Capitolo 8
Dopo quella telefonata passai la settimana più spenta della mia vita.
L'unica soddisfazione fu che trovammo i ladruncoli del negozio della signora Perkins, e lei, per ringraziarci, ci regalò delle pozioni d'amore. A volte il destino era proprio bastardo.
Ron ne fu felicissimo ovviamente, e non vedeva l'ora di versarlo nel bicchiere di Hermione alla prima occasione.
Fu proprio quest'ultima che una sera mi convinse a raggiungerla alla Gringott per un evento di beneficenza, una raccolta fondi per aiutare le famiglie dei maghi che avevano perso un proprio caro durante la battaglia. Non potevo non partecipare.
Anche se l'evento in sé era a scopo caritatevole, i maghi non potevano rinunciare ad esibire il loro sfarzo. Il grande salone della Gringott era addobbato con una considerevole quantità di candele che illuminavano la grande stanza, banchetti pieni di cibo e bevande, ed elfi domestici che scorrazzavano avanti e indietro per assicurarsi che non mancasse mai niente.
Hermione osservava la scena con un cipiglio infastidito in volto. Era ancora una forte sostenitrice del C.R.E.P.A.
Per un'ora intera fui costretto a intrattenermi col Ministro della Magia, coi folletti, e con i ricchi maghi che sborsavano soldi come fossero noccioline. Anche io ovviamente donai qualcosa.
Fui estremamente felice quando Hermione con una scusa venne a portarmi in salvo da tanta noia. Ci accomodammo a dei tavolini sparsi intorno al salone, cercando quello più appartato di tutti.
Ci riempimmo qualche piatto con un po' di cibo, prendemmo due calici di burrobirra e ci sedemmo.
"Allora" Hermione prese a guardarmi con fare indagatore "Sputa il rospo avanti."
Sollevai le spalle, mangiai la mia tartina, mi leccai le dite per rimuovere l'unto e poi risposi.
"Non credo tu voglia davvero parlarne Mione."
"Oh andiamo, l'ho capito che è successo qualcosa con Malfoy, ed anche se non condivido, sono sempre una tua amica Harry, puoi dirmi qualsiasi cosa."
In realtà lo sapevo benissimo, avevo condiviso con lei cose ben peggiori che confessarle la mia assurda cotta per quel stupido Serpeverde, ma forse avevo bisogno di sentirmelo dire, e una volta che cominciai a parlare, mi sfogai come mai avessi fatto in vita mia.
Le raccontai tutto, dalle farfalle allo stomaco durante il primo bacio dato solo per scherzo, da come Draco si prendesse cura di me in casa, dalla gelosia di vederlo approcciarsi con un altro ragazzo, della nostra cena, di come si fosse rifiutato di baciarmi di nuovo.
E poi della sua sparizione, di come mi sentissi vuoto senza di lui, della rabbia immensa di quando me lo trovai davanti nel bagno del Thai Square Club, e ovviamente della sua chiamata.
Mi sembrò di essermi liberato da un peso enorme, eppure, nonostante quella lieve leggiadria per aver dato sfogo ai miei pensieri, non potevo dire di sentirmi meglio.
"Io non lo so cosa ci trovi in lui Harry" esordi' alla fine la mia amica, stringendomi la mano sopra al tavolino "Ma evidentemente qualcosa di buono tu lo hai trovato, altrimenti non staresti così. Se sei sicuro dei tuoi sentimenti, allora combatti, non puoi lasciar perdere così...Chiamalo."
Sentimenti. Non ero per niente sicuro di quelli, affatto, ero decisamente confuso e sopraffatto dalla situazione, però mi mancava. Quella era la semplice verità.
"Non posso" mi alzai dalla sedia, aggrappandomi al tavolo per un lieve capogiro e maledicendomi per aver bevuto 4 boccali di burrobirra "È stato molto chiaro con me, non vuole cambiare, quella è la sua vita e gli sta bene così."
"Grazie Mione, è stato bello parlare con te" le dissi prima di abbracciarla.
"Te ne stai andando?"
"Sì, non ne posso più di questo posto, ci vediamo a lavoro."
"Sicuro di farcela? Posso accompagnarti se vuoi..."
La mia marcia non era per niente stabile, mi sembrava di fluttuare leggero nell'aria e non ero sicuro di quanto le mie gambe mi avrebbero retto ma...
"Me la caverò" risposi, prima di camminare furtivo fuori dalla Gringott sperando che nessuno si accorgesse di me.
•••
Non seppi neanche come ci arrivai, ma in un piccolo momento di lucidità mi resi conto di trovarmi nella prima via babbana dopo Diagon Alley.
La strada era buia, illuminata appena da alcuni lampioni la cui luce era tremolante. Nonostante l'ora tarda, alcune persone passeggiavano tranquille incuranti del freddo penetrante che era sceso.
Non volevo andare a casa, ma mi resi conto che non potevo nemmeno ciondolare per le vie di Londra. La mia mente era confusa per via dell'alcol, e non avevo idea di quanto le gambe mi avrebbero retto ancora.
Intravidi un piccolo pub ancora aperto, per cui mi sembrò una buona idea entrarci. Era decisamente vuoto, se non per uomo che guardava una vecchia partita alla tv, ed un altro accasciato su un tavolino che se la dormiva alla grande.
Dietro il bancone una donna di mezza età mi osservava scocciata mentre puliva con uno strofinaccio un bicchiere di vetro.
"Che ti servo? In fretta che fra meno di un'ora chiudo."
Ero entrato per non rimanere in strada e non avevo pensato che ovviamente dovessi consumare, per cui, una volta seduto su uno sgabello alto, le dissi di sciegliere quello che voleva.
Mi piazzo' davanti un bicchiere con un liquido trasparente all'interno dall'odore pungente. Lo buttai giù alla goccia e quasi mi strozzai quando un bruciore mi perforò la gola ed arrivò dritto allo stomaco. Vodcka.
Ne bevvi altri due di seguito, dopodiché sembrò di essermi rinchiuso in un mondo parallelo. Avevo la percezione di osservarmi dall'alto, sdraiato col busto sul bancone, lo sguardo assente, la fronte sudata.
Le parole di Hermione continuavano a girarmi in testa senza sosta. Chiamalo.
All'improvviso mi sembrò la cosa più giusta da fare e mi diedi dello stupido per non averlo fatto prima.
Rizzai la schiena, un capogiro mi fece venire un urto di vomito, ma chiusi immediatamente gli occhi, respirai a fondo, e quando mi sembrò di stare meglio li riaprii.
Recuperai il cellulare dalla tasca dei jeans, e mi resi conto che in realtà ero troppo codardo per avere il coraggio di sentire la sua voce, così decisi di inviargli un messaggio.
Harry: hey amicg, stai lsvftndo? Vieni a bere cn me? Daiiii
Una volta premuto invio mi pentii immediatamente. Non avevo la più pallida idea di cosa stessi facendo, era tutto così confuso, e stavo andando in paranoia perché sapevo non mi avrebbe mai risposto.
Invece il telefono vibrò dopo un paio di minuti.
Draco: Sei ubriaco?
Harry: Mi manchigd
Draco: Ok sei ubriaco, dimmi dove sei
Harry: lo sapevg che ti mancavo anchr ioooo
Draco: Harry per la barba di Merlino dimmi dove sei
Draco: Riesci a mandarmi la posizione?
Harry: cattuvk rovini sempre tutt
Decisi di non rispondergli più ma feci come mi aveva chiesto e gli mandai la posizione. Quei messaggi non erano serviti a niente.
Eppure, dopo esattamente dieci minuti, quello che vidi entrare nel pub era proprio lui. Fu lì che realizzai di aver bevuto troppo e di star avendo delle allucinazioni visive.
Scrollai la testa, ma quando riaprii gli occhi lui era sempre lì, davanti a me, che mi osservava furioso.
"Ma quanto cazzo hai bevuto Potter? Avanti alzati, ti porto a casa."
Non proferii parola, se quella era una visione o un sogno non avrei voluto svegliarmi. Lo seguii in silenzio fuori dal locale, tenendomi ben saldo a lui.
"Dobbiamo smaterializzarci, credi di farcela senza vomitarmi sulle scarpe?"
Annuii, potevo farcela. Sentii le sue braccia avvolgermi dietro la schiena, il suo fiato caldo sul collo. Stavo bene li, nel freddo di Londra, con lui che mi avvolgeva, prima che un risucchio fortissimo ci fece svanire nel nulla.
•••
Eravamo nel mio appartamento, e come preannunciato da Malfoy, la materializzazione mi scombussolò del tutto lo stomaco, talmente tanto che agganciandomi alle pareti di casa, riuscii ad arrivare in bagno e rimisi pure il pranzo della signora Weasley del mese scorso.
Una volta concluso, mi pulii le mani, mi sciacquai la faccia e mi lavai i denti. Avevo un aspetto orribile.
Uscii dal bagno e mi buttai nel letto di faccia, deciso a dimenticare per sempre quella serata. Ma c'era un'altra cosa che mi ero dimenticato, e me ne ricordai quando avvertii dei passi entrare in camera mia.
Draco era ancora lì. Aprii gli occhi e per la prima volta da quando si era presentato in quel pub lo osservai. Indossava una tuta un po' sfatta, come se si fosse vestito di fretta, il suo sguardo era cambiato, non sembrava più arrabbiato.
"Dovresti cambiarti, metterti qualcosa di più comodo..."
La sua voce mi arrivò dritta sulla pelle, procurandomi brividi su tutto il corpo. Mi chiedevo se fosse qui perché gli facevo pena o se si fosse davvero preoccupato per me.
"Non importa" sbiascicai, non avevo intenzione di muovermi dal letto, non ne sarei stato in grado.
"Avanti, dimmi dove posso trovare una maglia pulita."
"Lasciami stare Draco, grazie che mi hai riportato a casa, ma ora puoi anche andare."
Non lo sapevo perché mi stessi comportando così, alla fine ero io ad averlo cercato per primo. Mi sentivo combattuto, da una parte ero felice che lui fosse li con me, da un'altra non lo ero perché non era lì per i motivi che avrei voluto.
Lo sentii trafficare nell'armadio, fino a quando dovette trovare quello che cercava. Si mise in ginocchio sul letto, e intimandomi di non ribellarmi a ciò, iniziò a sbottonarmi la camicia.
E allora rimasi in silenzio e lo lasciai fare, godendomi la sensazione delle mani di nuovo sulla mia pelle, mentre mi sfilava l'indumento e lo gettava per terra.
Non c'era nessuna nota di malizia nei suoi gesti, ero io che bramavo il suo tocco, e quasi mi lasciai sfuggire un gemito quando lo sentii sganciarmi il bottone dei jeans per poi sfilarmeli fino alle caviglie.
Mi tolse con estrema calma le scarpe e le calze, prima di riprendere a togliermi del tutto il pantalone. Una volta nudo, con solo i boxer neri addosso, i suoi occhi indugiarono sul mio corpo, ma poi afferrò la maglia pulita e mi aiutò a infilarla.
"Ok ho...Ho finito..." la sua voce risultò tremante ed insicura alle mie orecchie "Io andrei se non hai più bisogno di me..."
E chi glielo diceva ora che io di bisogno ne avevo eccome? Che non volevo se ne andasse, che non volevo mi lasciasse solo di nuovo?
Per cui "Non andare via, per favore, resta con me, solo per questa notte..."
Lo vidi tentennare, mentre si dondolava sui piedi, le mani dietro la schiena, era bellissimo.
Ma poi si sfilò le scarpe e mi raggiunse sotto le coperte. Mi rannicchiai subito contro di lui, con la testa appoggiata al suo petto. Inspirai a pieno il suo profumo, un toccasana per quel mal di testa ora silente ma che domani mi avrebbe tormentato per tutta la giornata.
Tra il caldo del piumone ed il calore del corpo di Draco, in un attimo mi trovai in uno stato di dormiveglia, e prima che cadessi in un sonno profondo, giurai di sentirlo lasciarmi un bacio sulla fronte, ed io crollai, nell'illusione che quel momento durasse per sempre.
E niente come si fa a non amarli.
TPWK
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