25.4
ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ
28 ottobre - Il telegramma che annunciava l'approdo a Galati, a mio giudizio non ha suscitato, in nessuno di noi, la sorpresa che c'era da aspettarsi. Vero, non sapevamo da dove, né come, né quando, il fulmine sarebbe piombato; ma credo che tutti pensassimo che qualcosa di strano dovesse accadere. Il ritardo dell'arrivo a Varna ci aveva convinti, tutti e ciascuno, che le cose non sarebbero andate esattamente secondo il previsto: aspettavamo soltanto di sapere quale sarebbe stata la variante. Ciò non toglie che sia stata una sorpresa.
Ritengo che la natura operi in maniera tale da farci sperare e credere, contro noi stessi, che le cose andranno come dovrebbero, non già come dovremmo sapere che andranno. Il futuro per gli angeli è tutto luce, ma per gli uomini è tutt'al più un fuoco fatuo. È stata un'esperienza singolare, e ciascuno di noi ha reagito in maniera diversa. Van Helsing ha alzato per un istante le mani al cielo, quasi a protestare con l'Onnipotente; ma non ha detto parola, e un istante dopo era in piedi, il volto corrucciato. Lord Godalming si è fatto pallidissimo, ed è rimasto seduto, respirando affannosamente. Quanto a me, sono rimasto come istupidito, e ho volto lo sguardo dall'uno all'altro, quasi a interrogarli. Morris si è stretto la cintura con quel gesto rapido che conosco così bene: ai giorni dei nostri vagabondaggi, significava azione.
La signora Harker si è coperta di uno spettrale pallore, sì che la cicatrice sulla fronte è sembrata ardere, ma ha unito interamente le mani, alzando gli occhi in preghiera. Harker ha sorriso - ma sì, proprio sorriso: il tetro, amaro sorriso di chi ha perduto ogni speranza; eppure, in pari tempo il suo atto ha smentito il suo pensiero, ché la sua mano istintivamente ha cercato l'impugnatura del coltellaccio kukri, su di essa fermandosi.
"Quando parte il primo treno per Galati?" ha chiesto Van Helsing, a tutti e a nessuno in particolare.
"Domattina alle sei e trenta!" Siamo tutti sobbalzati, poiché la risposta veniva dalla signora Harker.
"E come fate a saperlo?" ha domandato Art.
"Voi dimenticate - o forse non sapete, per quanto lo sappiano sia Jonathan che il dottor Van Helsing - che io ho la passione dei treni. A casa, a Exeter, studiavo sempre attentamente gli orari per poter essere d'aiuto a mio marito. E a volte questo mi è stato così prezioso, che continuo a studiare anche adesso gli orari. Sapevo che, se avessimo dovuto recarci a Castel Dracula, avremmo dovuto passare da Galati o per lo meno da Bucarest, ecco perché mi sono impressa nella mente gli orari. Purtroppo, non c'è molto da apprendere, l'unico treno è quello che ho detto."
"Donna straordinaria!" ha mormorato il professore.
"Non possiamo procurarcene uno speciale?" ha chiesto Lord Godalming.
Van Helsing ha scosso il capo: "Temo che no. Questa terra è molto diversa che vostra o mia; anche se noi abbiamo uno speciale, esso probabilmente non arriva prima di treno regolare. Inoltre, abbiamo qualcosa da preparare. Noi dobbiamo pensare. Ora organizziamo. Voi, amico Arthur, andate a stazione, prendete i biglietti e fate che tutto è pronto per noi per prendere imbarco domani mattina. Voi, amico Jonathan, andate da agente di nave, e fatevi dare lettere per agente di Galati, con autorizzazione a perquisire la nave come se fosse qui. Morris Quincey, voi vedete il viceconsole e ottenere suo appoggio presso suo collega di Galati e tutto quanto può fare per rendere più facile nostra impresa, in modo che non si perda tempo una volta risalito il Danubio. John resterà con Madame Mina e con me, e noi avremo consulto. Così, se occorre tempo, non preoccupatevi di far tardi; e non importerà quando che il sole tramonta, perché io sono qui con Madame Mina per rapporto sotto ipnosi".
"E io" ha interloquito la signora Harker con vivacità più simile a quella di un tempo di quanto non fosse ormai da molti giorni "io cercherò di rendermi utile in tutti i modi, e rifletterò e metterò per iscritto i miei pensieri come usavo una volta. Ho la strana impressione che qualcosa s'allontani da me, e mi sento più libera che non negli ultimi tempi!"
I tre più giovani tra noi sono parsi rallegrarsene, persuasi com'erano di aver afferrato il vero significato di quelle parole; ma Van Helsing e io ci siamo scambiati uno sguardo assai preoccupato, anche se al momento nulla abbiamo detto.
Usciti i tre per le rispettive incombenze, Van Helsing ha chiesto alla signora Harker di sfogliare i dattiloscritti e di trovargli quella parte del diario di Harker relativo a Castel Dracula. La signora è andata a prendere i documenti e, non appena l'uscio s'è chiuso, il professore mi ha detto: "Evidentemente, pensiamo stessa cosa! Ditela".
"C'è un mutamento. È una speranza che mi fa star male, perché potrebbe essere fallace."
"Proprio così. Voi sapete perché io ho chiesto lei di andare a prendere il dattiloscritto?"
"No" ho risposto "a meno che non sia stato per aver modo di restar solo con me."
"Voi in parte ragione, amico John, ma solo in parte. Io desidero dire voi qualcosa. E, oh, mio amico, io affronto un grande, un terribile rischio, ma credo che questo è giusto. In momento quando Madame Mina ha detto quelle parole che non riusciamo a spiegare né voi né io, un'ispirazione è venuta a me. Nella trance di tre giorni fa, il Conte ha mandato a lei suo spirito per leggere mente di lei; o, più probabile, ha preso suo per visitare lui in sua cassa di terra sulla nave con acqua scorrente, proprio quando spirito di lei è libero a sorgere e tramontare di sole. Lui apprende che noi siamo qui, ed essa ha più da dire in sua vita all'aperto, con occhi per vedere e orecchie per udire, che non lui chiuso com'è in sua cassa-bara. Ora lui sta facendo massimo sforzo per sfuggire a noi. E al momento non vuole lei. Lui è sicuro, con sua grande conoscenza che lei accorrerà a sua chiamata; ma lui taglia essa fuori, mette lei, per quanto può farlo, fuori di suoi stessi poteri, per modo che essa non venga a lui.
Ah, e qui io ho speranza che nostro umano cervello, che è stato così a lungo di uomo e che non ha perduto la grazia di Dio, sarà più abile che non suo cervello infantile che giace in sua tomba per secoli, che ancora non cresce a nostra statura e che funziona soltanto egoistico e quindi in piccolo. Ecco che viene Madame Mina; non una parola a lei di sua trance! Essa questo non sa, e sconvolgerebbe lei e farebbe disperazione proprio quando noi abbiamo bisogno di tutta sua speranza, di tutto suo coraggio, quando soprattutto noi occorriamo tutto grande cervello di lei che è addestrato come cervello di uomo, ma è di dolce donna e ha uno speciale potere che il Conte dà a lei, e che lui non può portar via del tutto anche se è convinto di esso. Ssst! Lasciate me parlare, e voi vedrete di bello. Oh, John, mio amico, siamo in atroci angustie. Io temo come mai ho temuto prima. Noi possiamo solo fidare in buon Dio! Silenzio! Eccola!"
Avevo temuto, a sentirlo parlare così agitato, che il professore fosse sul punto di crollare e di abbandonarsi a una crisi isterica, esattamente come gli era accaduto alla morte di Lucy, ma con un enorme sforzo è riuscito a dominarsi e aveva riacquistato intero il dominio dei propri nervi quando la signora Harker è rientrata nella stanza, raggiante e briosa, e, impegnata com'era nell'opera, in apparenza dimentica della sua miseranda condizione. Ha porto un fascio di fogli dattiloscritti a Van Helsing, che ha preso a scorrerli attentamente, con il volto che via via gli s'illuminava. Poi, tenendoli tra pollice e indice, ha detto:
"Amico John, per voi con tanta già esperienza e per voi anche, cara Madame Mina che siete giovane, qui è una lezione: mai aver paura di pensare. Una mezza idea era ronzante spesso in mio cervello, ma io temevo di togliere pastoie a sue ali (Nota: le pastoie sono corde usate per legare gli animali). Ora qui, con maggior conoscenza, io ritorno a là dove quella mezza idea proviene e trovo che non è per niente una mezza idea: è una idea bella e fatta, per quanto così giovane che non è ancora così forte che usi sue piccole ali. Ma, come il brutto anitroccolo di mio amico Hans Andersen(*), non è affatto pensiero-anatroccolo, ma un grosso pensiero-cigno che veleggia nobile su grandi ali quando tempo viene per lui di provarle. Ecco, io leggo qua quanto ha scritto Jonathan:
"E non è stato forse questo Dracula a ispirare quell'altro della sua razza che, in età successiva, più e più volte guidò le sue forze di là dal Grande Fiume, in terra turchesca; e che, respinto, tornò ancora, e ancora, e ancora, benché gli toccasse riparare quasi solo dal campo insanguinato dove le sue truppe erano state massacrate, poiché sapeva che lui, e soltanto lui, alla fine avrebbe trionfato?"
Che cosa dice a noi questo? Non molto? No, invece. Il pensiero infantile del Conte non vede un bel niente, per questo parla così libero. Vostro pensiero umano non vede niente; mio pensiero umano non vede niente, fino a un momento fa. No! Ma ecco che viene un'altra parola di qualcuno che parla senza pensiero perché anch'essa non sa che cosa esso significa, che cosa esso può significare. Esattamente come sono elementi che restano immoti, ma quando in corso di natura essi procedono per propria via e si toccano - allora, puf! Ed ecco un lampo di luce per tutto il cielo, che acceca e uccide e distrugge alcuni; ma che rivela tutta terra sottostante per miglia e miglia. Non è forse così? Bene, vedo che devo spiegarmi. In primo luogo, avete voi mai studiato la filosofia di crimine? "Sì" e "no". Voi John, sì, perché fa parte dello studio di infermità mentale. Voi no, Madame Mina, perché crimine non vi tocca se non una volta. Pure, vostra mente lavora bene, e non deduce a particulari ad universale(*). È questa peculiarità di criminali. Essa è così costante in tutti i paesi e in ogni tempo, che persino la polizia, che di filosofia non sa molto, giunge a conoscere essa empiricamente, sa che essa è.
Il criminale lavora sempre a un unico delitto, e polizia sa per empiria che il vero criminale sembra predestinato al crimine: il vero criminale, io intendo. E questo non possiede cervello di uomo completo. Egli è intelligente e astuto, e pieno di risorse; ma non è di statura umana quanto a cervello. Egli è in molte cose di cervello infantile. Ora, il nostro criminale è del pari predestinato a delitto; anche lui ha cervello infantile, ed è proprio di bambino di fare quello che lui ha fatto. Il piccolo uccello, il piccolo pesce, il piccolo animale imparano non per via di principio, ma empiricamente; e quando imparano a fare, non è ragione di cominciare a fare di più. Dos pou sto, diceva Archimede. (*)"Datemi una leva e vi solleverò il mondo!" Agire una volta è la leva grazie alla quale cervello infantile diviene cervello di uomo; ma finché non ha scopo di fare di più, lui continua di fare lo stesso ancora ogni volta, esatto come ha fatto prima! Oh, mia cara, vedo che vostri occhi sono spalancati, e che a voi il chiarore del lampo rivela tutte le miglia" ha esclamato il professore, perché la signora Harker, gli occhi splendenti, aveva preso a battere le mani. Poi Van Helsing ha continuato:
"Ora tocca a voi di parlare. Dite a noi due, aridi uomini di scienza, che cosa voi vedete con quei così luminosi occhi". E le ha preso la mano e l'ha tenuta tra le sue mentre la signora parlava, pollice e indice posati sul polso di lei, istintivamente, inconsciamente, così almeno mi è parso.
Ha detto la signora: "Il Conte è un criminale e appartiene al tipo criminale. Tale lo classificherebbero Nordau e Lombroso(*) e, "quia" criminale, la sua mente è formata solo in maniera imperfetta. Ragion per cui, in una situazione difficile, non può che cercare soluzioni nell'abitudine. Il suo passato costituisce una chiave, e quella pagina di tale passato che ci è nota - e dalle sue stesse labbra - ci dice che già in precedenza, quando si è trovato in quello che il signor Morris chiamerebbe un "ginepraio"(Nota: faccenda intricata), è tornato nel suo paese ritirandosi dalla terra che aveva tentato di invadere, e nel primo, senza venir meno al suo proposito, si è preparato a un nuovo sforzo. Quando è tornato, era meglio attrezzato per l'opera che intendeva compiere; e ha vinto. Allo stesso modo, è giunto a Londra con l'intento di invadere una nuova terra. È stato sconfitto e, quando ha visto perduta ogni speranza di successo e la sua stessa esistenza in pericolo, è corso a rifugiarsi oltremare, nella sua patria, esattamente come in precedenza era fuggito oltre Danubio dalla terra dei turchi".
"Bene, bene, oh, voi così intelligente donna!" ha esclamato Van Helsing al colmo dell'entusiasmo, chinandosi a baciarle la mano. E subito dopo, controllato come se fossimo stati intenti a un consulto al capezzale di un malato:
"Soltanto settantadue, e in tutta questa eccitazione. Io ho speranza". Poi, rivolto nuovamente alla signora, con impazienza: "Ma proseguite. Proseguite, sì, perché è più da dire, se voi volete. Non abbiate paura; John e io sappiamo. Io in ogni caso so, e dirò a voi se siete in giusto. Parlate, senza paura!".
"Mi ci proverò, ma vorrete perdonarmi se vi sembrerò eccessivamente egocentrica."
"Andiamo, andiamo, non abbiate paura, voi dovete essere egocentrica, perché è voi che questa faccenda riguarda."
"Dunque, essendo criminale, è egoista; e poiché il suo intelletto è limitato e le sue azioni si fondano sull'egoismo, egli è tutto per un unico scopo, che persegue spietatamente. Come è fuggito oltre Danubio, lasciando che le sue truppe fossero fatte a pezzi, così adesso si preoccupa soltanto di mettersi in salvo, indifferente a tutto il resto. Sicché accade che il suo stesso egoismo in una certa misura affranchi la mia anima da quel terribile potere che ha acquisito su di me in quella spaventosa notte. L'ho sentito! Oh, se l'ho sentito! Grazie a Dio per la sua immensa misericordia! La mia anima è più libera di quanto non sia mai stata dopo quell'ora atroce; e io temo soltanto, ed è questo che mi tormenta, che durante una trance o un sogno il Conte possa essersi servito di quello che so per i suoi scopi." Qui il professore si è alzato:
"Sì, ha usato vostra mente, e per mezzo di essa ha lasciato noi qui a Varna, mentre la nave che portava lui in nebbia avviluppante correva verso Galati dove senza dubbio aveva fatto preparativi per sfuggire noi. Ma sua mente infantile ha visto non più oltre di questo; e può darsi che, se provvidenza divina così vuole, la cosa sopra la quale quel malvagio soprattutto ha contato per suo egoistico fine, si riveli suo massimo danno. Il cacciatore è preso in sua stessa rete, come dice il grande Salmista. Perché adesso che lui pensa che è libero completamente di noi, e che lui è sfuggito a noi con tante ore per suo vantaggio, ecco che suo egoistico infantile cervello lui sussurrerà di dormire. Lui anche pensa che, siccome lui taglia via se stesso da conoscere vostra mente, non può in voi essere conoscenza di lui. È qui che sbaglia!
Quel terribile battesimo di sangue che lui ha dato a voi, rende voi libera di andare a lui in spirito, come avete finora fatto in vostri momenti di libertà, quando il sole si alza e tramonta. Ma in tali momenti voi andate per mia volontà e non per sua; e questo potere, per bene di voi e di altri, voi avete ottenuto grazie a vostra sofferenza per sua mano. Questo è ora assai più prezioso che lui non sappia, e per proteggere se stesso lui ha persino tagliato via se stesso di sua conoscenza di dove voi siete. Noi però non siamo egoisti, e noi crediamo che Dio è con noi in tutta questa tenebra, in tutte queste molte buie ore.
Noi seguiremo lui; e noi non esiteremo, anche se pericoliamo noi stessi di diventare come lui. Amico John, questa è stata una grande ora, e in essa molto è fatto per avanzare lungo nostra via. Voi dovete essere scriba e mettere tutto questo su carta, così che quando altri ritornano da loro incombenze voi potete dare a essi di leggere, per modo che sanno come noi sappiamo".
E così ho scritto tutto questo mentre aspettiamo il loro ritorno, e la signora Harker ha ricopiato a macchina e poi ci ha consegnato il dattiloscritto.
Curiosidracula#1: L'Hans Andersen che cita Van Helsing, chiamandolo suo amico, è proprio quel Hans Christian Andersen, scrittore danese famosissimo per aver scritto alcune delle fiabe più famose di sempre. Esempi? Il brutto anatroccolo è citato nel capitolo, ma sono frutto della sua penna anche La Sirenetta, La Piccola Fiammiferaia, La Principessa sul Pisello, Mignolina, Il Soldatino di Stagno e molte altre.
Curiosidracula#2: "a particulari ad universale" dice Van Helsing. Letteralmente significa "dal particolare all'universale", ovvero riassume il metodo chiamato induttivo, secondo cui dallo studio e la comprensione del piccolo, è possibile stabilire una legge che funziona su scala più grande, universale appunto. Di fatto, non è un metodo che serve a dimostrare, bensì a notare qualcosa che c'è già.
In questo caso parla di crimine, perché secondo Van Helsing il crimine è universale. Basta avere esperienza di un criminale (particolare) per capire com'è un tipico criminale (universale), che caratteristiche ha.
E il criminale a cui si riferisce è Dracula, ovviamente.
Curiosidracula#3: La frase "Dos pou sto" è una forma abbreviata di "Dos moi pou sto kai kino taen gaen", celebre frase di Archimede tradotta e famosa in latino come "da mihi ubi consistam, et terram movebo" ovvero, come dice anche Van Helsing: "Datemi una leva (o un punto d'appoggio) e vi solleverò il mondo."
Si riferisce al fatto che, scoperto da Archimede, utilizzando la giusta leva è possibile sollevare carichi molto pesanti con uno sforzo molto minore.
Qui, il carico pesante rappresenta il problema (Dracula è stato sconfitto a Londra, ha perso le sue casse e ora viene inseguito), la leva per sollevare il carico è la soluzione al problema (in questo caso la strategia del Conte per scappare e salvarsi).
Curiosidracula#4: Cesare Lombroso è stato un medico, antropologo, filosofo italiano del periodo di Stoker. Non è la prima volta che viene citato in Dracula e Stoker si rifà molto alle sue teorie in questa sua opera.
Lombroso è stato uno dei pionieri della criminologia e dello studio scientifico del crimine.
Secondo lui, la criminalità era una caratteristica ereditaria, si era criminali per nascita. E questa predisposizione si osservava in anomalie, brutture, malformazioni del corpo o della mente.
Ad esempio grandi mandibole, canini forti, zigomi sporgenti, arti lunghi, naso schiacciato, ecc...
Inutile dire che nonostante la grande influenza, le tantissime intuizioni, le opere e tutto il resto, la maggior parte delle sue teorie oggi sono destituite di ogni fondamento.
Inoltre, indirettamente, il suo lavoro ha foraggiato grandemente il razzismo e i discorsi sulla purezza razziale, cose delle quali purtroppo ancora attuali.
Approfondidracula#1: Spieghiamo in breve il succo del discorso. O proviamoci, almeno.
Van Helsing cita le teorie di Lombroso, secondo cui i "criminali" sono predestinati ad esserlo a causa delle "anomalie" fisiche o mentali che li distinguono dall'uomo "normale".
Dracula, per tali teorie, viene considerato il loro "criminale", intendendo più genericamente "malvagio". Dicono, deducono, che la sua mente è esperta, ma non totalmente sviluppata, come quella di un bambino, per cui non è ancora del tutto matura.
E cosa fa, secondo questo ragionamento, una mente infantile davanti ad un problema? Cerca una soluzione tra quelle che hanno già funzionato in passato.
E, nel passato, nota Mina, lui era fuggito verso la sua patria quando fu in difficoltà con i Turchi. Quindi, cosa farà?
Secondo i ragionamenti è naturale: la mente criminale-infantile userà la stessa strategia, tornerà a casa sua!
Si lo so, i ragionamenti sono contorti, ma qui l'autore voleva dare un aspetto scientifico al comportamento di Dracula e alle teorie dei protagonisti. Spero di aver spiegato per bene e di non aver sbagliato niente.
Avrà ragione Van Helsing? Non stanno sottovalutando l'intelligenza di Dracula ancora una volta?
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