Capitolo 11~ La Decisione

POV HERMIONE GRANGER:
La camera che stavamo osservando era quella in cui Malfoy aveva dormito. Il letto era disfatto, così con un colpo di bacchetta lo sistemai.
Lui mi  guardó e sbuffó.
Comunque, appena entrati dalla porta in legno massiccio, c'era un tavolino a sinistra, con sopra alcune riviste babbane e un vaso di fiori.
Dall'altro lato c'era il letto che avevo appena sistemato, con le coperte di lana di colore beige. Era un letto matrimoniale, e immaginai come sarebbe stato dormirci con Malfoy... CHE COSA? Ho davvero pensato questa cosa? Ok continuiamo a guardare!
Malfoy mi fissava mentre faceva girare svogliatamente lo sguardo sulla stanza.
Dall'altro lato del letto c'era un comodino con una sveglia babbana, simile alla mia.
C'erano anche due paia di quadri sui muri celestiali. Adoravo quel colore, mi dava un senso di calma e pace che nessun'altro colore sapeva darmi. Dall'altro lato della porta dove ci trovavamo, c'era un balconcino con il pavimento a mattonelle, piccolo ma carino.
<<Soddisfatta Granger della nostra
stanza? Vogliamo vedere quella degli ospiti? >>. Digrignai i denti. Ma la smetteva di fare il bambino viziato? A quanto pare no!  Decisi di stare al gioco per vedere la sua reazione e finsi un sorriso amichevole per poi dirgli:<<Ma certo caro, anzi guarda andiamo a vedere quella degli ospiti immediatamente. Almeno ne approfitto e prendo le mie cose.>>. Feci una pausa di silenzio per fare intendere bene a Malfoy le mie parole.
Lo vidi sorridere, ma non maliziosamente e nemmeno ghignando.
Un sorriso sincero e reale.
La mia sicurezza sparì.
Decisi che per non farlo rimanere male avrei dormito con lui. Facendomi ovviamente promettere di non toccarmi nemmeno per sbaglio.
Annuii ed entrammo nella stanza in cui avevo dormito.
Era decisamente più piccola di quella padronale, ma era carina. Il colore, nonché unico, dominante era il bordeaux. Appena entrati sulla sinistra c'era il letto, perfettamente sistemato. Sorrisi compiaciuta al pensiero.
Di fianco al letto c'era un comodino con la sveglia che avevo impostato il giorno prima.
Non c'erano tavolini, ma in compenso c'erano circa una decina di quadri appesi alle pareti rosse tenue.
Sempre di fronte alla porta, dall'altro lato della stanza, c'era un balconcino identico a quello della stanza padronale.
Presi il mio baule e la camicia da notte rossa e succinta, troppo succinta. Malfoy lo notó e sorrise.
<< Se la tua paura è che io ti salti addosso con quella.. >> indicó la camicia da notte <<.. non preoccuparti, so trattenere i miei... Istinti. >>disse alludendo al suo amico dei piani bassi.
Sorrisi anche io alla sua ironia, e risposi:<<Dovrei ringraziarti? Scordatelo! >>, risi, per fare capire lui che ero ironica. Mi guardó stupito e rise. Visto che dovevamo limitare la magia, e già ci eravamo spinti oltre con i nostri stupidi scherzi, lo portai a mano il baule.
Lo poggiai sul fondo del letto matrimoniale, mi voltai per uscire dalla porta, quando sentii un laccio chiudersi sulla mia caviglia. Me ne accorsi troppo tardi, perché andando avanti scivolai e caddi con un urlo.
Un secondo prima di sfracellarmi sul pavimento due mani calde si strinsero sui miei fianchi, sorregendomi.
Riaprii gli occhi e vidi Malfoy che mi fissava senza dire nulla.
Con un filo di voce dissi:<<Grazie... >> e lui per tutta risposta mi rimise bene in piedi. Mi lasció, e io come una stupida scappai e andai nel bagno padronale. Chiusi a chiave la porta e mi sfogai.
Piansi perché ero confusa.
Piansi perché non avrei dovuto accettare la missione.
Piansi perché mi mancava Hogwarts.
Piansi perché non lo capivo.
Non capivo Draco Malfoy. Era strana come cosa, ma era così.
Sentii bussare. Non feci nulla, sperando che se ne andasse.
Bussó di nuovo. Mi alzai piano, e delicatamente aprii. Malfoy fece una cosa inaspettata.
Mi abbracció forte. Dopo qualche secondo di incertezza ricambiai. Mi calmai.
Lentamente ci staccammo. Lentamente avvicinó il suo viso al mio.
Lentamente anche io mi mossi.
Il tempo sembrava rallentare.
Poggió le labbra sulle mie. Io non feci nulla, mi sentivo impotente.
Lui mi chiese l'accesso con la lingua. Io aprii di più la bocca e le nostre lingue danzarono.
Per un secondo.                    Per un minuto.                   Per un'ora.
             Per sempre.
Improvvisamente mi allontanai. Lo guardai sorpresa. Scappai da quel bagno. Andai in salotto. Mi sedetti sul divanetto e fissai con orrore il vuoto.
Perché? La mia testa scoppiava. Non avevo mai avuto una relazione seria.
Con Ron nella Camera dei Segreti era stato un bacio a stampo, e dopo la guerra ci eravamo parlati. Avevamo riscontrato che eravamo come fratello e sorella. Mai potevamo diventare qualcosa di più. E lui non era pronto. Avevo visto come era ancora bambino dentro di sé.
E forse nemmeno io ero pronta. O forse ero pronta ma non volevo accettare di crescere e vivere una storia. Non lo sapevo. Ma poi quale storia, stavo farneticando parole senza senso. Ora lui mi avrebbe odiata per sempre! Ma d'altronde era lui ad avermi baciata per primo, io avevo solo risposto.
Chiusi gli occhi immersa nei pensieri. Sentii un corpo sedersi accanto a me.
Aprii gli occhi senza guardarlo.

<<Dobbiamo parlare. >>
Ciao a tutti/e!
Prima cosa! Mi scuso per essere sparita qualche giorno, ma non ho davvero avuto tempo di scrivere. Poi una volta finito il capitolo, mi si è cancellato tutto. Non sapevo come recuperarlo, ero in crisi!
Ho dovuto riscriverlo da capo, e non è nemmeno lunghissimo, scusatemi davvero!
Non prometto quando sarà la prossima pubblicazione, perché non lo so, spero anche domani perché non ho nulla da fare e vorrei scrivere un capitolo lunghissimo. Magari arrivare a 1500 parole!
Detto questo vi saluto!
Ps. So che non è un granchè sto capitolo ma giuro che il prossimo sarà meglio!
Mari😘

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