2. DRACO
Draco era spaparanzato sul divano, il morbido accappatoio adesso aperto sul suo corpo nudo, ma non si premurò di coprirsi, tanto era da solo a casa.
Era passato un solo giorno da quando si era trasferito in quell'appartamento e già Draco si stava annoiando a morte.
Poteva guardarsi un film o guardarsi un programma alla TV ma ultimamente quelle cose non lo interessavano più perchè gli ricordavano Finbar.
Era lui quello fissato con tutti quegli aggeggi babbani.
Era stato per colpa dei social se lui era arrivato a tradirlo...
Veramente eri tu che non ti facevi più scopare da mesi, che ti aspettavi? Che si sparasse una sega? Gli disse la coscienza.
"Beh, piuttosto si!" Sbottò ad alta voce Draco sedendosi sul divano.
Merda.
Era messo così male che ora parlava pure da solo.
Draco si passò entrambe le mani sul volto sbuffando infastidito.
Per quanto aveva intenzione di andare avanti con quella storia?
Doveva cercare di dimenticare il giocatore e andare avanti con la sua vita.
Sembrava semplice, la sua vita e il suo cuore erano rimasti in Irlanda, la patria dei Ballycastle Bats.
Potresti sempre rifarti una vita a Los Angeles... Il tuo allenatore non é affatto male...
No. Charlie Weasley non era affatto male. Quei muscoli del petto così grossi...
Per Draco era stata una fatica immane non farsi beccare a sbavare.
Quando poi lo aveva fermato subito dopo la conferenza, Draco avrebbe tanto voluto posare i palmi su quel muro di carne per verificare se le sue fantasie erotiche erano reali o meno.
Draco sospiró e andò in camera da letto.
Afferrò la valigia nera ed estrasse dalla tasca interna una rivista di Quidditch Illustrated dove c'era un servizio sull'allenatore dei LA FIRE.
Draco non lo aveva nemmeno letto, troppo intento a sbavare sulle foto dell'uomo completamente bagnato che guardava dritto nell'obiettivo del fotografo, le parti intime celate dietro un bolide che teneva tra le mani, lo sguardo sexy, gli occhi azzurri si intravedevano dalle palpebre chiuse a mezz'asta, i capelli rossi tenuti sciolti sulle spalle, rivoli di acqua che scorrevano dalla sua fronte giù lungo il petto gonfio e villoso.
I capezzoli turgidi rosa si ergevano deliziosi e Draco si era masturbato quasi a sangue solo fissando quei bottoncini di carne.
Si immaginava mentre faceva scorrere la punta della lingua, prima di accoglierla tra le labbra e succhiare.
Draco adorava quando glieli stimolavano con le dita, la bocca e la lingua e non si faceva problemi a dirlo ai suoi amanti.
O giocavano con i suoi capezzoli o lui non si sarebbe acceso.
Draco aprì la rivista, portandosi una mano tra le gambe, accarezzandosi il membro che si stava pian piano risvegliando.
Draco chiuse gli occhi gemendo piano.
Cazzo, si era fatto una sega da poco sotto la doccia, perché doveva di nuovo avere il cazzo sveglio?!
Sarebbe morto prima dei trent'anni se continuava a quel ritmo.
Le seghe non lo appagavano. Lui voleva un cazzo piantato su per il culo, non la sua mano.
Non aveva più sedici anni, per la miseria!
Ma era anche vero che non sapeva nemmeno dove andare per conoscere qualcuno con cui fare sesso!
Gli unici posti che conosceva erano la palestra e il campo di Quidditch.
Boh, poteva provare ad andare in palestra.
Poteva sfogarsi lì invece di farsi venire i calli sui palmi.
Le mani gli servivano per tenersi sulla scopa, non poteva rovinarsele.
E poi aveva già speso quasi cinquecento galeoni prima di partire per farsi una manicure, pedicure e ceretta.
Sbuffando si alzò e raggiunse l'armadio da cui tirò fuori una tuta.
Dopo essersela infilata raggiunse il salotto da cui si materializzò nella via dove si trovava il centro sportivo dei Fire.
Dopo aver parlato con una delle guardie all'ingresso, Draco ricevette una busta su cui c'era scritto un incantesimo per poter accedere alla palestra.
Draco ringraziò l'uomo e quando raggiunse gli spogliatoi vide che erano vuoti.
Molto meglio.
Draco amava allenarsi da solo.
Trasfigurò i suoi abiti in quelli per la palestra e raggiunse la sala pesi.
I suoi occhi grigi si illuminarono felici. Aveva passato un sacco di tempo tra quegli attrezzi dopo la rottura con Finbar e ora che si trovava a casa raggiunse la panca per i pettorali.
Sì sedette e si osservò allo specchio, passandosi poi una mano tra i capelli platino per portarsi alcune ciocche all'indietro.
Dato che era da solo si sfilò la maglia e si passò una mano sul petto, accarezzandoselo.
Amava guardarsi allo specchio, era un narcisista del cazzo.
Mentre era perso a sbavare per il suo corpo, vide un movimento alle sue spalle e sollevò lo sguardo.
In piedi, dietro di lui c'era il suo allenatore che lo fissava.
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