Retribuzione
Si incamminò verso la Cupola, non sarebbe servito a stare lì a pensare oltre: conosceva già l'arteficie di questo pessimo scherzo, ed era Anna. Figlia del Dolus di Firea, altezzosa e oltremodo orgogliosa e il suo dragone di fuoco non era da meno. Sette metri di pura sfacciataggine, con rosse scaglie ardenti di orgoglio, denti affilati pronti a sbranare chiunque sia in disaccordo con la sua padrona e grandi ali per incutere timore nell'avversario.
Ogni volta che si avvicinava a quel drago sentiva il suo alito sul collo, come braccata e non sopportava quella sensazione di impotenza. E la sua padrona non era da meno.
Con quei capelli rossi rabbia, quegl'occhi neri glaciali e pieni di scherno quando la guardavano, quel sorriso malefico impresso sul volto e quegl'abiti d'alta classe di cui si vantava tanto, che come minimo valevano come cinque uova di sermix (circa 4000 ryln, che corrisponde a circa 12000 euro). Una cifra che pochi si potevano permettere.
Ricordò che fin da quando l'aveva conosciuta l'aveva sempre trattata male, perchè una poveraccia non poteva frequentare la sua stessa scuola, secondo il suo parere; e da quando aveva perso il drago infieriva anche su quello. Oggi aveva davvero superato il limite.
- Sheila, aspetta! - la voce della mora la riportò alla realtà – Vieni a vedere Wind? -
La bionda la guardò, dubbiosa ma alla fine accettò; stare col drago l'avrebbe calmata un po'.
Mentre tornavano indietro Mya guardava preoccupata la sua amica; gli zii di lei erano nobili decaduti e aveva perso l'uovo che le era stato regalato dal defunto padre. Già la prima condizione non la metteva di buon occhio sotto la vista degli altri studenti, tutti provenienti da famiglie nobili e benestanti. L'uovo era una delle ragioni per cui era stata accettata all'accademia; uovo di un drago sconosciuto e dalle scaglie nere come la pece, e il circolo degli anziani sarebbe stato più che felice di mettere le mani su un drago del genere.
Ricordò quella volta in cui origliò per caso una conversazione di alcuni anziani; questi stavano discutendo di una particolare razza di draghi, di cui si erano visti pochissimi esemplari. Il Dracus Neridea Nevis, se non ricordava male. L'unica cosa di cui si era a conoscenza di questa razza era che fosse in grado di imparare e parlare il linguaggio umano, e che erano caratterizzati da scaglie nere, che luccicavano solo alla luce lunare.
- Posso chiederti un favore? - la voce di Sheila la distolse dai suoi pensieri.
- Dimmi pure -
- Puoi prestarmi Wind per l'esame pratico, sai mi servirebbe un drago... - disse la bionda, un po' imbarazzata.
- Eh eh, sapevo che me lo avresti chiesto. Avevo già pensato di usare l'altro -
- Grazie mille! - Sheila sorrise, mentre passava il cancello della Cupola.
Mya la guardò avvicinarsi al drago viola chiaro, mentre questo si faceva accarezzare docilmente. Sheila era un rider, eppure era in grado di farsi amica diversi draghi. Fino a poco tempo fa aveva sempre creduto che era più adatta al ruolo di breeder, adesso cominciava a dubitare: sapeva cantare come i rider e avvicinarsi ai draghi come i breeder e si chiedeva come fosse possibile.
Dopo un intero pomeriggio passato ad allenarsi con i draghi le ragazze ritornarono al dormitorio insieme, ma appena aprirono la porta per entrare si ritrovarono faccia a faccia con Anna e le sue "amiche".
- Ma guarda guarda, chi si vede! Il rider senza drago – cominciò la rossa.
- Un rider senza drago è un rider senz'anima – continuò una delle sue amiche.
- Un rider senz'anima è un uomo morto – finì un'altra per poi mettersi a ridere.
- Sono troppo stanca per ascoltarti – Sheila scostò sgarbatamente le ragazze.
- Non hai un drago e non sai cantare, perchè sei ancora qua? - più che una domanda sembrava un'affermazione quella di Anna.
Senza guardarsi indietro Mya e Sheila si diressero verso le loro camere dopo essersi augurate la buonanotte. La bionda dopo aver chiuso a chiave la porta e aperta la finestra si buttò sul letto; era esausta. Sperava di non rivedere la rossa, ma sorrise vittoriosa: sapeva cantare e anche bene, sopratutto dopo gli allenamenti con Wind.
Si girò di lato per guardare fuori dalla finestra; stava ormai tramontando e cominciava a vedere alcune stelle nel cielo, cercando di ripassare i canti si addormentò senza rendersene conto.
Si svegliò per il freddo e si alzò per chiudere la finestra.
Assonnata si diresse verso la finestra e vide il cielo scuro illuminato dalla moltitudine di stelle che splendevano in cielo, almeno era una notte bella e tranquilla. Appena la chiuse sentì un urlo e si precipitò fuori dalla sua stanza.
Si sentì un secondo urlo, che proveniva dalla stanza davanti a lei. Con riluttanza sfondò la porta e vide Anna rintanata in un angolo, tremante di paura e minacciata da un leonrago.
In un angolo della sua mente era felice di vedere questa scena, ma il leonrago era pericoloso anche per lei.
- Khroh'k Ho – Sheila colse di sorpresa la creatura di pietra, che venne sbalzata fuori dalla potenza del soffio di fuoco, rompendo il vetro.
Corse verso la finestra e guardò fuori; il leonrago era a terra in quattro pezzi e al centro di questi si trovava una pietra liscia e chiara.
Si girò e si accucciò accanto alla rossa, per controllare se fosse ferita, ma vide che era solo scossa. Passò una mano davanti ai suoi occhi per vedere se era lucida, ma non pareva reagire. Sospirò e non seppe nemmeno lei se fosse per sollievo o delusione che la ragazza non fosse ferita; si alzò per andarsene quando notò una scaglia nera grande come il palmo di una mano sopra la scrivania. La prese in mano facendo una smorfia e poi un sorriso.
- Prendo questa come ricompensa del servigio, non ne sentirai la mancanza – disse la bionda, agitando la mano con la scaglia, tentando di attirare l'attenzione della rossa.
Uscì dalla stanza e potè vedere che lì intorno si stavano radunando le ragazze che si erano svegliate a causa dell'urlo. Vide alcune delle amiche di Anna entrare agitate e chiederle cosa era successo, spintonandola nell'azione.
♦♦♦♦
Sopra il tetto della biblioteca la figura incapucciata osservava uno specchio che le mostrava delle immagini, più precisamente quelle viste dal leonrago appena distrutto.
- Ancora lei! Possibile che sia sempre in mezzo ai piedi? - dopo un momento di irritazione tornò a sorridere, beffarda - Non importa, sono riuscita a trovare la volpe. Ragazza dai capelli color fiamma, avremmo bisogno del tuo aiuto per il nostro progetto -
Fece sparire lo specchio con un movimento del polso e si alzò in piedi; odiava gli imprevisti, ma la biondina non valeva nulla in confronto alla sua missione e non poteva permettersi di commettere degli errori.
- Sei fortunata ragazzina, se non fosse un ordine diretto ti avrei già uccisa, ma sfortunatamente devo agire nell'ombra – con un salto giù dal tetto sparì tra le ombre della notte.
♦♦♦♦
A fatica la bionda rientrò in camera e si chiuse la porta alle spalle.
Osservò attentamente la scaglia che aveva in mano: se la ricordava perfettamente, era l'unica cosa lasciata dal suo drago quando sparì. La sua rabbia salì al sol pensiero di quella ladra che era entrata in camera sua. La odiava, ma a quanto pare non così tanto da volerne la morte.
Ripensando alla reazione che aveva avuto con il leonrago concluse che non fosse lei quella che aveva animato le due statue, ma allora chi c'era dietro?
Il suo pensiero si soffermò sulle parole che le aveva detto nel pomeriggio Anna.
C'era un detto: un rider senza drago è un rider senz'anima, e un rider senz'anima è un uomo morto o meglio: vuoto, senza più la forza o la voglia di andare avanti.
Ciò che capitava ai rider a cui moriva il drago era terribile: ne aveva visti alcuni con sguardo vuoto, che fissavano qualcosa di invisibile davanti a loro, mentre aveva sentito di altri che restavano immobili, e che morivano per fame e sete.
Lei non era vuota come loro; sentiva la sua forza di vivere e questo le dava la certezza che il suo drago fosse ancora vivo. Quella scaglia era il suo unico indizio per trovarlo e era sicura che lo avrebbe trovato una volta uscita di lì.
Lo avrebbe cercata una volta libera.
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