capitolo 8


Insieme ai colleghi Auror di Draco ed Harry - la signorina Morriz e il signor Phybs- camminavamo cauti lungo un sentiero sterrato, dove la sera prima erano stati attaccati da Jacob. L'aria sapeva di erba bagnata dalla pioggia, grandi nubi grigie si erano formate sopra le nostre teste e l'unico suono a spezzare il silenzio del bosco erano i nostri passi pesanti sul suolo fangoso.

Cercai di ignorare il venticello autunnale che mi faceva lacrimare gli occhi ed osservai i colleghi di mio marito; Isabelle Morriz era una donna molto giovane -sicuramente non aveva ancora varcato la soglia dei trent'anni- con un viso molto esotico ed armonioso, aveva lunghi capelli neri con riflessi viola raccolti in una coda ordinata.

L'avevo incontrata solo un paio di volte al Ministero quando andavo nell'ufficio di Draco e avevo notato come cercava insistentemente l'attenzione di quest'ultimo e, lo ammetto, ero stata gelosa di quella donna.

Era stato un momento critico per il nostro matrimonio, un momento in cui per colpa  dei nostri rispettivi lavori non ci trovavamo quasi mai nello stesso posto per più di qualche ora ed ero così arrivata a dubitare della sua fedeltà, insomma, era una donna bellissima nel fiore degli anni con cui passava parecchio tempo in ufficio ed in varie missioni.

"Draco?" Mi voltai sentendo la donna chiamare il biondo -assottigliai lo sguardo notanto come gli toccava il braccio- per poi indicargli un punto oltre gli alberi. Strinsi i pugni a quella dimostrazione di quanto fosse intimo il loro modo di interagire a differenza del collega Phybs, l'omone con la barba bionda e lo sguardo attento, che chiamava sia Harry che Draco per cognome con professionalità. Cominciarono a parlare di qualcosa a bassa voce, coinvolgendo anche gli altri due Auror della squadra.

"Ragazzi?" Richiamò la nostra attenzione Harry, dopo aver annuito a la signorina Morriz. Decisi di mettere da parte quei pensieri paranoici dato che c'erano cose più importanti in ballo della mia gelosia e ascoltai il mio amico. "C'è motivo di credere che questa sia una trapp-" Si zittì non appena sentimmo rumori alle nostre spalle.

Mi immbolizzai sul posto senza voltarmi a controllare, mentre Draco si portava un dito davanti alle labbra intimando a tutti di fare silenzio.

"Ma chi abbiamo qui?" La voce di Jacob tuonò, invadendo il bosco come venisse fuori da autoparlati e spavendando vari stormi di uccelli. "Siete così ingenui... non è nemmeno più divertente ora. Sarà mezz'ora che vi ho beccati a seguirmi"

"Non deve essere divertente, nessuno di noi qui sta giocando! Sei solo un pazzo che ha rapito mia figlia senza ragioni" Rispose Draco guardandosi attorno cercando di capire dove si trovasse l'avversario.

"Chi vi dice che non ci siano ragioni?" La voce roca e derisoria mi fece innervosire.

"Perchè non ci dici cosa vuoi e ci lasci in pace?" Si fece avanti Pansy.

"Ma voi non avete proprio niente da offrirmi, ho già tutto ciò che mi serve con la piccola Malfoy"

"Dov'è Kimberly?" Urlai io.

Non rispose per vari secondi e per un attimo il pensiero che se ne fosse andato mi attraversò la mente poi improvvisamente fiamme verdastre avvolsero gli alberi che ci circondavano -senza però consumarli- facendoci sobbalzare.

"Mamma!" La voce di mia figlia rimbombò per tutto il bosco e tutti cominciammo a guardarci attorno per cercare di intravederla tra le fiamme.

"Kim? Dove sei?!" Esclamai di rimando.

Il cielo si scurì e mi chiesi cosa avrebbero pensato occhi babbani di quella situazione, potevano vedere cosa accadeva?

"Proprio qui" La voce di Jacob proveniva da sopra le nostre teste, così alzammo lo sguardo trovando lui e mia figlia sospesi nel vuoto -lei immobilizzata da grosse funi indotte da un incarceramus-.

Il primo a sferrare un attacco in sua direzione fu Phybs che cercò di schiantarlo, sfortunatamente l'incantesimo gli tornò indietro mandandolo a sbattere contro un tronco.

"Impedimenta!" Scagliai l'incantesimo per rallentarlo nello stesso momento in cui Blaise e Pansy scagliarono uno stupeficium.

Per un attimo, sopraffatto da tutte le fatture scagliate all'unisono, barcollò a mezz'aria ma il mio occhio vigile notò gli stessi movimenti ripetuti da Kim.

"Fermi!" Urlai al gruppo che continuava imperterrito ad attaccare. "Smettetela!" Si voltarono tutti nella mia direzione con facce allibite, mentre Ginny cadeva a terra stordita da un contro-incantesimo. "Sono collegati! Quello che facciamo a lui lo sente anche Kim!" Indicai i due sempre sospesi nel vuoto. Jacob rise -una risata fredda e vuota- mentre la ragazzina chiudeva gli occhi in un espressione di dolore.

"Bambolina" Sorrise beffardo in mia direzione, scendendo leggermente. "Vedo che una sveglia tra di voi c'è ancora" Quel nomignolo orribile che era solito usare anni fa, mi fece venire il voltastomaco. "Eravate così presi dall'attaccarmi che non vi siete resi conto di aver ferito anche la vostra amata Kimberly" Le sfiorò il viso.

"Levale quelle luride mani di dosso!" Ringhiò Draco.

"Altrimenti? Mi cruci?" Scese di quota fronteggiandolo. "Ah no, non puoi dato l'incantesimo a specchio sentirebbe tutto" Il biondo fece per andargli contro ma Harry lo trattenne per un braccio. "Sapete cosa? Credo che noi toglieremo il disturbo" Si voltò verso Kim, ancora legata, che mi osservava implorante.

"Perchè ci fai questo?" Chiesi rassegnata con la voce spezzata dalla tristezza. Lui scese velocemente avvicinandosi pericolosamente. "No, bambolina, no. Non essere triste" Mi asciugò una lacrima -fingendo un espressione affranta- mentre con la coda dell'occhio vedevo gli altri avvicinarsi. "Devi essere fiera, tua figlia è destinata a fare qualcosa di grande" Si rialzò in volo e prima che Morriz scagliò un incantesimo per immobilizzarlo, scomparve nel nulla portando con sè Kim ed in pochi attimi le fiamme verdastre si dissolvero con loro.

Mi lasciai cadere in ginocchio contro il suolo fangoso, sentendo le voci ovattate di mio marito e dei miei amici e continuando a guardare il punto dove Kimberly era scomparsa. Non l'avevo salvata, era davanti a me e non ero riuscita a liberarla da Jacob; quel pensiero si ripeteva come la musica di un disco rotto.

"Herm?Herm!" La voce di Ginny si faceva sempre più distinta alle mie orecchie finchè non capii che mi stava chiamando. Si era abbassata e cercava di catturare la mia attenzione picchiettandomi la mano sulla spalla mentre gli altri cercavano di calmare Draco; la guardai -spaesata dal senso di vuoto che l'ennesimo fallimento aveva comportato- senza vederla realmente. "Tirati su, dai" Mi aiuto gentilmente a rimettermi in piedi mentre Pansy ci veniva incontro con la fonte corrucciata.

"Sta bene?" La sentii chiedere alla rossa indicandomi con un cenno del capo, mentre avevo ancora lo sguardo perso nel vuoto.

"È un po' scossa" Le rispose, avvolgendomi le spalle con un braccio cercando di trasmettermi sicurezza.

"Anche Draco, i ragazzi cercano di calmarlo ma è fuori di sè. Non l'ho mai visto così" A quelle parole alzai lo sguardo vedendo mio marito che urlava contro i suoi colleghi.

Dovetti ammetterlo, in vent'anni di relazione, nemmeno io come Pansy l'avevo mai visto così; era capitato, certo, che si arrabbiasse ma mai in quel modo -era sempre riuscito a contenersi e affrontare le cose di petto-.

"Fratello, devi calmarti" Cercò di avvicinarsi Blaise. "La magia lascia una traccia e lo sai, ovunque vada continueremo a seguirlo. Non lasciamoci sopraffare dalle emozioni"

"Lui ha ragione" Intervenne la Morriz con una cartina geografica magica in mano. "Verifichiamo quelle tracce e andiamo avanti con la missione. Lo sai anche te che dobbiamo mantere il sangue freddo"

"Io-" Gesticolò un attimo per poi fare alcuni passi indietro. "Ho bisogno di un momento" Borbottò prima di voltarsi e allontanarsi di qualche metro, dopo avermi rivolto una veloce occhiata.

Con quello sguardo intriso di dolore e rabbia qualcosa dentro di me si risvegliò, tutta la rassegnazione e la tristezza che mi avevano buttata giù vennero sostituite da altro: determinazione e adrenalina per tornare alla ricercare di mia figlia.

Solo una domanda aleggiava ancora nella mia mente, a cosa si riferiva Jacob quando aveva detto che Kim era destinata a fare qualcosa di grande? A cosa gli serviva una ragazzina di quindici anni?

Qual era il piano di Lestrange?


Ehi! Come state? Spero il capitolo vi sia piaciuto.

Qui abbiamo un ennesimo scontro finito male per i nostri protagonisti, e proprio quando Hermione sta per crollare una lampadina si accende: Kimberly serve a Jacob, ma in che modo?

Un bacio, alla prossima!






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