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Due anni dopo...

Attraverso le vetrine bagnate di pioggia di Queen's Deli, Harry vide la figura di un uomo dai lunghi capelli biondo platino che camminava lungo il marciapiede reggendo un ombrello nero.

Il suo cuore prese a martellargli nel petto e, spinto da una forza a lui oscura, uscì dal locale e gli si avvicinò.

Era lui? Era Draco? Dopo tutto quel tempo era rimasto lì?

Harry posò una mano sulla spalla dell'uomo che si voltò, guardandolo con sguardo confuso.

"Si?" Chiese.

No, non era lui. E questa volta, come del resto tutte le altre volte, la delusione lo colpì come un pugno nello stomaco.

Harry sorrise imbarazzato e si scusó con l'uomo, poi si portò una mano tra i capelli, sospirando triste.

Draco era sparito letteralmente nel nulla e a nulla erano serviti gli incantesimi di localizzazione che Harry aveva usato per cercarlo.

Aveva pagato anche un detective privato, Cormac McLaggen, per cercarlo, ma nemmeno l'uomo era riuscito a scoprire dove fosse.

Draco era sparito. E Harry non riusciva a darsi pace. Che fine poteva aver fatto? Perché se n'era andato così all'improvviso? Stava bene? E il bambino?

"Stai bene?" gli chiese Hermione, seduta al tavolo accanto alla vetrata mentre stringeva tra le mani una tazza di the.

Harry sospirò e si sedette di fronte alla donna che gli aveva ordinato un caffè nero.

"No. Non sto bene per niente..." sospirò Harry, triste.

Hermione fece per parlare ma la sua attenzione venne catturata da un gridolino. Harry si voltò e poco dopo vide Harper Zabini e Alexander Queen correre tra i tavoli del locale.

Harry sorrise appena mentre osservava i due bambini mettere scompiglio nel locale.

"Alexander!" Urlò la signora Queen.

Theodore Nott, il padre di Harper che era alla cassa e stava pagando, si voltò verso i due e poi si mise davanti al figlio che stava cercando di rincorrere Alexander che si era appena nascosto dietro il bancone dove la madre lavorava.

"Basta!" Lo sentí dire, prima che il bambino alzasse il volto verso di lui e lo fissasse con il labbro inferiore che tremava.

Theo lo fissò qualche secondo e poi cedette e lo prese in braccio.

Dopo aver preso il resto, Theo e Harper andarono verso l'uscita.

Theo salutó con un cenno della testa sia Harry che Hermione e uscì, raggiungendo Blaise Zabini, suo marito, che era al telefono e gesticolava.

Entrambi gli uomini erano avvomaghi. Avevano frequentato Hogwarts tutti insieme, ma mentre Hermione ed Harry erano in Grifondoro, loro erano stati smistati a Serpeverde.

Come Draco...

Hermione allungò una mano verso di lui e gliela strinse.

Sapeva perfettamente che stava pensando di nuovo a Draco e si augurava che il suo migliore amico si decidesse a dimenticarsi del vedovo del suo migliore amico, una volta per tutte.

Harry sospirò e la guardò sconsolato.

"Mi dispiace" disse afferrando la tazza di caffè con le mani per portarsela alle labbra.

"Non devi. Però devi andare avanti. Non puoi rincorrere una persona che non vuole farsi aiutare. Da quanto vai avanti così? Non ti è bastato farti da parte anni fa? Lo vuoi capire che Draco non ti guarderà mai come tu vorresti essere guardato?"

A quelle parole, gli occhi di Harry si riempirono di lacrime e si alzò dal tavolo.

Hermione boccheggiò, portandosi una mano sulle labbra.

"Perdonami, io... ho esagerato" disse la donna alzandosi a sua volta.

Harry non disse nulla, pagò alla cassa e poi uscì, seguito da Hermione che era rimasta in silenzio.

"Scusami Harry, non volevo" ripetè.

Harry si sforzó di sorridere e si sporse verso di lei per lasciarle un bacio sulla guancia.

Non era arrabbiato con lei. Sapeva bene che quello che lei gli aveva appena detto era la verità.

Draco non lo aveva mai notato in passato e mai lo avrebbe fatto.

Dopo essersi salutati e aver preso due strade differenti, Harry si incamminò verso la via dove si trovava casa sua.

Quindici minuti dopo, Harry richiuse alle spalle la porta della sua casa e cominciò a spogliarsi prima di raggiungere il bagno dove si concesse una lunga doccia calda.

"Dove sei finito?" mormorò sotto il getto di acqua, stringendosi nelle spalle con le mani.

Restó immobile a lungo, poi si riscosse e si lavó velocemente.

Uscì dal bagno e raggiunse la camera da letto, aprì l'armadio e scostò il regalo che aveva preso per Hermione per Natale.

Stava per uscire quando sentí picchiettare sul vetro. Si voltò e vide un gufo con una pergamena legata alla zampa.

Harry aprì la finestra per farlo entrare e dopo pochi secondi si avvicinò al gufo che tese la zampa.

Harry afferrò la pergamena, la aprì e imprecò.

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"Scorpius, tesoro, per favore, smettila di piangere!" sussurrò Draco cullando il bambino di undici mesi, l'unica fonte di luce in quel periodo orrendo.

Dopo aver abbandonato Londra, si era trasferito a Manchester e aveva trovato lavoro come pozionista per la Greengrass Pharmaceutic Laboratoires.

Aveva conosciuto le due figlie del capo, Daphne e Astoria. La bionda lo aveva colpito sin da subito, trovandosi a suo agio con lei, una ragazza oltre che molto bella, anche molto intelligente e gentile.

Draco stava aspettando l'arrivo del figlio in affido e sapeva bene che avrebbero fatto dei controlli.

Dato che l'assicurazione continuava a rifiutarsi di pagare la quota che gli spettava perchè il corpo di Ron non era mai stato trovato, Draco aveva il terrore di non ottenere mai più l'affido di quel bambino.

Aveva così cercato disperatamente un lavoro e una casa e aveva trovato molto di più alla GPL, aveva trovato una famiglia.

Soprattutto in Astoria. Quando la giovane aveva saputo di quello che gli era successo, gli era stata vicina, lo aveva spronato ad andare avanti, tirandogli su il morale quando il tempo passava e le notizie sul bambino in arrivo scarseggiavano.

"Forse sarei dovuto rimanere a Londra" aveva esclamato Draco dopo quattro mesi di silenzio finché un giorno aveva ricevuto una lettera che gli comunicava che avevano bloccato l'adozione.

Draco era scoppiato in lacrime, Astoria gli era stata vicina, lo aveva consolato, aveva cercato in tutti i modi di tirargli su il morale e dargli forza.

Una sera, dopo essere usciti a cena, Astoria gli aveva confessato di provare qualcosa di più dell'amicizia nonostante sapesse che a Draco piacevano gli uomini.

Alla fine i due si erano scambiati un bacio, Draco aveva detto per provare, ma alla fine si erano trovato subito in sintonia e Astoria gli aveva chiesto se avesse voluto salire da lei.

I due avevano finito per fare l'amore e per Draco era stata un'esperienza emozionante.

"Penso di amarti" aveva detto un giorno Draco, dopo due mesi di frequentazione.

Astoria aveva sorriso e poi aveva abbassato la testa, mordendosi il labbro.

"Io... devo dirti una cosa" aveva detto guardandolo.

"Dimmi" aveva risposto Draco guardandola.

Astoria lo aveva guardato dritto negli occhi.

"Ho una bella notizia e una brutta"

Draco si era fermato e l'aveva fissata.

"Dimmi la bella!" Aveva detto.

"Aspetto un figlio. Ed è tuo"

Draco aveva spalancato la bocca, incredulo.

"Un bambino?! Davvero?!" Aveva chiesto emozionato Draco e Astoria aveva annuito, ma il suo sorriso non era affatto di felicità.

"La notizia brutta?" Chiese Draco e a quel punto gli occhi di Astoria si riempirono di lacrime.

"Ho un tumore..." aveva detto Astoria e il cuore di Draco era sprofondato.

"Ma..." stava dicendo sentendo gli occhi pizzicare. "Devi curarti. Un figlio lo faremo in seguito, ma ti prego, devi curarti..."

Astoria però stava già scrollando la testa e aveva sorriso.

"Ho deciso di portare avanti la gravidanza... Ho solo un anno di vita... preferisco partorire questo bambino o questa bambina prima di morire.."

Peccato che Astoria fosse morta il tre gennaio, dopo aver dato alla luce il piccolo Scorpius, la notte di capodanno.

Draco era andato in panico quando Astoria era svenuta all'improvviso mentre preparavano la cena. Fortunatamente Draco era abbastanza vicino da essere riuscito ad afferrarla tra le braccia prima che cadesse.

Erano andati in ospedale e i medici lo avevano allontanato. Aveva capito che la situazione era peggiorata e Draco aveva chiamato così la famiglia di Astoria.

Avevano passato la notte del trentuno dicembre in sala d'aspetto. Nessun medico parlava con loro che si erano stretti in un abbraccio. Draco ricordava perfettamente il padre di Astoria e Daphne che piangevano disperati.

Qualche minuto dopo lo scoccare della mezzanotte, un medico era andato loro incontro e aveva annunciato la nascita di Scorpius, ma era nato prematuro ed era stato trasferito in terapia intensiva.

Astoria invece era stata messa in coma farmacologico.

Draco si riscosse dai suoi pensieri cupi quando sentì dei passi alle sue spalle.

Stava cullando tra le braccia Scorpius che si era portato una manina tra le labbra per succhiarla quando il biondo sbarrò gli occhi, notando chi aveva davanti.

"Draco?"

NOTE: Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento, un messaggio privato, in bacheca o dove volete insomma! :) Grazie mille ❤ ~Galaxy~

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