☽ ~ 𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 𝕮𝖎𝖓𝖖𝖚𝖊
ʜᴏ ɪᴍᴘᴀʀᴀᴛᴏ ᴄʜᴇ ᴘʀᴏᴄᴜʀᴀʀꜱɪ ᴅᴀ 'ᴠɪᴠᴇʀᴇ' ɴᴏɴ È ʟᴀ ꜱᴛᴇꜱꜱᴀ ᴄᴏꜱᴀ ᴅɪ ꜰᴀʀꜱɪ ᴜɴᴀ 'ᴠɪᴛᴀ'."
ᴍᴀʏᴀ ᴀɴɢᴇʟᴏᴜ
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«Ehi, ciao, finta spacciatrice!» Solleva una mano per aria prima di sventolarla nella mia direzione.
«Perché mi stai seguendo?» Gli urlo contro.
Ben presto mi raggiunge, fermandosi proprio a pochi passi da me. Per qualche strano motivo non mi sento minacciata. Senza nulla togliere al lavoro che fa, sembra proprio il classico sbirro idiota. Potrei tirargli un altro pugno e scappare via con facilità.
Mi guarda e sbatte le palpebre. «Me lo chiedi pure? Uno: stavi per vendermi della cocaina. Due: mi hai colpito con un pugno!»
Alzo le spalle. «Be', mi stavi trattenendo mentre quello che immagino essere il tuo collega, quello più furbo, voleva mettermi le manette!» Mi indispettisco.
Shane aggrotta la fronte. «Quello più furbo?»
Annuisco. «Sì, Lucifer ha decisamente l'aria di quello più furbo. Tu, senza offesa, non fai paura, Shane.» Ma che cavolo dico? Mi metto a socializzare con il nemico?
Shane per tutta risposta ridacchia. «Lucifer? È così che si fa chiamare il mio collega dai criminali?»
Cosa?
«No, sono io che lo chiamo così», puntualizzo. «Bene, che vuoi? Non ho niente oggi.»
Shane sbatte di nuovo le palpebre dalla sorpresa. «Non voglio comprare niente! Io non faccio uso di...» assottiglia quegli occhi color nocciola. «Mi stai prendendo in giro?»
Annuisco.
«Lo sai che quello che hai fatto è illegale? Potresti finire in carcere.» Si impettisce mettendo in bella mostra le poche targhette ben lucidate appuntate sulla sua divisa.
Mi sfugge una risata. «Mi arresterai tu? Ti ricordo che sono riuscita a liberarmi da te con un pugno. Un pugno dato anche malissimo.»
«Mi hai preso alla sprovvista, ovviamente.» Si difende.
«Ok, Shane. Ora devo proprio andare. Ho smesso di spacciare.»
I suoi occhi si spalancano non appena una folata di vento sposta alcune ciocche dal mio viso, rivelando al mondo intero il mio viso tumefatto. «Ma che cazzo ti è successo?» Sbotta inorridito.
Tiro su il cappuccio della felpa e faccio per voltarmi e andare via. Shane me lo impedisce afferrandomi il polso. «Aspetta... Aspetta! Che cavolo ti è successo?»
Strattono il braccio. «Sono caduta. Lasciami andare adesso!» Il panico inizia a farsi largo dentro di me. Perché cavolo mi sono messa a socializzare con lui?
Con la mano libera afferra il cappuccio della mia felpa e lo tira giù. Cerca il mio viso. Io continuo a dimenarmi per impedirgli di guardarmi.
Ma è pur sempre un uomo. È più forte.
Posa entrambe le mani sulle mie spalle immobilizzandomi. I suoi occhi scrutano il mio viso con attenzione, aggrotta la fronte. «Gesù Santo», sussurra. «Che cosa...»
Riesco a divincolarmi, indietreggio di alcuni passi e poi mi volto. Corro via.
«Aspetta!» Urla alle mie spalle.
Questa volta, sento i suoi passi pesanti che mi seguono.
Merda.
Mi volto a guardarlo oltre la spalla, mentre continuo a correre più veloce che posso. Mi sta alle calcagna, ma ho un piccolo vantaggio.
Nell'esatto momento in cui riporto lo sguardo di fronte a me, colpisco una montagna umana e cado rovinosamente a terra, provocandomi ancora una volta, un dolore lancinante alle costole. Il respiro si smorza, e il cuore che batte furioso contro le costole mi fa venire il capogiro.
Sollevo lo sguardo davanti a me.
«Merda», sussurro tremante.
«Già, merda», risponde la montagna su cui mi sono appena spiaccicata. Mi guarda con le braccia conserte sul petto, questo gesto le rende ancora più spaventosamente muscolose, e con la testa leggermente inclinata. Sulle sue labbra appena arricciate, si forma un sorriso per niente amichevole.
Le sue iridi azzurre si muovono rapide lungo tutto il mio viso. Osserva i lividi, l'occhio gonfio e le labbra spaccate con uno sguardo impassibile.
La frase che pronuncia mi spedisce il cuore in gola. «Benvenuta all'inferno.»
È una battuta perché la prima volta che l'ho visto l'ho chiamato Lucifer? Se così fosse, non è per niente simpatico.
Come ne esco adesso da questo pasticcio? Il poliziotto davanti a me non sembra per niente amichevole.
Shane ci raggiunge con il fiatone. Si piega in avanti con la mani posate sulle ginocchia per riprendere fiato. «Aspetta, Luci...», annaspa, sollevando una mano per aria.
Lucifer lo guarda con la fronte aggrottata. «Cosa dovrei aspettare, che scappi un'altra volta?» Mi rifila un'occhiataccia che mi fa rabbrividire.
Shane scuote il capo, prende un bel respiro e si tira su. «Non è pericolosa.»
Mi ritrovo a sgranare gli occhi davanti a questa affermazione.
Certo che non sono pericolosa!
Lo Sbirro Enorme pensa che io lo sia?
Tento di rimettermi in piedi ma Lucifer mi rifila un'altra occhiataccia inquietante. I suoi occhi mi mettono a disagio, ed anche la sua stazza... Ed anche... Tutto. Tutto in lui mi mette a disagio.
È chiaro come il sole che è lui lo sbirro cattivo, proprio come quelli dei film che guarda Ray.
I suoi occhi azzurri non lasciano trasparire nessuna emozione. Continua a soppesare la mia inutile esistenza con quei frammenti di cielo. «Certo che non lo è», si concede una breve e roca risatina, come se non fosse più abituato ad emettere quel suono. «Non è pericolosa, ma è una ladra. Ed anche una spacciatrice del cazzo.»Conclude.
Mi viene quasi da ridere, ma non lo faccio. Non mi sembra il caso. «Vuoi ammanettarmi per un barattolo di fagioli? Andiamo Lucifer, i criminali sono ben altri.» Tipo quei due che vivono a casa mia.
I suoi occhi si riducono a due fessure. «Ti ho già detto che mi chiamo Lucien, non Lucifer. Piantala.»
Alle mie spalle, Shane ridacchia. «Ah, ed io che pensavo che fosse una specie di nome d'arte che ti sei affibbiato da solo.»
Shane è un idiota.
Lucifer lo ignora e continua a guardare me. «Rubi e spacci; quindi sì, potrei e dovrei ammanettarti.»
L'idea non mi sembra poi così tanto malvagia. Il carcere continua a sembrarmi un viaggio in qualche spiaggia tropicale. Almeno lì nessuno si intrufolerà per approfittarsi di me.
Ignorando la fitta di dolore sul costato, mi alzo in piedi. Allungo entrambi i polsi verso di lui. «Fallo allora.» Per favore.
Persino lui è sorpreso del mio gesto. Sicuramente sono l'unica pazzoide che si costituisce con questa facilità. «Ho rubato un sacco di barattoli di fagioli nel corso degli anni. Un mucchio. Merito l'ergastolo», continuo sventolando i polsi davanti al suo viso.
Perché mi comporto in questo modo?
«Da oggi ti chiamerò La Ladra Di Fagioli», commenta Shane, sempre con quel tono divertito.
Come ha fatto a diventare un poliziotto?
Lucifer lo fulmina con lo sguardo. «Si è presentata all'incontro con della cocaina, Shane!» Sbotta, cercando forse di far rinsavire il suo collega.
Shane mi indica. «Luci, andiamo, è chiaro che lavora per qualcuno. Questa», la sua mano si solleva appena ad indicare il mio viso. «Ti sembra la faccia di una pusher?» Schiocca la lingua prima di guardare me. «Ti sei sbagliata: Lucien non è per niente quello furbo, tanto meno quello sveglio.»
È tutto così assurdo!
Forse ho battuto la testa quando sono caduta? Sto sognando?
«Sì, spaccio cocaina!» Mi intrometto.
Entrambi mi guardano. Shane serra le labbra e scuote la testa. «Così però non posso aiutarti...»
Lucifer mi guarda come se volesse ammanettarmi in un sottoscala e lasciarmi lì dentro fino a morire di fame.
Guardo Shane. « Aiutarmi?» Sbuffo una risata. «Perché mai?»
Perché c'è chiaramente qualcosa che non va, Lilith!
Lucifer mi agguanta il polso. Mi ha preso alla lettera a quanto pare.
Cerco allarmata lo sguardo di Shane. «Ok, adesso lo voglio il tuo aiuto!» Strillo.
Lui mi guarda esterrefatto. «Ti sei dimenticata che siamo poliziotti? Dai, ti daranno al massimo due tre anni.»
Cosa? No! No! No!
Strattono il braccio sotto la presa potente di Lucifer. Lo guardo negli occhi, il suo sguardo è sempre impassibile. Non sta facendo nemmeno chissà quanta forza per tenermi.
Sollevo la mano libera, pronta a colpire anche lui con un pugno. Lui però intercetta il movimento e con facilità intrappola anche l'altro polso. Il tutto, con solo una dannata mano.
«Lasciami andare!» Strillo, dimenandomi.
«Hai confessato», ridacchia in modo inquietante. «Avrai diritto ad un avvocato... In caso contrario, te ne starai buona per almeno tre anni. Se opporrai resistenza, farò sì che gli anni diventino cinque.» Sibila in tono minaccioso.
Guardo Shane, supplicandolo in silenzio di aiutarmi.
Lui scuote la testa. «Mi dispiace, non posso aiutarti», sbuffa. «E piantala di guardarmi in questo modo! Non rendere le cose più difficili.»
«Sei un senza palle, Shane!» Gli urlo contro, esprimendo tutto la mia frustrazione.
Lui aggrotta la fronte. «Dovresti tacere, sai?»
«Vai al diavolo, Shane. Sbirro idiota!» Strepito, continuando a dimenare i polsi da quella morsa stretta.
Lui raddrizza la schiena e mi guarda con l'aria offesa. «Io stavo cercando di essere amichevole. Tu però sei una vera stronza.»
La voce inquietante di Lucifer mi convince a stare ferma e smettere di dimenarmi. «Avete finito, voi due?»
«Ha iniziato lei!» Rimbecca Shane, rifilandomi un'occhiataccia truce.
Lo guardo con la mascella serrata. «Vaffanculo, Shane Senza Palle!»
Anche la sua mascella si serra con un click. «Arresta questa stronza, Luci. Ti aspetto in auto», borbotta. Per essere grande e grosso, in questo momento si comporta come un bambino.
Si allontana da noi indispettito. Ora siamo solo io e Lucifer, i miei polsi sempre stretti nella sua mano.
«Che cosa hai fatto al viso?»
La sua domanda mi fa girare di scatto nella sua direzione. «Ora ti importa?» Sputo acida. «Non sono affari tuoi!»
«D'accordo, ladruncola del cazzo. Sono certo che in centrale canterai come un uccellino», sogghigna.
Rafforza la presa contro i miei polsi, mentre con l'altra mano afferra le manette.
Appena abbassa lo sguardo per mezzo secondo, faccio la mia mossa. Non sono certa se andrà a buon fine, tentare però non nuoce. Anzi, questa mia mossa mi metterà ancora di più nei guai. Ma non importa, non voglio essere arrestata da questi due idioti.
Sollevo il ginocchio e lo colpisco in mezzo alle gambe. La stretta sui miei polsi si allenta e i suoi occhi si sgranano.
Emette un gemito strozzato che sembra risalirgli dalle profondità delle sue viscere.
Riesco a liberarmi mentre lui si regge il punto colpito. «Maledetta», sibila agonizzante.
«Adesso chi è che canta, Lucifer?» Gli rifilo un sorriso beffardo prima di schizzare via, ovviamente prendo la parte opposta, dato che Shane è ancora lì.
Non posso credere a quello che ho fatto. Ma che cosa mi dice il cervello? Ho tirato un pugno a Shane e adesso un calcio nelle palle a Lucifer? Da dove cacchio lo tolgo questo mio lato selvaggio?
Sei la figlia di Ray Moon, Lilith. Il sangue non è acqua!
Oddio. Sono una criminale! Una criminale che picchia i poliziotti. Oddio. Oddio.
No, io non sono questo!
Sì, lo sei. Sei una delinquente.
Sono come Ray. Sono come lui. Come loro.
Adesso sì, che sono nella merda fino al collo. Nella merda più totale. Annegherò nella merda. I miei polmoni si riempiranno di merda.
Merda.
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SPAZIO AUTRICE
Quinto capitolooooooo!
Fatemi sapere che cosa ne pensate ✨
Comunque io mi farei arrestare molto volentieri da Lucien 🤩
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