Capitolo 9

Come preannunciato, mi svegliai con la sensazione che un trapano mi stesse perforando il cervello. Mi alzai dal letto, puzzavo da fare schifo ma almeno mi ero spogliato dai vestiti di quella notte.

Mi misi in piedi a fatica, raggiunsi il bagno e mi buttai immediatamente in doccia. Quando il profumo del bagnoschiuma al gelsomino coprì completamente l'odore malsano, mi sciacquai ed uscii dal vano. Mi passai al volo un asciugamano sui capelli e poi me lo legai in vita.

Mi lavai i denti, mandai giù una capsula post sbornia inventata dai fratelli Weasley e poi, ancora gocciolante, ritornai in camera per vestirmi.

Fu proprio quando finii di infilarmi la felpa che un flash mi tornò alla mente. Draco.

Draco mi aveva riportato a casa e poi gli avevo chiesto di rimanere per la notte, ed ora non c'era più.

Mi chiesi se fosse stato solamente un sogno, e quando raggiunsi la cucina quasi cacciai un urlo, perché lui era lì, appoggiato al bancone, mentre sorseggiava del the dalla mia tazza.

"Buongiorno, come ti senti?"

Rimasi come un ebete a guardarlo, non potevo credere ai miei occhi.

"Pensavo te ne fossi andato" balbettai incapace di tenere per me i miei pensieri.

"Non ti avrei mai lasciato da solo in quelle condizioni. Dai siediti, ti ho preparato un po' di yogurt con la frutta fresca."

Solo in quel momento mi resi conto del mio stomaco che brontolava, la capsula post sbornia aveva fatto effetto, per cui mi buttai famelico sulla colazione sedendomi al tavolo.

"Grazie per avermi aiutato" dissi alla fine, consapevole che non ci fosse più nessuna scusa per far rimanere Draco ancora un po'.

E infatti posò la tazza sul bancone, si avvicinò a me, e lasciandomi una lieve carezza sul viso mi disse: "Ora però devo andare, ho alcune cose da sbrigare, passo più tardi per vedere come stai ok?"

Annuii, ancora ammaliato da quella carezza, poi lo vidi recuperare la giacca mollata sul divano ed uscì di casa, non prima di avermi regalato un ultimo sorriso.

E già sapevo che avrei passato la giornata aspettando il suo ritorno.

•••

La mattina volo' in fretta, chiamai Hermione per tranquillizzarla sulle mie condizioni e poi mi feci alcuni toast per l'ora di pranzo.

Con lo stomaco pieno, mi sdraiai sul divano a guardare la tv per poi addormentarmi come prevedibile.

Mi svegliai a pomeriggio inoltrato e di Draco nessuna traccia. Più volte fui tentato di chiamarlo ma non potevo farmi vedere così dipendente da lui, così lasciai perdere, ma lasciando la suoneria accesa nel caso avesse voluto contattarmi lui.

Mi feci un'altra doccia, mi rasai un po' la barba, e quando uscii dal bagno era ormai calata la sera, mi resi conto che Draco non sarebbe più venuto.

Cercai di non rimanerci troppo male, ma a chi volevo darla a bere, ero nervoso, amareggiato, deluso ed anche incazzato con me stesso per provare tutte quelle cose.

Fu per questo che quando suonò il campanello aprii la porta di scatto senza chiedere chi ci fosse dietro, pronto a mandare via qualsiasi persona mi fossi trovato davanti.

Rimasi quindi sbigottito quando davanti ai mie occhi vidi un enorme mazzo di rose rosse e dietro di loro Draco che sorrideva sornione.

Lo lasciai entrare, non capendo cosa stesse succedendo. Lui era bellissimo, un pantalone stretto nero che lasciava un po' scoperte le caviglie ed un maglioncino blu notte che risaltava il candore della sua pelle.

"Chi devi conquistare con quei fiori?" chiesi, perché improvvisamente mi sembrò chiaro che fosse passato perché me lo aveva promesso, ma i piani per la sua serata fossero altri.

"Ti piacciono? Dici che potrebbero funzionare per farmi dire di sì?"

E no, tutto questo era alquanto ridicolo. Non potevo dispensare consigli su come rimorchiare proprio a lui, eppure sembrava davvero in attesa di una risposta, per cui decisi di farmi del male del tutto.

"Si, penso lo conquisterai di sicuro..."

Ed era vero, come non avrebbe potuto, quale uomo gli avrebbe mai detto di no?

"Quindi ci sono riuscito?" mi chiese poi, avvicinandosi di più.

"A fare cosa?"

"A conquistarti."

Spalai la bocca incredulo. Lo osservai di nuovo, vestito così elegante, le rosse in mano, e realizzai che fosse li per me e per nessun altro.

"Tu sei completamente pazzo" mi trovai a dire, perché quella situazione era davvero assurda.

"Sai che novità Potter, allora esci con me o no?"

"Mi stai chiedendo un appuntamento?"
Sentivo il cuore in gola e le mani sudate.

"Un appuntamento si."

E me lo disse sorridendo, con quel ghigno sul volto che era tipico di lui, che mi chiesi come io abbia fatto a resistergli in passato.

Gli presi il mazzo di rose dalle mani e le misi a bagno in un vaso.

"Fiori...Come sei banale Malfoy...Un bel cliché..."

"Lo prendo come un si."

Era ovvio fosse un si, ma non glielo avrei mai detto apertamente, volevo credere di avere ancora in mano le redini della situazione, anche se sapevo benissimo che per quella serata sarei stato completamente a sua disposizione.

•••

Mi sentii un po' a disagio ad uscire di casa con un jeans nero strappato sulle ginocchia ed una vecchia felpa verde bottiglia, ma Draco mi disse che non era necessario nulla di elegante per il posto a cui aveva pensato.

Mi aveva assicurato che avremmo passato la serata a fare "cose noiosamente babbane", per cui non mi stupii quando prendemmo la metropolitana.

Durante il tragitto cercai in tutti modi di spillargli il posto in cui eravamo diretti, ma l'ingrato Serpeverde non demorse. Quando scendemmo alla fermata di Marble Arch, mi venne quasi da ridere intuendo la sua idea.

"Hyde Park Malfoy? Sei davvero così classico? Prima le rose ed ora una passeggiata romantica in un parco al chiaro di luna?"

L'altro per tutta risposta ghignò, e mi trascinò sulle scale mobili per uscire all'aperto, ed una volta fuori mi resi conto che io, nonostante vivessi nella Londra babbana, ancora non ero al corrente di tutte le tradizioni di quella cittadina e che lui invece ne sapesse più di me.

L'insegna del Winter Wonderland si stagliava dinnanzi a noi con tutte le sue luci e colori, ed era vero che eravamo ad Hyde Park, ma quello era l'ingresso per il più grande luna park di sempre.

Rimasi stupito, perché Draco non mi sembrava per niente il tipo di persona che si lasciasse coinvolgere in queste frivolezze, eppure eccolo lì, sorridente come non mai, come un bambino nel paese dei balocchi.

"Allora, ti piace come idea?" mi chiese titubante, perché solo ora mi resi conto di non aver ancora proferito parola.

"È...Meravigliosa..." gli risposi infine, prendendo coraggio e tendendogli la mano.

Lui rimase fermo per qualche secondo, potevo sentire i suoi pensieri arrovellarsi in testa, ma poi parve rilassarsi, e con un lieve rossore sulle gote, mi diede la mano a sua volta.

Il Winter Wonderland era enorme e ne aveva per tutti i gusti, e noi per cominciare decidemmo di sfidarci agli autoscontri.

Draco ebbe qualche difficoltà a guidare la sua macchinina, ed io me la spassai un mondo andandogli continuamente addosso e sentendolo imprecare ogni volta.

Ci perdemmo per un buon quarto d'ora nel labirinto degli specchi, e poi lo convinsi a salire sul carosello. Avrei voluto fargli una fotografia in quel momento.

Facemmo un paio di giri anche sulle montagne russe, ma poi scendemmo entrambi con un colorito tra il verde ed il grigio, così pensammo bene di finirla per un attimo di fare i ragazzini e ci comprammo un bastoncino di zucchero filato.

"Sai, non ero mai stato al luna park in vita mia" mi confessò, rubandomi un po' di dolce e sporcandosi la bocca con lo zucchero.

Rimasi incantato ad osservare quella lingua che si puliva le labbra, e Merlino se avessi voluto farlo io al suo posto.

"Neanche io ci ero mai stato, una volta coi Dursley andai allo zoo e riuscii a liberare un serpente facendo sparire il vetro, prima ed ultima volta che mi portarono da qualche parte con loro."

"Sul serio?!" rise di gusto "Allora è una tua dote naturale quella di cacciarti sempre nei guai!"

"Hey!" gli tirai una gomitata in modo scherzoso "Ero solo un bambino, ancora non sapevo di essere un mago!"

In risposta Draco tirò ancora un morso al mio zucchero filato impiastricciandosi la faccia.

Camminammo per un po' in mezzo ai vari baldacchini, bucai anche qualche palloncino con una pistola e gli regalai un piccolo pupazzo a forma di furetto, e non la prese decisamente bene.

Mi feci perdonare proponendogli un giro sulla ruota panoramica che accettò molto volentieri.

Col vento freddo fra i capelli, i nasi congelati, le guance rosse e ruvide, era piacevole dondolarsi in quella piccola cabina ed ammirare i tetti di  Londra.

Quindi, in quella oasi di tranquillità, non potei fare a meno di pensare che, nonostante stessi passando una serata favolosa, non mi sentivo del tutto rilassato.

Ero tormentato dalle parole che mi aveva riferito al telefono non poco tempo fa, e se davvero lui era convinto di quello che mi aveva detto, non trovavo il senso di quell'appuntamento.

Lo osservai in silenzio, e mi resi conto che lui mi stesse già guardando.

"Lo so cosa vuoi chiedermi Harry, e la risposta non la so..."

Mi sembrava tormentato e dispiaciuto, ma non avrei accettato un semplice non lo so come risposta.

"Invece un motivo deve esserci, altrimenti non saremmo qui."

Si passò una mano fra i capelli, frustrato e poi mi rispose: "Sono solo un po' combattuto ok? Io non so che fare, vorrei andare avanti con la mia vita, come ho sempre fatto, perché devo, ma poi mi basta pensarti anche solo un secondo e tutto va a puttane. Mi dico che non c'è niente di male ad essermi invaghito di te, che posso farlo, ma poi subito dopo penso a tutto quello che ti ho fatto e...Io non ti merito Harry, tu non meriti di stare con uno come me."

Avevo gli occhi lucidi, diedi colpa al vento ma sapevo benissimo che non era quello il motivo. Ci eravamo fermati in alto, le luci della città sotto i nostri piedi. Gli presi una mano, e con una strana lentezza, come se agissi a rallentatore, gli baciai il dorso, sfiorandolo con le labbra.

"Fallo decidere a me questo, fallo decidere a me se ti merito o no, e se dobbiamo parlare di meriti, nemmeno io in passato mi sono comportato in modo cavalleresco nei tuoi confronti, per cui siamo pari no?"

Malfoy sorrise e scosse un po' la testa divertito. Fu quando lo vidi diventare improvvisamente serio che il mio cuore prese a battere furioso carico di aspettative.

Vidi il suo sguardo soffermarsi sulle mie labbra per poi ricadere nei miei occhi. Io rimasi li, fermo immobile, ad aspettare una sua mossa, e quando iniziò ad avvicinarsi credetti di star morire. Il mio cuore, che fino a poco prima sembrava volesse uscirmi dal petto, si arrestò all'improvviso.

So che non era possibile, so che stava in qualche modo battendo, ma quello era l'effetto che mi faceva Draco Malfoy in quel momento. Chiusi gli occhi, e quando iniziai a percepire il sapore dello zucchero rimasto sulle sue labbra, la ruota riprese a muoversi.

Ci separammo immediatamente, scossi da quel movimento improvviso. Un velo di silenzio colmo di imbarazzo scese fra noi, e nessuno dei due fu più in grado di parlare finché scendemmo dalla giostra.

"Che dici, torniamo a casa?" mi chiese poi.

Consapevole che ormai l'atmosfera si fosse rovinata, annuii, ed insieme ci incamminammo verso l'uscita del Winter Wonderland.

Prima di riprendere la metropolitana, entrambi affamati, ci fermammo ad un chioschetto e comprammo un panino stracolmo di roba che di dietetico non aveva nulla.

Il tragitto in metropolitana fu tranquillo, Draco mi chiese come andava il lavoro, e dai suoi occhi lessi tutto il dispiacere che aveva per essere tagliato fuori dalla comunità magica.

Senza neanche accorgermene ci trovammo davanti il portone di casa mia. Malfoy era tornato stranamente silenzioso ed io volevo trovare un modo carino per salutarci che non ci mettesse di più in imbarazzo.

"È stato...Bello, una bella serata, sì..."

"Già..."

Ottimo. Non sapevo più cosa dire, volevo solo aprire quel portone e nascondermi dietro per sempre. Improvvisamente l'asfalto del marciapiede mi sembrava molto interessante.

"Allora io vado..."

"Sì, ok, certo..."

E avete presente quando volete fare una cosa ma poi fate esattamente l'opposto? E vi maledite mentalmente per essere tali idioti? Fu quello che feci io aprendo il portone di casa.

Ma probabilmente il fato si era stancato di metterci continuamente alla prova, e fu sicuramente lui a dare la spinta a quel stupido serpeverde.

Lo sentii mormorare un "fanculo, cazzo" non proprio sottovoce e poi percepii le sue braccia tirarmi indietro. Quando mi voltai verso di lui, le sue intenzioni mi furono ben chiare, per cui non feci altro che avvicinarmi di più, fino a quando fece scontrare, finalmente, le sua labbra contro le mie.

Fu come se non lo avessimo mai fatto prima, le nostre bocche si scrutarono lentamente, studiandone la forma, la consistenza. Le labbra di Draco erano morbide, soffici, succose, e non persi tempo a mordere e succhiare quello inferiore.

Lo sentii trattenere il respiro, per poi avvolgere le sue mani sul mio volto, spingendomi di più verso di lui. La sua lingua scattò fuori, ad assaporare le mie labbra, e poi gli lasciai libero accesso perché avevamo aspettato decisamente troppo.

Portai le mani dietro la sua schiena, stringendolo possessivo, mentre famelico facevo incrociare le nostre lingue senza smettere di mordergli le labbra appena potevo.

Non c'era niente di dolce in tutto ciò, ma era troppa la voglia di assaporarlo per poterci andare piano, e a lui non sembrava dispiacere.

Quando una fine pioggerella prese a cadere, mi resi conto che eravamo ancora in mezzo alla strada. Conclusi a malincuore quel bacio, sentendo già da subito la necessità di ricominciare.

"Ti va di entrare?" glielo chiesi per cortesia, ma ogni centimetro del mio corpo in quel momento bramava il suo.

Draco annuì, così, come per paura che cambiasse idea, lo trascinai dentro.




Quindi Draco si è fatto perdonare?
TPWK

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top