HUNTER 🌶️

Note: si consiglia la lettura ad un pubblico adulto.

Passarono due anni prima che Hunter potesse tornare a casa. Due anni che erano stati una tortura. Pensava di rientrare per le vacanze natalizie o quelle estive, invece il nulla. Sempre in viaggio, senza mai allontanarsi dai compagni e dalla caserma.

Era stata dura. Soprattutto quando a dicembre Hunter aveva saputo che non poteva muoversi di li e che le persone che stavano seguendo avevano la priorità. Hunter aveva stretto i denti e il tempo era passato, lui era cresciuto ancora e ancora, era più muscoloso, più cinico perchè quello che era costretto a vedere ogni giorno era terribile e angosciante, parlava con lo psicomago della caserma almeno una volta a settimana e non poteva ribellarsi perché era obbligatorio. Il suo capo aveva bisogno di giovani che non fossero impressionabili, disposti a scattare in piena notte, abili a lanciare incantesimi e con velocità sufficienti per difendere i compagni con incantesimi scudo.

Il primo mese era stato un addestramento: avevano testato la loro resistenza fisica, li avevano pesati, misurati, fatto analisi del sangue, avevano preso il loro seme, sottoposti a elettrocardiogrammi vari, sia a riposo sia mentre si allenavano o correvano per ore e ore sui tapis roulant, controllavano riflessi, quanto fossero in grado di superare lo stress, li avevano lasciati per giorni completamente soli dentro una scatola senza finestre e senza cibo. Senza preavviso accendevano un faro e da qualche parte lanciavano maledizioni e dovevano essere in grado di difendersi.

C'erano stati dei morti, perché troppo lenti e alcuni erano stati mandati direttamente a casa dopo pochi giorni perché impazziti per quei ritmi.

Hunter era riuscito a superare il tutto. Aveva resistito per ben due anni e ora che mancavano poche settimane al rientro a casa non stava più nella pelle.

Il pensiero costante di Hawthorne lo aveva aiutato a mantenersi lucido e andare avanti. Quando avevano comunicato che non sarebbero più rientrati a casa prima di due anni e sarebbero vissuti nelle varie caserme lungo le città dell'Europa dell'Est, Hunter aveva davvero pensato di prendere e andarsene, ma il desiderio di diventare Auror valeva ogni fatica e avrebbe sacrificato le vacanze con la sua famiglia e il suo ragazzo volentieri. Tanto si erano fatti una promessa...

Fortunatamente potevano ricevere e mandare posta una volta al mese. Le lettere via gufo che gli mandava Hawtorne erano tutte romantiche e i primi mesi gli raccontava cosa faceva a Londra, gli studi che avrebbe dovuto intraprendere per diventare Medimago e la paura del tirocinio.

Hunter lo rassicurava sempre, dicendogli che si fidava di lui, che era certo avrebbe fatto un ottimo lavoro e di pensare a come sarebbero state le cose in futuro, un Auror e un Medimago. Si sarebbero praticamente visti quasi sempre visto che molto spesso gli Auror in combattimento subivano delle ferite o dovevano portare malviventi in Ospedale per farli curare.

Hunter non vedeva davvero l'ora di scoprire cosa gli riservava il futuro.

Hunter divideva la camera con altri due ragazzi: Bryce Aaronsen e Robert Tonay.

Se con Bryce, Hunter aveva un buon rapporto, civile perlomeno, con Robert Tonay la situazione era pressoché tragica.

Tonay era uno stronzo menefreghista che se ne fotteva delle regole e seguiva sempre l'istinto, cosa che in un lavoro come l'Auror ti poteva portare dritto dritto tra le braccia della morte e Hunter voleva solo tornare vivo a casa dal suo ragazzo.

Per il suo compleanno, Hunter aveva ricevuto un regalo da parte di Hawtorne. Era una fialetta con al suo interno una sostanza fumosa. Hunter l'aveva vista qualche volta: un ricordo.

Aveva così afferrato la fialetta e aveva raggiunto il pensatoio nella stanza comune che divideva con il resto degli Auror.

Aveva chiuso le ante del divisorio e aveva versato il liquido al suo interno, abbassandosi con la testa, curioso di sapere che cosa gli avesse inviato Hawthorne.

Entrò subito nel pensiero e quando vide le pareti di casa avvolgerlo, il suo cuore prese a martellargli nel petto. Voleva mostrargli casa? Si chiese mentre si guardava attorno. Sembrava tutto come lo ricordava. Aveva cambiato i copri cuscini del divano.

Della musica proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione.

Hawthorne era in piedi davanti al tavolo mentre condiva un'insalata e ballava la musica che veniva trasmessa dalle casse bluetooth attaccate al suo cellulare.

"Everybody get up! Everybody get up singing
1, 2, 3, 4, Five will make you get down now
1, 2, 3, 4, Five will make you get down now!!"

Stava cantando Hawt mentre muoveva un braccio a destra e sinistra mentre in realtà doveva condire l'insalata.

Hunter sentì il cuore riempirsi di amore profondo per quel ragazzino che conosceva da sempre e dal quale era stato sempre difficile stare troppo a lungo lontano.

Ora che lo fissava meglio, si era appoggiato allo stipite della porta della cucina, le braccia incrociate davanti al petto, Hawthorne si era fatto crescere i capelli, adesso erano legati in un bun al centro della testa.

Era sempre stonato ma era bellissimo vederlo così da vicino. La sua attenzione venne catturata dagli anelli che aveva alle dita. Prima della sua partenza non indossava anelli ed era stupito di vedere le sue mani dopo tutto quel tempo.

L'ultima volta che aveva visto quelle mani era stato nel ripostiglio di Molly Weasley....

"Probabilmente starai pensando che sono stonato come una campana" disse Hawthorne.

Hunter sobbalzò e si mise in posizione eretta.

"Ma ormai penso di aver imparato la discografia di tutte le boyband del mondo. I 5ive sono carini. Non so trovare una definizione per gli Hanson. E perché i The Calling sono una boyband? Non che gli One direction lo siano! Possibile che mi piaccia Harry Styles? Oddio! Sembro gay cazzo. Ah. Ma lo sono. Non mi ammazzi vero se dico che Harry Styles è figo? Ti sei perso come va conciato sul palco. Ha fatto dei concerti vestito con una cazzo di tutina colorata attillata e le bretelle e sotto nulla! Cioè. Ha questo pettorali che..." Hawthorne sospirò.

Hunter aggrottò le sopracciglia. Gli aveva mandato quel ricordo per fare apprezzamenti sui pettorali di Harry Styles? Ad Hunter gli One Direction non facevano impazzire. Non ballavano. Le vere boyband ballavano.
Harry Styles era bravissimo, ma trovava che il più bello lì dentro ci fosse solo Zayn Malik.

"Ti prego. Appena torni promettimi che mi porterai a vedere Harry Styles in concerto" chiese Hawthorne sbattendo le ciglia voltandosi alla sua destra.

Forse se lo immaginava li. Hunter si mosse verso il punto dove Hawthorne pensava fosse.

Sorrise mentre lo guardava e si sporse per baciarlo sulla guancia ma l'immagine di Hawthorne svanì brevemente, come se fosse una nuvola.

Hunter sospirò.

Nel frattempo parti "What makes you beautiful" degli One Direction e Hawt prese a cantare a squarciagola.

"Harry Styles. Per. Favore" disse Hawthorne.

"E vederti fare la gallina per i suoi pettorali?" sbottò Hunter mentre si portava una mano sul petto. Non era messo male nemmeno lui, ma non si sapeva mai. Due anni di lontananza erano tanti. Magari Harry Styles avrebbe potuto rubargli il ragazzo. Per un momento si spaventò.

Hawthorne continuò a cantare finché la canzone terminò e partì una canzone degli NSync, Bye Bye Bye.

"Questa canzone ha l'età di Harper e Alexander. Ti rendi conto?" Chiese alla cucina vuota.

Hunter sorrise.

"Un fossile!" Disse mentre si voltava verso i fornelli.

"Io sono più grande! Solo un fossile anche io?!" Chiede Hunter all'immagine.

Hawthorne sorrise.

"Mi dimentico che tu sei il più grande di tutti!" Continuò ridacchiando Hawt, poi spense il fornello e tolse la padella dal fuoco, in modo che il cibo si raffreddasse. Poi si mosse verso il mobile per afferrare dei contenitori e riempirli con il cibo che aveva preparato.

Si guardò alle spalle e con le guance rosse disse: "Tu sei più bravo a cucinare, ma io in questi mesi mi sono dovuto arrangiare, quindi cerco di fare quello che posso..." disse. "Mi preparo il pranzo in anticipo per il giorno dopo..."

"Sei bravissimo" disse orgogliosamente Hunter, incrociando le braccia al petto mentre osservava il suo ragazzo.

"Ma non ti ho mandato questo pensiero per parlarti di cibo o di boyband..." disse mentre "As Long as You Love me" dei Backstreet Boys.

Hawthorne chiuse gli occhi e prese a ballare da solo in cucina, oscillando i fianchi. Hunter lo guardò e sorrise, intenerito.

"Although loneliness has always been a friend of mine, I'm leaving my life in your hands..." disse sorridendo e portandosi le mani incrociate sul petto.

Hunter ridacchiò.

"Sei pronto per entrare in una boyband. Altro che "tette di Harry Styles", ti porto al loro prossimo concerto e balliamo questa canzone, che è..."

"La mia canzone preferita!" disse Hawt con un sospiro sognante mentre la band cantava il ritornello e Hawt cantava con loro a squarciagola, purtroppo per le orecchie di Hunter che ridacchiava mentre lo guardava, scollando la testa divertito.

"Si, è anche la mia" disse Hunter osservandolo con il cuore che gli scoppiava nel petto da quanto lo amava.

Hawthorne posò entrambe le mani sul tavolo, la testa china, mentre chiudeva gli occhi e prendeva un respiro profondo. Hunter lo guardò, preoccupato.

"Ecco. Ti penso e come ogni volta che mi ritrovo a pensarti, guarda cosa mi provochi..." disse staccando una mano dal tavolo per portarsela tra le gambe a massaggiarsi il sesso che si era indurito nel frattempo.

Hawthorne gemette, mordendosi il labbro e Hunter si sentì andare a fuoco, mentre si perdeva a guardare ogni espressione sul viso del suo ragazzo. Gli mancava così tanto...

Hawt si allontanò dal tavolo e raggiunse il bagno, dove cominciò a spogliarsi, sfilandosi un indumento alla volta, facendo scivolare i vestiti a terra.

Hunter ringhiò, mentre si mordeva le labbra, osservando con occhi rapaci il suo ragazzo che, completamente nudo, si infilò sotto il getto di acqua della doccia, appoggiando una mano contro la parete di vetro della doccia prima di accarezzarsi piano.

"Sai.. un po' mi imbarazza il pensiero di mandarti il pensiero, però... E' il tuo compleanno tra poco e volevo mostrarti quanto mi mancassi...." Aveva detto, per poi masturbarsi il sesso sotto la doccia, accarezzandosi il petto e gemendo ad ogni affondo nel proprio pugno, il nome di Hunter. Venne pochi istanti dopo, schizzando seme sulle piastrelle chiare della doccia, il respiro spezzato, mentre un sorriso gli incurvava le labbra.

"Buon Compleanno, amore mio" e poi il pensiero era terminato e Hunter si era ritrovato con metà compagni di avventura che lo fissavano ridacchiando.

Hunter non aveva capito finchè non si era reso conto di essere venuto nei pantaloni. Con le guance in fiamme mentre rientrava nel suo dormitorio, i suoi compagni lo avevano fischiato in modo goliardico e lui si era vergognato tantissimo.

Quello era solo il suo primo compleanno trascorso lontano, Hunter non vedeva l'ora di scoprire Hawthorne che cosa si sarebbe inventato per Natale....

Era diventato un rito: ogni tre mesi Hawthorne mandava fialette piene di pensieri indecenti al suo ragazzo che si allenava più che poteva, il pensiero di diventare Auror sempre al primo posto.

Hunter avrebbe tanto voluto ricambiare ma avere due minuti liberi era impossibile e poi divideva la stanza con Bryce e Robert i quali, dopo feroci litigi che si erano protratti per mesi e mesi, a Natale si erano finalmente messi insieme e ogni volta Hunter era costretto a lasciare la stanza ai suoi colleghi per dare loro la dovuta privacy.

La prima volta che li aveva sopresi a fare sesso era un giorno di metà mese di Gennaio. Hunter era rientrato in stanza stanco e sudato post allenamento. Voleva farsi una doccia e buttarsi nel letto. Invece aveva sorpreso Robert e Bryce intenti a fare sesso sulla scrivania, Bryce che lodava quanto amasse il pene grosso del suo compagno.

Hunter si era risvegliato e dopo averli mandati al diavolo entrambi, aveva chiuso la stanza della camera e aveva atteso nervosamente sul divano nella stanza comune che i due finissero. Purtroppo per lui aveva scoperto che Robert aveva una resistenza molto fuori dal comune e Hunter doveva sempre trovarsi altro da fare per passare il tempo. Non ci teneva a sentire i suoi amici darci dentro, perché poi avrebbe pensato ad Hawthorne tutto solo che si divertiva con i suoi nuovi giocattoli erotici di cui non vedeva l'ora di provare con il suo ragazzo.

Hunter non poteva mandargli ricordi perché o riusciva a dormire oppure non aveva tempo e il pensiero di farsi soprendere con il sesso in mano da Bryce o Robert non lo entusiasmava affatto. Scriveva lettere lunghissime su cui esponeva punto per punto tutto quello che desiderava fare al suo ragazzo una volta rientrato. Si scrivevano una volta al mese ma le fantasie dei due, sommate per essere messe tutte in pratica, erano talmente tante che per esaudirle tutte ci avrebbero messo mesi e mesi. Hunter non stava più nella pelle.

❄️

Quando finalmente l'addestramento era arrivato alla sua fine, Hunter non stava più nella pelle. Era finalmente un Auror!

Aveva mandato un gufo ad Hawthorne dicendogli che il giorno in cui sarebbe rientrato, ma voleva festeggiare da solo con lui prima.

Avevano usato una passaporta per rientrare in Inghilterra, Hunter aveva stretto la sacca con i suoi vestiti e le sue divise, mentre con un abbraccio salutava prima Bryce e poi Robert che lo obbligarono a promettere di restare in contatto. I due giovani sarebbero andati a vivere a Paradise, una cittadina di mare che si trovava a sud della Gran Bretagna.

Erano quasi le sette di sera quando Hunter raggiunse l'appartamento che divideva con Hawthorne. Rimase davanti alla porta di ingresso per qualche istante, cercando di memorizzare i loro nomi incisi in corsivo sulla targhetta dorata al centro della porta, poi con un sorriso allungò la mano che non reggeva la tracolla della sacca e suonò il campanello.

La porta di ingresso si aprì pochi istanti dopo, come se Hawthorne fosse già lì in attesa.

Il giovane aveva i capelli neri sciolti morbidamente sulle spalle, i suoi occhi si spalancarono.

"Ciao!" disse, le guance rosse. "Ti sei tagliato i capelli"

Hunter mosse il braccio libero per stringere la vita di Hawthorne, baciandolo con ardore sulle labbra.

Il suo ragazzo gemette nel bacio mentre gli stringeva le spalle con entrambe le braccia, poi lo trascinò in casa.

Hunter fece cadere il borsone a terra, poi stringendo il viso di Hawthorne tra le mani, lo spinse verso la camera da letto che quel giorno era sui toni del beige.

Ma Hunter aveva occhi solo per il suo ragazzo.

"Non vuoi mangiare?" chiese Hawthorne prima di venire spinto sul materasso e rimbalzare.

"Prima voglio mangiare te" disse il futuro Auror,
mentre infilava i pollici nell'elastico dei pantaloni del suo ragazzo e glieli abbassava, rivelando il sesso nudo.

Glielo strinse in mano, facendo sospirare Hawt che si morse il labbro inferiore.

"Ho passato due anni a fantasticare sul mio ritorno e sul suo uccello. Ora permettimi di salutarlo. Sono due anni che non lo vedo. Ciao!" disse rivolgendosi al sesso di Hawthorne prima di posare le labbra sulla punta serica.

Il moro gemette eccitato mentre Hunter faceva sgusciare la lingua tutto attorno prima di scendere lungo l'asta, arrivando ad afferrargli testicoli tra le labbra prima di succhiarli prima uno e poi l'altro.

Hawthorne si era portato una mano alla bocca, mentre fissava incredulo il suo ragazzo in ginocchio tra le gambe mentre lo faceva impazzire con l'uso di bocca e mani. Erano stati separati due anni, troppo tempo, Hawthorne aveva fantasticato così tanto quel genere di momenti che stava avendo dubbi sul fatto che Hunter fosse reale e presente, li, in carne ed ossa.

"Sto sognando. Non è reale" disse tra le dita Hawt.

Hunter sollevò il viso, incatenando i suoi occhi con quelli del giovane Parkinson.

"Certo che è reale" disse Hunter sollevandosi da terra e sovrastando il corpo del suo ragazzo sul letto, baciandolo con passione tra le labbra mentre faceva scorrere le mani prima tra i capelli lunghi del giovane e poi lungo il busto r i fianchi nudi.

Hawthorne rabbrividì, mentre gli toccava a sua volta i fianchi, la schiena e le spalle possenti.

Si staccarono per guardarsi negli occhi, le loro fronti che si toccavano.

"Sei diverso"

Hunter sollevò la testa e lo guardò negli occhi.

"In senso positivo o negativo?" chiese l'Auror accarezzandogli le labbra umide con le dita.

Hawt lo guardò, poi scese con gli occhi lungo il suo corpo.

"Fisicamente. Sei più... duro."

Hunter sorrise.

"Ah. Lo senti?" Chiese spingendo con i fianchi coperti ancora dai pantaloni contro quelli nudi di Hawt che sussultò.

"Ah. Si. Ma. Spogliati, prima. Mi fai male" disse il giovane mentre Hunter si alzava e si sfilava i pantaloni, mentre Hawthorne gli infilava le mani sotto la maglietta per sfilargliela dalla testa.

Hunter sentì le mani del ragazzo accarezzargli prima il ventre, sfiorando gli addominali e poi su, verso il petto muscoloso e gonfio, fino a sfiorargli i capezzoli.

Si bloccò.

Hawthorne aggrottò le sopracciglia e poi gli sollevò la maglia fino al mento, spalancando la bocca quando vide cosa aveva sfiorato poco prima con i polpastrelli: un piercing.

Hunter Granger si era fatto il piercing ad entrambi i capezzoli meno di un mese prima del suo rientro a casa. Era fuori con Bryce e Robert quando Bryce aveva notato il negozio di tatuaggi e piercing.

Aveva guardato Robert con occhi da pesce lesso e poi si era avvicinato al suo viso.

"Facciamoci un tatuaggi di coppia" aveva detto, mordicchiandogli il lobo.

Per sfortuna di Hunter, conosceva ormai troppo bene i suoi coinquilini e quando Bryce mordicchiava il lobo di Robert sapeva che Tonay gliel'avrebbe data vinta.

"Oh." Aveva detto con il viso rosso. "Ok"

Gli occhiali dalla montatura nera che indossava gli scivolarono lungo il naso, ma fu rapido abbastanza per sollevarli con un dito prima che Bryce lo trascinasse all'interno del negozio. Hunter li seguì, anche se non voleva.

Due tatuaggi dopo, la ragazza che aveva terminato il lavoro su Robert, guardò incuriosita Hunter.

"Anche tu devi fare un tatuaggio?"

Hunter avrebbe dovuto dire di no, che era lì solo per accompagnare due amici cretini, ma si sa, chi va con lo zoppo impara a zoppicare, quando dalla sua bocca uscì: "Fate anche piercing?"

Mezz'ora dopo, Hunter era piegato in due dai dolori, le lacrime che gli uscivano a cascata dagli occhi e insulti di ogni genere agli amici.

"Ti piacciono?" chiese con timore ad Hawthorne che fissava rapito gli ornamenti.

"Pensavo..." disse deglutendo.

Hunter lo guardò.

"Beh, credevo fossero sensibili... quando eravamo nel capanno di Molly sei venuto mentre te li toccavo..."

Hunter chiuse gli occhi. Come poteva dimenticare quel momento? Era stato l'unico momento intimo che avevano avuto prima della sua partenza durata due lunghi anni.

"Si. Ora lo sono di più..." disse con voce roca Hunter mentre osservava le emozioni scorrere rapide sul viso di Hawthorne.

"Davvero?" chiese Hawt mentre sollevava la mano per sfiorargli il piercing destro.

Hunter chiuse gli occhi, il sesso scattò eccitato.

Hawthorne si abbassò con il viso sul petto muscoloso del compagno, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre posava le labbra piene sul capezzolo.

Hunter rabbrividì.

"Continua" disse chiudendo gli occhi, mentre sollevava una mano per posarla sulla nuca del compagno.

Hawt sollevò gli occhi scuri su di lui, facendo sgusciare la lingua tutt'attorno all'areola, sfiorando le due palline ornamentali ai lati per poi picchiettarla sul capezzolo in risalto.

Hunter gemette, sentendo una scossa pervaderlo dal petto fino giù, tra le gambe, dove il sesso divenne ancora più duro e si bagnò sulla punta.

"Ti faccio male?" chiese Hawthorne mentre strofinava due dita attorno al piercing, prima di tirarlo appena.

Hunter contrasse gli addominali, cercando di trattenere l'orgasmo.

"Preferirei venire dentro il tuo corpo, se per te non é problema" disse Granger.

Hawt si bloccò. Guardandolo negli occhi.

"O puoi venire tu dentro di me, eh, sia chiaro. Non so cosa preferisco. Potremmo essere versatili...."

Hawthorne sbatté le palpebre, prima di voltarsi verso il suo ragazzo e fissarlo.

"Non ho fatto sesso con nessuno..."

"Nemmeno io, è la prima volta anche per me" disse Hunter sorridendo dolcemente.

"Non so dove cominciare..." ammise abbassando la testa il castano. Si sentiva andare a fuoco.

"Oh, si che lo sappiamo. Il ricordo di te che ti diverti con il tuo giocattolo me lo ricordo bene"

Hawthorne avvampò.

"Mi sentivo tanto solo"

Hunter lo baciò mentre finivano di spogliarsi e finirono sdraiati sul letto.

Hunter accarezzò con una mano il corpo di Hawthorne che sospirò mentre lo guardava negli occhi e poi avvicinava i loro visi per baciarlo sulle labbra. Si baciarono a lungo, in modo lento per poi passare a baci più intensi quando la mano di Hunter si chiude attorno all'erezione di Hawt.

"Ti prego" disse il moro allungando la mano verso il cassetto da cui tirò fuori una ampolla di liquido trasparente.

"Sicuro?" chiese Hunter afferrandola dalle sue mani.

Hawt distolse lo sguardo per infilare la mano nel cassetto, con la lingua tra i denti tastò dentro e poi con un sorriso trionfante tirò fuori il dildo che aveva usato per la fantasia che gli aveva mandato.

"Direi che ho fatto pratica" rispose con un sorriso Parkinson.

"La prossima volta sarà il mio turno, allora..."

Gli occhi di Hawthorne si illuminarono di malizia. Hunter aprì la fialetta e dopo aver versato il liquido sulle dita, lo portò tra le cosce del compagno, che sospirò, stringendo tra le mani il suo giocattolo.

Nulla però, aveva preparato Hawt al dolore sordo che lo colpì poco dopo, quando Hunter alle sue spalle, erano distesi su un fianco, calde lacrime presero a bagnargli il viso, mentre la presenza ingombrante di Hunter si faceva strada nel suo corpo per la prima volta in assoluto.

Granger alle sue spalle ansimava e tratteneva il respiro ogni volta che affondava sempre di più in quell'antro caldo. Faceva male anche a lui. Forse avrebbero dovuto giocare di più con i loro corpi, venire con le dita e la bocca prima di fare l'amore.

"Tutto bene?" chiese Hunter mentre posava la fronte contro la spalla del suo compagno, gli addominali in tensione.

Hawt si limitò ad annuire. Hunter sollevò la testa per baciargli la guancia.

"Sicuro? Piangi e anche a me fa male"

Hawthorne deglutì.
"Anche con il dildo ho provato dolore però..." si bloccò, cercando la mano di Hunter che strinse nella propria.

Hunter sollevò la testa per guardarlo, quando il silenzio divenne troppo.

"Che succede? Sei pentito?"

Hawthorne si morse il labbro.

"Non è come lo avevo immaginato. La penetrazione intendo. Non... non capisco perché devo inserire qualcosa dentro di me per venire. Mi basta masturbarmi....,"

Hunter non ci aveva mai pensato.

"Devo uscire?" Chiese.

Hawt avvampò.

"Mi dispiace, ho rovinato tutto" disse con gli occhi che gli si riempivano di lacrime.

E... l'eccitazione di Hunter scemò. Non poteva sopportare di vedere Hawthorne piangere. Non per causa sua. Uscì dal corpo del suo ragazzo che sussultò, prima di voltarsi sulla schiena e guardarlo, il senso di colpa dipinto sulla faccia.

"Non devi dispiacerti. Sarà per un'altra volta, oppure posso stare io sotto..." disse accarezzandogli il ventre, ma Hawthorne negò, prima di fissare il soffitto e chiudere gli occhi.

"No" disse.

Hunter si bloccò.

"No?" Chiese confuso.

"Non mi piace la penetrazione. Nè sento il bisogno di entrare nel tuo corpo per provare piacere. Mi bastano le mani e la tua bocca va bene. Io..." si strinse nelle spalle.
"È sempre fare l'amore anche senza penetrazione, vero? Non siamo obbligati ad andare fino in fondo?"

Hunter non sapeva rispondere.

"Penso di sì?" Chiese, ma il suo sguardo confuso fece sospirare Hawthorne e un singhiozzo lo travolse.

"Scusa. Mi ecciti, sei bellissimo, ma proprio l'atto della penetrazione mi fa scendere ogni fantasia. So che ti ho mandato la fantasia del dildo e mi sono eccitato. Ma non è quello che desidero. Non so spiegarmi...."

"Non devi spiegarti o giustificarti. Penso... in parte di aver capito. Non vuoi penetrazione. Mi sta bene. Ti darò piacere con la bocca e le mani...." Disse.

"Ma tu? Tu cosa vuoi? Se volessi essere penetrato?"

Hunter afferrò il dildo che Hawthorne aveva abbandonato sulle coperte.

"Non ne ho idea. Magari possiamo giocare, scoprirlo. Lo sai che ho un sacco di fantasie da realizzare con te. Magari invece di me che ti scopo a sangue sul tavolo, sarai tu a farmi venire con il dildo... Va bene lo stesso. Basta che sia tu. Mi piace qualsiasi cosa tu voglia. Sai che non ti forzerei mai a fare qualcosa che non vuoi. È sempre sesso, è sempre fare l'amore perché siamo noi due insieme...."

Hawthorne stava piangendo.

"Non sei arrabbiato? Non vuoi lasciarmi per questo?"

Hunter scrollò la testa e gli accarezzò il viso.

"Non potei mai..." disse sorridendo mentre Hawt si rilassava piano piano.

"Lui è Hunter, comunque" disse sollevando il dildo. "Posso comprarti un dildo che sia solo tuo. Esistono tante versioni. Una con la punta piegata verso l'alto, quelli che vibrano, quelli colorati, quelli color pelle con tutte le venature di un pene vero, quelli di vetro, ma te li sconsiglio. Hai presente se dovessero rompersi? Meglio quelli di plastica..."

Hunter sorrise.

"Ti sei messo a vendere dildi mentre ero via?"

Hawthorne avvampò.

"Ho fatto il cameriere in una caffetteria. Ma il negozio dei gemelli Weasley vende queste cose e visto che c'ero, mi sono fatto spiegare un po' di cose da loro"

"Merlino che vergogna" disse Hunter stringendo tra le braccia il compagno che arrossì sentendo il pene sfiorargli la coscia.

"Vuoi terminare? Ti faccio venire..."

Hunter deglutì.

"Sei d'accordo?" Chiese titubante.

"Assolutamente si. Però non te lo prendo in bocca questa volta, che schido"

"È roba tua" lo prese in giro Hunter.

"Si, ma. Fa sempre schifo. Vedi? Mi passa ogni fantasia"

Hunter cercò di ridere, ma la mano di Hawt che si chiuse attorno alla sua erezione, lo fecero sospirare e gemere.

Hawthorne lo masturbò, piano, godendosi i suoi gemiti e le sue suppliche.

"Più veloce, piccolo. Ti prego. Stringi. Si cosi" stava dicendo Hunter mentre si passava una mano sul petto.

Hawthorne osservò ogni suo movimento, poi si abbassò con il viso sul petto del suo compagno e prese a leccargli e succhiargli i capezzoli

Hunter si portò una mano sul viso, mentre sentiva la bolla di piacere crescere sempre di più nel suo basso ventre.

"Hawt" disse l'Auror mordendosi il labbro. "Aspetta a venire. Voglio essere io...."

Hawt allontanò la mano dalle proprie gambe per posarla sul petto di Granger. Gli strofinò la punta di un capezzolo tra il piercing e Hunter venne con un grido, stritolando il copriletto e spalancando le cosce muscolose, mentre il seme denso schizzava sul suo petto, sul viso e addirittura tra i capelli.

Hunter si irrigidì tutto, mentre cercava di respirare, poi crollò sfinito e appagato sul materasso, con un gemito di pura beatitudine.

"Va bene?" Chiese Hawt strofinando la guancia sul suo petto.

"Ho appena visto il paradiso" disse con un sorriso.

"Prego, non c'è di che"

"Dammi un momento e mi occupo della tua. Bocca o mani?" Chiese Hunter accarezzandogli i capelli mentre sentiva il sesso duro e pesante del compagno premere sulla coscia.

"In realtà nessuno dei due. Per questa volta. Voglio provare una cosa...." Disse voltandosi sulla pancia e usando la coscia di Hunter, prese a oscillare i fianchi avanti e indietro. La frizione dei loro corpi uniti, i fianchi che si muovevano avanti e indietro, fecero subito ansimare Hawt che aveva l'uccello gocciolante per l'eccitazione.

Hunter gli passò un dito tra i ciuffi che gli erano caduti sulla fronte e glieli portò dietro l'orecchio, mentre lo guardava mordersi ipnoticamente il labbro inferiore il viso tutto rosso e gli occhi chiusi.

"Oh, Hunter! Si.."

L'Auror aveva sollevato una mano per pizzicargli il capezzolo. Glielo strizzò tra le dita e il gesto servì al giovane a liberarsi con un grido sulla sua coscia, mentre l'orgasmo lo faceva tremare da cima a fondo.

Hunter lo strinse tra le braccia, poi gli cercò disperato le labbra e affondò la lingua nella sua bocca.

Hawt gli strinse il viso con una mano, mentre ricambiava emozionato. Si allontanarono e Hawt crollò sul materasso.

"Wow. Mi è piaciuto. Sei più duro del cuscino. E poi il tuo calore e le tue braccia muscolose sono un'altra cosa. Grazie"

Hunter sorrise.

"Prego?"

Hawt guardò i pettorali di Hunter e si leccò le labbra.

"Non hai nulla da invidiare alle tette di Harry Styles. Le tue tette sono stupende. Grazie per essertele fatte crescere. Penso che passerò molto tempo a leccartele."

"E chi sono io per impedirtelo?" Chiese con la ridarella Hunter. "Non dimenticarti i capezzoli"

"Oh, no. Quelli sono deliziosi sotto la lingua..."

Hunter gemette.

"Doccia?"

Hawthorne sorrise e afferrò la mano del suo ragazzo.

"Vieni, mi stanno venendo in mente delle cose che potrei fare alle tue tette deliziose"

Hunter per poco non si spaccò la faccia mentre inciampava nel tappeto ai piedi del letto.

❄️

Il rientro di Hunter a casa fu accolto con una festa dalla sua famiglia, Hermione gli regalò un orologio in oro e Pansy gli disse che aveva aperto un conto per lui e Hawthorne e che aveva fatto in modo che dei galeoni che aveva versato ogni mese al fratello minore fruttassero altri galeoni.

"Non dovevate" disse Hunter abbracciando prima Hermione e poi Pansy.

Alla Tana Molly aveva preparato una torta a tre piani per Hunter, mentre Harry si congratulava con lui, dicendogli che non vedeva l'ora di averlo nella sua squadra.

Per l'emozione Hunter era quasi svenuto. Ci aveva pensato Hawthorne a farlo riprendere. In bagno con un pompino con ingoio. Ma questo nessuno doveva saperlo.

❄️

Scorpius Malfoy aveva tredici anni, doveva cominciare il quarto anno ad Hogwarts quando Teddy Lupin, che di anni ne aveva ventidue, per la prima volta aveva portato a casa Steven.

Scorpius era tornato a casa sua attraverso il camino dopo aver visto Steven e Teddy baciarsi in cucina, mentre ridevano.

Draco ed Harry non avevano capito. Nessuno aveva capito e Scorpius ne era felice.

Era troppo piccolo. Non avrebbe dovuto innamorarsi. L'amore faceva male. Soprattutto il suo che era segreto.

Si era innamorato perdutamente di Edward Lupin, otto anni più grande di lui che probabilmente lo vedeva come un fratellino.

Un amore che perdurava da tre anni. Quando Teddy Lupin aveva riso ad una sua battuta e gli aveva passato prima una mano tra i capelli, poi gli aveva accarezzato la guancia liscia con il dorso della mano...

Prossimo capitolo: Scorpius.

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