse la porta di ingresso, era coperta solamente da una vestaglia che arrivava a metà polpaccio, i capelli erano raccolti in due trecce e Ginny non riuscì a staccarle gli occhi di dosso.

"Che ci fai qui?" Chiese Fay con il solito tono distaccato e freddo che faceva morire dentro Ginny ogni Santa volta.

"Volevo sapere come stavi…"

"Sto come al solito…" disse Fay fissandola seria negli occhi e a quel punto Ginny non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime.

"Mi manchi, ok? Non ce la faccio più a starti lontana" disse la rossa abbassando lo sguardo.

"Devi, invece."

"Ma perché?!" Chiese Ginny sconvolta.

"È meglio così.." rispose Fay e Ginny singhiozzò maggiormente.

"Ti prego, ho bisogno di te, mi manchi da morire" disse Ginny e Fay scrollò la testa.

"No, tu non hai bisogno di me. Tu pensi di aver bisogno di me. Sei vissuta benissimo senza…"

"E finiscila con questa dannata frase! È vero! Sono vissuta senza di te benissimo per anni, ma ora che ti ho conosciuta non riesco a rinunciare a te, va bene? Mi manchi e voglio starti vicina e non me ne frega un cazzo dei tuoi complessi. Smettila di allontanarmi ogni volta. Sono stanca! Cosa devo fare per farti fidare di me? Non ti voglio lasciare, ti voglio nella mia vita, sei la mia migliore amica, non mi trovo con nessuno come mi trovo con te…"

"È questo il problema, tu mi vedi come una amica, io non posso esserlo" disse Fay.

Ginny stava aprendo la bocca per replicare, quando una ragazza si presentò alla porta alle spalle di Fay.

"Chiudi questa dannata porta, ho sonno!" Disse la studentessa fulminando Ginny.

Fay guardò Ginny che stava piangendo.

"Subito, Ginny se ne stava andando" disse Fay ma la rossa sollevò la testa e prima che la Grifondoro potesse chiuderle la porta in faccia, Ginny entrò nel dormitorio.

"Io non vado da nessuna parte" disse la rossa.

"Questo è il nostro dormitorio, vorrei dormire perché domani ho un esame, se dovete parlare andatevene via!" Disse la studentessa.

"Non preoccuparti, ho intenzione di scagliare un bell'incantesimo silenziante" disse Ginny incamminandosi verso l'unico letto vuoto.

La studentessa la fulminò con lo sguardo e poi guardò Fay.

"A te sta bene? Oppure chiamo la McGranitt.."

Fay sospirò.

"Va bene così, buonanotte" disse alla studentessa Dunbar, mentre Ginny sorrideva e si infilava sotto le coperte del letto di Fay e poi le faceva cenno di seguirla.

La studentessa sollevò un sopracciglio ma si allontanò, infilandosi nel proprio letto.

Quando Fay si infilò sotto le coperte, Ginny chiuse le tende del baldacchino e lanciò gli incantesimi silenzianti.

Dunbar si portò una mano tra i capelli crespi per sciogliere le trecce e gli occhi chiari di Ginny non si persero nemmeno un movimento.

"Mi dici che cos'hai? Perché mi stai evitando?"

"Lo faccio per te. Sono instabile, soffro di momenti di tristezza" disse Fay e Ginny sospirò abbracciandola.

"Se mi allontano ci credo che soffri di tristezza, anche io soffro la tristezza quando mi stai lontana. Non lasciarmi più..." Disse la rossa posando la testa sulla spalla di Fay che sospirò.

"Ti voglio più di un'amica" disse Fay all'improvviso e Ginny sollevò lo sguardo.

"Fay" disse la rossa, ma la ragazza aveva di nuovo annullato la distanza tra i loro visi e aveva posato le labbra sulle sue.

Ginny aveva chiuso gli occhi e con un sospiro aveva dato inizio al bacio, stringendosi contro il corpo della Grifondoro che dopo qualche secondo l'allontanò da sé, sorridendo imbarazzata, piegando le ginocchia verso l'alto.

"Voglio essere la tua ragazza" disse Fay. "Mi piaci molto, Ginny. Da tempo"

Ginny boccheggiò e la guardò.

"Non ho mai avuto una ragazza" disse la rossa guardandola.

"E allora permettimi di essere la tua prima ragazza..." Disse Fay con un sorriso. "Prometto di non deluderti"

Ginny sorrise.

"Prometti di non lasciarmi mai... Se hai qualcosa vieni a dirmelo, ok? Lo affronteremo insieme..." Disse Ginny prima di posare nuovamente le labbra su quelle di Fay che le infilò una mano tra i capelli, annuendo.

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