7.
Harry rimase in silenzio guardando Draco. Il suo cuore perse un battito e il moro abbassò lo sguardo sul suo piatto.
“C-come sai di Neville?” Chiese.
“Ho visto l'altare in giardino… è morto?” Chiese Draco.
Harry sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
“Non mi va di parlarne…” disse Harry stringendo i pugni.
“Era come me? Uno schiavo?” Chiese Draco, curioso.
“Ho detto che non mi va di parlarne!” Disse Harry alzandosi, una lacrima che scivolava maledetta sulla sua guancia.
Draco lo guardò e si alzò a sua volta.
“Io ci sono per te, Harry. Non trattarmi come se non avessi sentimenti. Io capisco tutto quello che dici. E ricordo pure quello che prometti…” disse Draco.
Harry lo guardò in silenzio e poi cominciò a parlare.
“Neville era il mio compagno. Siamo stati insieme quasi cinque anni. Neville era uno di quegli schiavi che aveva bisogno ne qualcuno gli dicesse ogni ora cosa fare oppure si perdeva. Una volta sono andato all'estero al lavoro e mi sono dimenticato di dirgli che poteva mangiare e comportarsi normalmente. Quando sono tornato a casa dopo il viaggio di lavoro l'ho trovato morto. Ed è solo colpa mia. Lui lo diceva sempre che aveva paura di perdere il controllo ma io non gli ho dato molto peso. Quindi se lui è morto è colpa mia…” disse Harry con la testa bassa e gli occhi pieni di lacrime.
“Non è colpa tua, Harry. Non è colpa di nessuno…” disse Draco posandogli una mano sulla schiena.
“E invece si! Me lo ripeteva ogni giorno che voleva che qualcuno gli dicesse come comportarsi ed io non l'ho mai ascoltato!”
Draco negò con la testa e gli strinse il volto tra le mani.
“Non è così, Harry. Io… ne ho viste un sacco di persone così quando ero rinchiuso nel bordello. Sono ragazzi che vogliono stare al centro dell'attenzione e farti avere i sensi di colpa se ti dimentichi di loro. Noi siamo esseri umani. Sappiamo comportarci secondo i nostri pensieri e modi di fare. La gente che si comporta in quel modo, è perché non vuole pensare alle conseguenze e non vuole assumersi alcuna responsabilità. Ne ho visti un sacco di schiavi così. Non devi sentirti in colpa. Io non sono così. Io sarò il tuo schiavo solo quando me lo chiederai e ho già capito da tempo perchè ti preoccupavi affinché io mangiassi. Ma puoi stare tranquillo. Dopo quello che hai fatto per me non ho alcuna intenzione di andarmene via….” Disse Draco sorridendo e baciandogli dolcemente le labbra.
Harry lo guardò con gli occhi pieni di lacrime.
“Giuramelo…” disse il moro guardandolo in faccia.
“Te lo giuro. Però… tu dimmi che manterrai le promesse che fai…” disse Draco abbassando la testa.
“Mi dispiace Draco, so che ti avevo promesso un bagno ma sono davvero esausto, non vedo l'ora di dormire…” disse Harry accarezzandogli le braccia. “Domani però è sabato ed io ho tutto il weekend libero. Sarò completamente tuo per due giorni interi…”
Draco sorrise e annuì.
“Va bene” disse Draco prima di allontanarsi. “Harry…” disse voltandosi verso il modo che alzò lo sguardo su di lui.
“Si?”
“Chi erano quelle persone in compagnia di Alexander?” Chiese Draco.
Harry alzò le spalle.
“Semmai dovresti dirmelo tu…”
Draco negò con la testa.
“Non ne so nulla. A scuola era sempre da solo e pensava alle costellazioni…” disse Draco aggrottando la fronte.
“Non mi interessa chi sono i suoi amici, a me interessa che ti abbia privato della tua maledizione e sei tornato ad essere un ragazzo meraviglioso…” disse Harry con un sorriso.
Draco aggrottò le sopracciglia.
“Come fai a sapere che ero un ragazzo meraviglioso?” Chiese il giovane e Harry alzò le spalle.
“Lo sei e basta. E non mi interessa come ti chiamavano a scuola. Non sei più un ragazzino, sei uno splendido giovane uomo con il quale vorrei passare il resto della mia esistenza.
Draco non disse nulla ma si limitò a sorridere.
“Giurami che non infrangerai mai questa promessa…” disse il biondo.
“Mai” disse serio Harry. “Ti resterò sempre accanto”
Draco tirò su con il naso mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
“Mio padre mi ha rovinato la vita” disse prima di allontanarsi, lasciando da solo Harry al centro della sala da pranzo.
~*~
Draco era raggomitolato sotto le coperte del suo letto quando sentì la porta della sua camera aprirsi.
Stupito, sollevò la testa dal cuscino.
“Sono io” disse la voce di Harry mentre entrava nella stanza e poi chiudeva la porta dietro di sé.
Draco si mise a sedere nel letto.
“Perché sei qui?” Chiese il biondo mentre Harry scostava le coperte e si infilava nel letto.
“Perché ti ho già detto che non ho intenzione di passare altro tempo lontano da te. Sono stato più di un mese a dormire da solo, ora non lo permetterò più…”
Draco lo guardò e dopo aver sorriso gli baciò le labbra e posò la testa sul suo petto prima di cadere addormentato.
Il mattino dopo quando si svegliò, era da solo.
Si guardò attorno e dopo aver chiamato Harry, senza alcuna risposta, si alzò dal letto e uscì dalla camera stropicciandosi un occhio grigio.
Andò in cucina e trovo questa volta Harry intento a preparare la colazione.
“Buongiorno” disse Draco e Harry si voltò.
“Buongiorno a te! Cinque minuti e la colazione è pronta. Volevo portartela a letto…” disse Harry con un gran sorriso, ma Draco lo sentì come se fosse ovattata, i suoi occhi erano puntati sui boxer dell'uomo da cui si intravedeva la forma del suo membro.
Draco si leccò le labbra. Aveva una voglia matta di buttarsi in ginocchio e succhiarglielo.
“Va tutto bene?” Chiese Harry preoccupato.
Draco spostò lo sguardo su di lui e poi annui, in silenzio.
Harry lo fece sedere e gli serví subito dopo nel piatto uova strapazzate e salsicce.
Draco attese che Harry si sedette al tavolo prima di infilzare una salsiccia.
Harry si portò alle labbra le uova e mentre masticava sollevò lo sguardo sul biondo che attese quel momento per portarsi la salsiccia alle labbra.
Invece di morderla, la prese tra le labbra e incavó le guance, senza mai smettere di fissare Potter che deglutí a vuoto, gli occhi smeraldo luminosi.
Draco socchiuse gli occhi e continuò a succhiare la salsiccia prima di morderla con i denti e cominciare a masticare.
“Hai intenzione di uscire oggi, Draco?” Chiese Harry con voce roca.
“Non saprei… dove vuoi andare?” Chiese Draco con naturalezza.
“Ti chiudo in camera e non ti faccio più uscire finché lunedì mattina non torno al lavoro…” ringhiò Harry e Draco sorrise.
“È un'idea meravigliosa. Puoi sempre cominciare con il bagno che mi dovevi fare ieri…” disse il biondo con noncuranza.
Harry ringhiò e si portò una mano tra le gambe per sistemarsi il membro già duro nei boxer ormai troppo stretti.
“Ieri sera ci stavo pensando” disse Draco infilzando le uova.
“A cosa?” Chiese Harry dopo aver recuperato un po' il controllo.
“A quegli amici di Alexander. Quello vestito di rosso mi ha chiamato papà!” Disse scocciato Draco giocherellando con le uova nel piatto. “Ma io non ho figli! Ho solo vent'anni!”
“Magari glielo ricordi…” disse Harry e Draco lo fulminò con lo sguardo.
“Non sono così vecchio! Quel ragazzo aveva la mia età se non addirittura più grande!”
“Forse voleva solo farti uno scherzo…”
Draco si rabbuió.
“Sai? Per un momento ci ho creduto… mi assomigliava davvero. Ma anche se Astoria, la mia ex fosse rimasta incinta quel bambino non avrebbe più di cinque anni…”
Harry sollevò lo sguardo dal piatto per puntarlo su di lui.
“Come, scusa?” Chiese Potter, scioccato.
Draco sospirò.
“Prima di… cominciare a fare sesso con mezza scuola mi vedevo con questa ragazza, Astoria. Lei era più grande di me di due anni. All'inizio mi trattava come un cucciolo, mi coccolava e mi baciava in continuazione poi dai quattordici anni in su è diventata più insistente e ha cominciato a parlarmi del sesso, se la trovassi attraente e tutte quelle cose lì. Ma… non ero molto interessato alle relazioni, così le ho detto di sì perché non volevo che lei mi lasciasse. Ha così cominciato a dire a tutta la scuola che io e lei eravamo fidanzati e molto spesso chiamava una sua amica, Pansy mi pare, con cui mi faceva palpare o io dovevo toccare lei. A quindici anni non si è più limitata a farmi toccare da Pansy ma ho cominciato a fare sesso con entrambe, finché durante le nostre feste nei dormitori non ho conosciuto il battitore della nostra squadra e, complice anche il Whiskey Incendiario portato illegalmente, mi sono ubriacato e l'ho baciato. Lui mi ha respinto, Astoria l'è venuto a sapere e da quel giorno mi ha dato il soprannome di “Cagna di Serpeverde”
“È una cosa orribile…” disse Harry sbarrando gli occhi smeraldo.
Draco si strinse nelle spalle.
“Da quella volta molti ragazzi mi hanno fatto avances e mi hanno scopato. Sai che non so con chi ho perso la verginità? Mi sono trovato un sabato sera nella Sala Comune con tutti questi ragazzi nudi ed eccitati… mi sono saltati addosso…”
Harry guardò preoccupato Draco.
“Ti hanno violentato?” Chiese allafmandosi.
Draco si grattò il mento.
“N-no. Almeno… non penso fosse violenza. Certo. Non ero felice di trovarmi lì con quei ragazzi nudi ma alla fine il mio corpo ha risposto da solo e… le cose sono andate avanti da sole. Ho capito che il sesso con gli uomini mi piaceva di più e quando l'ho detto ad Astoria lei… lo ha detto a suo padre che poi lo ha detto al mio e… sai cosa mi è successo…” disse abbassando la testa, le guance che diventavano rosse.
Harry lasciò andare la forchetta nel piatto e si alzò dalla sedia per andare da Draco e stringerlo tra le braccia.
“Mi dispiace. Capisco il motivo per cui non ti fidi delle persone. Le uniche che avrebbero dovuto volerti bene ti hanno tradito… ma… Draco… guardami, ti prego. Io non sono così. Io non ho alcuna intenzione di tradire te e la tua fiducia. Io cerco qualcuno da amare e voglio che sia tu.”
Draco sorrise mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Harry si abbassò su di lui e coprì le sue labbra con le proprie.
“Che ne dici di quel bagno?” Chiese Harry accarezzandogli le guance bagnate con i pollici prima di trascinare il biondo in bagno con lui…
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