17.4

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴍɪɴᴀ ʜᴀʀᴋᴇʀ

30 settembre - Sono così felice che non riesco a stare nella pelle. Penso che sia la reazione alla paura che mi ha tormentato, e cioè che questa spaventosa faccenda riaprisse la vecchia ferita di Jonathan, con suo grave detrimento. L'ho visto partire per Whitby con un'espressione che più decisa non si potrebbe, ma avevo il cuore attanagliato dall'apprensione. A quel che sembra, però, la fatica gli ha fatto bene. Mai è stato così risoluto, mai così forte, mai così pieno di vulcaniche energie come ora. È proprio come ha detto quel caro, buon professor Van Helsing: un uomo di pasta genuina e che, posto di fronte a prove che ucciderebbero una natura più debole, anzi si ferra. 

È tornato pieno di vita, speranza, ottimismo; abbiamo preparato tutto l'occorrente per questa notte. Mi sento fuori di me per l'eccitazione, e penso che addirittura si dovrebbe provar pietà per una creatura che sia braccata come il Conte. Ma appunto di questo si tratta: la Cosa è tale, una cosa, non già umana - neppure una bestia, è. Leggere il resoconto della morte della povera Lucy fatto dal dottor Seward, e ciò che ne è seguito, è sufficiente a inaridire le sorgenti della pietà nel cuore di chiunque.

♥♥♥

Più tardi - Lord Godalming e il signor Morris sono arrivati prima di quanto supponessimo. Il dottor Seward era fuori per certe incombenze, e aveva portato con sé Jonathan, per cui è toccato a me riceverli. Ed è stato un penoso incontro, perché ha riportato alla memoria le speranze della povera, cara Lucy, quelle che nutriva solo pochi mesi fa. Com'è ovvio, avevano già sentito parlare di me da Lucy, e sembra che anche il dottor Van Helsing abbia "detto mirabilia" sul mio conto, per usare l'espressione del signor Morris. 

Poveretti, nessuno dei due sa che sono al corrente delle proposte di matrimonio da essi fatte a Lucy. Non sapevano che dire o che fare, all'oscuro com'erano dell'entità delle mie informazioni, e hanno dovuto mantenersi sulle generali. Io però, dopo attenta ponderazione, sono giunta alla conclusione che la miglior cosa, da parte mia, era di metterli al corrente di tutte le novità fino a oggi. 

Mi risulta dal diario del dottor Seward, che erano presenti al decesso - quello vero - di Lucy, e quindi non ho motivo di temere di tradire intempestivamente qualche segreto. Per cui ho detto loro, con le maggiori cautele possibili, che avevo letto tutte le carte e i diari, e che insieme a mio marito, dopo averli dattiloscritti, avevamo testé finito di metterli in ordine. A ciascuno di loro ne ho data copia perché andassero in biblioteca a leggerla. 

Quando Lord Godalming ha avuto tra le mani il grosso fascio di fogli di sua spettanza, l'ha soppesato e ha commentato:
"Avete scritto tutto questo, signora Harker?"

Ho annuito, e lui: "Lo scopo di quest'iniziativa mi sfugge. Ma voialtri siete così buoni e gentili, e vi siete dati da fare con tanta dedizione ed energia, che non posso far altro che accettare a occhi chiusi le vostre idee e tentare di aiutarvi. Ho già avuto una lezione circa l'accettazione di fatti tali da rendere umile un essere umano sino alla fine dei suoi giorni. E poi, so che volevate bene alla mia povera Lucy...". E a questo punto ha distolto il viso e se l'è coperto con le mani. Sentivo il pianto nella sua voce. Il signor Morris, con istintiva delicatezza, si è limitato a posargli per un istante la mano sulla spalla e quindi in silenzio è uscito dalla stanza. 

Penso ci sia, nella natura della donna, qualcosa che autorizza un uomo a lasciarsi andare di fronte a essa e a esprimere i propri sentimenti, tenerezza o emozioni che siano, senza che ciò vada a scapito della sua virilità; e infatti, allorché Lord Godalming è rimasto solo con me, si è seduto sul divano e si è abbandonato senza residui. Mi sono seduta accanto a lui e gli ho preso la mano. Spero non mi abbia giudicata sfacciata e che neppure in seguito, ripensandoci, tale mi ritenga. Ma no, gli faccio torto: so per certo che non accadrà mai, perché è davvero quel che si dice un gentiluomo. Gli ho detto, poiché m'avvedevo che il cuore gli sanguinava:

"Volevo bene alla cara Lucy, e so quel che significava per voi, e che cosa voi eravate per lei. Lei e io eravamo come sorelle; e ora che non c'è più, mi permettete di essere come una sorella per voi nel vostro dolore? Immagino quanto avete sofferto, ancorché non possa misurare tutta la profondità della vostra pena. Ma, se comprensione e affetto possono esservi di sollievo nella vostra afflizione, consentitemi di rendervi qualche piccolo servigio - per amore di Lucy".

Un istante dopo, ecco il povero caro travolto senza più barriere dal suo cordoglio, sì da dare l'impressione che quanto fino a quel momento aveva sopportato in silenzio all'improvviso trovasse uno sfogo. È stato un vero e proprio attacco isterico: Lord Godalming, alzate al cielo le mani aperte, ha preso a batterle palmo contro palmo in una vera e propria agonia di tormenti; si è alzato e si è risieduto, e intanto le lacrime gli ruscellavano lungo le guance. Provavo per lui infinita pietà, e senza pensarci gli ho aperto le braccia. Con un singhiozzo, mi ha posato la testa sulla spalla, e ha pianto, pianto come un bambino desolato, scosso da capo a piedi dalla commozione.

Noi donne abbiamo sempre in noi alcunché di materno che ci fa trascendere aspetti minori, quando è appunto allo spirito materno che si fa appello; e ho sentito la testa di quel grande uomo straziato posare su di me, quasi fosse quella del bambino che un giorno stringerò al seno, e gli ho accarezzato i capelli proprio come se fosse stato mio figlio. E al momento non ho certo pensato a quanto tutto questo fosse strano.

Un po' alla volta, i suoi singhiozzi si sono attenuati, ed egli si è alzato mormorando una scusa, pur non facendo certo mistero dell'emozione che lo dominava. Mi ha detto che per giorni e notti - tristi giorni, notti insonni - non aveva avuto modo di parlare con chicchessia così come un uomo dovrebbe fare nell'ora del suo dolore; non c'era una donna pronta a offrirgli la sua comprensione e con la quale, date le terribili circostanze che costituivano il corollario della sua sofferenza, potesse liberamente parlare. 

"Ora so quanto ho sofferto" ha detto asciugandosi gli occhi "ma neppure adesso so - e nessun altro mai saprà - quanto la vostra dolce comprensione abbia fatto quest'oggi per me. Lo saprò meglio col tempo; e credetemi se vi dico che, sebbene adesso non ve ne sia certo mal grato, la mia gratitudine s'accrescerà in una con la comprensione. Mi permettete di essere per voi come un fratello, vita natural durante - per amore della cara Lucy?"

"Sì, per amore della cara Lucy" ho replicato mentre ci stringevamo la mano. "Oh, e anche per amor vostro" ha soggiunto Lord Godalming "perché, se mai la stima e la gratitudine di un uomo meritano di essere conquistate, voi quest'oggi le mie ve le siete assicurate. Se mai in avvenire vi troverete in circostanze tali da abbisognare dell'aiuto di un uomo, credetemi: non mi chiamerete invano. Dio non voglia che un giorno infausto venga a oscurare il sole della vostra vita; ma se mai dovesse accadere, giuratemi che me lo farete sapere." 

Era così compreso, e il suo dolore così recente che, certa che gli sarebbe stato di conforto, ho risposto:
"Ve lo giuro".

Uscita nel corridoio, ho visto il signor Morris affacciato a una finestra. Si è volto al suono dei miei passi. "Come sta Art?" mi ha chiesto. Poi, accortosi dei miei occhi rossi, ha soggiunto: "Ah, ben vedo che lo avete confortato. Povero amico! Ne ha bisogno. Soltanto una donna può essere di aiuto a un uomo quando il suo cuore è in pena; ed egli non ha nessuno a dargli sollievo."

Lui, il suo dolore lo reggeva con tanto stoicismo che mi son sentita stringere il cuore. Ho visto che in mano aveva il dattiloscritto, e sapevo che, una volta lettolo, si sarebbe reso conto quanto me di come stavano le cose. E allora gli ho detto:

"Vorrei poter confortare tutti coloro che hanno il cuore straziato. Consentitemi di esservi amica, e verrete a me per conforto se ne avrete bisogno? Più tardi saprete il perché di queste mie parole". Si è avveduto di quanto fossi sincera e, chinandosi, mi ha preso la mano, se l'è portata alle labbra, l'ha baciata. Mi è parsa ben misera consolazione per un'anima così intrepida e altruista, e obbedendo a un impulso mi son chinata e l'ho baciato. 

Gli occhi gli si sono imperlati di lacrime e per un istante la gola gli si è chiusa; ma quando ha potuto parlare, mi ha detto, ed era assolutamente sereno:
"Bambina mia, voi non rimpiangerete mai questa gentilezza che viene dal cuore, fino all'ultimo giorno della vostra vita!" Poi è andato dall'amico nello studio.

"Bambina mia!"
Le stesse parole che aveva rivolto a Lucy e, oh, se aveva saputo esserle amico! 

Commento: un capitolo che a me piace molto, con un momento molto toccante tra Mina e Arthur. Sono questi i momenti in cui mi sento sicuro di affermare che i protagonisti di Dracula sono i sentimenti che legano i personaggi, un aspetto messo sempre in secondo piano quando si parla di quest'opera.

Curiosidracula#1: oggi è l'8 Novembre, è il 171esimo anniversario della nascita di Bram Stoker! Tanti auguri, maestro!

Per festeggiare la ricorrenza, un piccolo curiosidracula sul creatore del romanzo che state leggendo (e spero amando) e sulla sua creatura.

Bram Stoker ebbe un'infanzia molto difficile a causa di una malattia sconosciuta che praticamente lo rese incapace di camminare fino all'età di 8 anni. Tuttavia, in un modo inspiegabile per i medici che lo avevano in cura, all'improvviso guarì. Un miracolo.
Egli scrisse di quel periodo come molto doloroso, ma che lo segnò molto, facendolo crescere molto. Probabilmente il suo interesse per i temi della morte, del sonno, della resurrezione e dell'inspiegabile, che poi avranno fortissima presenza in Dracula derivano proprio dall'esperienza di quegli anni.
La sua guarigione miracolosa fu incredibile, pare assurdo pensare che un ragazzo incapace di camminare fino agli 8 anni, recuperi così profondamente da diventare un atleta dotato in diversi sport al college. Di certo, per lui fantasticare e credere a cose oltre la comprensione umana dev'essere sembrato naturale!
Il colpo finale, la scintilla che pare fece divampare il fuoco dell'ispirazione che negli anni lo portò a scrivere il suo grande capolavoro, quel Dracula che affermò l'immagine del vampiro per sempre, gli venne in seguito ad un incubo una notte di marzo.
Su un appunto, lo scrittore annotò:

"Un giovane esce, e vede tre fanciulle
Una di loro cerca di baciarlo, non sulle labbra ma sulla gola.
Il vecchio conte interviene.
Con rabbia e furia diaboliche.
«Quest'uomo mi appartiene. Io lo voglio»."

Questa scena, figlia dell'incubo, troverà poi posto nel libro che state leggendo. Precisamente nel Capitolo 3!
Non sottovalutate le idee che vi vengono e non scartatele, conservatele. Non potete sapere dopo anni a cosa potrebbero dar vita!

Buon compleanno, Bram Stoker!

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