Capitolo extra
POV DRACO
Due anni dopo.
"Ce l'avete del rosmarino?"
Quel ragazzino mi stava facendo dannare, era da più di mezz'ora che gironzolava nel negozio prendendo cose dai scaffali che poi puntualmente dovevo rimettere a posto, ed ora mi stava davvero chiedendo del rosmarino?
"Se non te ne sei accorto il supermercato è più avanti" risposi secco, guardando di nuovo l'orologio. Era quasi l'orario di chiusura, non vedevo l'ora di tornare a casa, e soprattutto quella non era la serata giusta per fare tardi.
"Le foglie di rosmarino servono in molte pozioni invece!" Ribatte' quello con fare saccente.
"Quelle sono le foglie di alloro ignorante!" esclamai per poi dargli uno scappellotto sul coppino "Ma cosa vi insegnano a Hogwarts?! Ai miei tempi se avessi fatto un errore del genere il professor Piton mi avrebbe rinchiuso negli scantinati per mesi..."
"Il professor chi?!"
"Lascia perdere" sbuffai esasperato "Ti serve altro?" chiesi mettendo qualche foglia di alloro all'interno di un barattolo.
Il ragazzo scosse la testa, acciuffò il suo acquisto, porgendomi alcune monete e poi lasciò il negozio.
In tempo zero chiusi la cassa, mi misi la giacca e mi precipitai fuori. Mormorai qualche incantesimo di protezione per tenere alla larga i furfanti e mi preparai per smaterializzarmi.
Ogni volta che volgevo lo sguardo sull'insegna sopra all'entrata, il mio cuore si stringeva un pochino per l'emozione che provavo. Alla fine la signora Perkins mi aveva ceduto la sua attività, ed io avevo portato avanti il suo operato apportando anche qualche miglioria.
Nel giro di poco il mio negozio era diventato famoso fra tutti gli studenti di Hogwarts ed anche ai maghi già in carriera, per la vasta qualità dei miei materiali per pozioni, e distillati che preparavo io stesso: rimedi contro la sonnolenza, per ridurre la fame, per la perdita dei capelli, per aiutare la memoria, qualsiasi cosa mi chiedevano, io trovavo la soluzione.
E quando preparavo qualcosa di nuovo, ringraziavo quei sei mesi passati in giro per il mondo, a conoscere nuove culture e nuove usanze, e mi ripetevo che tutto sommato allontanarmi da Londra mi era servito.
Avevo viaggiato molto, conosciuto gente ovunque, sia maghi che babbani, dormito in mezzo alla strada o in casa di qualcuno disposto ad accogliermi. Avevo fatto anche un sacco di lavori per guadagnarmi qualcosina, dal vendere giornali porta a porta, a raccogliere patate nei campi.
Eppure il mio pensiero era sempre e solo lo stesso: tornare da Harry. E quando finalmente realizzai che nessun posto al mondo mi avrebbe fatto sentire a casa se non di fianco a lui, tornai indietro.
Ed ero a dir poco terrorizzato perché nonostante riuscissimo a sentirci ogni tanto, niente mi dava la certezza che una volta tornato, tutto sarebbe stato come prima. Ma quando mi trovai davanti ai suoi occhi, per la prima volta dopo tutto quel tempo, capii che niente era cambiato.
Lui era sempre lì, ad aspettarmi, e mi lasciò senza fiato quando alla fine quel ti amo me lo disse per primo.
Sorrisi a quel ricordo, e con un briciolo di gioia in più mi smaterializzai a casa.
•••••
Non appena varcai la soglia dell'ingresso avvertii immediatamente delle urla isteriche.
Ci provai davvero a non ridere, ma mi fu praticamente impossibile: Harry era chinato davanti al seggiolone, mentre tentava di far magiare a Hugo la pastina col formaggino, e questo puntualmente si rifiutava di aprire bocca, e quando lo faceva, risputava tutto nel piatto.
Harry era sull'orlo di una crisi di nervi, ed ora stava facendo delle facce buffe per cercare di far ridere il piccolo e invogliarlo così a mangiare.
"Per l'amore di Merlino finalmente sei arrivato!" esclamò esasperato mollandomi il piatto in mano "Provaci tu, con me non ne vuole sapere!"
Gli lasciai un lieve bacio sulle labbra, prima di prendere una sedia e sedermi davanti il bambino.
Hugo era il figlio Ron ed Hermione, il nostro nipotino adottivo, stravedevo per lui. Coi genitori non ero mai andato particolarmente d'accordo ma con quel bambino avevo avuto una sintonia sin da subito.
Per questo quando ogni tanto quei due si concedevano qualche uscita, lasciavano che me ne prendessi cura, come quella sera.
"Ma ciao amore mio, guarda qui come sei tutto sporco, lo zio cattivone non ti ha nemmeno pulito, non si fa, no, no, no!" cantilenai mentre il piccolo prese a ridacchiare.
"Hey! Non dirgli così, che poi non vuole più stare con me!" mi riprese Harry affranto.
"Tanto lo zio preferito sono io, non è vero piccolino?"
"Zio!" rispose quello, aprendo la bocca e iniziando a mangiare come se nulla fosse.
"Visto? Con me mangia."
"Ti odio."
"Non è vero mi ami."
"Si è vero ti amo ma in questo momento ti odio!"
Scoppiai a ridere e finii di dare da mangiare al piccolo, mentre Harry iniziava ad apparecchiare la tavola per noi.
Era passato parecchio tempo ormai, eppure non mi ero ancora abituato con lui, ad averlo sempre intorno, ad essere così domestici.
Avevamo comprato una villetta appena fuori Londra, arredata insieme, e trasferirsi lì era stato niente di più facile. Semplicemente io e lui funzionavamo bene insieme. Ma su questo non avevo mai avuto dubbi.
Mi ero innamorato di lui durante quella convivenza forzata, o forse nel momento stesso in cui mi aprì la porta la prima volta, ma sono convinto che se non avessi risolto i miei problemi, probabilmente non saremmo andati avanti molto.
Avevo troppi sensi di colpa da colmare, e soprattutto avevo bisogno di un' identità che avevo perduto. Era stato terribile, sentivo la sua mancanza in ogni momento, la necessità fisica di averlo vicino.
Furono i sei mesi più lunghi della mia vita ma ne valsero tutti la pena.
Cambiai il pannolino ad Hugo, gli misi il pigiama e me lo cullai un po' fra le braccia finché crollò definitivamente. Lo adagiai nel suo lettino allestito in camera nostra, gli lasciai un bacino sulla fronte e raggiunsi Harry in cucina.
"Dorme?"
Annuii, prima di allacciare le dita nei passanti dei suoi jeans e tirarmelo più vicino. Lo baciai, perché non avevo potuto farlo per tutto il giorno e a me sembrava una tortura.
"Si fredda la cena lo sai?" mi disse senza però lasciarmi.
"Non importa, la riscalderemo, voglio stare un po' con te."
"Sei sempre con me amore..."
"Lo so, ma in questo momento non voglio staccarmi per niente....E se mangiassimo sul divano? Mentre guardiamo un film? E ci imbocchiamo a vicenda?"
Harry scoppiò a ridere "Merlino Draco, mi fai morire quando fai così l'appiccicoso!"
"Non sono appiccicoso" protestai con un leggero broncio.
"Lo sei, e ti amo anche per questo."
E no, neanche fra un milione di anni mi potrei mai abituarmi a sentire Harry pronunciare quelle parole. Lo baciai di nuovo, spostandoci sul divano, accoccolato alle sue braccia, il posto più bello dove stare.
Ritornerò presto, è una promessa (non come quella dei 1D).
TPWK
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