17.3

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴏᴛᴛᴏʀ ꜱᴇᴡᴀʀᴅ

30 settembre - Il signor Harker è giunto alle nove. Aveva ricevuto il telegramma della moglie un attimo prima di partire. È straordinariamente intelligente, lo si vede dalla fisionomia, e pieno di energia. Se il suo diario risponde a verità - e, stando alle mie stesse, sorprendenti esperienze, non può non essere così -, è anche un uomo di grande coraggio. Quella sua seconda discesa nel sotterraneo è stata un atto di estremo ardire. Dopo averne letto il resoconto, ero preparato a vedermi di fronte un convincente esempio di virilità, non però anche il tranquillo gentiluomo dall'aria efficiente che ho conosciuto oggi. 

♦♦♦

Più tardi - Dopo pranzo, Harker e sua moglie sono tornati nella loro stanza, e poco fa, passando per il corridoio, ho udito il ticchettio della macchina per scrivere. Non si concedono requie. La signora Harker mi ha detto che stanno disponendo in ordine cronologico ogni elemento di prova in loro possesso. Harker si è procurato il carteggio tra la ditta che ha preso in consegna le casse a Whitby e l'impresa di trasporti londinese che se n'è occupata. Adesso sta leggendo la trascrizione del mio diario fatta da sua moglie. Chissà cosa ne dedurranno. 

Ecco, ci siamo... Per strano che possa sembrare, mai mi è balenata l'idea che proprio la casa vicina potesse essere il covo del conte. E Dio sa se mi sono mancati gli indizi fornitimi dal comportamento del paziente Renfield! Il gruppo di lettere relativo all'acquisto della casa mi è stato presentato insieme al dattiloscritto. Oh, se solo le avessimo avute in precedenza! Avremmo potuto salvare la povera Lucy. Ma basta; lungo questa strada si incontra la follia! Harker è tornato a radunare il suo materiale. Dice che per l'ora di pranzo loro due saranno in grado di esibire un resoconto ordinato. Nel frattempo, ritiene che dovrei vedere Renfield, che fino a questo momento è stato una sorta di barometro dei va e vieni del Conte. Non riesco ancora ad afferrare esattamente il nesso, ma quando avrò sott'occhio tutte le date penso che ci riuscirò. Che fortuna che la signora Harker abbia ricopiato a macchina i miei cilindri! Altrimenti non saremmo mai riusciti a recuperare le date... 

Ho trovato Renfield seduto tutto tranquillo nella sua stanza, le mani in grembo; sorrideva gioviale, e in quel momento sembrava assolutamente savio. Mi sono seduto e ho chiacchierato con lui del più e del meno, e lui ha affrontato gli argomenti con molta pacatezza. Poi, di sua propria iniziativa, ha accennato al proposito di andarsene a casa, soggetto che non ha mai intavolato, a quanto mi risulti, durante il suo soggiorno in questo luogo. 

In effetti, parlava con grande sicurezza della sua prossima dimissione; e credo che, non avessi avuto la conversazione con Harker, non avessi letto le lettere e controllato le date delle crisi di Renfield, sarei stato disposto a firmare il documento relativo dopo un breve periodo di osservazione. Ma, stando le cose come stanno, sono oltremodo sospettoso. Tutti i suoi accessi si sono verificati in coincidenza con la vicinanza del Conte. Che cosa significa dunque quest'assoluta tranquillità? È possibile che il suo istinto gli dia la certezza del definitivo trionfo del Vampiro? Certo: è egli stesso zoofago, e nei suoi vaneggiamenti parlava di un "padrone", tutti elementi che sembrano confermare la nostra ipotesi. 

Comunque, dopo un po' l'ho lasciato; l'amico, al momento, è un pochino troppo savio perché sia conveniente sondarlo troppo a fondo con le domande. Potrebbe mettersi a pensare, e allora... Ho preferito lasciarlo solo. Non mi fido affatto di queste sue fasi di tranquillità, e ho consigliato all'infermiere di vigilarlo attentamente, tenendo sotto mano, per ogni evenienza, una camicia di forza.

ᴅɪᴀʀɪᴏ ᴅɪ ᴊᴏɴᴀᴛʜᴀɴ ʜᴀʀᴋᴇʀ

29 settembre, sul treno per Londra - Quando ho ricevuto dal signor Billington la sua cortese lettera in cui si diceva pronto a fornirmi tutte le informazioni in suo possesso, ho ritenuto opportuno recarmi a Whitby per compiere sul posto le indagini che mi sembrassero necessarie. Era ora mio scopo di rintracciare quell'orribile carico spedito dal conte alla sua dimora londinese. Può darsi che in seguito si possa occuparsene. 

Billington figlio, un giovane simpatico, è venuto a prendermi alla stazione e mi ha portato a casa del padre, dove hanno voluto che pernottassi. La loro è la vera ospitalità dello Yorkshire: offrire all'ospite tutto ciò di cui ha bisogno, e lasciarlo libero di fare quel che gli pare e piace. Sapevano che sono assai indaffarato, e che la mia permanenza sarebbe stata breve, così il signor Billington teneva pronti nel suo ufficio tutti i documenti riguardanti la consegna delle casse. 

Ho avuto un sussulto a rivedere una delle lettere che erano state sul tavolo del Conte prima che venissi a conoscenza dei suoi diabolici progetti. Ogni cosa era stata architettata con la massima cura e portata a termine sistematicamente e con l'assoluta precisione. Sembra proprio che abbia previsto tutti i possibili ostacoli che il caso potrebbe frapporre all'attuazione dei suoi propositi. Per dirla con gli americani, non ha "assunto rischi", e la straordinaria esattezza con cui i suoi ordini sono stati eseguiti è stata null'altro che il risultato logico della sua solerzia. 

Ho visto la bolletta, l'ho ricopiata:
"Cinquanta casse di comune terriccio, da usarsi per scopi sperimentali". E ho visto anche la copia della lettera alla Carter & Paterson, e la risposta di tale ditta; e ho ricopiato a mia volta l'una e l'altra. Tutte qui, le informazioni che il signor Billington era in grado di fornirmi, ragion per cui sono andato al porto e ho avuto un abboccamento con le guardie costiere, i funzionari della dogana e il comandante la capitaneria: tutti avevano da dire la loro in merito allo strano arrivo della nave, che ormai è entrata a far parte del leggendario locale; ma nessuno ha potuto aggiungere alcunché a quella scarna descrizione: "Cinquanta casse di comune terriccio". 

Mi sono poi incontrato con il capostazione, che mi ha messo in contatto con i facchini che avevano provveduto a scaricare le casse. Quanto m'hanno riferito corrispondeva esattamente al resto, salvo l'aggiunta che le casse erano "molte e spaventosamente pesanti", e che maneggiarle è stato un duro lavoro. 

Uno di essi ha commentato che purtroppo non c'era nessun gentiluomo "come voi, signore", pronto a manifestare riconoscenza per i loro sforzi in forma concreta; un altro ha insinuato che la sete che ne era loro venuta era tale che, nonostante fosse trascorso tanto tempo, ancora non si era estinta del tutto. Inutile dire che, prima di andarmene, ho avuto cura di eliminare, una volta per tutte e in misura adeguata, siffatto motivo di lagnanze. 

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30 settembre - Il capostazione è stato tanto gentile da consegnarmi due righe per un suo vecchio collega, il capostazione di King's Cross, per cui, giunto qui stamane, ho potuto interrogarlo sull'arrivo delle casse. Dal canto suo, egli mi ha messo in contatto con i funzionari che se n'erano occupati, e ho costatato che il loro racconto collimava con quanto indicato nella bolletta di spedizione. Le occasioni di farsi venire una sete fuori dal comune erano nel caso specifico assai più ridotte; ciò non toglie che gli uomini a suo tempo non si siano risparmiati, ragion per cui mi sono trovato una volta ancora nella necessità di liquidarne i risultati per così dire "ex post facto".

Di lì, sono andato alla sede centrale della Carter & Peterson, dove son stato accolto con la massima cortesia. Hanno ricostruito la transazione controllando libri mastri e archivi e telefonando immediatamente alla loro filiale di King's Cross per avere maggiori particolari. Per fortuna, gli uomini che avevano trasportato le casse erano lì in attesa di un incarico, e il funzionario li ha inviati subito alla sede centrale, consegnando inoltre a uno di loro la bolletta e tutti gli altri documenti relativi allo scarico delle casse a Carfax. 

Ancora una volta, tutto collimava perfettamente; i facchini hanno potuto arricchire la scheletricità delle poche parole scritte con qualche particolare in più riguardante, come ho ben presto costatato, quasi unicamente il problema della molta polvere che dalle casse usciva e la conseguente sete che ne era derivata agli uomini. Avendo io elargito il necessario per alleviare questo felice - per loro - inconveniente sotto forma della valuta corrente in questo regno, uno degli uomini se n'è uscito a dire: 

"Quella casa lì, capo, è la più zozza che mai ci ho messo piede. Porcaccia! Sono cent'anni che nessuno la tocca. C'è una polvere così alta, là dentro, che uno può dormirci sopra senza farsi male agli ossicini, c'era un puzzo che sembrava di stare nell'antica Gerusalemme. Ma la vecchia cappella quella, poi, era peggio di tutto. Me e il mio collega ci siamo detti: qui crepiamo se non veniamo fuori al più presto. Accidenti, neanche per un bel po' di grana non ci sarei rimasto dentro dopo il tramonto". 

Poiché sono stato in quella casa, non ho esitato a credergli; ma se sapesse quel che io so, penso che avrebbe chiesto ben più che non soltanto "un bel po' di grana". 

Di una cosa sono adesso assolutamente certo: TUTTE le casse giunte a Whitby da Varna a bordo del "Demeter" sono state depositate nella vecchia cappella di Carfax. Dovrebbero essercene cinquanta, a meno che in seguito alcune non ne siano state portate via, come m'induce a temere il diario del dottor Seward. 

Cercherò di rintracciare la ditta che ha eseguito il trasloco da Carfax quel giorno in cui Renfield ha aggredito i carrettieri. Può darsi che, seguendo questa pista, si venga a sapere parecchio. 

Più tardi - Mina e io abbiamo lavorato tutto il giorno, riordinando tutte le carte.

Commento: Finalmente, con tutte le informazioni in loro possesso, i puntini cominciano ad unirsi.
Il dottor Seward leggendo i diari di Jonathan ha capito il motivo dei comportamenti del suo paziente Renfield, quello che mangiava le mosche, che fuggiva per andare in quella casa accanto al manicomio. Jonathan è andato ad indagare e ha seguito gli spostamenti delle casse di terra trasportate dalla Transilvania via mare. Si fanno progressi!
E voi, avete intuito perché quelle 50 casse di "comune terriccio" sono così importanti?

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