CAPITOLO 2
La sveglia che quel sabato mattina avevo puntato per le 7, suonò insistentemente. La sera prima erano tornati tutti a casa dopo aver ricevuto le lettere che io e Draco avevamo scritto, e per nostra sorpres anche Scorpius.
"Amore? Dobbiamo alzarci" Cercai di svegliare dolcemente mio marito che dormiva con un'espressione angelica.
"Buongiorno" Aprì a fatica un occhio e mi sorrise.
"Vado a svegliare i ragazzi" Lo baciai sulla fronte ma lui cercò di trattenermi. "Devo andare, Draco, sai quanto è difficile buttarli giù dai loro letti" Ridacchiai e infilai una vestaglia prima di uscire dalla stanza.
Le camere dei miei figli erano tutte su quello stesso piano, poco distanti da quella matrimoniale che era l'ultima; percorsi il corridoio ornato di quadri di famiglia e foto che si muovevano ed entrai nella prima stanza: quella di Scorpius, che era immersa nell'oscurità.
Andai ad aprire le tende e le finestre per cambiare aria, provocando un lamento da parte del ragazzo che cercò di coprirsi il più possibile.
"Svegliati, tesoro" Spostai leggermente la coperta e gli accarezzai i capelli.
"Mamma, perché dobbiamo svegliarci così presto? Tanto ci smaterializziamo dalla nonna" Si lamentò tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Non voglio sentire storie Scorpius, dobbiamo aspettare che arrivi Stephanie e poi più tempo abbiamo da passare con Narcissa meglio è"
Il ragazzo si alzò di botto perplesso e con i capelli chiari per aria. "Quella Stephanie?!"
"Si, tua sorella ha insistito molto. È sua amica dopotutto, quindi perchè no" Feci un'alzata di spalle, sorridendo divertita dalla sua reazione. Stephanie era una compagna di un anno più grande di Kimberly ed ogni volta che veniva bisticciava con Scorpius.
Mi ricordo ancora la prima volta che venne a Rowle House per qualche giorno qualche estate fa e si era presentata come la figlia di Cormac McLaggen, che ai tempi di scuola ci aveva provato insistentemente e spudoratamente con me; nel sentirlo nominare Draco quasi si strozzò a cena quando glielo dissi, anche lui ricordava bene il padre per quel motivo.
"Buongiorno mamma!" Mentre uscivo dalla camera di Scorpius, la piccola Natasha mi corse incontro.
"Ehi piccola" Mi inginocchiai per arrivare alla sua altezza. "Fatto bei sogni?" Le chiesi dolcemente ma il suo visino si corrucciò.
"Ho sognato persone brutte" Ammise giocherellando con i miei capelli.
"Persone brutte?" Mi accigliai. Era molto raro che facesse incubi, solitamente sognava i racconti che le raccontavo prima di addormentarsi; la piccola annuì così le chiesi a cosa somigliassero.
"Signori con i cappucci e le maschere, tutti neri" A quell'affermazione sbiancai ma prima che potessi chiederle altro spuntarono dalle rispettive stanze, Kim e Nicholas ancora assonnati.
Una mezzoretta più tardi, mentre vestiti e pronti facevamo colazione, arrivò all'entrata Stephanie accompagnata da Mclaggen.
"Vado ad aprire" Mi passai un tovagliolo sulle labbra e mi alzai, sentii Draco seguirmi e sorrisi. Da quando gli raccontai dei tempi della scuola, poteva essere abbastanza geloso quando si trattava del padre di Stephanie.
"Hermione, ti trovo bene come sempre!" Un esemplare di Cormac troppo affettuoso si avvicinò per salutarmi, mentre Draco con fare protettivo si fece avanti.
"Cormac, come sta tua moglie?" Chiesi per educazione.
"Mah, bene. Abbiamo alti e bassi, ma sai com'è un matrimonio" Guardò me e poi mio marito, facendo un'alzata di spalle.
"In verità credo che il problema sei-" Cercò di dire Draco ma lo interruppi per evitare che fosse scortese.
"Allora Stephanie, sei pronta?" Sorrisi alla ragazzina dai capelli biondo scuro e dagli occhietti verdi.
"Si, Signora Malfoy" Sorrise educata.
"Oh quante volte devo dirti di chiamarmi Hermione" La ripresi scherzosamente.
Dopo qualche minuto -per la gioia di Draco- McLaggen salutò la figlia e dopo qualche raccomandazione se ne andò.
In men che non si dica fummo davanti alla villetta di Narcissa, che non era ne troppo grande e nemmeno troppo piccola. Era circondata da cespugli di fiori e sassolini, con una stradina che in pochi minuti portava alla spiaggia accanto.
La madre di Draco ci aspettava all'entrata della dimora, con l'eleganza che tanto la caratterizzava; nonostante gli anni rimaneva comunque una donna bellissima e di classe che era riuscita piano piano a superare le difficoltà della vita che erano continuate anche dopo l'incarcerazione di Lucius Malfoy.
"Ragazzi, quanto siete cresciuti!" Esclamò rivolta ai miei figli, una volta che arrivammo di fronte a lei.
"Ma nonna ci siamo visti il mese scorso" Scosse la testa Scorpius, andandola ad abbracciare. Dopo aver annunciato ai suoi nipoti che in casa avrebbero trovato del tè con i biscotti, si voltò verso di noi facendoci cenno di sederci in giardino.
"Tè e biscotti? Quando ero piccolo non era così amor-" Interruppi le lamentele sommesse di mio marito con una gomitata, sperando che la donna che ci faceva strada non avesse sentito, e mi accomodai su una delle sedie in ferro battuto.
"Allora, caro, come sta andando il lavoro?" Si rivolse al figlio.
"Tutto sommato bene, nell'ultima missione ci sono stati imprevisti ma-"
"E quando avete intenzione di farne un altro?" Lo interruppe guardandoci entrambi, confondendoci.
"Di missione?" Chiese Draco con sguardo perso.
"Ma no! Di bambino!" Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva mentre mio marito cominciò a tossire.
"Co-sa? Un b-ambino?!" Chiese il biondo tra un colpo di tosse e un altro.
"Ma Narcissa... ne abbiamo già quattro!" La guardai arrossendo.
Ringraziai Dio che in quel preciso momento arrivò Kim a interrompere il disagio che mia suocera aveva creato tra noi. Insomma, voleva un altro nipotino? Cosa pensava che sfornassi bambini?
Riflettendoci, capì che erano proprio i suoi nipoti che curavano tutta la tristezza e l'angoscia che si portava dietro dalla guerra. Il periodo che seguì l'aveva devastata, il rimorso di essersi lasciata trascinare dalla pazzia del marito mettendo in pericolo il figlio la tormentava. Stava così male che in un momento di debolezza aveva provato a togliersi la vita, e fu quella la ragione per cui Draco si era recato alla fine dell'ultimo anno al San Mungo.
"Mamma?" Quando usava quel tono così gentile significava solo che stava per chiedere qualcosa che sapeva non sarebbe andato a genio a me o a suo padre.
"Volevo chiederti se... ehm" Mi guardò con quei suoi due occhioni dello stesso color del cielo.
"Cosa, tesoro?" Chiese Draco con un finto tono gentile, anche lui aveva capito che la richiesta della figlia non gli sarebbe piaciuta.
"Io e Stephanie" Indicò l'amica. "Possiamo andare alla festa che organizzano i vicini?"
"Quei vicini, Kim?" Pronunciò lentamente il padre provocando un sorrisetto innocente di lei. "Sono 3 ragazzi, 3 maschi. Per di più poco affidabili"
"Come fai a dire che sono poco affidabili? Non li conosci nemmeno!" Sbuffò incrociando le braccia al petto.
"Sono maschi, adolescenti! Sono tutti poco affidabili" Beh, detto da lui non reggeva molto in fatto di serietà pensai ridacchiando tra me e me.
"Ormai sono grande! Perfavore mamma..."
"Tesoro, tuo padre ha ragione" Dissi dolcemente. "Perchè non vai in spiaggia? Il tempo è fantastico" Senza rispondere tornò all'interno della villetta furiosa.
"Poco affidabili, eh" Sbeffeggiai mio marito, che scosse la testa.
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