22.2

(Continua dal diario di Jonathan)

Piccadilly, ore 12,30 - Un attimo prima di giungere a Fenchurch Street, Lord Godalming mi ha detto:
"Quincey e io andremo a cercare un fabbro. Meglio che non veniate con noi, nel caso che insorgano difficoltà; date le circostanze, non è certo un gran male entrare con scasso in una casa vuota. Ma voi siete avvocato, e l'ordine degli avvocati può essere dell'avviso che certe cose non dovreste farle". Ero riluttante a non condividere un pericolo, per grave che fosse, ma Lord Godalming non mi ha lasciato parlare: "E inoltre" ha soggiunto "se non saremo in troppi attireremo meno l'attenzione. Il mio titolo basterà a convincere il fabbro, e me ne avvarrò anche con un poliziotto, caso mai dovesse intervenire. Voi farete meglio ad andare con Jack e con il professore, e restare nel Green Park, in vista della casa; e, non appena vedrete che l'uscio è aperto e il fabbro se n'è andato, entrate a vostra volta. Noi saremo lì ad accogliervi".

"Ottimo consiglio!" ha commentato Van Helsing, e così non abbiamo sollevato altre obiezioni. Godalming e Morris sono corsi via con una carrozza, noi ne abbiamo presa un'altra. All'angolo con Arlington Street ne siamo scesi, avviandoci al Green Park. Il cuore ha preso a battermi con forza non appena ho scorto la casa sulla quale s'appuntavano tante nostre speranze: spiccava, tetra e silenziosa nel suo abbandono, tra le vicine, piene di vita e dal lindo aspetto. Ci siamo seduti su una panchina che offriva un buon punto d'osservazione, e ci siamo messi a fumare un sigaro, onde non dar troppo nell'occhio. I minuti sembravano passare con piedi di piombo, mentre attendevamo l'arrivo degli altri.

Finalmente, abbiamo visto una carrozza avvicinarsi. Ne sono discesi, con l'aria più naturale del mondo, Lord Godalming e Morris; e da cassetta un operaio atticciato, con la sua cassetta di attrezzi. Morris ha pagato il cocchiere che si è toccato il cappello e se n'è andato. Insieme, i nostri due amici hanno salito i gradini, e Lord Godalming, lo si capiva dai gesti, ha spiegato all'operaio quel che voleva. Il fabbro si è tolto la giacca per star più comodo, appendendola a una delle punte della cancellata, dicendo qualcosa a un poliziotto che proprio in quella transitava.

Quest'ultimo ha annuito in segno d'assenso, e l'operaio, inginocchiatosi, ha deposto accanto a sé la cassetta. Si è messo a frugarvi dentro, estraendone una serie di arnesi che era allineato in bell'ordine. Quindi si è levato, ha guardato nel buco della serratura, vi ha soffiato dentro e, volto ai due che l'avevano assunto, ha detto non so che. Lord Godalming in risposta ha sorriso, ed ecco l'uomo dare allora di piglio a un grosso mazzo di chiavi; e, sceltane una, ha cominciato a frugare nella serratura, quasi a cercarvi una strada. Dopo aver armeggiato per un po', ha tentato con una seconda, poi con una terza. E all'improvviso l'uscio si è aperto obbedendo a una lieve spinta, e il fabbro e gli altri due sono entrati nell'atrio. Abbiamo continuato a starcene seduti immobili, io tirando furiosamente sul sigaro, mentre quello di Van Helsing si era spento.

Abbiamo atteso pazientemente: è uscito il fabbro, ha preso la sua cassetta e l'ha portata all'interno. Poi, tenendo l'uscio socchiuso e bloccandolo con le ginocchia, ha adattato una chiave alla serratura, che finalmente ha consegnato a Lord Godalming il quale, cavato il borsello, gli ha dato del denaro. L'operaio si è toccato il berretto, ha ripreso la sua cassetta, si è infilato la giacca, se n'è andato; nessuno aveva prestato la minima attenzione a quei maneggi. Allontanatosi il fabbro, noi tre abbiamo attraversato la strada e siamo andati a bussare all'uscio, che ci è stato immediatamente aperto da Quincey Morris, accanto al quale stava Lord Godalming intento ad accendersi un sigaro.

"Qui dentro c'è un tanfo immondo" ha commentato quest'ultimo mentre entravamo. Ed era proprio così: lo stesso puzzo della cappella di Carfax; e, sulla scorta della nostra precedente esperienza, eravamo certi che il Conte si servisse ampiamente del luogo. Ci siamo messi a esplorarlo, in gruppo compatto in previsione di aggressioni, ché ben sapevamo di aver a che fare con un avversario forte e astuto, e ancora ignoravamo se il Conte si trovasse o meno in casa.

Nella sala da pranzo, cui s'accedeva dal fondo dell'atrio, abbiamo trovato otto cassoni di terra. Otto soli, dei nove che cercavamo! La nostra opera non era conclusa, e mai lo sarebbe stata finché non avessimo trovato la cassa mancante. Per prima cosa abbiamo spalancato la finestra che dava su un angusto cortile lastricato e sul muro cieco di una rimessa dal tetto tanto aguzzo da farla sembrare una piccola casa nordica; nessuna finestra, nessuno dunque che potesse vederci. Non abbiamo perso tempo a esaminare le casse. Con gli attrezzi che avevamo portato con noi, le abbiamo aperte una a una, riservando loro lo stesso trattamento di quelle rimaste nell'antica cappella. Chiaro ormai che il Conte in quel momento non era in casa, e ci siamo messi a perquisirla in cerca di oggetti suoi.

Una rapida occhiata agli altri locali, dalla cantina alla soffitta, ci ha indotti a concludere che la sala da pranzo ospitava tutto quanto era di pertinenza del vampiro; ragion per cui, siamo passati a un esame minuzioso degli oggetti che vi si trovavano, disposti, per così dire, in ordinato disordine sul grande tavolo. 

In un gran fascio, i documenti di vendita della casa di Piccadilly, nonché quelli delle case di Mile End e di Bermondsey; fogli di carta, e buste, e penne, e inchiostro. E tutto era avvolto in carta da pacchi, onde proteggerlo dalla polvere. Inoltre, una spazzola per abiti, una per capelli e un pettine, una brocca e un catino - quest'ultimo contenente acqua sporca, rossastra - di sangue? Infine, un mazzetto di chiavi di ogni sorta e dimensione, probabilmente quelle delle altre case.

Terminato l'esame di quest'ultimo reperto, Lord Godalming e Quincey Morris, presa accurata nota degli indirizzi delle case nel quartieri orientale e meridionale, si sono impossessati di tutte le chiavi, per andare a quella volta, a distruggere le casse che vi si trovassero. Noi tre siamo qui, armati della nostra migliore pazienza in attesa del loro ritorno - o dell'arrivo del Conte. 

Approfondidracula: Si ritorna sulla mappa di Piccadilly! Riprendiamo dal testo:

"Piccadilly, ore 12,30 - Un attimo prima di giungere a Fenchurch Street, Lord Godalming mi ha detto [...]"

Se ricordate, il precedente capitolo si concludeva con Jonathan che scriveva il diario sul treno. Ebbene, proprio come nel capitolo 17.1 (ma al contrario) la strada per raggiungere Piccadilly è la stessa. Dal Purfleet, dove il loro quartier generale è nel Manicomio del dr. Seward, hanno preso il treno per Londra, fermata di Fenchurch Street. Da lì hanno preso la carrozza fino a Piccadilly, mentre Arthur e Quincey Morris ne hanno presa un'altra per andare a chiamare un fabbro (molto furbamente lontano dalla zona).

Arthur dice a Jonathan, a Van Helsing e a Jack Seward di attendere a Green Park (potete vedere dove si trova sulla mappa). Fun fact: davanti a Green Park c'è la dimora reale, Buckingham Palace! 

Ci sono un paio di cose da sottolineare. Innanzitutto, la casa di Dracula è vicino a dove nei primi capitoli Van Helsing e Arthur alloggiavano! (Adesso come sapete sono tutti al Manicomio del dr. Seward)

Seconda cosa, quando nel capitolo 13.3 Arthur vede il Conte per la prima volta dopo la sua fuga dal castello in Transilvania e capisce che lui è arrivato a Londra, c'è un motivo per cui l'ha incontrato proprio lì: quella era casa sua!
A distanza di tanti capitoli le scene si dimostrano collegate, segno che l'autore non ha lasciato veramente nulla al caso. Sarebbe stato semplice fare in modo che "si incontrano per caso", ma è quei che si vede la differenza tra uno scrittore normale e un bravo scrittore!

Se siamo su Wattpad è perché a noi piace leggere, ma anche scrivere probabilmente, trovo che sia importante far notare questi dettagli :D

Curiosidracula#1: Se oggi andassimo a Londra, dove ci viene descritto il locale Giuliano's (chiaramente inventato dall'autore) troveremo l'Hard Rock Cafe di Londra :D

Immagine capitolo: Nella foto, uno screen che ho fatto io su Google Maps dei palazzi su Piccadilly. Non sono riuscito a fare esattamente una voto che simulasse la vista da dentro Green Park, ma la "casa di Dracula" nella quale i nostri prodi si sono introdotti potrebbe essere una di quelle :O

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