Capitolo 23: Vendetta astratta

Chara la sollevò per il colletto prima di scaraventarla a terra.

La bionda crolló.
Chara aveva così tanta voglia e bisogno di sfogarsi. Prendendola per le gambe la tirò a sé, si posizionó sopra di lei prima di tirarle un cazzotto in faccia. Il sangue le sporcó le nocche. Adorava il colore del sangue sulle sue nocche bianche.

La ragazza provò a difendersi, coprendosi il volto, ma Chara la prese per i capelli, obbligandola a mostrarle il collo prima di morderla come un animale rabbioso.

“Echo è mia. Ti è chiaro Taylor?” sorrise sadicamente lasciandola a terra, ed andando a prendersi una birra al minibar in tutta calma. Ascoltando il respiro di Taylor rantolare dolorante.
Chara si sedette sul tavolo, guardando la propria vittima spaventata, pensò a che scocciatura fosse; aveva sporcato il parquet bianco di sangue.
Fece un sorso, avrebbe costretto Sheila a pulire, così si sarebbe eccitata nel ricordare quanto fosse pericolosa la sua padrona.

“Tu sei fuori di testa cazzo!” le urlò contro la bionda.
“Sei tu che mi hai detto di scoparla, che cazzo di problemi hai?
L’hai mandata tu da me, vero? Le hai chiesto di venirmi a parlare ed invitarmi qui per farmi questo, psicopatica di merda.” le urlò contro portandosi una mano al naso sanguinante.

Chara rise divertita, esternando tutto il proprio malato sadismo. Le si avvicinò lentamente, portandola ad indietreggiare strisciante a terra. 
“Esattamente. 
Ti è chiaro il tuo posto ora?” si accucciò su di lei, appoggiando una mano al ginocchio e guardandola dall’alto.

Taylor tremava cercando di alzare il busto per non mostrare la propria paura, ma Chara notava bene la vena sul suo collo pulsare, e i suoi occhi spaventati.
“Senti, non so che cazzo ti hanno detto, ma a me non frega niente di lei, davvero, figurati se ci perdo il mio tempo. 
Me la sono già fatta, ti assicuro che non me ne può fregare meno. 
Scopatela come cazzo vuoi, ma lasciami stare, porcodio.” le ringhiò contro.

Chara sorrise soddisfatta. Aveva voglia di prenderla a calci in faccia.
Puntò i suoi occhi freddi in quelli della povera ragazza fissandola nel silenzio, finché non vide chiaramente il più profondo terrore nello sguardo verde di quella stronza.
Sapeva che stava pensando, entrambe lo sapevano, se Chara avesse voluto avrebbe potuto pestarla a sangue finché ne aveva voglia.

Taylor immobile, aveva avuto prova della follia della sua aguzzina, e consapevole temeva per la propria vita.  
“Sei una patetica puttana.” la insultó Chara con un sorriso.
“Non ti senti male? Non ti senti in colpa ad ingannare ed usare così, una ragazzina ingenua ed innocente? 
E ora che sai che mostro io sia, te ne lavi pure le mani, lasciandola alla mia mercè. Che tristezza.” 

Taylor rimase in silenzio, per un po’ forse Echo era stata anche di più che un corpo da usare, ma non lo avrebbe mai ammesso a sè stessa, l’aveva abbandonata. Sapeva di essere patetica, ma non l’avrebbe mai ammesso.
“Ti do due possibilità.” esordì clemente Chara.
“La prima è rimanere a terra e farmi divertire un po’, facendomi uno spettacolino, o lasciandoti prendere a calci in faccia… magari entrambe.”
Taylor deglutì sperando la seconda possibilità fosse meglio.
“La seconda è prendere la mia mano, alzare il culo da terra ed uscire da quella cazzo di porta.” Chara le pose la mano, mentre Taylor sembrava già stare per afferrarla, nel tentativo di alzarsi.
“Ma… se te ne andrai da qui, tutto il male che non ho fatto a te, lo sfogherò su quella povera ragazzina, la stessa a cui hai spezzato il cuore, che hai sverginato ed abbandonato. La pesteró a sangue fino alle lacrime, spiegandole che è ciò che tu hai voluto, che l’hai abbandonata per l’ennesima volta, consapevolmente, con una psicopatica come me.” il sadismo di Chara spuntò sul suo volto come un fulmine tra le nuvole.

Taylor esitò solo un secondo, guardandola spaventata, prima di afferrare la sua mano.
Chara rise stringendola e svuotandole lentamente la lattina di birra in testa.
Godendo di tutta quell'umiliazione sorrise nel silenzio scandito dal flusso di birra che scendeva sul volto di quella ragazza, lungo tutto il suo corpo ed infine per terra.
Provò immenso piacere nel vedere come Taylor, paralizzata dalla paura, accettò quel gesto carico di sadico disprezzo. 

Quando anche l'ultima goccia fu versata, Chara strinse la lattina gettandola a terra.
E finalmente fece forza, aiutandola ad issarsi in piedi. Nel silenzio carico di tensione la accompagnò alla porta, lasciandola uscire.

Taylor umiliata e sporca di sangue ed alcol zoppicò fuori il più in fretta possibile.
“E Taylor, prova a raccontare qualcosa in giro e ti giuro che sarò presente al tuo funerale.” 
L'altra annuì shockata prima di correre via il più in fretta possibile.

Chara chiuse la porta.

"Wow, sei stata davvero accogliente." ironizzo Sheila entrando in salotto.
Chara rise. Le era mancata tanta violenza.
"Le ho offerto anche da bere." si giustificó facendo ridere di gusto la sua schiava.

"Ha sentito?" chiese tornando seria.
"Ogni parola. Sta piangendo sul tuo letto." rispose Sheila andando a prendersi una birra.

"Pulisci sto schifo." le ordinó. 
L'altra annoiata si sedette sul divano. "Altrimenti?" la sfidò.

Chara non aveva voglia di impegnarsi con lei.
"Altrimenti insieme al sangue di quella troia ci sarà anche il tuo. Muoviti.
Sai che fare la brava cagna porta sempre a piacevoli ricompense."

Echo piangeva raggomitolata tra le coperte quando Chara entrò nella stanza avvicinandosi a lei.
"Aww… che carina che sei quando piangi." le sorrise, sedendosi sul bordo del letto.

Ormai le due stavano insieme da circa due mesi.
Il primo era stato perfetto. Sembrava Chara fosse innamorata, sempre così dolce e gentile, sempre con i suoi modi di fare dominanti, ma mai spiacevoli.
Eppure dopo un po' aveva iniziato a comportarsi sempre peggio.
L'aveva lentamente allontanata da tutti, ed aveva iniziato a controllarla, ritorcendole contro qualsiasi cosa.

Echo sapeva di esserne succube ed attratta, sapeva di essere infatuata, ma sapeva anche di averne il terrore, sapeva quello non fosse amore, eppure non poteva fare a meno che provare tenerezza e dispiacere per Chara, così incapace di provare affetto, di stare bene.
"Perché lo hai fatto?" singhiozzó l'albina, nascondendo il volto spaventata.

Chara le accarezzo la testa con tenerezza.
"Non ho fatto nulla, Echo.
Le ho solo dato una lezione."

"L'hai picchiata! Non dovevi farle male! Poverina! Non si fa così." pianse disperata Echo all'idea che Taylor potesse pensare che lei c'entrasse in tutto quello. 
Lei voleva bene a Taylor, nonostante tutto non poteva smettere di volergliene.

"Stai scherzando?!" le ringhió contro Chara afferrandola per i capelli e portandola a sé. Echo era così minuta che per Chara prenderla era come sollevare un fiore.
Affondando i propri occhi truci in quelli caldi dell'albina, sorrise sentendosi rassicurata dal riflesso del dolore nel suo sguardo.
"Piccola mia… a lei non frega un cazzo di te, non è mai fregato un cazzo.
L'hai sentita, no? 
L'ha detto lei stessa, ti ha solo scopata Echo. 
Ti piace farti fottere e basta? Ti fai fottere così? Sei qui per questo? Perché ti piace che io ti fotta, eh?" la provocò Chara osservando le sue lacrime e sporcandocisi le labbra, posandole un bacio sulla guancia ed un morso sul collo.

"No, non è così…" rispose la ragazzina.
"Non sei un cazzo per lei, Echo.
Non ne vali la pena. Sei troppo poco.
E non gliene frega un cazzo se ti pesteró a sangue, anzi è quello che vuole.
Non ha esitato un secondo. Se ne è lavata le mani e ha salvato se stessa, non te. 
Ti ha sacrificata, lasciandoti qui con me a soffrire. 
Sei patetica Echo." quando Chara alzò una mano la piccola alzó le braccia per pararsi.

Chara scoppiò a ridere, e appoggiò la mano che aveva alzato sulla sua testa dandole una carezza.
"Aw piccola, credi davvero io sia in grado di alzare le mani su qualcosa di carino ed obbediente come te?" con un sorriso malato le prese il volto tra le mani, asciugandole le lacrime.
 "Non ti preoccupare, finché farai la brava non ti succederà niente."

Sheila sul divano sorseggió la birra, mentre con l'altra mano si toccava.
Si toccava sempre.
Pensò a quanto fosse particolare quella situazione, era certa Chara fosse ossessionata da quel fiocco di neve. Nessuna altra ragazza, era arrivata così vicino a Chara. 
Di solito quella sociopatica se ne liberava il prima possibile, dando alla disgraziata di turno il colpo di grazia.
Invece quello che aveva con Echo era un rapporto morboso. Non voleva liberarsene, ne era ossessionata.

Sheila mosse le dita più in fretta contro il proprio clitoride, distendendo le gambe per agevolare l'orgasmo. 
Immaginó che Chara fosse attratta dall'ingenuità e dalla purezza di quella ragazzina, che bianca com'era pareva un angelo. Sheila trovava più eccitante scoparsi un demone invece, cosa che effettivamente, già faceva.
Inarcando la schiena immaginó di essere legata e scopata da dietro da una Chara ancor più indemoniata. 
Non ci mise molto a venire. Insieme alla diavolessa che nella sua immaginazione la montava venendole dentro.

Dandosi il tempo di riprendere aria guardò la composizione d'arte astratta sul pavimento. L'avrebbe intitolata "piscio e sangue di una troia qualsiasi.".
Annoiata alzò gli occhi al cielo, non aveva assolutamente alcuna voglia di alzarsi per sistemare, ma sapeva che lo avrebbe fatto.

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