8.3
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴍɪɴᴀ
18 agosto - Oggi sono felice e sto a scrivere sulla panchina nel cimitero. Lucy sta tanto, tanto meglio. Questa notte ha dormito benissimo senza disturbarmi neppure una volta. Le guance tornano a colorirlesi un pochino, sebbene continui a essere tristemente pallida e con l'aria sfinita.
Soffrisse di una forma di anemia, lo capirei, ma anemica non è. È di ottimo umore e piena di vita e di brio. Quella sua morbosa reticenza sembra scomparsa, e or ora mi ha parlato - quasi occorresse ricordarmelo! - di "quella" notte, soggiungendo che è stato qui, su questa stessa panchina, che l'ho trovata dormente. Mentre lo diceva, batteva scherzosamente col tacco sulla lastra di pietra dicendo: "I miei poveri piedini dunque non hanno fatto molto rumore! Il vecchio signor Swales avrebbe detto, pronta a scommetterci, che è stato perché non volevo svegliare Georgie".(*)
Visto che era così espansiva, le ho chiesto se quella notte aveva sognato. Le è allora riapparsa in viso quell'aria dolcemente assente che Arthur - lo chiamo così perché lo fa anche lei - sostiene di amare tanto; e a dire il vero, non me ne meraviglio punto.
Poi ha risposto, con un'aria come trasognata, quasi cercasse di richiamarselo alla mente: "Non lo definirei proprio un sogno; sembrava piuttosto alcunché di reale. Avevo voglia di venire qui, ecco tutto, ma non so per quale ragione, perché qualcosa mi impauriva, ma non so cosa. Ricordo, benché supponga che stessi dormendo, di aver percorso le strade e di essere passata sul ponte. Mentre lo facevo, un pesce è saltato fuori dall'acqua, e mi sono chinata a guardare, e ho udito un gran numero di cani che ululavano - l'intera città sembrava zeppa di cani urlanti - mentre salivo la scalinata. Poi c'è stata la vaga sensazione di qualcosa di lungo e nero con occhi rossi, la stessa cosa che abbiamo vista al tramonto, ed ero immersa in un'atmosfera molto dolce e amara insieme; poi mi è sembrato di calare in un'acqua verde e profonda, e nelle mie orecchie c'era un canto, come m'han detto che succede a chi annega; e quindi tutto è parso allontanarsi da me, quasi che l'anima mi uscisse dal corpo e fluttuasse nell'aria. Ricordo anche, se non mi sbaglio, che a un certo punto il fanale sulla testata del molo ovest era esattamente al di sotto di me, e poi una sensazione tormentosa, come se fossi travolta da un terremoto, e sono ripiombata indietro e c'eri tu che mi scuotevi. Ti ho visto farlo prima di avvertirlo davvero". A questo punto è scoppiata a ridere. A me è parso un pochino assurdo, e la stavo ad ascoltare col fiato sospeso.
Non mi piace affatto, e mi son detta che era meglio non lasciare che la sua mente si fissasse su quell'argomento, e così abbiamo cambiato discorso, e Lucy è tornata quella di sempre.
Quando siamo rincasate, la brezza fresca l'aveva rinvigorita, le guance pallide apparivano davvero più rosate. Sua madre a vederla si è rallegrata, e tutte e tre abbiamo passato una bella serata assieme.
♥♥♥
19 agosto - Gioia, gioia, gioia! Anche se non tutto è gioia. Finalmente, notizie di Jonathan. Il povero caro è stato male, ecco perché non mi scriveva. Adesso che lo so, non ho paura né di pensarlo né di dirlo. Il signor Hawkins mi ha mandato la lettera e mi ha scritto lui stesso, e oh!, con quanta gentilezza!
Stamane parto e vado da Jonathan, per contribuire a curarlo, se necessario, e per riportarlo a casa. Il signor Hawkins dice che non sarebbe male se ci sposassimo laggiù. Ho pianto sulla lettera della buona suora, tanto che la sento umida qui sul mio cuore, perché lui è nel mio cuore.
Il viaggio è già deciso, il mio bagaglio è pronto. Prendo con me solo un cambio d'abiti; Lucy porterà il mio baule a Londra e lo terrà presso di sé finché non manderò a prenderlo, perché può darsi che... Basta, non voglio aggiungere altro; il resto debbo tenerlo per Jonathan, mio marito. La lettera che lui ha visto e toccato sarà il mio viatico fino al momento dell'incontro.
Lettera di Suor Agatha, Ospedale di San Giuseppe e Santa Maria, Budapest, alla signorina Wilhelmina Murray.
12 agosto. Gentile signora, le scrivo su richiesta del signor Jonathan Harker, che dal canto suo non ha sufficienti forze per farlo, sebbene stia migliorando rapidamente, grazie a Dio, a San Giuseppe e alla Madonna.
È affidato alle nostre cure da quasi sei settimane, colpito da una violenta febbre cerebrale. Mi prega di esprimervi il suo amore e di comunicarvi che contemporaneamente scrivo al signor Peter Hawkins a Exeter per porgergli i suoi rispetti e dirgli che è addolorato del ritardo, ma che il suo compito è stato portato a termine.
Il signor Harker avrà bisogno di qualche settimana ancora di riposo nel nostro sanatorio in collina, dopodiché potrà tornare a casa. Mi prega anche di avvertirvi che non ha abbastanza denaro con sé, e che vorrebbe pagare le spese del suo soggiorno in questo luogo, in modo che altri, più bisognosi di lui, non manchino del necessario soccorso. Con simpatia e con tutte le benedizioni, mi segno vostra
Suor Agatha.
P.S. Approfitto del fatto che il mio paziente dorme, per riaprire la lettera e mettervi al corrente anche di altro. Mi ha detto tutto di voi, e che tra poco sarete sua moglie. Porgo a entrambi tutte le mie benedizioni!
Il signor Harker ha subìto un terribile shock - così dice il medico - e nel delirio farneticava di cose spaventose, lupi, veleni e sangue, spettri e demoni, e non oso dire di più. Vi raccomando di stare sempre bene attenta a evitargli emozioni d'ogni sorta ancora per molto tempo, perché le tracce di una malattia del genere sono lunghe a scomparire.
Avremmo dovuto scrivervi molto tempo fa, ma non sapevamo nulla dei suoi amici e indosso non aveva nulla che ci aiutasse a identificarli. È giunto in treno da Klausenburg, e il capotreno ha riferito che il capostazione lo ha visto precipitarsi in stazione gridando che voleva un biglietto per tornare a casa.
Nonostante il suo stato confusionale, si è capito che era inglese, e gli hanno dato un biglietto per la stazione terminale di quella linea. Siate certa che è assistito come si deve. Si è conquistato la simpatia di tutti con la sua cortesia e bontà d'animo. Si sta rimettendo rapidamente, e non dubito che tra poche settimane sarà tornato in possesso di tutte le sue facoltà. Ma abbiate cura di lui, per amore della sua incolumità. Prego Dio, San Giuseppe e la Santa Vergine che per voi due vi siano molti, molti, molti anni felici.
Curiosidracula#1: nella frase "I miei poveri piedini dunque non hanno fatto molto rumore! Il vecchio signor Swales avrebbe detto, pronta a scommetterci, che è stato perché non volevo svegliare Georgie" Lucy si riferiva al discorso fatto con il vecchio signor Swales sulle lapidi del cimitero di Whitby nel capitolo 6.2.
Se ricordate, la panchina preferita di Lucy e Mina si trovava proprio sopra la lapide di un tale di nome George Canon ed è proprio su quella panchina che Mina trovò Lucy la notte che scomparve.
Leggende di Vlad il Simpaticone, Episodio #2: Secondo una leggenda, ad un mercante straniero di passaggio per la capitale Tirgoviste, furono rubati 160 ducati d'oro da una cassa che lui incautamente aveva lasciato incustodita. Il mercante denunciò il furto al principe Vlad, il quale per catturare il ladro chiese aiuto ai cittadini minacciando la distruzione della città.
Vlad fece quindi restituire al mercante la somma di 161 ducati, uno in più di quelli che gli erano stati sottratti. Il giorno seguente, contati i soldi, il mercante si accorse della cosa e ritornò dal principe per riconsegnare il ducato in più che non gli spettava.
Il Vlad lo informò che se non avesse riportato il ducato in più sarebbe stato impalato insieme al ladro.
Nessuna pietà per la disonestà nel suo paese.
Immagine capitolo: nell'immagine del capitolo di oggi un'altra zona del cimitero di St.Mary a Whitby. Nella foto si vedono delle panchine, chissà se quella preferita di Lucy e Mina è proprio una di quelle :D
Nota: finalmente ricompare il povero Jonathan e Mina sta andando da lui! Cosa succederà adesso? Siete curiosi? :D
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