8.4
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ
19 agosto - Strano e improvviso cambiamento in Renfield, questa notte. Verso le venti, ha cominciato ad agitarsi e a fiutare tutt'attorno come un cane quando punta. L'infermiere, sorpreso dal suo comportamento, e ben conoscendo l'interesse che ho per lui, ha cercato di indurlo a parlare.
Renfield di solito si mostra rispettoso nei confronti dell'infermiere, a volte anzi servile; ma ieri sera, m'ha detto l'uomo, aveva un atteggiamento altero e scostante. Non voleva saperne di rivolgergli la parola, limitandosi semplicemente a dire: "Non intendo parlare con voi. In questo momento non contate affatto. Il Maestro è vicino".
L'infermiere è dell'avviso che Renfield sia stato colto da un improvviso accesso di mania religiosa. Se così è, dobbiamo prospettarci l'eventualità di accessi furiosi, perché un uomo robusto, affetto da mania omicida e religiosa insieme, può diventare assai pericoloso. Si tratta infatti di una combinazione esplosiva.
Alle ventuno mi sono recato personalmente da lui. L'atteggiamento che ha assunto nei miei riguardi era lo stesso di quello verso l'infermiere; nel suo altero distacco, la differenza tra me e l'inserviente gli appariva nulla. Sì, sembra proprio mania religiosa, e tra poco Renfield si convincerà di essere Dio. E le minuscole diversità tra individuo e individuo sono troppo spregevoli per un Essere Onnipotente. Come sono scoperti, questi pazzi! Il vero Dio si preoccupa del passero che cade; ma il Dio creato dall'umana vanità non scorge differenza tra un'aquila e un passero. Oh, se gli uomini capissero!
Per più di mezz'ora, l'eccitazione di Renfield ha continuato a crescere e crescere. Fingevo di non tenerlo d'occhio, ma lo vigilavo con estrema attenzione, e d'un tratto nei suoi occhi è apparsa quell'espressione obliqua che sempre si nota allorché un pazzo si è impadronito di una idea, e con essa quei movimenti furtivi della testa e delle spalle che i sorveglianti di asili per alienati conoscono così bene.
Si è fatto assolutamente tranquillo, ed è andato a sedersi sulla sponda del letto con aria rassegnata, fissando il vuoto con occhi spenti. Ho deciso di scoprire se la sua apatia era vera o finta, e ho cercato di indurlo a parlare dei suoi animali, argomento che non manca mai di interessarlo.
Dapprima non ha risposto, ma alla fine ha esclamato con aria petulante: "Non me ne importa, non me ne importa un bel nulla! Neanche tanto così!". "Come?" ho detto io. "Non mi direte che i ragni non vi interessano!" (al momento attuale, i ragni costituiscono il suo hobby, e il suo taccuino si riempie di colonne di piccole cifre). Al che, ha risposto con tono enigmatico: "Le damigelle della sposa rallegrano gli occhi che attendono l'arrivo della sposa; ma quando la sposa s'avvicina, le damigelle più non splendono a occhi che sono già colmi di gioia". Si è rifiutato di fornire altre spiegazioni, ed è rimasto ostinatamente seduto sul letto finché non me ne sono andato.
Questa sera, sono stanco e giù di morale. Non posso fare a meno di pensare a Lucy e a quanto diversa avrebbe potuto essere la situazione. Se non riesco a dormire, cloralio, il moderno Morfeo, C2HCl3O H2O! Devo stare attento a non trasformarla in abitudine; No, questa sera non ne prenderò! Ho pensato a Lucy, e non voglio profanarla mescolando le due cose. Se necessario, questa notte sarà insonne...
Più tardi - Lieto di aver preso quella decisione; più lieto ancora di averle tenuto fede. Ero a letto, ad agitarmi invano, e avevo udito il campanile suonare solo due rintocchi, quando il sorvegliante del turno di notte è venuto ad avvertirmi che Renfield era evaso.
Mi sono vestito in gran fretta e mi sono precipitato dabbasso: il mio paziente è un individuo troppo pericoloso per lasciarlo in circolazione. Le idee di onnipotenza da cui è posseduto costituiscono una minaccia per gli estranei.
L'infermiere mi aspettava. Ha detto di averlo visto non più di dieci minuti prima, a letto, apparentemente addormentato, quando ha dato un'occhiata dallo spioncino. Poi, la sua attenzione è stata attirata dal rumore di una finestra scardinata. È tornato indietro di corsa, in tempo per vedere i piedi di Renfield uscirne, e subito mi ha mandato a chiamare.
Renfield indossava solo la camicia da notte, e non può essere lontano. L'infermiere ha pensato che sarebbe stato più utile notare semplicemente in che direzione andava anziché cercare di seguirlo, anche perché rischiava di perderlo di vista uscendo dall'edificio per la porta; l'infermiere è infatti un uomo corpulento, che non potrebbe passare per la finestra. Io invece sono magro e, col suo aiuto, sono uscito facilmente, a differenza di Renfield con i piedi in avanti e, siccome la finestra dista solo pochi piedi dal suolo, sono atterrato incolume.
L'infermiere mi ha detto che il paziente andava verso sinistra, sempre diritto, e mi sono messo a correre più in fretta possibile. Mentre uscivo dalla zona alberata che circonda l'edificio ho scorto una bianca figura scalare l'alto muro che separa i nostri terreni da quelli della vicina casa abbandonata.
Sono corso allora indietro, ho detto al guardiano di riunire immediatamente tre o quattro uomini che venissero con me nel parco di Carfax, nell'eventualità che il nostro amico si rivelasse pericoloso.
Ho preso io stesso una scala e, superato il muro, sono sceso dall'altro lato, appena in tempo per scorgere la figura di Renfield scomparire dietro l'angolo della casa. L'ho inseguito. L'ho trovato sul lato opposto dell'edificio, appiccicato al vecchio uscio di quercia borchiato di ferro della cappella.
Stava parlando, in apparenza con qualcuno, ma non ho osato avvicinarmi tanto da udire ciò che diceva, per tema di spaventarlo e di metterlo in fuga. Seguire uno sciame d'api migranti è nulla, a paragone del tener dietro a un matto nudo, quando vien preso dall'uzzolo di tagliare la corda!
Qualche istante dopo, tuttavia, mi sono reso conto che non si avvedeva minimamente di quanto gli accadeva attorno, e allora ho osato avvicinarmi vieppiù, anche perché nel frattempo i miei uomini avevano a loro volta superato il muro e stavano serrando sotto.
E così l'ho udito dire: "Sono qui ai tuoi ordini, Maestro. Io sono il tuo schiavo, e tu non potrai non ricompensarmi perché ti sarò fedele. Ti ho adorato a lungo e da lungi. E ora che tu sei vicino, attendo i tuoi comandamenti, e tu non mi dimenticherai, vero, caro Maestro, nella distribuzione di doni che farai?"
Renfield ha l'animo del vecchio accattone egoista, che pensa ai pani e ai pesci anche quando si crede di fronte alla Presenza. Le sue manie compongono un bizzarro miscuglio.
Quando gli siamo stati addosso, si è dibattuto come una tigre. È dotato di forza immane, ed era più simile a una bestia selvaggia che a un uomo. Mai visto prima un lunatico in preda a un simile parossismo di furia; e spero di mai più vederlo. Fortuna, davvero fortuna, che ci siamo accorti in tempo di quanto sia forte e pericoloso. Con un'energia e una perseveranza del genere, prima di essere rimesso sotto chiave avrebbe potuto combinare guai irreparabili.
Adesso, comunque, è al sicuro. Neppure il celebre Jack Sheppard(*) riuscirebbe a liberarsi dalla camicia di forza che lo immobilizza, e per di più è incatenato alla parete della cella imbottita. A tratti, le sue grida sono atroci, ma i silenzi che le seguono sono più mortali ancora, perché ogni suo gesto e moto significano assassinio.
Proprio adesso, per la prima volta, ha pronunciato parole coerenti: "Sarò paziente, Maestro. Ecco che viene, è qui, è qui!". Ho accolto il suggerimento e sono venuto via. Ero troppo teso per dormire, ma queste annotazioni mi hanno rilassato, e penso che adesso finalmente riuscirò a riposare.
🦇 Curiosidracula Special 🦇
Il"celebre Jack Sheppard" che il dottor Seward cita fu un famoso ladro inglese del 700, noto per la sua grande abilità nell'evadere dalle prigioni.
Jack Sheppard era un giovanotto molto esile e piuttosto basso, circa 1.63 cm, ma nonostante questo si dice che avesse una forza sorprendente.
La sua carriera da criminale durò relativamente poco, ma la sua ascesa fu molto rapida. Passò presto dal fare piccoli furti nelle case allo svaligiare interi negozi. Le cose andavano bene per lui e si sposò in quel periodo con una prostituta di nome Lyon.
Sheppard fu arrestato la prima volta l'anno successivo, tradito da un uomo con cui faceva affari che lo vendette per intascare la taglia. Il giovane però dopo appena tre ore dall'incarcerazione riuscì a fuggire sfondando il tetto di legno e calandosi fuori con una corda di lenzuola. Ancora in catene, si nascose tra la folla e distrasse l'attenzione urlando di aver visto il fuggitivo sui tetti, sfruttando il diversivo per dileguarsi.
Venne riarrestato pochi mesi dopo per borseggio insieme a Lyon. Trasferiti ad un'altra prigione riuscirono a fuggire entrambi pochi giorni dopo smontando una delle sbarre, calandosi con una corsa di lenzuola ed uscendo dall'ingresso principale senza che nessuno si accorgesse di nulla. L'impresa stavolta fece molto scalpore per l'abilità della strana coppia formata dal piccolo uomo e dalla formosa donna.
Dopo una serie di intrighi dei suoi avversari, alla fine Sheppard venne nuovamente catturato e condannato a morte. Sempre pieno di risorse però, riuscì con l'aiuto di Lyon, ancora una volta a fuggire scardinando le sbarre e fuggendo travestito da donna.
Ormai Sheppard era diventato una leggenda ed era anche amato dal popolo, visto che come un "ladro gentiluomo" non praticava mai violenza.
Venne imprigionato per la quarta volta, stavolta nella cella di massima sicurezza. Incatenato anche alle caviglie, non si perse d'animo e dichiarò che ciò non sarebbe stato comunque sufficiente a trattenerlo.
Di notte infatti sbloccò i lucchetti con un chiodo ed usò una grata staccata dal camino per scassinare una parte del soffitto ed accedere alle celle dedicate ai prigionieri nobili. Sempre con le caviglie incatenate, scassinò sei porte fino a raggiungere la cappella del carcere dalla quale raggiunse il tetto, si calò su quello di una casa vicina, entrò nell'appartamento ed uscì in strada senza nemmeno svegliare i proprietari. Tutto questo in poche ore.
Ormai sempre più leggenda vivente, sfuggì all'arresto per un altro mese, ma venne infine ricatturato ubriaco.
Sempre più preoccupati, questa volta venne legato con 150 Kg di catene e pesi di ferro e messo sotto sorveglianza continua. La sua fama era tale che molti pagavano per andarlo ad osservare in prigione.
Processato, gli venne chiesto di denunciare tutti i suoi soci in cambio di una riduzione di pena, ma il giovane, onorevole fino alla fine, rifiutò di vendere i suoi compagni e la condanna venne confermata.
Addirittura, un tentativo di fuga venne sventato poco prima dell'esecuzione, quando le guardie gli scoprirono un coltellino abilmente occultato.
Il suo viaggio al patibolo venne seguito da un corteo di 200.000 persone e, alla fine ,venne impiccato all'età di 24 anni. Nonostante questo, anche da morto le guardie dovettero sventare un'ultimo tentativo di "fuga" quando gli amici provarono a rubare il corpo. Quando si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio XD
Nota: Un personaggio affascinante, non trovate? Lo so mi sono fatto prendere la mano, ma io adoro queste curiosità, spero che l'abbiate apprezzata!
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