Capitolo 13: Soffrire di passione

Sheila sorrise vedendo l'espressione incantata della compagna.
"Chiudi la bocca." la prese in giro avvicinandosi.
Lilithy abbassò lo sguardo imbarazzata, deglutendo e stringendo le labbra tra i denti. Lo faceva sempre quando era nervosa, ma l'altra non poteva saperlo.

"Ciao tesoro." le si avvicinò Sheila lasciandole un bacio sulla guancia, stringendola in un abbraccio esageratamente fisico, tanto che la muta senti il seno della ragazza spingerle contro.

Sheila non portava il reggiseno, realizzò.

Quella era la sua partita e lei lo sapeva benissimo. Era il momento di giocarsi al meglio.
Lo spettacolo era iniziato e lei era pronta. Adorava recitare, scivolare sotto ai vestiti. Adorava eccitare, piacere, essere oggetto di desiderio.

"Mi sono sempre piaciute le ragazze con le lentiggini." commentó accarezzando dolcemente quella tempesta di punti rossicci con un dito.
Lilithy arrossì lentamente, ma
abbastanza in fretta perché Sheila potesse accorgersi del calore sotto al suo polpastrello.
Una smorfia soddisfatta ed il potere che le scorreva nel sangue dando alla testa, facendola eccitare

Strinse le gambe sedendosi di fianco alla blu, di fronte ad un mucchio di fogli e libri. Sentiva già la propria intimità calda pulsare.
Era sempre eccitata per i propri pensieri, proprio non riusciva a smettere di pensare al sesso. Ci riusciva solo quando scopava, quando scopava pensava al dolore, raramente riusciva a non pensare a niente.

Si immaginava già nuda, sdraiata su tutti quei fogli, con il respiro di quella ragazza sul proprio corpo, tra i gemiti.
Si fece scappare un sospiro pesante mentre sentiva l'intero corpo scaldarsi ed una fitta di piacere tra le gambe, dandole il bisogno di essere toccata.
Se solo Lil avesse potuto leggerle nel pensiero, chissá quale sarebbe stata la sua reazione? Si sarebbe shockata Sorpresa? Eccitata?
Di certo sarebbe rimasta impressionata dalla sua perversione. La stessa perversione di cui Sheila faceva arte, stile di vita, di cui si vantava spudoratamente.

"Quindi dobbiamo fare sta roba?"
Pronunciò distrattamente sporgendosi verso di lei. Sentì il profumo della ragazza riempirle le narici mentre le sfiorava due ciocche di capelli blu.
Fissò i propri occhi smeraldo sulla sua pelle bianca. Era tanto chiara da parere ceramica. Scivolò sulle labbra di un rosa acceso, che promettevano baci morbidi, e carezze che già sentiva sulla pelle.

Era così magra, notò.
Sembrava sul punto di spezzarsi, la trovò elegante nella fragilità.
Si chiese perché non l'avesse notata prima, se avesse portato un vestito in classe e non quei felponi da barbona l'avrebbe fatto...

Lilithy alzò i propri occhi blu accorgendosi del suo sguardo indagatario, ma li riabbassó immediatamente per abitudine.
Sheila pensò di non aver mai visto occhi tanto profondi e tristi. Trovò fossero perfetti su un volto del genere, in un corpo del genere.
Non le piaceva la tristezza, ma su quella ragazza calzava a pennello.
Non poté fare a meno di chiedersi se fosse attiva o passiva, se i suoi baci fossero timidi o sfacciati, se i suoi lati più selvaggi fossero affamati o compiacessero.

Lilithy spinta dal coraggio alzò lo sguardo cadendo in quello dell'altra.
Ci si perse, si perse nel verde, nel contrasto del verde coi ciuffi neri.
Lo sguardo magnetico che la invogliava a scavare in lei e Lil che affogava, alla ricerca di ciò che nascondeva in fondo. Sempre più in fondo.

Sheila si rivelava un meraviglioso mistero da scoprire. Un insieme di strati, di insicurezze nascoste sotto la superficie e di apparenze vivide e reali. Non aveva mai conosciuto nessuno come lei, con occhi così magnetici a nascondere l'oblio.

Occhi pieni di passione che davano fuoco. Sentì il desiderio bruciarle l'anima, le viscere, mentre desiderava con tutta se stessa di cadere in quelle emozioni e renderle reali.
Perché ne aveva bisogno, perché non poteva vivere senza sporcarsi le mani di qualsiasi piccola atroce emozione, non poteva vivere senza piegarsi sulle proprie ginocchia e soffrire di passione per la vita.

Sheila era una cacciatrice, una lupa selvatica che bramava carne giovane e lei era la vittima, era sangue che sgorgava da una ferita fresca che supplicava di essere leccata.

E più affogava nel suo sguardo e Sheila sorrideva, più pregava di essere baciata, di essere raccolta, di avere l'onore di toccare qualcosa di tanto bello. Qualcosa che, come Sheila, faceva arte e passione della sensualità. Qualcosa che tanto assomigliava ad una rosa nera, piena di spine, in fiamme.

Sheila avvicinò le labbra alle sue, per il brivido di provocare.
Lilithy sentì le carezze invaderla, mentre mani silenziose si arrampicavano sulla sua pelle, sul suo fianco, sulla sua spalla, sul suo collo.

La mora si morse il labbro sentendo l'eccitazione bagnarle gli slip. Aveva imparato a riconoscere e creare situazioni del genere. Sapeva benissimo come sarebbe andata.
"Facciamo altro Lilithy..." bisbigliò spingendo il proprio corpo contro quello della ragazza.

Dolcemente cerco la sua mano.
"Mi ecciti così tanto." le ansimó nell'orecchio guardandola arrossire. Sfiorò il naso con il proprio, aggrappandosi al suo sguardo.
"Toccami. Ti prego." la sua voce roca supplicava a bassa voce, facendo di ogni intonazione arte, come un cantante scandisce ogni nota.

Lilithy sentì il calore avvolgerla. Il fiato pesante le uscì dalla gola con un sospiro. Sheila le prese una mano e la accompagnò sulla propria pelle, sulla guancia, sul collo, sul seno. Solo il tessuto della camicetta separava il capezzolo dalla mano delicata della ragazza blu.

"Fammi godere." un bisbiglio al suo orecchio.
Lilithy si lasciò andare a quelle sensazioni, al bisogno di dare, di dare tutta se stessa. Dolcemente cercò le labbra della ragazza accarezzandole lentamente con le proprie. Con una mano la prese dietro la nuca per avvicinarla a se mentre le loro lingue giocavano.

Sheila sorpresa notò con quanta passione la stava assaggiando.
Notò come godeva di ogni istante senza essere vorace, con calma rendeva ogni istante intenso tra i sospiri. Sentiva come voleva prendersi cura di lei, e quella strana sensazione, che andava oltre ai morsi e gli schiaffi a cui era abituata la infastidì dandole la scossa.
La sua lingua prese a muoversi vorace nella bocca dell'altra, protestando affamata.

Lil percepí il disperato bisogno di avere, di prendere sempre più, di nutrirsi per riempire un vuoto, ma Sheila non l'avrebbe mai saputo, non avrebbe mai letto i pensieri di Lilithy.

"Cosa aspetti verginella?" con un ghigno si sedette a cavalcioni su di lei, strusciandole contro.
Lentamente si slacció i bottoni della camicia, scoprendo il seno.
Lilithy non le staccava gli occhi di dosso, assaporava ogni linea, ogni angolo della sua pelle e Sheila quasi si metteva in posa per lei, per essere amata dai suoi occhi. Per essere adorata.

"Avanti tesoro." scosse il bacino, mentre Lil le accarezzava il sedere. Premette il seno nudo contro il suo corpo, sfiorandole il labbro con un sospiro, "Voglio sentirti dentro di me."

Il viso della ragazza andò a fuoco al suono di quelle parole, mentre Sheila sorrideva con lo sguardo, crogiolandosi nel proprio potere di accendere il desiderio.
La muta passó le proprie labbra sul collo della ragazza, lasciando baci umidi, scendendo lungo il petto, sfiorandole i seni con la lingua.
Sheila sentì i brividi passarle lungo la schiena, di solito solo la sofferenza poteva scuoterla tanto, un'altra scarica di violenza le passò nel sangue dandole il bisogno di dolore.

Senza aspettare prese una mano della ragazza e accompagnó due dita dell'altra dentro di sé.
"Dio si!" gemette tirando indietro la testa e muovendo il bacino. La ragazza muta sentiva le dita scivolare nel bagnato, assecondando i movimenti dell'altra.
Continuò a baciarle il collo e stringerle un capezzolo con l'altra mano.
"Avanti, scopami. Ti prego. Fai di me la tua puttana." ancora parole affannose, come i loro sospiri, mentre la ragazza dava il via ad una serie di urla e gemiti.
Godendo dello stesso suono delle proprie urla. Bagnandosi di più per la stessa vista del proprio corpo semi nudo.

I baci di Lil che la accarezzavano con gentilezza continuavano ad insultare la sua aggressività, era come se il suo animo si rifiutasse di essere amato. Accettava solo dolore e umiliazione.
Lilithy era qualcosa di troppo dolce per accontentare il suo bisogno di schiaffi.
Presa dalla propria rabbia prese a muoversi più velocemente sulle dita dell'altra, portando le labbra al suo collo e mordendola, per provocarla a farle male, a fare di più.
Lilithy accetto la fitta, abbracciando le emozioni di quella ragazza che la supplicava di farle male, che viveva per il dolore.

Che proprio come lei, era ossessionata dal dolore, anche se in maniera diversa.

Sheila vicina al culmine del piacere le infilò la lingua in bocca, mordendole il labbro per provocarla di tanto in tanto, come un animale senza controllo sotto al peso della lussuria.
Finché non riuscia venirle sulle dita.

Sheila ansimando pesantemente cercò lo sguardo eccitato della ragazza, si tradì sorridendo e mostrando un ghigno, dimostrando solo per un attimo di non aver bisogno di sospirare tanto forte, per poi tornare alla propria recita fatta per se stessa.

Urlava, gemeva, ansimava, sempre per se stessa. Per bagnarsi davvero, per convincere il proprio corpo a godere con lei, quel corpo che non sentiva niente, che raramente le donava un orgasmo soddisfacente.
Ma con Lilithy aveva funzionato. Probabilmente solo per la novità della ragazza e della situazione.

La ragazzina fragile le alzò il viso guardandola fissa negli occhi senza dire nulla.
E Sheila per la prima volta si trovò a disagio in quello sguardo che cercava qualcosa dentro di lei.

Il suo sorriso strafottente gemette di risposta.
Se la osservavano doveva dare qualcosa da guardare.
I suoi occhi brillarono maliziosi. Tolse le dita della ragazza da dentro l'intimo e le portò alle labbra.

Senza togliere gli occhi da quelli di Lil la osservò arrossire mentre leccava e succhiava le dita pulendole dai propri ormoni.
Le spingeva in fondo, accarezzandole con la lingua, ciondolando la testa avanti e indietro e muovendo il bacino, come un animale devoto.
Si bagnó al sapore dei propri ormoni.
Si bagnò per quello sguardo blu fisso su di lei. Si bagnó per la consapevolezza di aver appena orgasmato sulle dita della sua compagna di classe che a malapena conosceva.

Lilithy sentì il cuore correre in petto, senti bruciare tra le gambe. Gli occhi devoti di Sheila, verdi, la ringraziavano per tutta quella lussuria, le parlavano di un vuoto enorme che per un istante aveva riempito, con la distrazione della carne.

Sheila era un'anima infelice, era come lei, ma totalmente diversa.
Perché non sapeva di esserlo, sapeva solo di essere un corpo bisognoso di piacere che necessita il volgare per accettarsi.

Lasciando le dita pulite le morse e baciò prima di lasciarle scivolare via.
Sheila senza aspettare passò le proprie mani a cercare le gambe dell'altra.
Doveva ripagare il favore, e la sua lingua era la più abile in quel genere di pagamenti.
"Lascia che ricambi..." gemette Sheila scendendo da lei ed abbassando la testa sul suo corpo, facendole capire le proprie intenzioni.

Ma le mani di Lil incontrarono i suoi polsi fermandola.
Sheila alzò lo sguardo confusa.
La compagna scosse la testa per farsi capire. Non voleva essere toccata.
Non riusciva a lasciarsi toccare.
Sheila con un sorriso alzò le spalle, "Peggio per te." le mostro la lingua ridendo divertita.

Lil non le lasciò il polso, lo percosse con le dita, seguendo le linee delle cicatrici, dei solchi e dei lividi per poi spostare il proprio sguardo interrogativo su Sheila.

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