8.2
(Continuazione)
12 agosto - Mi sono sbagliata: due volte, nel corso della notte, sono stata svegliata da Lucy che cercava di uscire. Sembrava, pur dormendo, un tantino irritata di trovare l'uscio sbarrato, ed è tornata a letto con l'aria di chi protesti. Sono stata ridestata all'alba dal cinguettio degli uccelli fuori dalla finestra. Anche Lucy ha riaperto gli occhi, e ho notato con piacere che era in condizioni ancora migliori del mattino precedente.
Si direbbe che abbia ritrovato l'allegria e il brio di un tempo, ed è venuta nel mio letto e, rannicchiata al mio fianco, mi ha raccontato tutto di Arthur. A mia volta le ho confessato le mie pene per Jonathan, e lei ha cercato di consolarmi, e be', in qualche modo ci è riuscita poiché, sebbene l'affetto non basti a cambiare la realtà - di fatto, può però contribuire a renderla più sopportabile.
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13 agosto - Altra giornata tranquilla, e a letto con la chiave ancora legata al polso. Sveglia di nuovo durante la notte, e ho visto Lucy seduta sul letto, ancora addormentata, che indicava la finestra. Sono scesa pian piano dal letto e, scostando la tenda, ho guardato fuori. C'era chiar di luna, e il soffondersi della luce sul mare e del cielo, fusi assieme in un unico, immane, silenzioso mistero, era ineffabilmente bello.
Tra me e la luna svolazzava un grosso pipistrello, che andava e veniva in grandi cerchi. Un paio di volte è giunto vicinissimo, ma credo che si sia spaventato alla mia vista, ed è frullato via sopra il porto, in direzione dell'abbazia. Allontanatami dalla finestra ho costatato che Lucy si era rimessa giù e dormiva tranquilla, né più si è mossa per tutta la notte.
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14 agosto - Sull'East Cliff a leggere e scrivere tutto il giorno. Lucy sembra essersi innamorata del posto al pari di me, e fatico a strapparvela quando è l'ora di tornare a casa per la colazione, il tè o la cena. Questo pomeriggio se n'è uscita con una buffa osservazione. Stavamo rincasando per il pranzo, eravamo giunti in cima ai gradini che salgono dalla calata occidentale e, come facciamo di solito, ci siamo fermate ad ammirare il panorama. Il sole calante, basso sull'orizzonte, stava scomparendo dietro Kettleness, e il rosso riverbero proiettato sull'East Cliff e l'antica abbazia avvolgeva ogni cosa in un bellissimo alone infuocato. Siamo rimaste in silenzio per un po', poi d'un tratto Lucy ha mormorato, quasi tra sé: "Ancora quei suoi occhi rossi! Proprio gli stessi!" Era un'uscita così bizzarra e priva affatto di riferimenti, da lasciarmi a bocca aperta.
Mi sono girata a mezzo, per guardare ben bene Lucy senza che se ne accorgesse, e ho notato che era in uno stato di trasognatezza, con un'espressione singolare in volto che non sono riuscita a decifrare; non ho detto nulla, ma ne ho seguito lo sguardo. Questo era rivolto alla nostra panchina, dove una negra figura sedeva solinga. Sono rimasta anch'io un tantino sorpresa: per un istante mi è parso che lo sconosciuto avesse grandi occhi di fiamma ardente; ma una seconda occhiata ha dissipato l'illusione.
La vampa del sole si rifletteva nelle vetrate della chiesa di Saint Mary alle spalle della nostra panchina, e mentre l'astro sprofondava si è verificato, nella rifrazione, un mutamento bastante a dare l'impressione che la luce si muovesse. Ho richiamato l'attenzione di Lucy su quel curioso fenomeno, e lei è tornata in sé con un sussulto, in pari tempo però come se fosse triste; forse pensava alla terribile notte che ha trascorso quassù. Non ne parliamo mai; e neanche questa volta l'ho fatto, e siamo andate a casa.
Lucy aveva l'emicrania e si è messa presto a letto; io invece sono andata a passeggiare lungo i faraglioni occidentali, ed ero colma di una dolce malinconia, perché pensavo a Jonathan. Mentre tornavo a casa adesso splendeva la luna, di una luce così chiara che, sebbene la parte del Crescent in cui abitiamo fosse immersa nell'ombra, ogni cosa risultava perfettamente visibile ho alzato gli occhi alla finestra di camera nostra: la testa di Lucy ne sporgeva.
Ho pensato che forse stesse aspettandomi, e allora ho cavato il fazzoletto e l'ho agitato. Lei non se n'è avveduta, non ha fatto un gesto. Proprio in quella, la luna è spuntata da dietro l'angolo dell'edificio, e la luce ha colpito la finestra. Non c'era dubbio: lì stava Lucy, il capo appoggiato allo stipite, gli occhi chiusi. Dormiva, e sodo, e accanto a lei, appollaiato sul davanzale, era qualcosa che somigliava a un uccello di grosse proporzioni.
Temevo che prendesse freddo e sono corsa di sopra, ma al mio ingresso nella stanza lei era già tornata a letto, e dormiva respirando pesantemente; si teneva una mano sulla gola, quasi a proteggerla dal freddo. Non l'ho svegliata, ma le ho rimboccato ben bene le coperte; mi sono assicurata che l'uscio fosse chiuso e la finestra serrata.
È così carina, mentre dorme; ma è più pallida del solito, e sotto gli occhi ha un'ombra scura che non mi piace. Temo che in lei ci sia qualcosa che non va. Ah, potessi scoprire di che si tratta!
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15 agosto - Svegliata più tardi del solito. Lucy era languida e stanca, e ha continuato a dormire anche dopo che ci hanno chiamate. A colazione, una lieta sorpresa. Il padre di Arthur sta meglio, e desidera che il matrimonio venga celebrato al più presto. Lucy è piena di una pacata gioia, e sua madre è lieta e triste insieme.
Più tardi, me ne ha detto la ragione. Il cuore le duole all'idea di perdere Lucy che è tutto il suo bene, e d'altro canto è felice che tra poco abbia qualcuno a proteggerla. Povera, cara, amabile signora! Mi ha confidato di aver avuto la sentenza di morte. A Lucy non l'ha detto, e mi ha fatto promettere il segreto; le ha comunicato il medico che, al massimo tra qualche mese, per lei sarà la fine perché il suo cuore è sempre più malandato. In ogni istante, anche in questo preciso momento, un trauma improvviso potrebbe quasi sicuramente ucciderla. Ah, quanto bene abbiamo fatto a nasconderle la terribile notte di sonnambulismo di Lucy!
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17 agosto - Niente diario per due giorni interi. Non ho avuto cuore di scrivere. Una sorta di cupa ombra sembra incombere sulla nostra felicità. Nessuna notizia da Jonathan, e Lucy appare sempre più debole, mentre le ore di sua madre sono ormai contate. Non capisco perché Lucy sia così esaurita. Mangia di buon appetito e dorme bene, si gode l'aria fresca, pure il roseo delle sue guance se ne sta andando, e giorno per giorno si fa sempre più debole e languida; nottetempo la sento ansimare come in cerca d'aria.
In quelle ore, tengo sempre la chiave della nostra porta legata al polso, ma lei si alza e cammina per la stanza e va a sedersi alla finestra aperta. La notte scorsa, svegliandomi, l'ho trovata che si sporgeva dal davanzale, ho tentato di svegliarla ma non ci sono riuscita: era svenuta. Quando sono riuscita a farla rinvenire, era debolissima e ha pianto in silenzio tra lunghi, penosi ansiti. Le ho chiesto perché fosse alla finestra, ma ha scosso il capo e ha volto altrove lo sguardo. Spero proprio che il suo malessere non sia conseguenza di quella malaugurata puntura con la spilla di sicurezza.
Le ho esaminato la gola un momento fa, mentre dormiva: le minuscole ferite non sembrano essersi rimarginate. Sono ancora aperte, e semmai più grandi di prima, con i margini biancastri. Sono come puntini bianchi con il centro rosso. Se non guariranno entro un paio di giorni, esigerò che un medico la visiti.
Lettera di Samuel F. Billington & Figlio, Procuratori a Whitby, ai Sigg. Carter, Peterson & Co., Londra.
17 agosto. Egregi signori, la presente per accompagnare la fattura di merci spedite tramite la Great Northern Railway, alcune delle quali da consegnarsi a Carfax, presso Purfleet, non appena giunte alla stazione merci di King's Cross.(*)
La casa al momento è vuota, ma accluse troverete le chiavi, debitamente contrassegnate. Vi preghiamo di depositare le casse, in numero di cinquanta, che costituiscono la partita, nell'edificio parzialmente in rovina che fa parte della dimora ed è contraddistinto con la lettera A nella piantina allegata. Il Vostro agente saprà riconoscere senza difficoltà il sito, trattandosi dell'antica cappella della dimora.
Le merci partiranno per ferrovia questa sera alle 21,30 e saranno a King's Cross alle 16,30 di domani. Poiché il nostro cliente desidera che la consegna venga eseguita al più presto, vi saremo grati se all'ora testé indicata i vostri incaricati saranno alla stazione di King's Cross, per prendere in consegna le merci e portarle a destinazione.
Onde evitare qualsiasi ritardo a causa di eventuali intralci per quanto riguarda il pagamento delle vostre prestazioni, allegato troverete assegno di sterline 10 (dieci), di cui attendiamo ricevuta. Qualora le spese dovessero risultare inferiori a tale cifra, vi preghiamo di farci ottenere la differenza. Se dovessero superarla, appena informati, provvederemo all'immediato invio di un assegno per l'ammontare della differenza.
Le chiavi vanno lasciate nell'atrio d'ingresso della casa, dove il proprietario potrà ritirarle quando entrerà in casa servendosi all'uopo del duplicato in suo possesso. Vogliamo sperare che non considererete indiscreta la nostra preghiera di accelerare in ogni modo possibile la consegna. Ringraziandovi, porgiamo i nostri più distinti saluti.
Samuel F. Billington & Figlio.
Lettera della ditta Carter, Peterson & Co. alla Spett. Samuel F. Billington & Figlio, Whitby.
21 agosto. Egregi signori, con la presente accusiamo ricevuta della somma di sterline 10 e accludiamo assegno per l'importo di 1 sterlina, 17 scellini e 9 pence(*), cifra in sovrappiù come da conteggio accluso. La merce è stata recapitata in esatta conformità alle istruzioni inviateci, e le chiavi, come richieste, si trovano in un pacchetto lasciato nell'atrio d'ingresso.
Distinti saluti per Carter, Peterson & Co.
Immagine capitolo: ecco una stupenda foto dal porto di Whitby. Il promontorio che vedete è chiaramente l'East Cliff tanto nominato ed infatti su di esso si possono vedere la chiesa di Saint Mary e le rovine dell'antica Abbazia.
Come le altre, la foto risale alla fine dell'800 ed è ad opera del solito Francis Meadow Sutcliffe che a Whitby si trasferì ed aprì il suo studio fotografico.
Poiché Dracula è un romanzo proprio di fine ottocento ed è anche ambientato in quel periodo, le immagini possono darci un'idea molto concreta delle ambientazioni che hanno ospitato la fantasia dello scrittore!
Curiosidracula#1: alzi la mano chi ha pensato ad Harry Potter quando ha letto "stazione di King's Cross". Ebbene sì, siamo a Londra e quindi non è strano imbattersi nella famosa stazione che ha aperto i battenti nel lontano 1852!
Chissà se mentre scaricavano le casse qualcuno si è diretto al binario 9 e 3/4 :D
Curiosidracula#2: tranquilli, se non ci avete capito molto del resto in sterline, scellini e pence è tutto normale. Fino al 1971 la sterlina inglese non era una moneta decimale, come il nostro Euro, ma aveva una suddivisione tutta particolare.
Per fare una sterlina ci volevano 20 scellini e per fare uno scellino ci volevano 12 pence, di conseguenza una sterlina valeva 240 pence. È evidente che a quei tempi, dove non c'erano computer e calcolatrici come oggi, fare i calcoli poteva essere molto impegnativo!
Poi alla fine hanno capito che complicarsi inutilmente la vita non era una cosa tanto furba e infatti oggi la sterlina è divisa in 100 pence :D
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