26.4

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴊᴏɴᴀᴛʜᴀɴ ʜᴀʀᴋᴇʀ

30 ottobre, notte - Scrivo alla luce della caldaia della lancia: Lord Godalming sta gettandovi carbone, lavoro in cui è pratico, perché da anni ne ha una sul Tamigi e un'altra la tiene sui Norfolk Broads. 

Quanto ai nostri piani, siamo giunti alla conclusione che le supposizioni di Mina erano giuste e, se il Conte ha scelto una via d'acqua per la sua fuga, non può trattarsi che del Seret e poi del Bistrita suo affluente. 

Abbiamo calcolato che, circa al quarantasettesimo di latitudine nord, il Conte attraverserà la regione tra il fiume e i Carpazi. Non ci preoccupiamo di percorrere il fiume a buona velocità anche di notte; l'acqua è molta, le rive abbastanza discoste da permetterci di procedere senza timore nel buio. 

Lord Godalming mi invita a dormire per un po', dice che per il momento basta una persona di guardia. Ma non riesco a chiudere occhio, e come potrei, del resto, con la terribile spada di Damocle sospesa sul capo della mia diletta, che adesso è in viaggio verso quel luogo maledetto? Mio unico conforto, saperci nelle mani di Dio e, se non fosse per questa fede, meglio sarebbe morire e farla finita. 

Il signor Morris e il dottor Seward sono partiti per la loro lunga cavalcata prima di noi; si terranno sulla riva destra, abbastanza discosti dal fiume da poter procedere sempre su terreno elevato, sì da avere sott'occhio un bel tratto di fiume e non doverne seguire tutte le anse. 

Per le prime tappe, hanno con sé due uomini che ne conducono i cavalli di ricambio, i quali sono quattro in tutto per non suscitare troppa curiosità. Quando, tra non molto, licenzieranno gli uomini, ai cavalli dovranno badare da soli. Può rivelarsi necessario unirci a loro, e in tal caso avremo una cavalcatura ciascuno. Una delle selle è munita di corno asportabile, sicché, se necessario, può essere usata da Mina all'amazzone.(*)

Avventura disperata, quella in cui siamo impegnati. Ora, mentre ci precipitiamo nel buio, e il freddo sembra salire dal fiume e avventarcisi contro, e le mille misteriose voci della notte ci circondano, i pensieri si affollano. Andiamo verso luoghi ignoti, per vie sconosciute, a un mondo di tenebre e di eventi spaventosi. Godalming ha chiuso il portello della caldaia... 

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31 ottobre - Continuiamo a filare. È spuntato il giorno, Godalming dorme.Sono di guardia. Il freddo del mattino è pungente, e benvenuto il calore della caldaia, sebbene siamo coperti di pesanti pellicce. Finora abbiamo incontrato solo pochi battelli scoperti, nessuno dei quali recante a bordo casse o carichi della misura che cerchiamo. Gli uomini sono apparsi terrorizzati ogniqualvolta abbiamo puntato su di loro la nostra torcia elettrica, e si sono gettati in ginocchio a pregare. 

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Primo novembre, sera - Nessuna novità tutto il giorno. Nulla abbiamo trovato di ciò che cerchiamo. Abbiamo imboccato il Bistrita; e, se la nostra ipotesi è errata, ogni speranza è perduta. Abbiamo superato ogni altra imbarcazione, grande o piccola. 

Stamane di buon'ora, un equipaggio, scambiato il nostro per un battello del governo, si è comportato di conseguenza, e in questo abbiamo visto il mezzo di facilitare le cose, e a Fundu, dove il Bistrita si versa nel Seret, abbiamo acquistato una bandiera romena che ora sventola in bella mostra. Trucco che ha funzionato con tutti i battelli che da quel momento abbiamo superato: gli uomini a bordo si sono mostrati assai deferenti, senza sollevare obiezioni qualsiasi cosa chiedessimo o facessimo. 

Certi slovacchi ci han detto di essere stati superati da un barcone che procedeva a velocità maggiore della solita, avendo a bordo doppio equipaggio. Questo, prima che giungessero a Fundu, per cui non hanno saputo dirci se il barcone ha proseguito lungo il Seret o se ha imboccato il Bistrita. A Fundu, nessuno ha saputo dirci nulla di un natante del genere; ne arguiamo che deve essere transitato nottetempo. 

Ho un gran sonno; può darsi che cominci a essere provato dal freddo, e la natura impone i suoi diritti. Godalming insiste per fare il primo turno di guardia. Dio lo benedica per la bontà che mostra verso la povera, cara Mina e me. 

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2 novembre, mattina - È giorno pieno. Quel brav'uomo non voleva svegliarmi, dice che sarebbe stato un peccato: dormivo così serenamente, dimentico delle mie disgrazie. Mi considero molto egoista per aver dormito così a lungo, lasciandolo a vegliare tutta notte; ma aveva ragione lui. Stamane mi sento un altro; e ora lo guardo dormire a mia volta e sono in grado di svolgere tutte le necessarie mansioni: badare alla macchina, pilotare, stare all'erta. Sento che le energie e le forze mi sono tornate. 

Mi chiedo dove Mina e Van Helsing si trovino adesso. Dovrebbero essere giunti a Veresti verso il mezzogiorno di mercoledì. Ci sarà voluto un po' di tempo per procurarsi carrozza e cavalli, e se sono ripartiti viaggiando di buona lena, dovrebbero essere suppergiù a Passo Borgo. Dio li guidi e li aiuti! Non oso pensare a quel che può accadere. Ah, se solo potessimo andare più veloci! Ma è impossibile: la macchina va già a pieno regime. 

Chissà come se la cavano il dottor Seward e il signor Morris. Si direbbero innumerevoli i torrenti che dai monti si gettano in questo fiume, nessuno dei quali però tanto ampio da fare ostacolo ai cavalieri: in questa stagione, per lo meno, perché devono essere pericolosissimi d'inverno e al momento del disgelo. Spero che, prima di arrivare a Strasba, ci riesca di vederli; perché, se fino a quel momento non avremo raggiunto il Conte, forse converrebbe deliberare insieme sulla prossima mossa.

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ

2 novembre - Tre giorni di viaggio. Nessuna notizia, né avrei avuto il tempo di prenderne nota, se ve ne fossero state, essendo che ogni minuto è prezioso! Ci siamo concessi solo il riposo indispensabile ai cavalli; ma tutti e due ce la caviamo egregiamente. Il nostro passato avventuroso si rivela assai utile. Dobbiamo riprendere il cammino: non ci daremo pace finché non scorgeremo la lancia.

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3 novembre - A Fundu abbiamo appreso che la lancia ha imboccato il Bistrita. Se solo non facesse tanto freddo... C'è aria di neve, e se cadesse abbondante ci bloccherebbe. In tal caso, non ci resterebbe che procurarci una slitta e proseguire a mo' dei russi. 

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4 novembre - Quest'oggi abbiamo saputo che la lancia è stata ritardata da un incidente mentre tentava di superare le rapide. Le imbarcazioni slovacche riescono a farlo senza difficoltà, con l'aiuto di una fune e percorrendo fondali ben noti. Alcune infatti le hanno superate solo poche ore fa. Ma Godalming, meccanico dilettante, evidentemente è riuscito a rimettere in funzione la lancia, e alla fine hanno vinto le rapide, sia pure con l'aiuto dei locali, e hanno ripreso l'inseguimento. Temo però che l'imbarcazione abbia risentito dell'incidente; contadini ci dicono che, una volta in acque sicure, finché è rimasta in vista ha continuato di quando in quando a fermarsi. Dobbiamo spronare più che mai i cavalli: può darsi che quanto prima si abbia bisogno del nostro ausilio.

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴍɪɴᴀ ʜᴀʀᴋᴇʀ

31 ottobre - Arrivati a Veresti a mezzogiorno. Il professore mi riferisce che stamane all'alba a stento è riuscito a ipnotizzarmi, e che tutto quello che da me ha ricavato, è stato: "Buio e silenzio". Ora è andato a comperare carrozza e cavalli. Dice che più avanti, strada facendo tenterà di procurarsi cavalli di ricambio. 

Abbiamo di fronte a noi più di settanta miglia. Il paesaggio è splendido, interessantissimo; se solo fossimo in una situazione diversa, quanto piacevole sarebbe ammirarlo, e che meraviglia se a percorrerlo fossimo Jonathan e io da soli! Far tappa e parlare con la gente, apprendere qualcosa della loro vita, riempirci mente e memoria dei colori e del pittoresco di questa terra selvaggia e bella, di questa gente singolare! Ma, ahimé... 

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Più tardi - Il professore è tornato. Ha trovato carrozza e cavalli; partiremo tra un'ora, dopo aver pranzato. La padrona della locanda ci sta preparando un enorme paniere di provviste, sarebbe sufficiente per una compagnia di soldati. Il professore però le dà ragione e mi sussurra che può darsi passi una settimana prima che si riesca a procurarci dell'altro buon cibo. Ha fatto diversi acquisti, e ha fatto portare alla locanda una vera e propria collezione di pellicce, sciarpe, coperte d'ogni genere. Non correremo certo il rischio di soffrire il freddo. 

Stiamo per partire. Non oso pensare a quel che può accaderci. Siamo davvero nelle mani di Dio. Solo Lui sa quel che avverrà, e Lo prego con tutta la forza della mia anima rattristata e umile, di vegliare sul mio amato sposo. Qualsiasi cosa accada, Jonathan saprà che l'ho amato e rispettato più di quanto io non riesca a dire, e che il mio ultimo e più fedele pensiero sarà sempre e soltanto per lui. 

Curiosidracula#1: La cavalcatura all'amazzone è uno stile abbastanza antico, probabilmente comparso in Italia nel 300, che consiste nel cavalcare il cavallo con entrambe le gambe da un lato. Giudicato l'emblema della femminilità e della classe, per secoli lo stile e le tecnologie si sono evolute per renderlo sempre più efficace e comodo.

In un mondo che giudicava volgare e poco raffinato per una donna montare a cavalcioni sulla sella, questo stile permetteva di sfoggiare tutta l'eleganza e la raffinatezza che erano richieste ad una dama.

Lo stile all'amazzone, e in generale la passione per i cavalli, erano realtà così consolidate e un'attività così nobile che persino in età vittoriana, durante la quale fu scritto Dracula, un'epoca in cui alle donne erano date ben poche libertà, era ad esse consentito cavalcare (purché nel modo che la società riteneva "onorevole, rispettoso ed elegante").

Mica potevano rischiare di far vedere le caviglie durante il galoppo, che svergognate! (Sì, le caviglie erano viste come una parte intima del corpo. Quindi si potevano vedere solo dopo il matrimonio, capito?)

Nota: Chiedo scusa se sono riuscito a fare solo un aggiornamento a settimana recentemente, ho avuto parecchi contrattempi. Ma ci siamo quasi! Si sente l'odore di Transilvania!
Non vi farò aspettare, promesso!

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