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Pansy si strinse nel cappotto scuro che indossava, affondando la bocca nella sciarpa che indossava. Affondò entrambe le mani nelle tasche e osservò in silenzio la villetta nella quale aveva passato l'adolescenza. Da quanto tempo non tornava?
Si chiese per un momento se sua madre l'avrebbe riconosciuta. Era cambiata in quegli anni, non solo fisicamente, ma anche come persona, era maturata, forse diventata più cinica. Quando era un'adolescente Pansy era una ragazza solare, che sognava ad occhi aperti, che credeva nell'amore. Ora non più. Aveva smesso di illudersi, che avrebbe avuto una sua famiglia, che avrebbe avuto una donna accanto e sarebbe stata felice.
La porta di casa si aprì all'improvviso e un ragazzino di circa dieci anni si manifestò sull'uscio, seguito da suo padre.
L'uomo gli stava dicendo qualcosa, sorridendo, poi gli sistemò il cappello di lana sulla testa e guardò il vialetto, notando la figlia in piedi sulla soglia.
Pansy stava per voltarsi e andarsene, ma la voce di sua madre la bloccò.
"Pansy!"
La giovane si bloccò, sentendo gli occhi gonfiarsi di lacrime, la gola si era fatta improvvisamente secca e si era chiusa.
"Chi è, papà?" sentì chiedere dal ragazzino mentre un paio di braccia calde si avvolgevano attorno al suo corpo.
Pansy scoppiò in lacrime, lo stesso sua madre.
"Sei tornata, che bello! Pensavamo di non vederti mai più..."
Pansy singhiozzò e si voltò tra le braccia della madre, stringendola a sé.
"Mi dispiace" disse la mora singhiozzando contro la spalla della donna che le stava accarezzando la schiena con entrambe le mani.
"Non importa" disse la donna. "In realtà non è mai importato, potevi parlare con me, con noi, ci saremmo stati. Invece ci siamo sentiti così impotenti" disse la donna.
"Chi è quella signora, papà? Perché piange mentre abbraccia la mamma?" stava chiedendo il ragazzino.
"Questa signora è Pansy. Tua sorella, Hawthorn" disse l'uomo mentre Pansy si sollevava e guardava la madre che aveva sollevato entrambe le mani verso il viso bagnato e arrossato della figlia.
"Ti stanno bene i capelli" disse la donna con un sorriso. "Entriamo, fa freddo, la vuoli una tazza di the? L'ho appena fatto..." disse la donna mentre il ragazzino le guardava.
"Io sono Hawthorn, tu sei mia sorella?" chiese il bambino tendendole la mano.
Pansy guardò stupita il bambino, poi i genitori.
I due sorrisero.
"A quanto pare sembra di si! Piacere di conoscerti!"
"Oggi pomeriggio possiamo andare a fare merenda insieme? Così ti conosco!" disse il bambino con un ampio sorriso.
"Assolutamente si!" disse la mora, ricambiando il sorriso.
"Evviva! Milkshake gratis!" disse Hawthorn sollevando le braccia verso l'alto.
I genitori scoppiarono a ridere e mentre il padre e il bambino si allontanavano e salivano in macchina, Pansy entrò in casa, trovandola identica a come era quando era partita, a parte delle coppe che prima non c'erano e le foto dei suoi genitori con Hawthorn neonato.
"Scusa, ma esattamente quando eri incinta?" chiese Pansy.
La donna si strinse nelle spalle.
"Pensiamo sia successo poco prima della tua partenza. E' stato un caso, non... pensavamo di volere un secondo figlio finché non ho fatto il test di gravidanza. Tu eri appena andata via, io soffrivo la tua mancanza e... abbiamo deciso di tenerlo. Mi dispiace che tu non l'abbia mai saputo. Abbiamo provato a contattarti, siamo andati allo studio dei genitori di Hermione per chiederle se sapeva qualcosa..."
Pansy sospirò, abbassando la testa.
"Possiamo parlare d'altro, per cortesia?" chiese Pansy portandosi una mano ai capelli.
La madre sospirò.
"Voglio sapere perché sei scappata senza dire una parola. Senza dire nulla nemmeno ad Hermione..." disse la donna.
"Volevo allontanarmi da lei e da questo paese. Stavo male, non... volevo scappare. Ho vissuto a Manchester, insieme a Draco Malfoy, ti ricordi di lui?" chiese Pansy.
"Ma certo che mi ricordo! E anche dei tuoi amici Theo e Blaise! Lo sai che li ho visti sul giornale qualche giorno fa? Erano ad una festa di gala. Sono diventatati degli avvomaghi di fama internazionale. E hanno anche un bambino!" disse la donna allegra.
"Ah si? Davvero? Sono felice per loro, a quanto pare l'amore vero esiste ancora. Anche Draco ha un bambino, lo sai? Si chiama Scorpius, solo che... poverino, un anno e mezzo fa suo marito è morto durante quello scoppio in quel palazzo, hai presente?"
La donna, che stava versando il the nelle tazze alzò la testa.
"Oh per le mutande di Merlino, ma è una disgrazia! Poverino, dovrà sentirsi molto solo..." disse la donna rammaricata.
"Lo è, ma ha Scorpius fortunatamente. E me. Ora che è tornato avrà la famiglia del marito pronta ad aiutarlo..." disse la mora portandosi la tazza di the caldo alle labbra.
"Sono felice, ma tu invece? Che cosa mi racconti?"
Pansy alzò le spalle, con fare noncurante.
"Niente di che, davvero. Sono stata di supporto a Draco, ne aveva bisogno e... ne ha bisogno" disse la mora.
"Si, ma tu come stai? Cosa è successo dieci anni fa? Cosa ti ha portata a partire così, all'improvviso?" chiese la donna.
Pansy sospirò.
"Non mi va di parlarne" disse la mora.
La madre strinse le labbra.
"Ho bisogno di risposte, Pansy, anche se queste fanno male. Cos'è successo? Hai litigato con Hermione? Te ne sei andata per lei?" chiese la donna e Pansy deglutì.
"So che tra te e lei c'era qualcosa di speciale, so che non abbiamo mai parlato apertamente, ma se ti piacciono le ragazze invece dei ragazzi non devi vergognartene, a noi non importa" disse la donna.
"Anche se vi fosse importato di certo non mi sarei fatta andare bene un uomo. Non mi piacciono"
"Lo so tesoro..." disse la madre allungando una mano verso la sua.
"Ma a quanto pare la penso solo io in questo modo. Hermione dopo anni con me, ha deciso che forse da grande avrebbe desiderato un marito e dei figli. Così..." Pansy deglutì.
"Ma oggi si possono avere lo stesso, anche tra coppie dello stesso sesso..." disse la donna con voce tremante.
"Non importa, ormai. Il passato è passato e tale deve restare."
"Ma cosa è successo? Che cosa ti ha fatto prendere e scappare?"
Pansy prese un respiro profondo.
"Mi ha tradita, mamma. Diceva di amare solo me ma poi l'ho vista mentre si baciava con un ragazzo di un'altra scuola durante uno scambio. L'ho vista con i miei occhi. Alla fine essere gay è difficile. Tutti ti guardano male, non puoi tenere la mano della tua ragazza per strada perché c'è gente che ti può vedere e cominciare a sparlare. Vuoi mettere avere una storia con un uomo? E' tutto più semplice, puoi anche avere dei figli tuoi, cosa che io, in quanto donna non posso darle." Disse Pansy con tristezza.
"Mi dispiace molto, però, se la cosa può tranquillizzarti, io non l'ho mai vista né con un uomo né con dei bambini..." disse la madre.
"Hermione vive qui?" chiese stupita.
"Si, nella via principale, il palazzo che si affaccia sul parco dove tu amavi tanto trascorrere i pomeriggi..."
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