Capitolo 25: Paure ghiacciate

Lil puntó lo sguardo sull'uscio della classe.
Stava aspettando suo fratello; ogni intervallo andava a trovarla con qualche amico per coinvolgerla.

Guardando fuori dalla porta rabbrividì quando vide passare Chara insieme ad Echo.
L'albina guardò dentro incrociando il suo sguardo. Durò solo un istante.

Lil ci aveva già provato a contattarla, senza però riuscirci. Se faceva lo sforzo di aspettarla fuori dalla classe, allora la sua nuova ragazza gliela portava via da sotto il naso. Persino ogni volta che le scriveva Echo le rispondeva di essere impegnata con la sua fidanzata, ma Lil lo sapeva che a scrivere quei messaggi non era lei. La conosceva troppo bene ed era semplicemente impossibile imitare la dislessia dell'amica, con l'aggiunta di "ciaooooo" infiniti e cuoricini a mille.

Sorprendentemente poco dopo Sheila entrò in classe andandondole incontro.
Non se lo aspettava.
Non le parlava mai a scuola, solo fuori, quando con la scusa di studiare si auto-invitava da lei per fare "sesso", che Lil considerava amore.
Amava platonicamente Sheila, adorava la sua personalità, e allo stesso tempo soffriva la sua mancanza di amor proprio, il suo istinto suicida, ma chi era lei per giudicare?
Era proprio la loro voglia di soffrire a renderle tanto simili.

Un po' le mancava, era da un po' che declinava l'offerta, si sentiva infelice per fare l'amore e Sheila non insisteva, spaventata com'era dall'idea di scavare nel profondo e creare un rapporto troppo intimo, o forse semplicemente non aveva cazzi di farsi carico della depressione altrui. Giustamente.

"Ehi, sordomuta." la appellò la mora con un cenno bastardo agli occhi di tutti, ma affettuoso nello sguardo di Lil.
"Ti va di seguirmi nei bagni.
Ho troppa voglia di scopare, e Chara è troppo impegnata a farsi la tua amica fiocco di neve." la invitó sussurrandole all'orecchio.
Lil non voleva uscire, o fare qualsiasi cosa.
L'intervallo stava per finire. Probabilmente Alex non sarebbe venuto quel giorno.
Eppure spinta da un sesto senso la ragazza blu si alzò, acclamata da un sorriso malizioso dell'amica.

Guardandola di tanto in tanto la portò in uno dei bagni meno gettonati, ma Lil trasalì vedendo Chara contro alla sua Echo.
"Forza bimba, tirati giù le mutandine." morse la ragazzina sul collo facendola protestare.
"Chara ti prego...
Non mi piace qui. Mi fa paura fare queste cose a scuola. Non voglio." si rifiutò a disagio.
"Paura di cosa? L'unica cosa di cui devi avere paura sono io." con uno strattone la girò pancia contro al muro afferrandole i fianchi.

Un impeto di rabbia passò nel sangue di Lil. Senza rendersene conto spinse Chara con tutta la propria forze e tirò Echo dietro di sé, protettiva.
Il sangue le pompava nelle vene. Il pericolo le stringeva la gola. La sua mente si riempì di sensazioni orribili. Si stava triggerando, non poteva scappare dal proprio disturbo da stress post traumatico.
La parola "stupro" le corse nelle cervella, ma al posto di darle voglia di piangere, 'sta volta le diede il bisogno di urlare ed agire.

Chara furiosa nell'essere stata interrotta si girò verso di lei piena di rabbia.
"E tu chi cazzo sei? Come cazzo ti permetti?" le ringhiò contro.
Sheila confusa si avvicinò calma, la sua abilità nel rimanere impassibile e strafottente nonostante tutto, era impressionante. Non percepiva la gravità, o forse non aveva voglia di percepirla.

"È una con cui scopo. Ah giusto, è muta, quindi non ti risponderà. Si chiama Lil." rispose Sheila guardandosi lo smalto nero rovinato sulle unghie.
"Lil!" Echo realizzando la situazione abbracciò l'amica da dietro, nascondendo il volto contro di lei e tirandola indietro.
"È mia amica.
Ti prego non farle male." la supplicò spaventata.

Chara sembrò calmarsi un minimo, il suo sorriso arrogante tornò calmo sul volto gelido.
"Oh non ti preoccupare, bimba.
Ora la tua amica se ne andrà e torneremo a finire quel che stavamo facendo." spinse il proprio sguardo truce negli occhi della muta e sorprendentemente notò la totale mancanza di paura, spinta da una disperazione tanto fitta che non avrebbe potuto scalfirla.

Lilithy rimase ferma, con lo sguardo accigliato e senza alcuna insicurezza.
Per quanto dentro di lei ci fosse la tempesta, non avrebbe mai indietreggiato in una situazione del genere.
Il brivido della rabbia e del coraggio la divorava.

"Vieni qui Echo." il male ricercò il proprio potere.

"Lo sai che non voglio fare quelle cose ora e qui." protestò ingenuamente la ragazzina.

"Lil, giusto?
Hai cinque secondi per andartene, o ti sbatto al muro. E non in un senso che possa piacerti." la minacciò apatica.
La ragazza sprovvista di taccuino le intimò di non avvicinarsi col linguaggio dei segni.

"Cazzo fai? Scacci le mosche?
Quanto cazzo sei disabile, porcodio.
Facciamola finita." le rise in faccia.
Un attimo dopo Lil sentì il muro colpirle la spina dorsale, che indifesa sporgeva dalla sua pelle.
La ragazza di almeno venti centimetri più alta di lei, e ben più pesante e spessa, la bloccó al muro tenendola per la spalla.
Lil sentì il cuore correre all'impazzata.
Avrebbe pianto, in una situazione normale avrebbe pianto, ma Echo lo face per lei, scoppiando in singhiozzi preoccupata, mentre i suoi occhi blu rimanevano asciutti e coraggiosi a fissare quelli grigi e privi di vita del mostro su di lei.
"Oh bimba, no, non piangere.
Non ce n'è bisogno. Non sta succedendo nulla." la rassicurò Chara sorridente, senza togliere lo sguardo dagli occhi profondi di Lil.

"Ma... quanto la devi mandare avanti?
Non ti si addice, tutta questa aggressività. A lungo andare diventa noioso.
Forza, arriva a quel che vuoi.
Altrimenti mi cadi in basso..." Sheila pronunciò quella provocazione alla padrona, accendendosi una sigaretta, come nulla fosse.

Conosceva Chara, la teatralità le si addiceva.
Predicava il terrore e la minaccia fisica per divertimento, ma non per sport. Semmai per lavoro o per vendetta.
No. Sheila, la conosceva.
A Chara non eccitava la violenza fisica, non sulle ragazze, non voleva obbligare, voleva solo che la gente temesse potesse farlo, voleva che la gente sapesse che volendo avrebbe potuto uccidere con una sola mano. Il suo sadismo era diverso, ben più infame. Il ragno amava tessere la tela, con maniacale precisione, non solo per fame, ma come forma ossessiva d'arte.

La ragazza muta respirando profondamente, ma con sguardo distaccato studiò l'espressione di Chara. Percepì la sua energia e stranamente l'altra lo notò, accigliando lo sguardo e posando su di lei uno accenno sorpreso.
'Che sguardo curioso...
Non mi stai odiando. Non mi stai temendo.
Tremi, ma non puzzi di paura.
Mi stai davvero cercando senza timore? Chi diamine sei? Devi essere malata.
Malata proprio come piace a me.' pensò alzando insieme le sopracciglia come a congratularsi con lei.
Con gentilezza alzò il volto della ragazza blu con un dito, girandolo di lato ed avvicinandosi al suo orecchio.
"Complimenti per la follia. Non hai paura di me, anche se il tuo corpo non sembra essere d'accordo con i tuoi pensieri.
Forse dovresti ascoltare la pancia, il senso di sopravvivenza parla.
Ma andiamo dritto al punto."

Facendo un passo indietro la lasciò andare. Si schiarì la voce.
"Sheila ha ragione. Sono stata un po' irruenta, non avrei dovuto. Non è da me.
Ti ho portato via la tua amica di punto in bianco e... ti sarai fatta un'idea sbagliata piombando qui all'improvviso, senza un contesto." inscenò la propria difesa.
"Non farei mai del male alla mia bambolina.
Lasciami rimediare questo enorme malinteso... unisciti al nostro gruppo.
Le amiche di Echo sono mie amiche, ed avrei davvero interesse nel conoscerti meglio, Lil.
Non è anche quello che vuoi tu?
Conoscermi meglio per essere certa che la tua amica sia in buone mani?"

Lil rimanendo impassibile la guardò tetra.
"Non le succederà niente, finché potrò avere a che fare con te." le bisbigliò quella minaccia tra i denti. Sicura che l'avesse capita.
A Lil vennero i brividi.
Solo in quel momento abbassò lo sguardo, per poi annuire con il capo.

"Le amiche di Echo bla bla...
Ti ho detto io il suo nome. Hai sentito che ho detto che ci scopo?" commentó Sheila tanto per, senza stupirsi del modo in cui veniva ignorata. Anzi la divertiva fare commenti di sottofondo, si trovava estremamente divertente.

"Perfetto.
Allora Echo su, tesoro, va tutto bene.
Asciugati le lacrime piccola.
Ci vediamo stasera da me.
Ci pensi tu ad accompagnare la tua amica da noi, sì?" continuò senza tener conto dei borbottí della sua schiava.
L'albina annuì.
"Bene, bene." Chara si avviò verso la porta accarezzando la testa alla piccola.

"Ci vediamo. È stato un piacere conoscerti, Lil." uscì con un sorriso.

Sheila la seguì, mentre Echo corse dall'amica ad abbracciarla e chiederle scusa, come se avesse colpe, trattenendo le lacrime.
Lil la coccoló, stringendola a sé, felice di poterla sentire di nuovo, di poterla proteggere.

Quando la campanella suonò ed Echo andò in classe, Lil si chiuse in bagno e pianse.
Pianse come se tutta la tensione nel suo corpo la stesse distruggendo, supplicandola di uscire in forma di lacrime.
Pianse fisicamente tutta la propria angoscia, mentre nella sua testa una scintilla coraggiosa bruciava a parte, pronta a scaldarla finito lo sfogo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top