EPILOGO OLIVER/CHARLIE

Dieci anni dopo....

Charlie venne svegliato da un movimento e allungò la mano verso l'altro lato del letto, incontrando la spalla di Oliver.

"Ho sonno..." borbottò il castano, infilando la testa sotto il cuscino.

"Anche io, ma sai che dobbiamo andare di là a controllare quei due...." Borbottò Charlie con un sospiro.

"Lasciamoli in pace. Tanto se glielo impediamo lo fanno a prescindere..."

"Sai che poi Hermione ci ammazza, vero?" Disse Charlie e Oliver si alzò sui gomiti per guardare l'uomo steso accanto a lui.

"Hanno diciotto anni, prima o poi finiranno per scopare, non dobbiamo essere noi ad impedirglielo..." disse Oliver posando la testa sul suo petto.

Il drago del tatuaggio magico di Charlie, che stava dormendo sulla spalla, alzò la testa infastidito e guardò il castano.

"Hey, che vuoi?" Disse imbronciato il castano parlando con il tatuaggio e Charlie rise.

"Dopo dieci anni ancora che litighi con il mio tatuaggio?"

"Ogni volta che mi scopi sto drago mi fissa e vado in paranoia..." borbottò Oliver, facendo una linguaccia al Drago che si mosse sinuoso verso il fianco di Charlie.

"Ma se ti ecciti come un maiale ogni volta..." disse Charlie afferrando la mano che Oliver aveva posato sul suo ventre, portandola alle labbra per baciare il dorso.

"Veramente sei tu mentre mi scopi che mi eccita..." disse Oliver sorridendo dolcemente quando Charlie accarezzò con le labbra la fede d'oro che Oliver aveva al dito.

Charlie aveva chiesto ad Oliver di sposarlo un attimo prima che lo portassero in sala operatoria.

Da quel giorno erano passati nove anni, avevano adottato Thor e i tre vivevano insieme felici più che mai.

Da sei mesi, però, Thor aveva iniziato a frequentarsi con Hugo Weasley, il figlio minore di Hermione, ma non avevano detto niente ai genitori e quindi stavano da Oliver e Charlie che li controllavano.

Charlie sorrise e sovrastò con il proprio corpo quello di Oliver che guardò il marito con occhi pieni di amore.

Gli portò dietro l'orecchio una ciocca rosso fuoco di capelli che gli era caduta in avanti e poi si sporse per baciargli le labbra.

Charlie spinse i fianchi contro quelli del marito che sospirò e gli circondò le spalle con entrambe le braccia.

"Ti amo.." gli disse guardandolo negli occhi.

"Ti amo anche io.. vorrei davvero fare l'amore con te ma dobbiamo andare a controllare i ragazzi prima che sia troppo tardi..."

Oliver sbuffò quando Charlie si sollevò dal suo corpo e si alzò.

Il rosso percorse il corridoio e si affacciò in salotto, trovando il divano letto vuoto e con le coperte sfatte.

Stringendo i pugni, si diresse come una furia nella camera di suo figlio Thor, spalancando la porta senza avvisare.

Trovò Hugo con la coperta fino al mento e le gambe sollevate.

Sussultò, spaventato.

"Zio, ma sei impazzito?!" Disse il ragazzino, la sua fotocopia.

Charlie assottigliò lo sguardo.

"Thor! Esci da li!" disse e Hugo sbarrò gli occhi.

"Th-thor non è qui..." disse il ragazzino a disagio mentre Oliver entrava nella stanza, posando una mano sullo stipite.

"Hugo. Il tuo letto è in salotto, alzati!" Disse il castano avvicinandosi al nipote, strattonandolo per un polso.

Hugo strinse con forza la coperta al petto.

"No! Zio, aspetta!" Disse con voce acuta il rosso e Thor uscì a quel punto da sotto le coperte, fissando male i suoi genitori.

Hugo gemette imbarazzato.

"È inutile che mi insulti mentalmente, sai che ti sento!" Abbaiò a suo padre Charlie che era rimasto in silenzio al centro della stanza.

"Ti meriti due schiaffi!" Disse Oliver ignorando Hugo che stava cercando di afferrare i boxer sotto le coperte.

"Zio! Almeno fammi coprire!" Disse il rosso avvampando e Charlie notò l'erezione rosa fare capolino da dietro la coperta.

Imbarazzato, Charlie si voltò di scatto e imprecò, mentre usciva dalla camera.

Raggiunse la cucina per preparare la colazione e poi si sedette al tavolo, portandosi entrambe le mani tra i capelli lunghi sulla testa, tirandoli dolorosamente tra le dita.

"Ti prego, Obliviami" disse quando sentì qualcuno entrare nella stanza e la porta del bagno chiudersi con un tonfo.

"Te lo meriti" disse suo figlio gettandosi in malo modo sulla sedia accanto a lui. "La smetti di entrare in camera senza bussare."

"Senti. Se l'altro ragazzo non fosse mio nipote te lo lascerei pure fare... ma se Hermione lo scopre scoppia un casino!"

"E dille la verità una volta per tutte! Mi sembra di stare in carcere!"

Charlie si voltò verso il figlio mentre Oliver entrava in cucina, lo sguardo serio.

"Finché vivi qui con noi ti attieni alle nostre regole!"

Thor sbuffò.

"Ho diciotto anni, posso andarmene da questa casa quando voglio!" Disse Thor fulminando suo padre e Oliver sollevò un sopracciglio.

"Tu finché non ti diplomi e ti trovi un lavoro non vai da nessuna parte!" Disse Charlie alzandosi dalla sedia per spegnere il fuoco sotto il caffè e versarlo nelle tazze.

"Ma io ho già un lavoro!" Disse esasperato Thor visto che erano mesi che ci litigava con i suoi genitori.

"Servire caffè nell'area VIP dello stadio del Puddlemere non è un lavoro..."

"Perché no?! Voglio fare il barista! A me non interessa né di lavorare come schiavo al ministero o tanto meno salire su una scopa! Piuttosto me ne vado al College!"

"L'idea mi piace di più..." disse Charlie porgendo al figlio il caffè mentre Hugo entrava in cucina con il volto tetro.

Thor lo seguì con lo sguardo e negò con la testa.

"Smettetela di parlarvi in codice voi due!" Sbottò Oliver che non amava quando suo figlio usava il suo essere legillimens per non parlare.

"Ci avete interrotti sul più bello!" Sbottò Hugo e Thor avvampò portandosi la tazza alle labbra.

"Ragazzi..." disse Oliver, serio posando entrambe le tazze con il caffè sul tavolo. "Io capisco gli ormoni e il fatto di voler essere intimi. Ci siamo passati tutti. Io non voglio fare il guastafeste. Io potrei pure girarmi dall'altra parte e fare finta di nulla, ma abbiamo la responsabilità di controllarvi. Se tua madre scopre che venite qui per fare i piccioncini e noi vi assecondiamo è finita..."

"Beh, potete mentire! Tanto lo sa che resto qui a dormire! Se lo faccio sul divano o nel suo letto che ve ne frega? Avete paura per le malattie? Ho la valigia con tre scatole di preservativi che non vedo l'ora di usare!"

Thor cominciò a tossire e Charlie, senza staccare gli occhi da Hugo, allungò una mano per posarla sulla schiena e dargli dei colpetti per aiutarlo a respirare.

"Hugo, perché non ne parliamo?"

"No! Mi sono stancato di pomiciare con te! Voglio andare oltre! Voi potete lasciarci la casa libera per.. che ne so? Un'ora?"

"Scordatelo!" Disse Oliver indignato.

"Andate a fare la spesa! Ci andate insieme, noi facciamo quello che dobbiamo e siamo tutti contenti..."

"Ed io spiffero tutto a tua madre..." disse Oliver.

"E quanto ci scommetti che ti ritrovi senza lavoro?" Ringhiò Hugo.

"Amore!" Disse Thor e Hugo si voltò verso di lui.

"Papà... in effetti... due coccole vorrei farle... potete andare a fare la spesa, noi esploriamo e dopo non vi diciamo più niente! Facciamo i bravi..."

Oliver si portò una mano sulla faccia.

"No!" Disse.

"Papà!" Esclamò Thor con gli occhi sbarrati.

"No... nel senso che è peggio se provate e poi smettete. O non provate in alcun modo o dopo aver provato non riuscite più a smettere..." continuò Oliver avvampando.

Hugo e Thor si guardarono.

"Io sto impazzendo... e ringraziate che ve ne sto parlando..." disse Thor arrossendo leggermente sulle guance.

Charlie finì di bere il suo caffè e si alzò dal tavolo allungando una mano per afferrare quella del compagno.

"Andiamo a farci una doccia..." disse rivolto al marito che sbarrò gli occhi nocciola.

"S-sei impazzito?!" Disse balbettando mentre il volto gli diventava rosso fuoco.

Charlie non disse nulla, lo condusse fin dentro il bagno e chiuse a doppia mandata la porta.

"Doccia" disse perentorio sfilandosi la canottiera dalla testa e i pantaloni, restando completamente nudo davanti al marito che stava boccheggiando come un pesce in agonia.

Charlie sorrise e gli strusciò addosso il suo membro eretto, allungando le mani verso la vita del compagno che soffocò un sospiro contro la sua spalla piena di efelidi.

Il maggiore mosse la mano verso le natiche del castano che mordicchiò scherzoso la sua pelle della spalla.

"Ho una voglia di sentirti gridare mentre ti prendo da dietro" gli soffiò all'orecchio Charlie, stringendo il lobo tra i denti mentre accarezzava con indice e medio la piccola apertura del marito che si contrasse eccitata contro le sue dita.

"N-non possiamo... i ragazzi...." Singhiozzò Oliver mordendosi il labbro, gli occhi nocciola serrati.

"Ti voglio..." disse Charlie abbassandogli i pantaloni giù per le gambe. "Vieni in doccia" gli soffiò contro le labbra dopo averlo spogliato completamente.

L'acqua tiepida cadde improvvisa sulle loro teste, appiattendo i capelli.

Oliver sollevò la testa, bagnandosi il volto e rise come un bambino prima che la sua bocca venisse saccheggiata dalla lingua esigente di suo marito.

Oliver strinse le spalle di Charlie con entrambe le braccia, rispondendo con entusiasmo al bacio, accarezzando la lingua del rosso con la propria, strofinando le loro erezioni.

Charlie allungò il braccio verso il bagnoschiuma e lo afferrò, prima di voltare con la faccia contro il muro Oliver.

Il marito lo guardò da dietro la spalla le guance rosse e bollenti.

"Ci sono i ragazzi di la. Prima diciamo loro che non devono fare nulla e poi noi siamo i primi, oh si..." singhiozzò il castano quando Charlie lo penetrò con facilità con un dito.

"Perché noi due siamo sposati e in quanto tali abbiamo degli obblighi..." gli disse Charlie baciandogli la schiena prima di raggiungere la sua bocca.

Lo baciò a lungo mentre infilava un secondo dito e sforbiciava.

Oliver allontanò di scatto la testa da quella del compagno dai capelli rossi e boccheggiò mentre andava incontro alla mano dell'uomo spingendo il sedere all'indietro.

"Ti prego ora!" Lo supplicò Oliver mordendosi a sangue il labbro inferiore per non urlare non appena il rosso entrò nel suo corpo con una stoccata decisa.

"Amo le sveltine sotto la doccia.." disse Charlie con voce roca accarezzando con una mano la coscia sinistra di Oliver.

La mosse verso il basso e gliela sollevò, trovando un'ottima angolazione.

Oliver lanciò un grido che venne prontamente divorato da Charlie.

I due si amarono in modo passionale, l'acqua tiepida che continuava a scrosciare sui loro corpi uniti, rendendo l'amplesso ancora più spettacolare.

Bastarono poche spinte prima che Oliver raggiungesse il piacere, che schizzò sul dorso della sua mano e sulla parete di vetro trasparente della doccia.

Posò stremato la fronte contro il vetro appannato mentre Charlie dava le ultime spinte nel suo corpo, le dita che stringevano e affondavano nei fianchi morbidi prima di seppellirsi completamente, riempiendolo con il suo seme caldo.

Charlie si accasciò contro la schiena del marito, il respiro spezzato e il fiato bollente che gli stuzzicava la pelle sensibile sotto l'orecchio.

"Ti amo da impazzire" disse Oliver con un sorriso.

"Mai quanto ti amo io..." disse Charlie stringendo la vita del marito mentre muoveva i fianchi all'indietro, uscendo da Oliver che sussultò leggermente.

"Ti ho fatto male?" Chiese Charlie trascinandolo sotto il getto completo di acqua mentre lui afferrava la spugna per insaponargli il corpo.

"Sto bene..." disse Oliver prima di abbassare lo sguardo sulla mano del marito che lo lavava.

Amava quando Charlie si prendeva cura di lui.

Chiuse gli occhi e si abbandonò alle sue carezze, posando la testa sul vetro alle sue spalle.

Quando uscirono dal bagno, Hugo e Thor non erano più in cucina.

"Voi due. Uscite immediatamente!" Disse Charlie aprendo senza bussare la porta, trovando i due ragazzi sul letto abbracciati.

E completamente vestiti.

Charlie li fissò e poi uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta e raggiunse Oliver in camera da letto per prepararsi ad uscire.

Dieci minuti dopo Charlie afferrò le chiavi dell'appartamento mentre usciva mano nella mano con Oliver.

"Non fate cazzate" disse il rosso guardando severo Thor che aveva il braccio attorno alle spalle di Hugo.

"Secondo te stiamo facendo una cazzata?" Chiese Oliver mentre spingeva il carrello per i reparti del supermercato.

"Stiamo solo permettendo ai ragazzi di fare quello che noi due abbiamo sempre fatto. Esplorare i nostri corpi..." disse Charlie accarezzandogli la schiena con la mano.

Charlie sentiva la sua paura di commettere un errore e di rovinarsi la reputazione con il suo capo, Hermione Granger-Weasley.

"Si, ho capito ma... se non lo hanno mai fatto sarà semplice cercare di non toccarsi... una volta provato poi diventa una droga... e che facciamo? Ce ne andiamo via ogni singola volta che vogliono fare cose come in questo caso?" Chiese Oliver mentre si fermava davanti alla panetteria.

"Vuoi una torta?" Chiese Charlie abbassando lo sguardo.

"Me la merito, no?" Disse Oliver allungando la mano verso una torta con crema, mela e cannella.

"Sei l'uomo migliore del mondo. E... non ce ne andremo di casa ogni volta, ma non puoi negare che il nostro frigo fosse completamente vuoto. Dovevamo fare la spesa o oggi non mangiavamo nulla per cena..."

Oliver sospirò infilando la torta nel carrello.

"Non stiamo troppo fuori, o rischiamo che facciano qualche cazzata. Due coccole possono starci, ma oltre... no. Non in casa mia!" Disse il castano spingendo il carrello.

Charlie sorrise e annuì avvicinandosi alle casse.

Giunsero a casa tre quarti d'ora dopo essere usciti e Charlie fece parecchio rumore con le chiavi.

"Ragazzi time out!" Urlò e Thor si alzò dal divano, sul suo volto un broncio.

"Lascia stare, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di limonare..." sbottò il figlio prima di chiudersi in camera sua sbattendo la porta.

Oliver guardò confuso Charlie e poco dopo li raggiunse Hugo che si passò una mano tra i capelli, completamente vestito.

"È meglio se io torno a casa o mia madre comincerà a farsi domande...."

Charlie aggrottò le sopracciglia.

"Perché non avete fatto nulla?" Chiese al rosso che guardò dietro la sua spalla.

"Temo sia colpa mia..." disse una voce e Charlie sobbalzò.

Quando si voltò, riconobbe Harry Potter con le mani affondate nelle tasche della felpa rossa dei Los Angeles Fire che indossava.

"Che ci fai tu qui?" Chiese Charlie sbarrando gli occhi.

Oliver, sentendo una voce sconosciuta, si affacciò alla porta della cucina aggrottando le sopracciglia.

"Che ti porta qui in patria, Potter?" Chiese Oliver che non era affatto felice di aver saputo che suo marito e Harry avevano avuto una storia durata anni.

"Ho litigato con Draco..." disse semplicemente mentre Hugo entrava nel camino e spariva dopo aver gettato la polvere volante.

Charlie alzò gli occhi al cielo.

"È una tattica per farsi portare a letto..." disse tranquillo mentre entrava in cucina e posava le buste della spesa sul tavolo.

Oliver lo fulminò con lo sguardo.

Alla fine aveva scoperto pure della storia di solo sesso con Draco Malfoy prima che Charlie si trasferisse in Inghilterra per allenare il Puddlemere.

"Questo lo so... però... volevo... chiedergli di sposarmi..." terminò la frase Harry e Charlie si voltò talmente tanto velocemente che il suo collo fece un suono parecchio strano.

"Eh?" Chiese Charlie guardandolo.

"Ho intenzione di chiedere a Draco di sposarmi..." ripeté Harry.

"A Draco basta essere sbattuto per perdonarti..."

"Lo so, infatti appena tornerò a casa farò sia una cosa che l'altra. Io amo Draco e.. è l'uomo della mia vita. L'uomo con il quale voglio passare il tempo..." disse Harry guardando Charlie.

"Non potevi comunicarcelo tramite gufo?" Chiese Oliver incrociando le braccia davanti al petto.

"Devo ancora comprargli un anello, speravo volessi accompagnarmi..." disse Harry arrossendo appena.

"Si. Ma più che un anello di fidanzamento gli farebbe di più piacere un cockring..." disse Charlie ridacchiando.

"Non gli piace più quel genere di cose..." disse Harry e Charlie trattenne a stento un sorriso.

"Beh dopo aver preso un manico di scopa nel culo ci credo..." disse Oliver, la gelosia dipinta sul volto.

Harry sussultò e Charlie avvampò.

"Olly!" Disse il marito e Harry sbarrò gli occhi.

"Draco? Tu hai infilato un manico di scopa nel culo del mio ragazzo?" chiese scioccato Harry prima di ridere. "Ecco perché una volta mi ha supplicato di sdoppiarmi per farsi scopare da due me!"

Oliver alzò gli occhi al cielo mentre Charlie diventava dello stesso colore dei capelli mentre si alzava in piedi.

"Credo che sia arrivato il momento di andare a cercare un anello..." disse Charlie spingendo Harry in salotto.

"Sei un angelo" disse Harry con un sorriso.

"Il mio angelo!" Disse Oliver raggiungendo i due in salotto.

Afferrò il volto di Charlie tra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra.

"Torna presto, ho voglia di dimostrarti a chi appartieni..." sussurrò poi al suo orecchio, prima di spingere il marito verso il camino.

Quando i due uomini uscirono di casa, Oliver entrò in camera di Thor.

"Tu stasera vai a dormire da Hermione..." disse prima di preparare il pranzo con un sorriso felice sulle labbra.

FINE.

PS: il 25 ottobre 2022 ho scritto il seguito di questa storia, dedicando una long intera solo ed esclusivamente alle vicende sentimentali di Thorfinn e Hugo.
La storia si chiama: EVERYTHING BUT MINE.
Galaxy ✨

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