CAPITOLO 22
Il pomeriggio successivo il ritorno della Mcgranitt da Azkaban era previsto verso le cinque di pomeriggio così nell'attesa avevo fatto venire Malfoy in camera, cosicché anche Ginny potesse andare a passare del tempo con Harry.
Stremata per via della notte movimentata a causa del sogno, mi addormentai. Inizialmente non mi sembrò di sognare nulla ma poi una voce troppo famigliare mi rimbombò in testa.
"Ehi, bambolina credi che mandando qui i rinforzi cambierà qualcosa?" Rise malefico Jacob. "Troverò sempre un modo per tormentarvi."
"Stai zitto! Sei solo un pazzo!"
"Io sarò un pazzo ma so da dove vengo" Ribattè lui.
"Ma di cosa stai parlando?! Dimmelo!"
"Hermione? Svegliati?" La voce premurosa del mio ragazzo mi strappò alle braccia di Morfeo.
"L'ho sognato, Draco, l'ho sognato! È una persecuzione!" Lo abbracciai cercando conforto nel calore che emanava il suo corpo.
"Ehi, si sistemerà tutto" Mi accarezzò i capelli. "Tra pochi minuti andiamo a parlare con la Mcgranitt, tranquilla" Finì col baciarmi la fronte.
Ci incamminammo fino all'ufficio della professoressa che stava seduta alla scrivania con sguardo pensieroso. "Signorina Granger, potrei parlarle in privato" Persi un battito e incitai Malfoy a lasciarci sole.
"Quindi cosa succede?" Chiesi preoccupata.
"Allora mia cara, innanzitutto non c'è da preoccuparsi per Jacob Lestrange: lo hanno spostato in una cella di massima sicurezza" Cominciò per poi offrirmi un biscotto, che rifiutai. Sentivo che non aveva ancora finito e stava per dire qualcosa che mi avrebbe scombussolato. "Riguardo le tue origini, le sue parole si sono rivelate vere" Sospirò.
"Ma come? Non capisco, com'è possibile?" Dissi ripensando ai miei genitori a cui non avevo ancora ridato la memoria; com'era possibile non fossero i miei veri genitori? E loro lo sapevano? Cominciai a farmi mille domande mentre l'anziana donna mi osservava dall'alto dei suoi piccoli occhiali.
"Secondo il ragazzo apparterresti ad un'antica famiglia di Purosangue estinta per mano di Voldemort. Con il professor Piton abbiamo indagato e si è rivelato vero, la tua identità sarebbe Nyve Rowle"
"Io..." Era un'informazione troppo importante da metabolizzare in poco tempo. La Mcgranitt decise di congedarmi, notando come stessi sbiancando e fuori ad aspettarmi c'era ancora Malfoy.
Iniziai a camminare e mi seguì a passo svelto. "Allora? Cos'ha detto?"
"Cosa sai della famiglia Rowle?" Chiesi dopo vari attimi di silenzio.
"Perchè?" Disse confuso dalla mia domanda, mi fermai così in mezzo al corridoio. "Perchè a quanto pare ne faccio parte" Esclamai.
"Oh cazzo" Mormorò cercando anche lui di metabolizzare mentre riprendevamo a camminare. "Beh, era una delle Sacre Ventotto: un gruppo di famiglie Purosangue inglesi" Iniziò a raccontare. "Che non volle sottomettersi al Signore Oscuro che in preda alla furia decise di sterminarli tutti" Poi mi guardò. "O così si pensava..."
"Ancora non riesco a crederci... com'è possibile?"
"In qualche modo qualcuno è riuscito a portarti via e nasconderti, magari qualche domestico o elfo"
"Domestico?"
"Beh, i Rowle erano relativamente ricchi" Fece un'alzata di spalle. "Suppongo ne avessero, molte famiglie li preferiscono agli elfi" Pensando anche al C.R.E.P.A tutto quel discorso mi inorridiva ma decisi di lasciarlo continuare.
"So dove si trova la Rowle House, o quel che ne resta. Posso portartici nel fine settimana, potresti trovarci qualcosa di interessante"
Decisi di non dire nulla agli altri prima di avere altre informazioni che io e Malfoy avremmo cercato quella fresca mattina di inizio primavera. Avevamo chiesto il permesso alla Mcgranitt, che aveva accettato, per recarci nel luogo che per giorni aveva tormentato i miei pensieri: Rowle House.
"Stai bene?" Chiese il biondo fuori dai vecchi cancelli arrugginiti. "Se non sei pronta possiamo tornare un'altra-"
"Sono pronta, Draco" Sospirai cercando di farmi forza e osservando quello che rimaneva della mia famiglia biologica: la proprietà era molto grande, una vasta distesa piena di erbacce circondava la villa. I muri erano ricoperti da rampicanti e la porta d'ingresso era barricata con assi di legno.
Malfoy iniziò a staccarle come meglio riusciva ed una volta che finì aprimmo la grande porta in legno scuro.; aveva tutte le carte in regola per essere la perfetta casa abbandonata da film. L'odore di chiuso misto a muffa mi fece un'attimo indietreggiare e tutto era ricoperto da polvere e ragnatele.
"Quelli del Ministero hanno fatto di tutto per preservarla e fare in modo che nessuno entrasse: agli occhi dei babbani curiosi qui non c'è altro se non un campo di grano. Suppongo qualcuno intuisse che c'era un sopravvissuto che sarebbe tornato" Mormorò Malfoy a bassa voce, come a non voler spezzare il silenzio che per anni era protagonista della casa.
L'atrio era caratterizzato da un lampadario di cristallo pieno di polvere e una grande scalinata che si divideva poi in due rampe opposte che portavano di sopra. A sinistra c'era un salone immenso con sedie e tavoli ribaltati, libri e fogli sparsi sul pavimento e cocci di vetro rotto. Le finestre davano sul giardino -ormai ridotto a piante morte- e le tende erano tutte strappate.
"Prima di trovare tutti i Rowle raggruppati a casa di un'altro membro della famiglia, i Mangiamorte erano venuti qui" Capii perchè era tutto distrutto e per aria. Mi portò poi dalla parte opposta all'atrio dove c'erano le cucine e uno studio.
Posai la mano esitante la mano sulla maniglia dorata e polverosa e sentii la mano della serpe sulla mia schiena per farmi capire che lui c'era per me.
"Credo che i tuoi nonni fossero serpeverde" Disse leggermente divertito, una volta nello studio, indicando sul caminetto una foto in movimento in bianco e nero di una coppia di serpi. Di imponente presenza era il ritratto di quella che suppongo fosse la mia famiglia: c'erano un uomo dai capelli neri e gli occhi verdi con un leggero sorriso, la donna al suo fianco aveva i miei stessi capelli ma portati corti ed era molto più sorridente del marito e in braccio teneva un neonato. Erano entrambi vestiti molto eleganti e per certi versi mi ricordarono la regalità con cui andavano in giro i genitori di Malfoy. Ai piedi dell'uomo si trovava un piccolo bambino che non avrà avuto più di cinque anni quando fu realizzato il dipinto e a differenza dei ritratti di scuola e delle varie foto appese qua e la loro non si muovevano.
"Sei uguale a quella donna" Esclamò il ragazzo alle mie spalle. "Quella dovresti essere tu per forza, avevano solo due figli"
"Avevo un fratello..." Mormorai e mi strinse la mano.
"Matthew se non sbaglio, o Mathias non ricordo bene"
C'era un'immensa libreria e dovetti constatare di aver ereditato l'amore per la lettura da uno dei miei genitori; grazie a Dio c'erano tantissimi album di famiglia e mi ripromisi che li avrei sfogliati tutti uno ad uno.
Al piano di sopra c'erano molte camere tra cui quella dei miei genitori biologici e quella di un bambino, mio fratello.
"Granger! Credo di aver trovato camera tua" Sentii dire dalla serpe così uscii dalla stanza del bambino ed entrai in quella accanto. C'era una culla, sotto la finestra rotta da cui erano entrate molte foglie che si trovavano sparse a terra, e sui muri c'erano disegni di stelle e nuvole che mi fecero venire un groppo in gola.
Presi in mano dalla culla un'orsacchiotto polveroso e una lacrima mi rigò la guancia.
"Ehi" Sussurrò Malfoy. "Credo che per oggi tu abbia visto abbastanza"
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