6.2
(Continua)
Primo agosto - Sono venuta quassù un'ora fa con Lucy e abbiamo avuto un'interessantissima conversazione con il mio rugoso amico e i due vecchi che sempre s'uniscono a lui. Evidentemente, ai loro occhi è il Signor Oracolo(*), e credo che, ai suoi tempi, sia stato un personaggio parecchio autoritario. Non la dà mai vinta a nessuno, contraddice sempre tutti. E quando non riesce a convincerli, taglia corto in malo modo, e scambia il silenzio altrui per approvazione.
Lucy era molto carina nel suo abito bianco da giardino; da quando è qui, ha un magnifico colorito. Ho notato che i vecchi non hanno esitato a venire e a sedercisi accanto, non appena siamo arrivate. Lucy è tanto gentile con le persone anziane, e credo che tutti e tre si siano innamorati di lei seduta stante. Anche il mio vecchietto si è lasciato sedurre e non l'ha contraddetta, ma in compenso a me ne è toccata una dose doppia. L'ho trascinato sul terreno delle leggende, e lui subito ha attaccato con una specie di sermone. Cerco di trascriverlo come lo ricordo:
"Tutte balle dalla prima all'ultima; ecco cosa sono, e chiuso. Tutte quelle storie di fantasmi, ombre, spettri e spiriti, e tutto il resto, buone solo per donnette picchiate in testa. Bolle di sapone, dico io. Altro che brivido, presagi e ammonimenti: inventate da parroci e da gente tocca nel cervello, sono, per mettere paura agli altri e fargli fare cose che altrimenti non si sognerebbero neanche. Mi gira il berrettino che basta che ci penso. Perché, accidenti, quella gente, non gli basta di scrivere balle sulla carta e di predicarle dal pulpito, no, le va anche a scrivere sulle tombe, loro. Basta girarsi qui intorno: to', to' queste lapidi, con quell'aria così seria che hanno, cascano a pezzi, in briciole vanno, sotto il peso delle frottole che ci sono scritte su: "Qui giace il Tale", oppure "Sacro alla memoria", eccetera eccetera, e pensare che sotto la metà almeno di quelle pietre, neanche una salma, c'è più, e del loro ricordo nessuno si cura neanche così, altro che sacro! Balle, tutte balle, frottole e storie! Bello spettacolo, porca miseria, dico io, il giorno del Giudizio, quando arriveranno tutti sudati nei loro sudari, tutti insieme, trascinandosi dietro le loro belle pietre tombali per dimostrare quanto che erano bravi e buoni, e qualcuno di loro non ce la farà, di sicuro, con quelle mani marce e scivolose che si ritrova a furia di stare sott'acqua, che non potrà neanche afferrarla, la sua pietra".
Dall'espressione soddisfatta del vecchietto e da come si guardava attorno in cerca dell'approvazione dei compagni, ho capito che stava recitando la sua parte, per cui ho gettato lì una parolina giusto per dargli corda:
"Oh, signor Swales, mica parlerà sul serio! Quelle iscrizioni sulle tombe non possono essere menzognere". "Stupidaggini! Ce ne saranno forse un paio che non lo sono, quelle che non dicono troppo bene dei defunti, ma c'è gente che crede che il mare è una tazza di latte e miele. Macché, macché, tutte frottole. Ma guardatevi attorno, voi che siete forestieri e che in questo giardinetto dei morti ci venite in visita!"
Ho annuito, pensando che fosse la cosa migliore da fare, anche se il dialetto che parlava lo capivo solo a mezzo; comunque, era chiaro che stava parlando della chiesa e del cimitero. Ha riattaccato: "E come che vedete, sotto tutte queste pietre c'è gente che dovrebbe trovarsi qui, con tutte le sue ossicine, no?" Ho annuito un altra volta. "Bene, è qui che non ci siamo. Ce ne sono dozzine, di questi letti da salma, che sono vuoti come che è la bettola del vecchio Dun il venerdì sera dico bene?" E ha dato di gomito a uno dei suoi compagnoni, e quelli giù a ridere. "E miseria zozza, come potria essere che non è così? Ma guardate un po' quella, lì, dietro la panca. Ma leggetela!" Sono andata alla tomba e ho letto:
"Edward Spencelagh, marinaio, assassinato dai pirati al largo della costa di Andres, aprile 1854, aet. s. 30". Sono tornata dal signor Swales, il quale ha riattaccato:
"E chi lo ha riportato a casa, mi chiedo, e chi lo ha seppellito là sotto, eh? Assassinato al largo della costa di Andres! E mi vogliono far credere che la sua salma sta là sotto! Ah, ve ne posso nominare una dozzina, che le loro ossa stanno in fondo al mare di Groenlandia" - e così dicendo ha indicato verso riord - "o dove che le correnti li hanno trascinati. Ce ne sono, di pietre, qui attorno. Evo i avete gli occhi buoni, no?, così potete leggere finanche da qui le balle scritte in caratteri piccoli così. Quel Braithwaite Lourey, per esempio - conoscevo suo padre, perdutosi col "Lively" al largo della Groenlandia, nel Venti. Oppure quell'Andrew Woodhouse, annegato in quegli stessi mari nel 1777; o John Paxton, annegato al largo di capo Farewell un anno dopo. E il vecchio John Rawlings, che suo nonno navigava con me, annegato nel golfo di Finlandia nel Cinquanta. E voi ci credete che tutti questi uomini corrono dritti filati a Whitby, quando che le trombe suonano? Io ho i miei dubbi! Credetemi se vi dico che, se vogliono venire tutti qui spintonandosi e facendola a gomitate, ci è una bella confusione, ci è, su quei ghiacci lassù a nord, e qua saremo tutti uno sopra l'altro, a tentare di caricarci sul groppino le nostre lapidi alla luce dell'aurora boreale". Doveva essere una battuta di spirito locale, perché il vecchio, giù a ridere, e gli altri a fargli eco.
"Ma", gli ho fatto notare, "io credo che non siate proprio nel giusto, perché partite dal presupposto che tutti quei poveri diavoli, o le loro anime, il giorno del Giudizio debbano portarsi appresso la pietre tombali. Credete che sia proprio necessario?"
"Be', e a che altro servono le pietre tombali, sennò? Sentiamo voi, signorina!"
"Per far piacere ai parenti, direi."
"Per far piacere ai parenti!" Il suo tono era di profondo disprezzo. "E credete che gli faccia tanto piacere, ai parenti, di sapere che sulle lapide stanno scritte tutte quelle balle, e che tutti quanti qui attorno sanno che sono frottole?" Ha indicato una pietra ai nostri piedi, proprio sull'orlo del dirupo, alla quale s'appoggiava la panchina.
"Ma leggetela, leggetele le balle che sono scritte su quel sasso," ha esortato. Dal punto in cui mi trovavo, la scritta appariva capovolta, ma Lucy, che sedendo all'altra estremità la vedeva meglio, si è chinata e ha letto:
"Sacro alla memoria di George Canon che morì, nella speranza di una gloriosa resurrezione, addì 29 luglio 1873 cadendo dalle rocce di Kettleness. Questa sua tomba è stata eretta dalla madre desolata al caro figlio amato. Era l'unico figlio di sua madre, ed essa è vedova". A dire il vero, signor Swales, non ci vedo proprio niente di buffo". Lucy aveva pronunciato questo suo commento con tono grave, anzi con una punta di rimprovero.
"Ah, non ci vedete niente di buffo! Buona questa! Ma forse non sapete che la madre desolata era una vera strega che lo odiava perché lui era storto, quello che si dice un gobbo, era, e lui la odiava tanto che si è suicidato per impedirle di incassare l'assicurazione che gli aveva fatto sulla vita? Si è fatto volar via la zucca del cranio, si è fatto, con un vecchio fucile che gli serviva per scacciare i corvi. Ma mica l'ha usato contro i corvi, eh, no, per cacciarsi nella testa un pugno di pallini, gli è servito. Ecco come che è caduto dalle rocce. E, per quel che riguarda la speranza di una gloriosa resurrezione, cara signorina, l'ho udito con queste mie orecchie ripetere tante di quelle volte che sperava di finire all'inferno, perché sua madre era talmente bigotta che era sicura che andava in paradiso, e lui non voleva ritrovarsela tra i piedi. E allora, quella pietra tombale" - e così dicendo ha preso a battervi su il bastone "è o non è un sacco di balle? E non farà crepar dal ridere Gabriele, quando il vecchio Georgie se ne arriverà ansimando su per il sentiero, con la lapide in bilico sulla gobba, e pretenderà che gliela passino per prova valida?" Non sapevo che dire, ma Lucy ha cambiato argomento, alzandosi e dicendo:
"Oh, ma perché ci avete detto tutte queste cose? Questa è la mia panchina preferita, le sono tanto affezionata, e adesso mi toccherà continuare a sedere sulla tomba di un suicida!"
"Non vi farà certo male, bella mia; e al povero Georgie gli farà piacere avere una ragazza così carina che gli sta seduta sulle ginocchia. No, no, a voi non farà certo male. Ma come io che vengo qua a sedermi da più di venti anni ormai, e non mi è mai capitato niente. Non dovete prendervela tanto a cuore per quelli che stanno sotto di voi, e tanto meno per quelli che non ci stanno mica! Volete che vi dico io, quando che sarà il momento di aver paura? Quando che le lapidi le vedrete scappar via di corsa, e qui resterà vuoto che sembra un campo di stoppie. To', suonano le sei, devo andare. I miei ossequi, signore", e via zoppicando.
Lucy e io siamo rimaste ancora un po', ed era così bello lo spettacolo che avevamo di fronte, che ci siamo prese per mano; e Lucy mi ha raccontato tutto da capo, di Arthur e del loro prossimo matrimonio, e questo mi ha reso un tantino triste, perché ormai è da più di un mese che non ho notizie di Jonathan.
Lo stesso giorno. Sono venuta quassù da sola perché mi sento molto giù. Nessuna lettera per me. Spero che a Jonathan non sia accaduto niente di male. L'orologio ha suonato or ora le nove. Vedo le luci accese da un capo all'altro della città, qua allineate, ove ci sono le strade, là sparse; corrono lungo l'Esk e scompaiono alla curva della vallata.
Alla mia sinistra, la veduta è interrotta dalla sagoma nera del tetto della vecchia casa vicino all'abbazia. Pecore e agnelli belano nei campi, lontano alle mie spalle, e si odono zoccoli di somaro salire per la strada lastricata qui in basso. Sul molo, la banda sta suonando un allegro valzer ritmato con vigore, e più in là, lungo la banchina, all'angolo di una stradina, c'è un raduno dell'Esercito della Salvezza(*). I componenti le due bande non si odono a vicenda, ma di quassù io le sento e le vedo entrambe. Chissà dov'è Jonathan e se pensa e me. Come vorrei che fosse qui!
Immagine capitolo: nella foto potete osservare il cimitero della chiesa anglicana di St. Mary a Whitby, il luogo dove sono ambientate molte scene in Dracula. La vista è magnifica e rilassante proprio come dice Mina?
Curiosidracula#1: ancora Shakespeare! Quando Mina dice che il vecchio viene visto dagli altri anziani come il Signor Oracolo, è sicuramente una citazione al Mercante di Venezia.
Con la frase "Io sono il Signor Oracolo, e quando apro bocca, guai se abbaia un cane" ci si riferisce al fatto di possedere una riconosciuta saggezza e reputazione tale da conferire autorità alle parole.
Curiosidracula#2: l'Esercito della Salvezza è un movimento evangelico e un'organizzazione missionaria cristiana che si batte su temi quali la fame nel mondo, la fede, il disagio sociale e altri. Nota soprattutto per l'intransigenza dei costumi simile al puritanesimo, convinzioni molto dure riguardo al peccato, all'omosessualità, ai vizi e per una struttura interna di carattere militare.
Curiosidracula#3: Whitby è davvero piena di misteri e storie dell'orrore. Nel 6.1 vi ho raccontato della leggenda della dama bianca e di quella delle campane del mare, ma le storie non finiscono qui! Si parla infatti di una carrozza fantasma che compare di notte nei pressi del cimitero di Whitby, giudata da un cocchiere senza testa e trainata da cavalli anch'essi decapitati.
Curiosidracula#4: Un'altra storia misteriosa è legata all'abbazia di Whitby che sembra contenere più segreti che mattoni a quanto pare. La leggenda vuole infatti che da qualche parte nell'antica abbazia sia seppellito un grande tesoro. In una notte bella notte estiva di tanti anni fa, un ministro della chiesa anglicana e la sua giovane figlia presero un paio di pale e, salita la lunga scalinata di Whitby, si divisero per cercare il grande tesoro sotto la luce della luna.
La giovane si mise a scavare per un bel po' nel posto che riteneva potesse celare il tesoro, quando all'improvviso si sentì sfiorare su una spalla. Credendo si trattasse del padre chiese semplicemente cosa volesse, continuando a scavare senza voltarsi. Non ci fu risposta, ma la ragazza sentì un altro tocco sulla spalla. Di nuovo la fanciulla chiese cosa volesse e, al terzo tocco, si voltò spazientita per poi lanciare un urlo agghiacciante prima di svenire. Quando rinvenne, raccontò di essere stata avvicinata da una creatura senza testa. Che fosse il cocchiere della carrozza fantasma?
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